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Unical, studi sugli usi del bergamotto nel trattamento della demenza. Attesa una delegazione giapponese

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Tra il 28 e il 30 settembre una delegazione della “Gakuen Tsuzuki” Integrated Educational Institute, direttamente dal Giappone, farà vista all’Università della Calabria nell’ambito dell’accordo di Cooperazione Internazionale siglato tra l’Università della Calabria e la Dajichi Pharmaceutical University, componente della “Gakuen Tsuzuki”. Della delegazione faranno parte Asuka Tsuzuki, Presidente della Japan University of Economics and Vice President of Yokohama University of Pharmacy; il dottor Minoru Tsuzuki, Provost della Dajichi Pharmaceutical University, Fukuoka ed il professor Tsukasa Sakurada, Preside della stessa Dajichi Pharmaceutical University di Fukuoka. Tale gruppo di ospiti farà visita al rettore Gino Mirocle Crisci, a cui sarà presentato il sistema universitario privato “Gakuen Tsuzuki”, con lo scopo di allargare le attuali collaborazioni che intercorrono con l’Università della Calabria. Esiste infatti una collaborazione scientifica di alto livello tra la Dajichi Pharmaceutical University e il Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione. Da più di un decennio il professor Tsukasa Sakurada, esperto di modelli sperimentali per lo studio del dolore, collabora con il professor Giacinto Bagetta, Farmacologo del Dipartimento di Farmacia, al fine di caratterizzare le proprietà analgesiche dell’olio essenziale di bergamotto. La collaborazione ha prodotto, allo stato attuale, una ventina di pubblicazioni scientifiche nel settore dell’analgesia preclinica materializzata anche in due convegni internazionali sul dolore tenuti in Calabria nel 2010 e nel 2012. Allo stato attuale, i due gruppi stanno vagliando gli aspetti traslazionali delle indagini condotte, dal momento che nell’ambito del dolore esiste un bisogno di farmaci sempre più sicuri ed attivi in sindromi dolorose specifiche. Si calcola, infatti,  che dal 60 all’80% dei soggetti con demenza soffre di dolore che non riesce a comunicare e, pertanto, è verosimile che i sintomi sopra riportati siano legati al mancato trattamento analgesico. La demenza è una patologia frequente nei soggetti anziani e rappresenta un problema sociosanitario ed economico rilevante. Il progressivo declino cognitivo associato alla demenza di Alzheimer, la forma più comune di demenza, è accompagnata da comportamenti come agitazione ed aggressione che fanno parte del più ampio gruppo di sintomi comportamentali e psicologici associati a demenza, per i quali la corrente terapia con antipsicotici atipici produce solo limitati effetti terapeutici mentre causa effetti collaterali gravi a carico dell’apparato cardiovascolare. Dunque, è necessario un nuovo approccio terapeutico:  tra questi, l’aromaterapia, cioè l’uso di olii essenziali per minimizzare gli effetti della patologia con melissa ha dimostrato effetti positivi incoraggianti sul disturbo comportamentale aggressivo e di agitazione in assenza di effetti collaterali. In questo momento, sono pertanto in fase di studio gli usi ed effetti dell’olio essenziale di bergamotto, sulla base della conoscenza delle caratterestiche antinocicettive dell’olio di bergamotto, ampiamente dimostrate dagli studi preclinici condotti dai gruppi italiano e giapponese. Il gruppo di farmacologi dell’Università della Calabria aveva già documentato con tecniche neurochimiche, elettrofisiologiche e comportamentali anche le proprietà ansiolitiche e neuroprotettive dell’olio di bergamotto, tutte caratteristiche verosimilmente utili per un ideale trattamento terapeutico della demenza di Alzheimer.

Città di Cosenza atterrato in Giappone, Di Claudio e Sotireli aggregate al gruppo

TOKYO – Primo giorno in Giappone per il Città di Cosenza e primi momenti in gruppo per Luna Di Claudio ed Eleni Sotireli. La giocatrice ex Pescara e il portiere greco hanno raggiunto il gruppo con il quale sono decollate nel Sol Levante. Prime emozioni e prime parole per i due talenti voluti da coach Capanna e dal presidente Manna. È l’ambizione a muovere le due ragazze. «Non ho atteso neanche un secondo – ha affermato Sotireli – perché mi hanno voluta fortemente e mi sono informata sulla mia nuova squadra. Ho visitato nei mesi scorsi la città e le ragazze mi hanno accolto in questa grande famiglia. Credo che ci siano i mezzi per far bene, le compagne sono forti e il livello è buono. Ci sono anche io adesso, e non vedo l’ora di iniziare». Luna Di Claudio conosce bene il Città di Cosenza. Ha affrontato più volte la squadra con le formazioni giovanili ed è amica di alcune ragazze conosciute in nazionale. In particolare di Giusy Citino. «È così, ed è un bene, perché arrivo in un gruppo in cui conosco tante atlete. Le altre mi hanno accolto benissimo – confessa la giocatrice – ma non avevo dubbi. Sono forti e hanno elementi esperti e vincenti, hanno ambizione, sono cresciute tanto e hanno mezzi per fare ottime cose. Sono questi i motivi che mi hanno spinto a muovermi e ne sono orgogliosa. Capanna e il presidente mi hanno inoltre spiegato come si vive a Cosenza questo sport e sono pronta a far parte di questa squadra. Sono certa che sarà una grande avventura». Ad accoglierle c’era il capitano Angela Manna con le sue compagne. «Abbiamo in rosa due giovani talenti che conosciamo – dice il capitano -. Hanno le caratteristiche qualitative e umane per far parte del gruppo. C’è lo spirito giusto e questo viaggio farà ancora di più da collante. Il resto dobbiamo metterlo in campo noi».

 

Yῡrei, i fantasmi della tradizione giapponese

Il fulcro del Giappone non sono solo anime e manga, esso infatti è anche un Paese con una grande vastità di tradizioni, leggende e cultura che, ancora in tempi moderni, riescono ad avere molta influenza nella vita della popolazione. Di particolare interesse è il loro rapporto con il mondo dei morti, impregnato di usanze e credenze e, al tempo stesso, pieno di caratteri soprannaturali.


Scopriamo, per questa sesta #NerdHorrorNight, chi sono gli yūrei. 


Simili alle leggende occidentali, gli yūrei sono i fantasmi della tradizione nipponica, i quali sono incapaci di abbandonare il mondo dei vivi per raggiungere l’aldilà.
Secondo le credenze giapponesi, tutti gli uomini hanno un reikon, ovvero l’anima; quando si muore, lo spirito deve attendere il funerale per poter passare dall’altra parte. La cerimonia deve essere svolta nella maniera appropriata, in modo tale che la persona defunta diventi la protettrice della famiglia. Tuttavia, in caso di morti improvvise e violente, se i riti funebri non sono stati celebrati, o se lo spirito è trattenuto sulla Terra per motivazioni emotive, il reikon può trasformarsi in yūrei, ed entrare in contatto con il mondo fisico impossessandosi di oggetti, posti o, addirittura, persone.

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Un tempo, la tradizione attribuiva ai fantasmi un aspetto umano. Quando, nel periodo Edo, si diffuse il gioco del Hyakumonogatari Kaidankai, cioè il raccontare a turno storie dell’orrore, come ci capita di vedere spesso in anime e manga, iniziò a diffondersi l’aspetto tipico di uno yūrei:

– Gli spettri giapponesi indossano, di solito, una grande veste bianca simile al kimono funerario del periodo Edo, caratteristica che rimanda molto alla concezione occidentale di spirito.
– Gli yūrei hanno, di solito, lunghi capelli scompigliati; si credeva, infatti, che i capelli continuassero a crescere dopo la morte.
– Le mani del fantasma sono cadaveriche e penzolano in avanti con i gomiti all’altezza dei fianchi. Inoltre, manca loro la parte inferiore del corpo e fluttuano nell’aria.
– I fuochi fatui sono parte integrante degli yūrei, fiammelle dalle tetre tonalità blu o viola che accompagnano in coppia lo spettro.

Esistono varie tipologie di fantasmi nipponici, tra cui gli Onryō, spiriti vendicativi che tornano a perseguitare chi li ha maltrattati in vita; i Jibakurei, spettri di persone morte suicide che infestano un luogo in particolare; le entità dei bambini, i Zashiki-Bokko, che, di solito, sono dispettosi.

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Come si possono scacciare gli yūrei? Dipende da molti fattori, principalmente dal tipo di fantasma. Generalmente vengono mandati nell’aldilà celebrando i riti funebri o risolvendo il problema emotivo che li tiene legati al mondo dei vivi. Ma è più complicato di così; se, per esempio, ci si trova di fronte a un Onryō, bisogna ricorrere a degli esorcismi, dei quali possiamo trovare varianti nelle religioni shintoiste e buddhiste.
La figura dello spettro giapponese è molto simile alla concezione che si ha in Occidente delle entità ultraterrene. Si può notare, però, come il Paese del Sol Levante, a differenza degli occidentali, attribuisca molte più credenze e tradizioni, sfaccettando anche una figura, ormai molto diffusa ma mai molto approfondita, come quella del fantasma.

                                                                                                                               Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] Influenze Mitologiche e Religiose nell’animazione giapponese

Per il quarto appuntamento della #NerdHorrorNight, incentrata sui riti religiosi, Nerd30 ha stilato una lista delle principali e più evidenti influenze mitologiche e religiose negli anime.

Si comincia da una pietra miliare dell’animazione nipponica: in Dragon Ball si trovano vari riferimenti inerenti alla mitologia:

  • Il drago Shenron ha il tipico aspetto di un drago cinese.

    shenron

  • Re Yammer è un dio che decide quali anime devono ascendere al Paradiso e quali devono discendere all’Inferno, come nella religione cinese.
    re yammer
  • La trasformazione in Oozaru Vegeta rimanda alla leggendaria metamorfosi in lupo mannaro, che avviene con la luna piena e fa perdere il controllo su se stessi.

    oozaru vegeta

Troviamo riferimenti anche nelle moderne pietre miliari dell’animazione giapponese, One Piece e Naruto. Per esempio, in One Piece:

  • Il potere di Brook, ovvero quello di resuscitare una sola volta, è ispirato ai fuochi fatui, tipici delle leggende giapponesi.
    brook
  • L’idra di Magellan è ispirata a Yamata no Orochi, mostro appartenente alla mitologia shintoista giapponese.

    idra di magellan

  • Durante la storia troviamo alcuni personaggi che hanno mangiato il frutto del mare Zoo Zoo mitologico: Sengoku è capace di trasformarsi in un Buddah dorato gigante.
    sengoku
    Marco può trasformarsi in una fenice.
    marco one piece
    Momonosuke può assumere le sembianze di un drago cinese.

    momonosuke

  • I due dinosauri della Franky Family si chiamano Sodoma e Gomorra, proprio come le due città distrutte da Dio nella mitologia ebraica.
  • Le armi ancestrali prendono il nome dalla mitologia greco-romana. Ad esempio, una delle armi è Pluton, che prende il nome da Plutone, dio romano dell’Ade; un’altra è Poseidon (in foto), che richiama Poseidone, dio greco del mare.
    poseidon

L’opera di Kishimoto, Naruto, è influenzata più che altro dalla mitologia nipponica:

  • Tra i miti giapponesi, le volpi a nove code sono due creature sagge, una bianca e una nera, che possiedono una sfera nera. Chiari i riferimenti, quindi, quelli in Naruto.
  • Orochimaru è chiaramente Yamata no Orochi in forma umana ed è capace di trasformarsi in un serpente a otto teste, identico a quello mitologico.

    orochimaru

  • Tutte le tecniche dell’arte oculare dello Sharingan ipnotico hanno i nomi dei Kami shintoisti, ovvero gli oggetti di venerazione della fede. Ad esempio, Amaterasu è la dea del sole, Tsukuyomi la dea della luna e Susanoo (in foto) il dio delle tempeste.
    susanoo
  • Sempre rimanendo in tema di arti oculari, tutte le tecniche del Rinnegan fanno riferimento al Samsara e alle sei vie della trasmigrazione della religione buddista.
    rinnegan

Come dimenticare I Cavalieri dello Zodiaco, opera che è un intero riferimento alla mitologia greca: protagonisti, antagonisti e ambientazioni sono tutti ispirati all’antica Grecia. Sono presenti, inoltre, ulteriori riferimenti ad ambiti esterni al mondo ellenistico. Vediamone un paio:

  • Salta subito alla mente Shaka (Virgo), cavaliere d’oro che usa tecniche e poteri ricollegabili alla religione buddista. Egli stesso si definisce come uomo più vicino a Buddha.
    shaka
  • Shura (Capricorn) è il cavaliere d’oro che ha nel suo braccio destro la spada Excalibur, chiaro riferimento al mito bretone di Re Artù.
    shura
  • L’intera saga filler di Asgard è basata su personaggi che hanno in comune nomi e caratteristiche di quelli della mitologia nordica. Spicca fra tutti Siegfried (Orion), palese riferimento alla leggenda di Sigfrido e il drago.
    sigfried

Anche Shaman King rimanda a diversi miti e religioni:

  • Gli spiriti degli sciamani possono assumere forme che ricordano varie mitologie, mentre altri hanno le sembianze di animali del mito.
  • Durante la storia, i protagonisti si imbatteranno negli X-Laws (in foto), un gruppo di sciamani con degli spiriti dalle sembianze di angeli, con nomi e ruoli che richiamano alla religione cristiana: per esempio, Michael è l’angelo più vicino a Dio.

    x laws

  • Gli Oni che Anna e Hao possono evocare sono caratteristici della tradizione giapponese.

Non dimentichiamoci dell’acclamatissimo Death Note, in cui Ryuk, uno dei personaggi più amati dell’opera, ha in sé due diversi rimandi:

  • innanzitutto è uno Shinigami, dio della morte giapponese e, inoltre, il suo vizio di mangiare mele richiama la storia del peccato originale di Adamo ed Eva.
    ryuk

La mitologia e la religione egizia sono certamente richiamate dall’intero anime di “Yu-Gi-Oh!

  • con i suoi oggetti del millennio.
    oggetti del millennio

Nella prima serie di Beyblade:

  • i quattro bit power dei protagonisti, creature che animano le trottole, sono il drago azzurro, la tigre bianca, la tartaruga nera e la fenice rossa, animali sacri della mitologia giapponese.

In Soul Eater:

  • salta all’occhio immediatamente che la Shibusen, scuola per maestri d’armi, è retta da uno shinigami.

    shinigami sama

Questi sono solo alcuni tra i più famosi esempi di anime e manga che sono fortemente influenzati dalle mitologie e le religioni e si trovano talmente tante simbologie che molte sfuggono all’occhio dello spettatore. Si parla del Giappone come di una società chiusa e forse in questo c’è un fondo di verità, però se nella cultura pop i nipponici si lasciano influenzare non solo dall’Oriente, ma anche dall’Occidente, significa che la voglia di apertura esiste.
Siamo noi, forse, che non sappiamo coglierla?

Paolo Gabriele De Luca

“5 Anni dopo Fukushima”, un evento in memoria del disastro nucleare Giapponese

COSENZA – In occasione del quinto anniversario dal disastro nucleare di Fukushima in Giappone, venerdì 11 Marzo alle ore 18, presso il pub B-Side di Rende, si terrà l’evento “5 Anni dopo Fukushima“, organizzato dall’associazione culturale Nipponics al fine di tenere alta l’attenzione sui pericoli dell’energia nucleare.

Per l’occasione verrà proiettato il film documentario “L’Isola degli àuguri” di Aya Hanabusa. Interverrà a presentare il documentario Mayuko Fukakusa, in collaborazione con l’associazione culturale “Tomo-Amici ponte fra Italia e Giappone” (https://www.facebook.com/Ponte-fra-Italia-e-Giappone-Tomoamici-132661403571606/?ref=hl).

Durante l’evento sarà possibile inoltre degustare vari tipi di tè giapponesi, tra cui i pregiati Matcha e Sencha, per avvicinare il proprio spirito alla sensibilità giapponese ed alla Natura, con i sui profumi e i suoi sapori.

San Valentino e White Day, il Giorno degli Innamorati nella tradizione Giapponese

giapponese che cucinaSan Valentino (バレンタインデー), festa di tutti gli innamorati, unisce le giovani coppie con piccoli gesti di affetto, tra cui lo scambio di regali, fiori e una cena a lume di candela. In Giappone, però, il rituale è diverso e molto affascinante.

Il San Valentino prese piede in Giappone nel 1958 come trovata commerciale, molto apprezzata dalle giovani coppie. A differenza dell’occidente, però, il regalo prescelto per questa festa è il cioccolato e sarà donato dalla donna alla persona per cui prova affetto. In qualsiasi negozio o strada nipponica, in questo periodo, le confezioni di cioccolato la faranno da padrone, in tutti i formati e prezzi. La ragazza potrà scegliere di prepararlo con le proprie mani o acquistarlo in un qualsiasi punto vendita o bancarella allestita per l’occasione.

cioccolata
La donna potrà, inoltre, scegliere di regalare la cioccolata ad altre persone, non solo al proprio fidanzato. Per questo motivo si sono distinti tre tipi di cioccolata:

  • honmei-choko (本命チョコ? “cioccolato del favorito” “cioccolata del vero sentimento”) è la cioccolata destinata al proprio fidanzato, al marito o alla persona a cui si vuole dichiarare i propri sentimenti. E’ solitamente preparata in casa con le proprie mani o, se acquistata, sarà della marca più pregiata. Ogni confezione è scelta con cura e sarà di grande effetto, in perfetto stile nipponico.
  • tomo-choko (友チョコ? “cioccolato dell’amico”) è il regalo che si compie con affetto nei confronti di un amico a cui si vuol bene. Spesso le ragazze se ne fanno dono tra amiche.
  • giri choco (義理チョコ? “cioccolato d’obbligo”)  viene regalato a persone con cui non si ha un rapporto affettivo, ma di natura sociale. Le ragazze lo regaleranno ai propri colleghi di lavoro o compagni di classe e sarà una cioccolata economica con una confezione non molto ricercata.

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Un mese dopo San Valentino, toccherà agli uomini dimostrare di aver accettato di buon grado la dolce sorpresa. Ed ecco nascere nel 1978, sempre da un’idea partorita dalle menti delle associazioni delle industrie dolciarie Giapponesi, il White Day (ホワイトデー). Celebrato anche in Corea del Sud e a Taiwan, durante questa ricorrenza, che si svolge il 14 di Marzo, gli uomini ricambiano il regalo di San Valentino con della cioccolata bianca. Anche per i ragazzi vale la stessa distinzione spiegata sopra sui vari tipi di cioccolata da regalare, ma solitamente il dono viene dato solamente alla persona con cui l’uomo ricambia il proprio affetto.

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A questo regalo i ragazzi aggiungeranno qualcosa di più costoso, come gioielli o peluche, superando il valore del dono della ragazza almeno di tre volte. Se il regalo risulterà avere lo stesso costo di quello ricevuto, significherebbe che l’uomo non ricambia i sentimenti della donna.

Per questi doni, ovviamente, si prediligerà il colore bianco del White Day, simbolo di purezza.

Miriam Caruso

 

 

[LiveAction] Lupin III dal 22 Febbraio al Cinema per un nuovo Furto

Il live action di Lupin III arriverà finalmente nelle sale italiane come evento speciale dal 22 al 24 febbraio. Il film mostrerà per la prima volta il ladro più famoso del Giappone in carne ed ossa, assieme a Jigen, Goemon, l’ispettore Zenigata e l’affascinante Fujiko alle prese di una nuova avventura al fine di rubare un gioiello di inestimabile valore, il “Cuore cremisi di Cleopatra”.

Il ladro gentiluomo, nato dalla matita del mangaka Monkey Punch nel 1967, ha fatto la sua prima comparsa nella fortunata serie animata nel 1971, approdando in Italia nel 1979, e conquistando il suo pubblico con trame ricche di azione, comicità e ingegno. Elementi che troveremo anche nella nuova pellicola del regista Ryûhei Kitamura.

Di seguito il trailer del film. Non ci resta che augurarvi una buona visione!

Miriam Caruso

[NerdStyle] Nascita e Crescita del Cosplay

Negli ultimi anni il fenomeno del Cosplay è cresciuto in maniera vertiginosa, passando da semplice evento di contorno nelle fiere a vera e propria attrazione principale. Allo stesso modo il ruolo dei cosplayer si è evoluto, passando da semplici “interpreti” del personaggio a veri e propi VIP, oppure in esperti creatori di armi e gadget.

Ma da dove nasce il cosplay?

Inanzitutto il termine COSPLAY nasce dall’ unione delle due parole inglesi COSTUME (costume) e PLAYER (giocare, interpretare), indicando, appunto, l’uso di indossare un costume che rappresenti un personaggio più o meno noto di fumetti, anime, videogiochi, film o telefilm.

Erroneamente si crede che il cosplay abbia avuto origine in Giappone, ma non è così:  i primi esempi di cosplay si ebbero nel 1939 in America con la creazione dei costumi presi dal film “La vita futura”. Il fenomeno iniziò ad espandersi a livello globale diversi anni dopo, nel 1984, quando un reporter giapponese descrisse quanto visto nel suo viaggio in America e nelle varie convention, coniando il termine COSPLAY.

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Infine nel 1995 il cosplay si affermò definitivamente come un vero e proprio movimento creativo, grazie ad alcuni ragazzi che iniziarono a girare per le strade di Tokyo indossando i costumi dei personaggi principali della famosa serie Neon Genesis Evangelion.

Da allora il cosplay non ha più smesso di crescere, sia grazie alla globalizzazione che ad internet, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove il mondo del cosplay è alla portata di tutti ed è sostenuto da milioni di fan che ogni anno affollano ed arricchiscono le migliaia fiere del fumetto. Tra di esse ricordiamo le più importanti come il Lucca Comics & Games, il Japan Expo o il World Cosplay Summit.

Carmine Aceto

La tomba delle lucciole. Un’emozionante opera universale

La-Tomba-delle-Lucciole-poster-ITA1Entrare in una sala cinematografica, cercare il proprio posto, quell’unica poltroncina assegnata a te sulla quale sarai chiamata a trascorrere le successive due ore, condividere con essa le emozioni e i dubbi che verranno, prendere posto con la consapevolezza di stare per assistere a un evento di alta tensione artistica ed emozionale… tutto ciò non è altro che il preludio di un’esperienza di visione e condivisione densa di aspettative. È l’anticamera di un mondo fragile e delicato come solo le opere dello Studio Ghibli sono in grado di allestire.

Con un simile stato d’animo abbiamo atteso l’arrivo nelle sale italiane del film d’animazione giapponese ‘La tomba delle lucciole’, firmato da Isao Takahata, cofondatore insieme a Hayao Miyazaki degli studi di Mitaka.

L’opera, il cui titolo originale è ‘Hotaru no haka’, presentatasi al pubblico già nel 1988, è ispirata al racconto con cenni autobiografici di Akiyuki Nosaka, che in Italia è uscito per i tipi di Kappalab nel 2013.

Quando, nei primi anni Novanta, la pellicola arrivò nel nostro Paese, venne distribuita col titolo poco fedele di ‘Una tomba per le lucciole’ e inserita nel mercato home video. Con la proiezione straordinaria di ieri e di oggi, finalmente quest’opera trova il suo legittimo posto fra le uscite cinematografiche dell’autunno.

Avvalendosi di miscele di colori pallidi che ricordano i pastelli della tradizione pittorica giapponese, Takahata snocciola il proprio racconto carico di pathos, di disperazione e d’infinito amore.

Il dramma universale della guerra è stato tratteggiato con lucidità e onesta sapienza, rendendo il film un vero e proprio classico del cinema di animazione e confermandolo tra le migliori produzioni dello Studio Ghibli.

Seita e Setsuko, immersi nel non sense dello scontro bellico, mostrano la loro forza di bambini mossi dall’istinto alla vita, ma soffocati da un mondo di adulti che ha perso lo spirito profondo della pietà.

Rimasti orfani e ritenuti un peso dalla lontana parente incaricata di assisterli, il ragazzino e la sua piccola sorellina prendono in mano le rispettive (esili) esistenze decidendo di stabilirsi lontano dalla città, in un nascondiglio remoto dove le lucciole, dopo aver brillato e danzato tutta la notte, dicono addio alla vita.

Lungo flashback degli ultimi mesi di affanni, il racconto inizia a settembre presso la stazione di Kobe, dove Seita muore in mezzo ad altri diseredati, circondato dall’indifferenza di un mondo adulto e cieco.

Takahata, come accennato, propone al suo pubblico un racconto universale e, proprio per questo, senza tempo e sempre reale. Non è infatti necessario fare elevati sforzi di immaginazione per poter riconoscere nella figura curva di Seita che porta Setsuko sulle spalle i milioni di profughi e sfollati che oggi lasciano la Siria, ma che pochi anni fa s’incamminavano dalla Somalia o dai Paesi dell’ex Yugoslavia.

Seita e Setsuko scappano da una guerra che li ha privati del calore domestico, della felicità familiare, delle piccole gioie che ciascuno di noi dà per scontate. Non a caso l’emblema del loro solido rapporto, ma anche della disperazione che sono costretti a vivere, è la scatola di latta delle caramelle Sakuma, ultimo e ormai unico appiglio alla vita vissuta e barlume di speranza per il futuro. Una luce, questa, che è però destinata a spegnersi presto, proprio come quella delle lucciole che albergano lievi e costanti lungo tutta la pellicola.

Da questo film impariamo, infine, che ciascuno di noi ‘fa casa’ dove ha l’amore e che proprio tale sentimento, semplice e naturale, ci consente di sopravvivere alla morte del corpo.

 

Daniela Lucia

[Retrospettive] Famicom Disk System Kiosk, lo Steam ai tempi del Floppy Disk

famicomTre di notte, sei sveglio, con la voglia di giocare a qualcosa di nuovo, provi ad andare su Steam, trovi il gioco che ti piace, lo compri, inizi a scaricarlo ma con la connessione 56Kb, spacciata per fibra dalla compagnia fasulla di turno, ti ci vorranno solo sei giorni per scaricare giusto quei 15Gb di gioco.
Ti rassegni, poi dalla tristezza metti il capotto e scendi al distributore sotto casa per prenderti una Pepsi.
Sei davanti al distributore, inserisci i soldi, la bibita cade e tu inizi a pensare: wow, sarebbe bello poter acquistare i giochi in questo modo!
Per noi questo ovviamente non è possibile, ma per i nerd giapponesi degli anni d’oro del Famicom, o come lo conosciamo noi il Nes, si.
Negli anni ’80 il Nes fu la console per eccellenza, milioni di giochi sviluppati, costi accessibili, indistruttibile e sopratutto aveva Super Mario, dettaglio che non va mai trascurato.
La controparte giapponese, il Famicom, aveva in più il Famicom Disk System, una periferica opzionale che collegata alla console permetteva di usare giochi su Floppy Disk.
Il Famicom Disk System supportava una versione modificata del Quick Disk dalle dimensioni di 2,8″ × 3″ Cm, con 64KB di memoria per lato, solitamente di colore giallo e acquistabili con pochi Yen.
La maggior parte dei giochi usciti in questo formato erano per lo più conversioni dei giochi già esistenti su cartuccia con delle aggiunte.

"Disk-Kun" - mascotte del Famicom Disk System
“Disk-Kun” – mascotte del Famicom Disk System

La Nintendo, oltre alla normale distribuzione nei negozi, distribuiva i giochi su questi supporti grazie a dei chioschi, che una volta inserito il supporto, clonavano il gioco selezionato.
Ogni gioco era accompagnato da Disk-Kun, la gialla mascotte creata per l’occasione dalla casa di Kyoto che fa un’apparizione anche in Super Smash Bros. Meele.
Il servizio fu veramente amato dai Nerd giapponesi, portando la Nintendo a mantenere la distribuzione attiva fino al 2003.
Noi poveri Nerd italiani non avremo mai chioschi del Famicom Disk System, ma non siate tristi, il vostro gioco in download su Steam è arrivato allo 0.2% mentre leggevate questo articolo.

Pasquale De Rose