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Presentazione de “Le Prostitute vi precederanno, inchiesta sul sesso a pagamento”

DAVOLI (CZ) – Venerdì 29 Aprile, dalle ore 9:00 alle ore 14:00, presso il Centro Polifunzionale della Cultura di Davoli, si terrà la presentazione del libro di Charlie Barnao polifunzionale di Davoli. Nel corso dell’evento, patrocinato dall’unione dei comuni del versante ionico comune di Davoli e dalla cooperativa sociale homo Faber, si terrà anche una tavola rotonda sul fenomeno della prostituzione. I saluti istituzionali saranno a cura di Giuseppe Papaleo, sindaco del Comune di Davoli, Nicola Ramogida, Presidente dell’Unione dei Comuni del Versante Ionico, Vincenzo Bonomo, Presidente Nazionale dell’Ass.N.A.S. e Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Calabria e Vita Gaetani, Segretaria dell’Ass.N.A.S. Regione Calabria. Fra gli  interventi quelli di Antonio Scaglia, sociologo dell’Università degli Studi di Trento, di Cleto Corposanto, sociologo dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e di Charlie Barnao, sociologo dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. I docenti universitari presenteranno il libro discutendo in merito ai metodi ed alle tecniche di ricerca sociale adoperati per l’acquisizione e la campionatura delle informazioni utili alla realizzazione dell’inchiesta. Gli stessi, tratteranno il tema della prostituzione seguendo un approccio sociologico e metodologico, fornendo spunti per l’analisi fenomenologica e multidimensionale del problema. Un breve intervallo con il coffee break. Alle ore 12:00 verrà presenziata la tavola rotonda dai  relatori  d’eccellenza: Eleonora Matilde Rotella, Assistente Sociale dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese/Ciaccio” di Catanzaro e Consigliere dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Calabria, che illustrerà gli interventi, le azioni e le tecniche di servizio sociale, proponendo, a titolo esemplificativo, un caso realmente trattato dal servizio sociale dell’Azienda Ospedaliera di riferimento. Marco Venturini. sociologo Azienda Ospedaliera “Carlo Poma”  di Mantova ed esperto in sociologia sanitaria e della salute, già docente presso l’Università degli Studi di Bologna, affronterà il fenomeno dal punto di vista socio-sanitario,  ponendo un focus sull’impatto della prostituzione, illustrerà invece un proprio studio intitolato: “moglie, amore e sesso”. Vincenzo Larocca, responsabile Servizi Sociali Unione dei Comuni del versante ionico e dirigente dei Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni, affronterà il tema della prostituzione dal punto di vista normativo e sociale, con un intervento sui fenomeni sociali e la gestione del cambiamento nella visione popolare. Giuseppina Saccà, Psicologa Unione dei Comuni del versante ionico, psicologa e psicoterapeuta, tratterà gli aspetti psicologici del fenomeno della prostituzione e le implicazioni dal punto di vista emotivo nel cliente e nella prostituta. Concluderà i lavori, attraverso riflessioni sul fenomeno trattato e considerazioni sul libro,  Danilo Ferrara, assistente sociale specialista referente dell’Ass.N.A.S. Gruppo Provinciale di Catanzaro. L’ evento è organizzato dal Gruppo Provinciale di Catanzaro dell’Associazione Nazionale Assistenti Sociali, di cui è responsabile Danilo Ferrara.

La tavola rotonda parte dalla considerazione che lo sfruttamento sessuale delle donne e dei minori è questione che riguarda l’intera società, e non solo le donne. È necessario concentrare l’attenzione sul “cliente” come uno degli elementi del sistema “consumistico” che è alla base del commercio del sesso. È importante usare un linguaggio e una terminologia appropriati quando ci si riferisce al fenomeno dello sfruttamento sessuale e della prostituzione. La società ha il dovere di offrire risorse alternative per il sostentamento delle persone che cercano di abbandonare la strada.

Anna Maria Schifino

Come affrontare la malattia. “Il viaggio della Regina” per genitori e figli

COSENZA – Il prossimo 14 Aprile alle ore 16:00 presso  la Biblioteca “Annunziata” Azienda Ospedaliera di Cosenza, sarà presentato il  volume “Il Viaggio Della Regina”, la cui pubblicazione è sostenuta dall’Associazione Salute Donna Onlus e dall’azienda ospedaliera Regione Calabria. L’ideazione del progetto editoriale è di Carthusia Edizioni, mentre la direzione editoriale è affidata a Patrizia Zerbi. Art Director è Elisa Galli; il coordinamento editoriale di Silvia Marelli; in redazione Annamaria Colosso; testi di Beatrice  Masini; illustrazioni di Gianni  De Conno.L’evento di presentazione sarà moderato da Anna Mancuso, presidente dell’Associazione Salute Donna Onlus. Previsti i saluti del dottor Gentile, direttore dell’azienda ospedaliera di Cosenza, del dottor Mario Veltri, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Cosenza, dottor Palazzo, direttore U.O.C di oncologia, il dottor Biamonte, responsabile scientifico  Salute Donna Onlus  sez. Cosenza, Adriana Imbrogno, responsabile Salute Donna Onlus sez. Cosenza. A discutere sul perchè di questo volume Vito Barbiere, coordinatore  AIOM Calabria, la dottoressa Angela Piattelli, psic-oncologo U.O.C. Oncologia  A.O. Cosenza, la dottoressa Gallucci, psicologo e psicoterapeuta Salute Donna  sezione Cosenza, la dottoressa Maria Domenica Luvaro, Psico-Oncologo U.O.C. Oncologia A.O. Cosenza.

“Il viaggio della regine” è prima di tutto una grande fiaba, che racconta attraverso la metafora, il difficile percorso che la Regina protagonista deve fare lasciando a palazzo tutto ciò che ha di più prezioso: i suoi gemelli, Amaranto e Ginestra, e il Re. Il viaggio di una mamma Regina che affronta “il Mostro”, con la determinazione e la volontà di vincerlo, anche se con paura, fatica e sofferenza, affrontando prove difficili e portando nel cuore le persone che ama e che la amano, guidata dal suo più grande desiderio: tornare da loro. Il volume è un “aiuto” fondamentale anche per i genitori affetti da tumore che devono dare questo tipo di comunicazione ai propri figli. Nasce proprio per dare agli adulti e ai ragazzi un’occasione di dialogo e di confronto, per provare così a dare voce a sentimenti, emozioni, paure che non sempre si riesce a riconoscere e condividere. E anche per passare al figlio un messaggio di coraggio e speranza: anche se un genitore è malato, con tutto se stesso combatte e vuole tornare da a casa, dai propri affetti.

È una storia da leggere insieme, piccoli e grandi; uno strumento di relazione per pronunciare insieme quelle parole che, a volte, quando servono, proprio non riescono a venire fuori da sole. L’obiettivo è di dare ai ragazzi, attraverso uno strumento potente come una storia, la possibilità di comprendere, nel modo più rassicurante possibile, quello che accade quando uno dei genitori scopre di essere malato di tumore, perché raccontare rompe la tensione, aiuta a condividere e ad affrontare il disintegrarsi di quelle certezze che prima della diagnosi sembrano scontate.

Anna Maria Schifino

Blacaman, il libro sul fachiro castrovillarese famoso in tutto il mondo

Castrovillari ( Cs) – E’ da qualche giorno in libreria il volume Blacaman, la leggenda del fachiro tra due oceani, realizzato a quattro mani da Angelo Filomia e dalla prof. ssa Ines Ferrante. Il sottotitolo rimanda al film di Tornatore, La leggenda del pianista sull’oceano (ispirato dal romanzo di Baricco, “Novecento”) perchè Blacaman, così come Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il personaggio creato da Baricco, sapeva leggere, ma non i libri. Quelli sono buoni tutti. Sapeva leggere la gente, i segni che la gente si porta addosso, posti, rumori, odori, e soprattutto, sapeva leggere i sogni, le passioni, le speranze. Ed al suo pubblico in cambio del suo carisma, rubava l’anima. Blacaman, un personaggio nel vero senso della parola, estroso, inventivo, esuberante, imprevedibile ha affermato la sua personalità in tutto il mondo. Giovanissimo fachiro ha turbato le folle col suo strano potere, negli anni ’20 e negli anni ’30, a Parigi, a Lione, a Marsiglia, a Madrid, a Lisbona. A sentir lui pareva che fosse nato in un villaggio presso Calcutta, che la madre era morta nel darlo alla luce, mentre un gran fachiro vegliardo invocava su di lui l’eletto spirito di Shiva e Kalì. In realtà il suo “villaggio” portava un altro nome: Blacaman era infatti Pietro Aversa, nato a Castrovillari il 23 Febbraio 1902. L’arte circense, funambolica e trasformistica, magica e mirabolante, ha trovato nel calabrese un interprete proteiforme e versatile. Il libro documenta le sue qualità e la sua straordinaria capacità di adattamento e di mimetismo, propria dei grandi artisti. L’interesse che Blacaman è riuscito a suscitare nel mondo, oltre che al personale e misterioso potere che ha fatto di lui un enigma vivente, è dovuto proprio alla “lussuosa”, originale e suggestiva messa in scena di carattere orientale: con la sua folta e ricciuta capigliatura, con i suoi vividi occhi neri rilucenti, ha offerto lo spettacolo prodigioso di “un essere da sogno” capace di realizzare le più stravaganti e incredibili gesta. Domatore di belve feroci,illusionista, ipnotizzatore Blacaman fu anche attore di cinema hollywoodiano (nel 1939 venne scritturato dalla Universal Pictures come protagonista del film “You can’t cheat an honest man”) e personaggio delle pagine più belle della letteratura mondiale, quelle di Gabriel Garcìa Màrquez che lo ha descritto nel racconto “Blacamàn il buono, venditore di miracoli”. Gli autori Angelo Filomia, direttore del settimanale il Diario di Castrovillari e la prof. Ines Ferrante, studiosa di storia antica, arte e di tradizioni locali offrono ai lettori una vicenda straordinaria, la storia di un mito, di una leggenda la cui fama fece impallidire anche il grande Houdini, una storia che continua a vivere e considerano concretamente che il saggio potrebbe essere l’ispirazione e la trama anche di un film.

Ubik Cosenza, il professor Fulvio Cammarano sul neutralismo italiano della Grande guerra

COSENZA – Il prossimo mercoledì 16 marzo alle ore 18,00 presso la libreria Ubik di Cosenza Fulvio Cammarano, professore ordinario all’Università di Bologna dal 2004, presenterà l’ultimo libro da lui curato “Abbasso la guerra! Neutralisti in piazza alla vigilia della Prima guerra mondiale in Italia”, edito da Le Monnier. Cammarano, docente di storia contemporanea e storia delle crisi politiche presso il Dipartimento  di Scienze Politiche e Sociali, è stato presidente del Servizio Bibliotecario d’Ateneo dal 2011 Abbasso la guerraal 2015, mentre dal settembre dello scorso anno è presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia contemporanea (Sissco). Il suo ultimo studio ricostruisce a livello nazionale la discussione italiana all’indomani dello scoppio della Grande guerra e che vide un acceso scontro tra fautori dell’intervento e fautori della neutralità e, in particolare, l’attenzione si rivolge proprio a quanti lottarono per scongiurare la guerra. Discuteranno dell’autore, nell’vento patrocinato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, dall’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (ICSAIC), dalla Società Italiana per lo Studio della Storia contemporanea, Vittorio Cappelli dell’ dell’Università della Calabria e di Torino, Vittorio Mantelli dell’Unical e Giuseppe Ferraro, dottore di ricerca presso l’Università di San Marino e autore del saggio sulla Calabria.

 

 

A Cosenza la presentazione di “Di questo amore non si deve sapere” di Ritanna Armeni

COSENZA – Sabato 12 marzo, alle ore 18, al Teatro dell’Acquario di Cosenza, la Fondazione Premo Sila presenta l’ultimo libro di Ritanna Armeni “Di questo amore non si deve sapere” (edito da Ponte alle Grazie). Dialoga con l’autrice Luciana Castellina.

A distanza di un secolo, la grande passione tra il capo della Rivoluzione Russa e il suo più grande amore, Inessa Armand: donna dai tratti sconosciuti che Lenin ha amato fino alla sua morte. Un amore del quale non si doveva sapere nulla, come recita il titolo, “sbocciato” tra gli archivi sovietici, per la prima volta svelati nel 1992. Una storia straordinaria, raccontata da una giornalista tra le più importanti in Italia, Ritanna Armeni, firma storica di quotidiani come Il Manifesto, Il Mondo, L’Unità, Il Foglio e conduttrice televisiva nonché ex portavoce di Fausto Bertinotti.

Di questo amore non si deve sapere
Di questo amore non si deve sapere

Donna attraente e appassionata, magnetica e vitale, pianista eccellente, poliglotta, rivoluzionaria, impegnata nella lotta per i diritti delle donne, sostenitrice del libero amore, madre di cinque figli e moglie di un ricchissimo industriale russo: è Inessa Armand, votata anima e corpo alla causa bolscevica. Anche se per molto tempo il regime sovietico ha fatto di tutto per tenerlo segreto, fu il grande amore di Lenin, oltre che la sua più fidata collaboratrice. Si conobbero a Parigi nel 1909, in un caffè dove si incontravano i rivoluzionari russi in esilio: il loro legame si nutriva dell’ardore politico, dell’ebbrezza di ideare e partecipare a un cambiamento storico epocale, ma anche di fascinazione, attrazione e tenerezza. Tuttavia, il capo della Rivoluzione non poteva essere macchiato dalla meschinità di un adulterio borghese. Nel 1920 Inessa muore di colera ed è  sepolta per volere di Lenin davanti alle mura del Cremlino.  L’unione è suggellata, almeno questa volta. Lenin cade in uno sconforto indicibile. Muore quattro anni più tardi, qualcuno asserisce che è la prova che d’amore ci si ammala. A noi resta la corrispondenza amorosa (“Per favore quando verrai porta con te tutte le nostre lettere, portale con te”) e questo libro bellissimo.

Inessa Armand prima che l’amante di Lenin, è stata una combattente sociale. Ritanna Armeni ha ripercorso i suoi passi in Europa ha seguito le sue tracce nelle poche testimonianze e biografie esistenti per consegnarci il ritratto fremente, dolce e indomabile di una donna che più che al passato sembra appartenere al nostro futuro: inquieta e non catalogabile, piena di contraddizioni eppure integra nelle sue passioni, capace di amare perché libera, rivoluzionaria nel privato e nel politico.

Armeni rende giustizia a donna caparbia che ha rinunciato agli agi per edificare una società migliore. Un’eroina moderna, a torto ignorata.

#iononmuoiodamore: il coraggio delle donne nel libro di Arcangelo Badolati

VIBO VALENTIA – Arcangelo Badolati, giornalista e scrittore, ha tenuto una lectio magistralis per i ragazzi del liceo “Morelli”, una lezione sull’amore rubato, organizzata dalla docente e giornalista Stella Pagano. Presenti all’incontro il vicario prefetto Lucia Iannuzzi, il comandante dei vigili del fuoco Giuseppe Bennardo e il tenente della capitaneria di porto Gennaro Moccia, insieme al sociologo esperto del mondo femminile arabo Enzo Infantino. Al centro della lectio magistralis di Badolati il suo libro #iononmuoiodamore“#iononmuoiodamore”, veicolo di un messaggio educativo e umano assai importante, soprattutto in prossimità della ricorrenza dell’8 marzo. L’intervento di apertura è stato affidato al dirigente scolastico Raffaele Suppa che ha voluto sottolineare l’importanza di tali manifestazioni nel lasciare “un segno indelebile nelle coscienze e nelle valutazioni dei ragazzi verso il bene e il positivo, contro le realtà negative descritte dalle cronache di questo tempo”. E difatti lo stesso Badolati ha voluto introdurre il suo testo a partire dalle tristi storie di donne calabresi, Fabiana Luzzi, Maria Rosaria Sessa, Roberta Lanzino, in un continuo muoversi tra la letteratura e la cronaca per aiutare i ragazzi nella comprensione  delle devianze criminali e sub-culturali che hanno determinato, nel tempo, il dilagare dei femminicidi. Anche per questo, Badolati ha fatto un lungo e interessante riferimento a quelle donne della storia vittime della loro stessa grandezza: Ipazia d’Alessandria e Olympe de Gouges tra tutte. Un viaggio quasi nell’universo femminile, accompagnato da testi letterari curati dalla giornalista Federica Montanelli che raccontano di nomi, volti e storie: madri assassinate dai figli, come Patrizia Schettini e Patrizia Crivellaro; le donne ribellatesi alla ‘ndrangheta, come Giuseppa Mercuri e Maria Concetta Cacciola; le donne straniere senza nome e costrette a prostituirsi sulle strade della Calabria. Il ricordo di storie tristi, ma anche un inno alla forza. Scrive Badolati in “#iononmuoiodamore”: «Le donne sono forti. Non hanno paura delle sfide per trovare quello che hanno nel cuore, non hanno paura nemmeno di soffrire per inseguire i loro ideali. Sono in grado di vestirsi di niente, ma di sembrare tutto. È la loro anima a vestirle di coraggio. Le donne sono forti, lottano da sempre; a volte hanno perso, ma non si sono mai arrese. La loro “battaglia” è contro gli uomini amati che, spesso, si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, con il desiderio. Per questo quegli uomini l’amore lo rubano: alle donne che sanno troppo, a quelle che si lasciano soffocare da sberle giustificate. […] Non piegatevi mai. Non dimenticate che la prima vera forma di amore è l’amore verso se stessi».

“Lo spazio adesso” di Katia Colica, tra rivoluzione disattesa e amore perduto

REGGIO CALABRIA – “Lo spazio adesso” è il titolo del nuovo romanzo di Katia Colica, che l’autrice presenterà il prossimo venerdì 4 marzo alle 18,30 nell’ambito della rassegna “Calabria d’autore”, presso l’Associazione “Incontriamoci sempre” ex Stazione FS – S. Caterina nella città reggina. Il romanzo, edito da Ottolibri, ha una veste nuova rispetto ai precedenti lavori della Colica: la storia, infatti, è ambienta in un immaginario paese sudamericano e protagonista è Fabrice, vecchio rivoluzionario che, dopo aver Lo spazio adessopagato con una prigionia quarantennale l’omicidio del dittatore Satò, fa ritorno nel mondo, un mondo nuovo e cambiato rispetto a quello da lui lasciato al suo ingresso nel carcere. Ad attenderlo, la sua compagna di sempre Arel, ormai disillusa e demotivata in quella Gerneeye oramai preda della crisi economica e sull’abisso di una nuova dittatura, quella dei mass media. Ma la prova più dura spetta a Fabrice che deve scontare non gli insuccessi della sua perduta rivoluzione, ma la scomparsa del suo amore di una vita.

Dunque, un vero e proprio romanzo, che allontana Katia Colica dal sentiero tracciato del reportage, ma solo nel genere letterario: sempre viva resta l’attenzione al sociale e alle condizioni umane. Ad accompagnare la Colica nella presentazione della sua ultima ma non meno impegnativa fatica, Daniela Mazzeo e lo scrittore Antonio Calabrò, ideatore della rassegna “Calabria d’autore”.

 

 

Siderno, Faceboom l’ultima opera di Paola Bottero

SIDERNO (RC) Leggere, come io l’intendo, vuol dire profondamente pensare. Deve esserci il pensiero di Vittorio Alfieri alla base degli incontri che, partendo da Faceboom, l’ultima opera di narrativa di Paola Bottero (collana STORIE, sabbiarossa Edizioni), portano a riflessioni molto più allargate ed urgenti. La scelta della narratrice di escludere sentimenti ed emozioni dalle “18 storie incatenate ai tempi dei social”, per restituire una fotografia tanto reale quanto cruda e sterile di una società in cui importa la rappresentazione della vita più che la vita stessa, crea riflessioni importanti. Spiega l’autrice: «Pensare profondamente alla differenza sostanziale tra l’uso e l’abuso di tutte le nuove tecnologie, a partire dai social che ormai sono diventati lo strumento prioritario delle relazioni personali. Pensare alla perdita di interesse per gli approfondimenti, le condivisioni. Pensare alla deriva di una società che ha perso di vista i fondamentali. Questo succede ogni volta in cui i temi portanti di Faceboom entrano in contatto diretto con i suoi lettori. Ed è un accrescimento continuo e costante, oltre che necessario. Un accrescimento mio, innanzitutto: negli studenti che mi chiedono di approfondire le tematiche, nelle tante persone reali incontrare in questi mesi, trovo le mie stesse domande, le mie stesse paure. Iniziare a porci quelle domande ad alta voce è un primo passo per cercare, se esiste, qualche risposta». Domani doppio appuntamento sabato 27 febbraio.

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Il primo al Liceo scientifico A. Volta di Reggio Calabria, in un confronto con gli studenti che hanno letto il libro ed attendono di svilupparne i contenuti con l’autrice. Un incontro che si inserisce nel percorso di didattica alternativa messo in essere da tempo dalla dirigente Angela Maria Palazzolo e da Anna Borrello, per affiancare alla didattica tradizionale metodi nuovi in grado di attivare l’attenzione degli studenti sul mondo reale. L’appuntamento di domani al Liceo Volta, che partecipa da anni al progetto Gutenberg e ad altre importanti iniziative culturali, si inserisce nel percorso di incontri con l’autore, ritenuti molto importanti per incentivare i ragazzi non solo alla lettura e alla riflessione, ma anche e soprattutto per stimolarli ad approfondire l’importanza della cultura come base del percorso di crescita di ciascuno.

Il secondo a Siderno, alle 18, alla libreria Mondadori del Centro commerciale La Gru, dove la moderatrice Marisa Larosa metterà a confronto due mondi opposti: quello della vita in assenza di amore di Faceboom e quello di emozioni pure tradotte in musica di Fabio Macagnino. La rappresentazione della vita e le note colorate di chi canta la vita reale: incrociare due opposti per cercare di cancellare ciò che sta diventando una deriva sempre più evidente.

“La scelta”, presentazione del libro di Adriana Lopez

CATANZARO (CZ) Uscire dalle aule per andare incontro alla vita vera, lasciare i libri di matematica, di italiano e latino sotto al banco per ascoltare una storia realmente accaduta, messa nero su bianco da una “mammacoraggio” che ha scelto l’amore: è quello che hanno fatto i ragazzi dell’Istituto Scientifico “E. Fermi” di Catanzaro Lido, invitati, per una mattina, a prendere parte ad una vera e propria lezione di vita.

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Sul palchetto dell’Auditorium “Scopelliti”, lei: Adriana Lopez,scrittrice catanzarese, autrice di un intenso romanzo autobiografico intitolato “La Scelta”, recentemente tradotto anche in lingua spagnola. Un pamphlet di poche pagine, scritto di getto e capace di trasudare emozioni; la storia di una giovane donna della Catanzaro bene degli anni ’70, travolta da una maternità inattesa, dall’amarezza di un duplice  abbandono e dallo sgretolarsi di ogni certezza nella sfera degli affetti. Alla durezza dei pregiudizi e della moralità imperante, la protagonista Adriana oppone la vivacità di un sorriso scegliendo la vita e l’amore, imboccando la via del coraggio per giungere alla sua rinascita. E “rinascita”, rigorosamente declinato al femminile, è stato il termine più gettonato dell’incontro. Ad aprirlo ci ha pensato la giovane Giusy Frandina con una struggente testimonianza di vita vissuta; poi è stata la volta di Ulderico Nisticò, intellettuale e latinista di rango, che ha elogiato l’autrice per «la sua capacità di raccontare la dolcezza e l’amarezza dell’amore, costruendo un’opera di rilevante caratura stilistica e letteraria». A fargli da eco ci ha pensato il professor Franco Cimino, letteralmente stregato dalla protagonista, a cui si sono aggiunti anche Stefano Ranieri e Serena Caccia, rappresentanti degli studenti: «Adriana sceglie l’amore e lo salva passando dalla sua versione amara a quella vera, riscatta l’uomo passando da quello cattivo a quello buono e restituisce dignità al dolore dandogli voce ed invitando tutti noi a manifestarlo senza paura. La sua – ha affermato Cimino – è una testimonianza  di responsabilità sociale tipica di ogni genitore, una scelta di coraggio e di estrema bellezza». «La scrittrice è riuscita a mettere a confronto due periodi storici profondamente differenti tra loro, caratterizzati entrambi da pregiudizi ma con schemi sociali differenti. La Lopez – hanno concluso i ragazzi – si è dimostrata una maestra di vita parlando di scelte che spesso accompagnano la nostra quotidianità». Profondamente emozionante il contributo dell’attore Salvatore Venuto che ha recitato alcuni tra i passi più intensi dell’opera: «Quello di Adriana è un libro scritto di getto, una catarsi dell’anima più che un’opera narrativa che traduce la nascita come il miracolo dei
miracoli e la vita come il regalo dei regali». Conclusioni affidate all’autrice, emozionatissima tra gli applausi:
«La mia è stata una scelta presa seguendo il ritmo del cuore. Quattro anni fa, quando mi è stato diagnosticato un tumore, ho voluto scrivere una lettera a mio figlio, da lì è venuto fuori un racconto intimo che
decisi di pubblicare e che rappresenta la mia rinascita personale». In sala anche il presidente del Lions Club “Catanzaro Host”, Piero Amato e il presidente dell’Associazione “Venti d’Autore”, Emiliano
Lamanna.

“Ero più curioso di voi”, la musica e la filosofia di Fabrizio De Andrè

COSENZA (CS) “Ero più curioso di voi”, il primo libro di Mario Iaquinta, studente già laureato in Comunicazione e DAMS e iscritto al corso di Laurea Magistrale in teoria della Comunicazione e Comunicazione Pubblica. Lo studio di discipline filosofiche, la collaborazione con Ponte Radio e la stesura di articoli su libri e tanto altro mostra come le tematiche trattate siano prima di tutto una passione. L’opera tratta la figura di Fabrizio De Andrè, tra i più grandi cantautori della musica italiana. Quando ormai tutto sembra scontato e la figura del cantante è conosciuta nei più piccoli particolari dagli intenditori, ecco che viene proposta una nuova rilettura: lo stretto legame tra la filosofia foucaultiana e le strofe di De Andrè. La musica diviene strumento non soltanto in grado di suscitare emozioni ma di far riflettere, di proporre attraverso le sue rime delle tematiche importanti, in modo da poter essere comprese da tutti. “Cosa sarebbe il mondo senza musica?”: l’incipit che apre il libro di Iaquinta mostra come le note possano entrare nelle nostre vite, cambiarle e aumentarne il valore. E questo viene confermato dalla lettura delle pagine dell’opera, perché questo è un libro che parla di canzoni ma che fa anche pensare cantando. Le spiegazioni che a mano a mano vengono fatte sono accompagnate da testi che rendono piacevole la lettura e che fanno riemergere ricordi. La passione dell’autore per il cantante si unisce a conoscenze linguistiche, filosofiche e letterarie che aiutano il lettore a memorizzare tutte quelle figure retoriche che risultano ostiche sui banchi di scuola.

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Ma veniamo al cuore dell’opera. Come mostrato nella prefazione, la prima domanda che ci si pone è cosa possano avere in comune De Andrè e Foucault, a cui segue, con grande sorpresa, la scoperta che i due, contemporanei, di cose da dirsi ne avrebbero avute davvero tante. E forse avrebbe arricchito il loro dialogo lo stesso Mario Iaquinta, che ha scritto un’opera che potrebbe apparire “folle”: non una follia così come viene intesa oggi ma quella “follia” del diverso, una follia nell’accezione positiva e creativa del termine, di chi cerca di vedere qualcosa che sta al di là del contingente, nascosto dalla superficie. “Folle” appare lo stesso rapporto tra canzone e filosofia, ma come ogni cosa che sembra a prima vista estranea, ci si accorge quando ormai è familiare, che in realtà non è così stravagante. Filosofia e musica vengono unite in un lavoro che acquista a poco a poco organicità e che mostra lo studio sistematico e meticoloso dell’autore.

Concetta Galati