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Vendita di gioielli preziosi non autorizzata, due denunce a Paola

Cosenza ( CS) – Nella giornata di ieri personale della Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di Paola, nel corso di specifici servizi mirati alla prevenzione e repressione di reati contro il patrimonio disposti dal Questore di Cosenza Luigi Liguori ha denunciato per i reati di ricettazione e resistenza a P.U., G.E.N. di anni 55 e R.S.S. di anni 24. In particolare nel corso dei citati controlli specifica attenzione è stata diretta ad un esercizio commerciale per la vendita di bigiotteria, situato nel centro di Paola, in quanto esistevano fondati sospetti che nel suo interno si effettuasse la vendita di preziosi, attività non autorizzata. Gli agenti di polizia riscontravano  nel locale in argomento la presenza di G.E.N., nei cui confronti in passato era  stato emesso provvedimento di revoca della licenza per il commercio di oggetti preziosi in quanto resasi responsabile del reato di ricettazione. Considerati i citati precedenti la medesima veniva quindi sottoposta a perquisizione personale. Nonostante la stessa cercasse inutilmente di impedire agli operatori di Polizia di procedere, gli agenti trovavano all’interno della borsa di sua proprietà un sacchetto contenente diversi  oggetti preziosi in oro, dei quali la predetta G.E.N. non sapeva fornire spiegazioni circa la provenienza. Inutili erano i tentativi, sia da parte della persona perquisita che della titolare dell’attività commerciale, di sottrarre agli agenti il sacchetto in questione attraverso goffe manovre per liberarsene. Gli operatori della Polizia di Stato procedevano perciò ad un’accurata ispezione del locale in argomento. All’interno di una cassaforte vi erano riposti numerosi oggetti preziosi ed in oro dei quali la titolare non era in grado di produrre alcun documento idoneo ad  attestarne la proprietà. Si procedeva pertanto alla denuncia delle citate persone per i reati di ricettazione e resistenza a P.U. Tutto il materiale rinvenuto veniva posto sotto sequestro.

Incidente su Viale Mancini, diverse vetture coinvolte, nessun ferito grave

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Cosenza ( Cs)- Un rocambolesco incidente stradale questa mattina su Viale Mancini a Cosenza, all’incrocio di Via Molinella, all’altezza del Liceo Scientifco Fermi. Una donna, a bordo di una Fiesta, per immetersi in maniera repentina sulla corsia opposta ha tagliato la strada ad un’altra vettura, un’Alfa Romeo di colore grigio che sopraggiungeva. Le due avuto si sono violentemente scontrate e la Fiesta è andata a sbattere contro un furgone parcheggiato sulla carreggiata.

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Il giovane alla guida dell’Alfa Romeo ha riportato solo qualche ferita lieve. Traffico in tilt e altre autovetture coinvolte. Sul posto gli agenti della Polizia Stradale e i sanitari del 118.

 

 

 

 

 

Uccise la figlia. Il 14 aprile udienza al tdl

COSENZA – E’ stata fissata il prossimo 14 aprile l’udienza davanti al Tdl di Catanzaro per Giovanna Leonetti, la biologa cosentina accusata di aver ucciso la figlia di appena sette mesi lo scorso 20 febbraio. “Potrebbe fuggire e commettere gesti autolesivi”. Sono queste le motivazioni per le quali la Procura di Cosenza ha presentato appello al Tribunale del Riesame contro la decisione del gip di mettere la 37enne agli arresti domiciliari. La giovane dal giorno della tragedia si trova ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale ‘Annunziata’ ed è sottoposta a cure specifiche perché affetta da depressione post partum. Per gli inquirenti – le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Domenico Frascino – “non si può ritenere tranquillizzante la somministrazione di un’adeguata terapia mirata” perché quando ha compiuto il grave gesto era in “cura da diverso tempo, anche farmacologica”. Ecco perché “l’unica misura davvero adeguata – è scritto nell’appello della Procura – in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari che il gip ha ravvisato, è la misura cautelare in carcere”. Per i magistrati è possibile applicare tale misura perché allo stato le condizioni della donna non risultano incompatibili con il regime carcerario. Assunto respinto dal suo difensore, l’avvocato Marcello Manna che ha acquisito la cartella clinica della donna per valutare attentamente le condizioni di salute della giovane mamma.

Gianluca Callipo (sindaco di Pizzo): “Esprimo solidarietà al primo cittadino di Zaccanopoli”

ZACCANOPOLI (VV) – “Ci risiamo. Un altro sindaco nel mirino del mafioncello di turno, un altro amministratore costretto a chiedersi perché. E noi a

Pasquale Caparra, Sindaco di Zaccanopoli
Pasquale Caparra, Sindaco di Zaccanopoli

domandarci se questa odiosa liturgia criminale, sempre più arrogante e invasiva, finirà mai”. Il sindaco di Pizzo, nonchè coordinatore nazionale di Anci Giovani, esprime massima solidarietà al primo cittadino di Zaccanopoli, Pasquale Caparra, vittima di un incendio doloso che ha distrutto il suo casolare di campagna. “Ci stringiamo a lui e a tutta la comunità di Zaccanopoli, cioè alla stragrande maggioranza di cittadini onesti, che sono stanchi di assistere a questo stillicidio quotidiano che continua a sporcare la nostra terra. L’auspicio, come al solito, è che i responsabili vengano individuati. Intanto, non resta che continuare a credere fortemente in un’altra Calabria finalmente libera dalla ‘ndrangheta”.

Reflui frantoio in un terreno, denunciato un uomo nel reggino

SANT’ALESSIO D’ASPROMONTE (RC) – Il proprietario di un frantoio è stato denunciato a Sant’Alessio d’Aspromonte dal comando provinciale del Corpo forestale di Reggio per scarico illegale di acque reflue industriali al suolo e inquinamento ambientale. L’uomo avrebbe dunque riversato illegalmente, sul terreno, le acque reflue provenienti dal suo oleificio.
Gli agenti del Cfs, nel corso di un’ispezione nella zona, hanno notato a pochi metri dalla struttura olearia una vasca recintata di circa 150 metri quadri scavata nel terreno e priva di impermeabilizzazione contenente le acque di risulta della lavorazione delle olive. Trovata anche una conduttura interrata, provvista di rubinetto occultato nella vegetazione che, una volta aperto, faceva defluire all’interno della vasca le acque provenienti dal serbatoio di decantazione in cemento armato ubicato all’interno dell’oleificio.
Inoltre il proprietario del frantoio è risultato privo delle autorizzazioni necessarie all’utilizzo delle acque reflue.

Minore allontanato dalla famiglia ‘ndranghetista

REGGIO CALABRIA – Allontanato dalla propria famiglia perchè  ritenuta legata alla ‘ndrangheta. E’ successo a Reggio Calabria, dove la polizia di Stato e gli operatori dell’Ufficio servizi sociali per i minori hanno eseguito un provvedimento di decadenza dalla responsabilità genitoriale, trasferendo un minorenne, figlio di esponenti di rilievo di una famiglia ‘ndranghetista che opera nella provincia di Reggio Calabria, in una struttura comunitaria.

La decisione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, si legge in una nota diffusa dalla polizia, «si muove nell’ottica di tutelare il minore dal rischio concreto di esposizione a condotte devianti e a un futuro di sofferenza, in cui la carcerazione appare, nella migliore delle ipotesi, come un destino ineluttabile per lo stesso».

Nella struttura comunitaria dove è stato trasferito, che si trova al di fuori della Calabria, il minore sarà affidato a operatori professionalmente qualificati a trattare problematiche simili a quelle riscontrate nel giovane.

Rete fognaria di Vibo, arriva l’ordinanza di sequestro. A gennaio si era aperta una voragine

Vibo Valentia ( VV) – La Guardia di finanza ha eseguito il sequestro preventivo di parte della rete fognaria di Vibo Valentia. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura della Repubblica diretta da Mario Spagnuolo. Le indagini che hanno portato al sequestro erano state avviate dopo che nel gennaio scorso si era verificata una voragine in pieno centro abitato, determinata dal cedimento di un cunicolo utilizzato, in modo incontrollato, secondo quanto accertato dalla Procura, come canale di scolo delle acque reflue urbane. Gli accertamenti hanno delineato, oltre ad una serie di reati ambientali derivanti dallo sversamento nel suolo di una cospicua parte degli scarichi fognari, anche una serie di ripercussioni negative sul già compromesso assetto idrogeologico della città. Acquisiti documenti per verificare il corretto impiego di fondi da tempo stanziati in materia dalla Regione Calabria e imposti prescrizioni e interventi al Comune di Vibo per eliminare condizioni di potenziale pericolo pubblico.

Bancarotta fraudolenta, quattro denunce

CROTONE – Quattro imprenditori crotonesi sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta. Dalle indagini è emerso che un’azienda fallita era di fatto gestita da due persone, rispettivamente padre e figlio che fra il 2010 e il 2012, prima del fallimento, dopo vari cambi di sede e di compagine societaria avevano intestato la società a due prestanome compiacenti. Inoltre, gli amministratori avevano fatto sparire parte della documentazione contabile, tra cui i registri dei beni ammortizzabili, in modo da rendere di fatto impossibile la ricostruzione della movimentazione dei beni patrimoniali dell’impresa.I finanzieri hanno scoperto che i quattro, in concorso tra loro, hanno distratto beni dalla massa attiva fallimentare dell’impresa per oltre 460mila euro.

Ecotec Srl: “L’azienda non è coinvolta nell’inchiesta Blak Out”

Lamezia Terme ( Cz) – “In riferimento all’articolo pubblicato sui quotidiani di informazione in data 29/03/2016, relativo all’operazione “Black out” condotta dalla Procura di Cosenza, che ha sgominato una banda del rame tra Cosenza e Catanzaro, l’Amministratore Unico di ECOTEC S.R.L., fa presente quanto segue: la ditta ECOTEC srl, con sede in Lamezia Terme, frazione San Pietro Lametino, non è assolutamente coinvolta nella suddetta inchiesta”. Questo quanto riportato in un comunicato diffuso dalla società.  “L’azienda coinvolta- si legge ancora-  è invece la ECOTEK srl, che però non ha la propria sede nella frazione di San Pietro Lametino, come invece riportato dall’articolo. Una lieve, e comunque poco percepibile, differenza tra la denominazione della nostra società (ECOTEC srl) e quella dell’azienda indagata (ECOTEK srl), che  tuttavia, avendo scritto che la ditta incriminata si trova nella frazione di San Pietro Lametino, ha provocato una falsa informazione, vale a dire che la ditta sottoposta ad indagine fosse la nostra, circostanza a noi resa evidente dalle innumerevoli segnalazioni e richieste di informazioni ricevute tra la giornata di ieri e quella odierna. Pertanto, ribadiamo che la ditta ECOTEC srl, con sede in San Pietro Lametino, non ha nulla a che vedere con l’indagine in argomento e che la stessa opera in tutt’altro settore (costruzione e gestione di impianti di depurazione) rispetto a quelli accostati al filone di indagine cui il menzionato articolo fa riferimento.”