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Cosenza, estorsione da mille euro ai danni di un commerciante

COSENZA – La Squadra mobile di Cosenza ha arrestato Antonio Marotta, 37 anni, con l’accusa di estorsione ai danni di un imprenditore. L’uomo, ritenuto dagli investigatori vicino al clan degli zingari, si sarebbe fatto consegnare, dietro minacce, la somma di 1000 euro in contanti dal titolare dell’esercizio commerciale. I poliziotti, che pedinavano Marotta da giorni, lo hanno fermato all’uscita del negozio. Sono state altresì acquisite le immagini di videosorveglianza del locale che avrebbero registrato il passaggio del denaro. Sono in corso ulteriori indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni.

Cosenza, non mandano i figli a scuola. Denunciati otto genitori

COSENZA – I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno denunciato alla Procura della Repubblica otto genitori, sei dei quali di nazionalità romena, con l’accusa di inosservanza dell’obbligo scolastico nei confronti dei figli minori. I controlli e le verifiche eseguite dai militari a partire dal mese di settembre dello scorso anno in alcuni istituti scolastici del capoluogo hanno appurato che alcuni giovani di età compresa tra i 12 e 16 anni, regolarmente iscritti ad un istituto scolastico cittadino, non frequentavano le lezioni senza fornire alcuna giustificazione. I carabinieri hanno riferito che dalle indagini è emerso che i genitori si disinteressavano completamente degli obblighi scolastici dei figli nonostante le numerose sollecitazioni da parte della Direzione didattica.

Esalazioni killer, muoiono padre e figlio

SAN MANGO D’AQUINO (CZ) – Due persone, padre e figlio, Francesco e Nicola De Sando, di 50 e 25 anni, sono morte in un allevamento di suini di loro proprietà a San Mango d’Aquino. Secondo le indagini compiute dai carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli, i due sono deceduti a causa delle esalazioni dei liquami derivanti dalle feci e dalle urine dei suini raccolte in una vasca che le vittime, nel momento del decesso, stavano svuotando. Il primo a morire, dopo essersi calato nella vasca, è stato Francesco De Sando. Il figlio Nicola, accortosi che il padre aveva perso i sensi e non dava segni di vita, si è a sua volta calato anche lui nella vasca nel tentativo di soccorrere il genitore, ma anche per lui è sopraggiunta la morte.  I corpi delle due vittime sono stati recuperati dai vigili del fuoco del Nucleo speleo alpino fluviale di Cosenza. I carabinieri, con l’ausilio del medico legale che ha effettuato l’esame esterno dei cadaveri, hanno accertato l’accidentalità dei fatti, escludendo dunque responsabilità di terzi ed inviando un’informativa in tal senso alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Cordoglio a San Pietro a Maida dove risiede la famiglia delle vittime di cui in passato Francesco De Sando, era stato anche vicesindaco.

Rifiuti pericolosi, chiusura discarica a Vibo Valentia

VIBO VALENTIA (VV)  L’ex foro boario, trasformatosi in una discarica, è stato chiuso per una disposizione della Procura. La chiusura è stata ordinata per via di rifiuti pericolosi presenti all’interno del luogo di scarico e l’azienda che gestiva la raccolta sta concludendo lo smantellamento del posto. Dai dati raccolti sembra che la discarica non fosse comunque abusiva, il raccattamento dell’immondizia era stato infatti autorizzato dal Comune.

discarica

 

Vendita di gioielli preziosi non autorizzata, due denunce a Paola

Cosenza ( CS) – Nella giornata di ieri personale della Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di Paola, nel corso di specifici servizi mirati alla prevenzione e repressione di reati contro il patrimonio disposti dal Questore di Cosenza Luigi Liguori ha denunciato per i reati di ricettazione e resistenza a P.U., G.E.N. di anni 55 e R.S.S. di anni 24. In particolare nel corso dei citati controlli specifica attenzione è stata diretta ad un esercizio commerciale per la vendita di bigiotteria, situato nel centro di Paola, in quanto esistevano fondati sospetti che nel suo interno si effettuasse la vendita di preziosi, attività non autorizzata. Gli agenti di polizia riscontravano  nel locale in argomento la presenza di G.E.N., nei cui confronti in passato era  stato emesso provvedimento di revoca della licenza per il commercio di oggetti preziosi in quanto resasi responsabile del reato di ricettazione. Considerati i citati precedenti la medesima veniva quindi sottoposta a perquisizione personale. Nonostante la stessa cercasse inutilmente di impedire agli operatori di Polizia di procedere, gli agenti trovavano all’interno della borsa di sua proprietà un sacchetto contenente diversi  oggetti preziosi in oro, dei quali la predetta G.E.N. non sapeva fornire spiegazioni circa la provenienza. Inutili erano i tentativi, sia da parte della persona perquisita che della titolare dell’attività commerciale, di sottrarre agli agenti il sacchetto in questione attraverso goffe manovre per liberarsene. Gli operatori della Polizia di Stato procedevano perciò ad un’accurata ispezione del locale in argomento. All’interno di una cassaforte vi erano riposti numerosi oggetti preziosi ed in oro dei quali la titolare non era in grado di produrre alcun documento idoneo ad  attestarne la proprietà. Si procedeva pertanto alla denuncia delle citate persone per i reati di ricettazione e resistenza a P.U. Tutto il materiale rinvenuto veniva posto sotto sequestro.

Incidente su Viale Mancini, diverse vetture coinvolte, nessun ferito grave

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Cosenza ( Cs)- Un rocambolesco incidente stradale questa mattina su Viale Mancini a Cosenza, all’incrocio di Via Molinella, all’altezza del Liceo Scientifco Fermi. Una donna, a bordo di una Fiesta, per immetersi in maniera repentina sulla corsia opposta ha tagliato la strada ad un’altra vettura, un’Alfa Romeo di colore grigio che sopraggiungeva. Le due avuto si sono violentemente scontrate e la Fiesta è andata a sbattere contro un furgone parcheggiato sulla carreggiata.

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Il giovane alla guida dell’Alfa Romeo ha riportato solo qualche ferita lieve. Traffico in tilt e altre autovetture coinvolte. Sul posto gli agenti della Polizia Stradale e i sanitari del 118.

 

 

 

 

 

Uccise la figlia. Il 14 aprile udienza al tdl

COSENZA – E’ stata fissata il prossimo 14 aprile l’udienza davanti al Tdl di Catanzaro per Giovanna Leonetti, la biologa cosentina accusata di aver ucciso la figlia di appena sette mesi lo scorso 20 febbraio. “Potrebbe fuggire e commettere gesti autolesivi”. Sono queste le motivazioni per le quali la Procura di Cosenza ha presentato appello al Tribunale del Riesame contro la decisione del gip di mettere la 37enne agli arresti domiciliari. La giovane dal giorno della tragedia si trova ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale ‘Annunziata’ ed è sottoposta a cure specifiche perché affetta da depressione post partum. Per gli inquirenti – le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Domenico Frascino – “non si può ritenere tranquillizzante la somministrazione di un’adeguata terapia mirata” perché quando ha compiuto il grave gesto era in “cura da diverso tempo, anche farmacologica”. Ecco perché “l’unica misura davvero adeguata – è scritto nell’appello della Procura – in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari che il gip ha ravvisato, è la misura cautelare in carcere”. Per i magistrati è possibile applicare tale misura perché allo stato le condizioni della donna non risultano incompatibili con il regime carcerario. Assunto respinto dal suo difensore, l’avvocato Marcello Manna che ha acquisito la cartella clinica della donna per valutare attentamente le condizioni di salute della giovane mamma.

Gianluca Callipo (sindaco di Pizzo): “Esprimo solidarietà al primo cittadino di Zaccanopoli”

ZACCANOPOLI (VV) – “Ci risiamo. Un altro sindaco nel mirino del mafioncello di turno, un altro amministratore costretto a chiedersi perché. E noi a

Pasquale Caparra, Sindaco di Zaccanopoli
Pasquale Caparra, Sindaco di Zaccanopoli

domandarci se questa odiosa liturgia criminale, sempre più arrogante e invasiva, finirà mai”. Il sindaco di Pizzo, nonchè coordinatore nazionale di Anci Giovani, esprime massima solidarietà al primo cittadino di Zaccanopoli, Pasquale Caparra, vittima di un incendio doloso che ha distrutto il suo casolare di campagna. “Ci stringiamo a lui e a tutta la comunità di Zaccanopoli, cioè alla stragrande maggioranza di cittadini onesti, che sono stanchi di assistere a questo stillicidio quotidiano che continua a sporcare la nostra terra. L’auspicio, come al solito, è che i responsabili vengano individuati. Intanto, non resta che continuare a credere fortemente in un’altra Calabria finalmente libera dalla ‘ndrangheta”.

Reflui frantoio in un terreno, denunciato un uomo nel reggino

SANT’ALESSIO D’ASPROMONTE (RC) – Il proprietario di un frantoio è stato denunciato a Sant’Alessio d’Aspromonte dal comando provinciale del Corpo forestale di Reggio per scarico illegale di acque reflue industriali al suolo e inquinamento ambientale. L’uomo avrebbe dunque riversato illegalmente, sul terreno, le acque reflue provenienti dal suo oleificio.
Gli agenti del Cfs, nel corso di un’ispezione nella zona, hanno notato a pochi metri dalla struttura olearia una vasca recintata di circa 150 metri quadri scavata nel terreno e priva di impermeabilizzazione contenente le acque di risulta della lavorazione delle olive. Trovata anche una conduttura interrata, provvista di rubinetto occultato nella vegetazione che, una volta aperto, faceva defluire all’interno della vasca le acque provenienti dal serbatoio di decantazione in cemento armato ubicato all’interno dell’oleificio.
Inoltre il proprietario del frantoio è risultato privo delle autorizzazioni necessarie all’utilizzo delle acque reflue.

Minore allontanato dalla famiglia ‘ndranghetista

REGGIO CALABRIA – Allontanato dalla propria famiglia perchè  ritenuta legata alla ‘ndrangheta. E’ successo a Reggio Calabria, dove la polizia di Stato e gli operatori dell’Ufficio servizi sociali per i minori hanno eseguito un provvedimento di decadenza dalla responsabilità genitoriale, trasferendo un minorenne, figlio di esponenti di rilievo di una famiglia ‘ndranghetista che opera nella provincia di Reggio Calabria, in una struttura comunitaria.

La decisione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, si legge in una nota diffusa dalla polizia, «si muove nell’ottica di tutelare il minore dal rischio concreto di esposizione a condotte devianti e a un futuro di sofferenza, in cui la carcerazione appare, nella migliore delle ipotesi, come un destino ineluttabile per lo stesso».

Nella struttura comunitaria dove è stato trasferito, che si trova al di fuori della Calabria, il minore sarà affidato a operatori professionalmente qualificati a trattare problematiche simili a quelle riscontrate nel giovane.