Archivi categoria: Libri

Riecco le “Confessioni” di Ettore Loizzo

In libreria dal 7 gennaio la ristampa dell’intervista concessa al giornalista Francesco Kostner dal massone calabrese assurto ai vertici del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.

Un pensiero fresco. Vivace. Coinvolgente. E una capacità di scrutare oltre il mondo massonico, di cui è stato tra i maggiori esponenti, che ha pochi eguali. Parliamo di ciò che Ettore Loizzo, Gran Maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, continua a mettere a disposizione dei lettori grazie all’intervista rilasciata nel 2000 al giornalista Francesco Kostner, che dal prossimo 7 gennaio sarà nuovamente disponibile in libreria per i tipi di Luigi Pellegrini Editore.

Un’edizione notevolmente migliorata grazie ad un’attenta “riorganizzazione” del testo, ma anche per alcuni documenti inediti e per la presentazione del Gran Maestro Stefano Bisi: “Sono trascorsi 19 anni”, scrive il numero uno del GOI, “da quando il libro-intervista del compianto fratello Ettore Loizzo vide la luce per la prima volta con una apprezzata ed ormai quasi introvabile pubblicazione. Adesso la scelta di ristamparlo da parte dell’autore, Francesco Kostner, per la Pellegrini Editore non può che avere il mio più ampio plauso vista l’altezza del personaggio, e il suo straordinario contributo fornito da cittadino e da massone al Bene della Comunità. Ettore Loizzo”, continua Bisi, “è stato Gran Maestro aggiunti del Grande Oriente d’Italia, soprattutto è stato reggente insieme a Eraldo Ghinoi quando l’allora Gran Maestro in carica, agli inizi degli anni Novanta, lasciò improvvisamente la guida della nostra Comunione. Ho conosciuto il fratello Loizzo, e per tanti anni ne ho ammirato la sua schiettezza, la sua sincerità, il suo spirito di fratellanza: quello di un uomo e di un massone stimato in tutta Italia e ricordato nella sua Calabria ed a Cosenza dove è stato figura di spicco nel ruolo di docente, d’imprenditore e in quello di politico ed amministratore pubblico”.

Bisi si dice convinto che “l’ingegnere Ettore Loizzo per la sua infaticabile opera, per la sua strenua difesa dei valori massonici e dell’immagine dell’Istituzione in un momento delicato, rimarrà per tutti i fratelli una delle pagine belle della storia del Grande Oriente d’Italia”. Il Gran Maestro ritiene che “l’intervista, fra le mille sfaccettature del pensiero di Loizzo, per tanti aspetti più attuale e fresco che mai, fa trasparire tutta la bellezza e l’amore di Ettore per la Massoneria e il Grande Oriente d’Italia”, affermando in conclusione che il libro “ci ricorda la grande carica vitale, l’entusiasmo e anche lo spirito critico costruttivo che hanno sempre accompagnato e contraddistinto per 66 anni il suo percorso iniziatico nell’Ordine, quello di un massone a tutto tondo”.

La nuova edizione delle “Confessioni di Ettore Loizzo è arricchita anche da una lunga introduzione di Francsco Kostner, che rivela particolari inediti degli incontri avuti con il Gran Maestro aggiunto: “Esauriti i convenevoli, passammo al dunque. Tutto filò liscio. Fu il primo di dieci incontri. Sempre nel pomeriggio e, grosso modo, ognuno della durata di un’ora. Non volle leggere il lavoro finale: <Non ce n’è bisogno, procedi pure con la stampa>, disse consegnandomi con evidente soddisfazione la prefazione scritta da “Armandino”, come affettuosamente chiamava il Gran Maestro Corona. Non mi chiese nemmeno se avessi provveduto a cancellare, dall’elenco dei massoni di cui mi aveva parlato, il nome di un insospettabile Fratello, insigne figura di politico e accademico italiano, deputato all’Assemblea Costituente per la Democrazia Cristiana e tra i principali artefici della Carta Costituzionale. La rivelazione di un’appartenenza insospettabile e letteralmente esplosiva che, ammise Loizzo, la Massoneria, in quel particolare momento storico, non sarebbe stata in grado di difendere”.
Kostner ricorda, infine, quando Loizzo gli chiese di moderare una conferenza stampa con il Gran Maestro Virgilio Gaito, per “sostituire”, lui che non è massone, i giornalisti cosentini con il “grembiulino” ai quali si era rivolto, e i problemi che quella disponibilità gli ha a lungo creato: “Anche in contesti che, per definizione, dovrebbero valorizzare il confronto, arginare ogni forma di pregiudizio, difendere la diversità delle idee. Ambienti scientifici e culturali in cui pullulano massoni in servizio effettivo permanente e schiere di “assonnati”, terrorizzati solo all’idea che qualcuno ne ricordi l’antica militanza. Luoghi nei quali l’ipocrisia antimassonica raggiunge livelli inimmaginabili, quasi che avere indossato il “grembiulino”, magari dopo averne tratto vantaggi e gratificazioni, rappresenti agli occhi dell’opinione pubblica una sorta di peccato senza riparo. Una scelta (solo a distanza di tempo) considerata scellerata e in rapporto alla quale è opportuno a ogni costo prendere le distanze. Una “purificazione” illusoria perché priva di efficacia. Chiunque, infatti, abbia deciso di appartenere alla Massoneria: ingegnere, chimico, matematico, letterato, giurista, pedagogo, scienziato, medfico, giornalista (ed altri ancora), potrà mai cancellare queste particolare “identità”. Operazione, d’altra parte, difficile da comprendere, sempreché la scelta iniziale sia stata sincera e animata dai migliori propositi”.

In ogni caso, conclude Kostner, “non ho mai dubitato di avere agito correttamente. E secondo coscienza. Considero anzi un privilegio avere assicurato a Loizzo la mia disponibilità e, attraverso di essa, di avere onorato un fondamentale principio etico e culturale, che prescinde dall’appartenenza alla Massoneria: aiutare chicchessia a esprimere liberamente le proprie idee, anche quando non si condividono”.

“La vera nascita della questione”: l’ultimo libro di Mario Caligiuri è sulla storia del Sud

COSENZA – “La vera nascita della questione. Le conseguenze sul Meridione della prima Guerra Mondiale e del Referendum istituzionale” è il titolo dell’innovativo libro di Mario Caligiuri, edito da Grimaldi & C. per le strenne natalizie. 

Dalla quarta di copertina:

“Sulla questione meridionale è davvero difficile scrivere qualcosa di nuovo. Di sicuro è il tema politico centrale della storia nazionale, che pesa sul passato, sul presente e sul futuro. In questo scorrevole ma approfondito volume si documenta l’ipotesi che la nascita della questione sia diventata irreversibile con la Prima Guerra Mondiale e con il Referendum istituzionale. In modo serrato si pongono due Italie a confronto, con storie e culture diverse che dopo 160 anni fanno ancora fatica a capirsi. Emergono le responsabilità delle classi dirigenti del Mezzogiorno che non tutelano sistematicamente gli interessi dei cittadini che pure le esprimono. Il libro unisce punti dispersi ma tutti alla luce del sole. Si legge allora che un premio Nobel per la pace come Ernesto Teodoro Moneta possa diventare uno dei più strenui sostenitori dell’entrata in guerra, che Vittorio Emanuele Orlando si proclami orgogliosamente mafioso, che la democrazia possa trovare nuova linfa riflettendo a fondo su un tema inattuale come la monarchia. Probabilmente per comprendere le autentiche ragioni della mancata unità occorre cogliere i segnali deboli. É il tentativo di questo libro spiazzante, che fuoriesce dai luoghi comuni, scritto da uno dei più originali e brillanti meridionalisti delle ultime generazioni”.

L’autore

Mario Caligiuri è professore ordinario di pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria. Laureato in storia, è il Presidente della Società Italiana di Intelligence. Tra i suoi libri, “Breve Storia della Calabria” (1996), “La formazione delle Élite. Una pedagogia per la democrazia” (2003), “Come i pesci nell’acqua. Immersi nella disinformazione” (2019) e, con Giorgio Galli, “Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei paesi senza democrazia” (2020). Autore della voce “Intelligence” per l’Enciclopedia Italiana dell’Istituto Treccani.

Domenico Madeo racconta il mondo del lavoro prima e dopo il Coronavirus

RENDE (CS) – E’ stato presentato nei giorni scorsi a Rende, presso i locali dell’Associazione culturale e di formazione 360 Forms, il libro “Il mondo del lavoro prima e dopo il Coronavirus”, scritto da Domenico Madeo ed edito da Rossini Editore. 

Durante l’incontro l’autore ha esposto i tratti essenziali del libro e analizzato la sua esperienza, le strategie aziendali utilizzate e le soluzioni innovative adottate dalla sua azienda. Con lui, Raffaele Costabile, editore e direttore della casa editrice Rossini, che ha espresso massima soddisfazione per la pubblicazione del libro e per la qualità degli argomenti trattati. Samuela Guidi, presidente dell’associazione 360 Forma, ha invece sottolineato che i valori espressi nel libro sono esattamente quelli condivisi dall’associazione, perché hanno ispirato tutta l’attività lavorativa dei dirigenti e dei collaboratori. Infine Alessandro Zanfino, presidente dell’Associazione nazionale professionisti, ha affermato che il componimento di Madeo ha una forte valenza “solidaristica” sia per il messaggio di condivisione, di collaborazione e di “sollievo sociale” che porta in sè, sia perché tutti i proventi della vendita del libro saranno interamente devoluti all’Associazione di volontariato “La Terra di Piero”.

Il libro nasce dall’esperienza di anni di lavoro, ma può essere letto anche come uno strumento per guardare al futuro, adattando la formazione professionale e il mercato del lavoro alle nuove esigenze post-pandemiche e di crisi economica mondiale.

E ancora: «Il libro – come si legge nel comunicato stampa – non ha la presunzione di risolvere problemi strutturali e atavici, ma ha la pretesa, perché misurata ogni giorno sul “campo”, di dare suggerimenti e proposte per accogliere le sfide del futuro con maggiore professionalità e competenza». Dalla sua lettura ognuno potrà trarre consigli, suggerimenti e idee per orientarsi nel mondo della formazione e del lavoro in un mercato sempre più globalizzato e dinamico.

Il libro è reperibile on-line e nelle maggiori librerie.

L’autore

Domenico Madeo, dottore in Ingegneria Meccanica Energetica e in Ingegneria della Sicurezza, è docente formatore in sicurezza sul lavoro, docente e relatore presso associazioni, enti pubblici, privati e università. Ricopre il ruolo di business developer presso 360 Forma, agenzia per il lavoro – Ente di formazione ed orientamento, che eroga corsi di formazione rivolti ad aziende, professionisti e privati, rilasciando attestati abilitanti e certificati riconosciuti su tutto il territorio nazionale ed europeo. Studioso strategie aziendali volte ad anticipare i tempi di evoluzione dei mercati, portando la 360 Forma tra i punti di riferimento del panorama nazionale della formazione e-learning.

 

Golpe Borghese, saggio Pellegrini nel 50° anniversario

COSENZA – In occasione dei cinquant’anni del tentato Golpe Borghese (7-8 dicembre 1970) Pellegrini editore propone il saggio “Il Golpe Borghese: Quarto grado di giudizio. La leadership di Gelli, il “golpista” Andreotti, i depistaggi della “Dottrina Maletti”.

L’autore è Fulvio Mazza, direttore dell’agenzia letteraria Bottega editoriale, nonché storico contemporaneista.

Grazie alla documentazione utilizzata (spesso inedita, prevalentemente proveniente dal Sid) emergerà il ruolo centrale di Licio Gelli e quello, ambiguo, di Giulio Andreotti. Riguardo a Gelli, affiorerà il fatto di aver ricoperto il più importante ruolo operativo: quello di guidare il commando che avrebbe dovuto rapire il presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat. Relativamente ad Andreotti, invece, emergerà come questi fosse il premier in pectore, designato dagli Usa, del governo golpista.

Il tutto si fermò, però, in seguito a una telefonata che Andreotti o Gelli, o entrambi (in ogni caso con finalità convergenti), fecero a Borghese inducendolo a diramare il “contrordine” che, nel pieno svolgimento dell’azione golpista, bloccò tutto.

Grazie alla documentazione rinvenuta risulterà altresì come il generale Gian Adelio Maletti e lo stesso ministro Andreotti minimizzarono e censurarono importanti parti dell’inchiesta portata avanti dal capitano Antonio Labruna.

In particolare si delineerà la “Dottrina Maletti”, ovvero le motivazioni che indussero i vertici istituzionali a salvare molti golpisti legati agli apparati dello Stato. Da qui il fallimento processuale, al quale diede un fondamentale apporto anche l’azione minimizzatrice svolta dal più andreottiano di tutti i magistrati italiani: Claudio Vitalone.

Per verificare i depistaggi, si è fatta chiarezza sui vari “Malloppi” documentari, iniziando dalla loro stessa denominazione in “Malloppo originario”, “Malloppastro” (e non “Malloppone”) e “Malloppini”.

Fra gli altri aspetti di particolare interesse, si evidenzierà uno dei punti più delicati della storia degli anni Sessanta-Ottanta: la “Strategia della tensione”, la cui esistenza, per molti anni, è stata messa in dubbio da chi riteneva che gli attentati e le stragi fossero stati opera di iniziative personali o, comunque, di coordinamento breve. Emergerà invece chiaramente, grazie a una relazione inedita del Sid, come dietro ai diversi attacchi ci fosse un disegno preordinato. Emblematici, in tal senso, saranno i riferimenti al pestaggio dei marinai spezzini attuato dai neofascisti e fatto attribuire alla sinistra.

Dal libro emergeranno inoltre diversi punti ancora oscuri: primo fra tutti quello del probabile assassinio dello stesso Borghese, il cui imminente rientro in Italia dall’esilio spagnolo dava preoccupazioni a molti militari e politici italiani.

Fra gli altri elementi enigmatici si indicheranno le connessioni con la scomparsa di Mauro De Mauro (ex legionario della X Mas), il falso giudiziario relativo alla denuncia fatta dal Sid in Procura, il ruolo di finanziatore svolto da Michele Sindona, il funzionamento del “Piano antinsurrezionale” e tanto altro. La Cassazione, però, mandò tutti assolti e, in questo senso, il libro si pone come un provocatorio “Quarto grado di giudizio”.

L’autore, oltre che per la Pellegrini, ha scritto, negli anni, per Esi, Franco Angeli, Laterza, Rubbettino, Treccani.

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. In libreria la salvezza del Cosenza raccontata da Francesco De Filippo

COSENZA – Edito da Edizioni Erranti, arriva sugli scaffali delle librerie il libro sulla salvezza del Cosenza nella fase post-lockdown. A scriverlo il sociologo e giornalista Francesco De Filippo, direttore responsabile de ilpendolo.it. Una cronaca puntuale e dettagliata che parte dalla ripresa del Campionato sino alla partita decisiva contro la Juve Stabia.

E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE. L’incredibile salvezza del Cosenza nel silenzio degli Stadi”: questo il titolo scelto dall’autore.

Ad impreziosire la narrazione della miracolosa impresa della squadra rossoblù, le interviste esclusive al calciatore cosentino Luca Garritano e al tecnico dei rossoblù Roberto Occhiuzzi, ricche di aneddoti e particolari che svelano il dietro le quinte di una delle vicende più entusiasmanti della storia del calcio cosentino. Le conclusioni, invece, sono state affidate al giornalista nonché tifosissimo dei Lupi, Claudio Dionesalvi, e riportano la descrizione di una sorta di pellegrinaggio votivo al Santuario del glorioso San Francesco di Paola, in segno di devozione e gratitudine per la salvezza conquistata.

Un libro che farà rivivere, a tutti i tifosi rossoblù, le emozioni più belle e significative scaturite nell’arco delle 10 partite che hanno permesso alla squadra la permanenza in Serie B.

«In un calcio recluso dalla pandemia – spiega l’autore – ho ritenuto opportuno documentare le vicende di quella che resta un’esperienza esaltante. Mio malgrado, considero un privilegio aver avuto la possibilità di assistere in tribuna stampa al capolavoro realizzato dalla squadra di Occhiuzzi. Offro, quindi, questa mia cronistoria a quanti, fuori dalla Stadio, ma dentro il vortice della passione per il Cosenza, vorranno conservare testimonianza di questo straordinario ed inatteso risultato, conseguito al di là delle più ottimistiche attese o previsioni».

Il libro è disponibile presso le librerie Mondadori e Ubik di Cosenza oppure sullo store della casa editrice (clicca qui).

L’autore

Sociologo e giornalista. Direttore Responsabile della testata online ilpendolo.it. Collaboratore di periodici d’informazione, si occupa di Comunicazione Istituzionale nella Pubblica Amministrazione.

Nasce Glicine, trimestrale culturale digitale

PIANOPOLI (CZ) – «Alla ricerca della purezza perduta – si legge nella nota – nasce “Glicine“, il trimestrale digitale dell’omonima associazione di promozione sociale».

Tra le pagine del primo numero le bellezze di Fiumefreddo Bruzio e cosa lega il borgo calabrese al pittore Salvatore Fiume. Ma anche un’occhiata alle serie tv più interessanti dell’autunno, un viaggio nella piccola e media editoria alla scoperta di Tuga Edizioni e ancora alcuni consigli letterari per “curare” la vanità.

E poi tanto spazio ai libri con le recensioni di “Nel silenzio delle nostre parole” (DeA Planeta) di Simona Sparaco, “La risata del barbaro” (Voland) di Sema Kaygusuz e “Il grande me” (Fazi) di Anna Giurickovic Dato. E ancora un salto indietro alla tradizione ottocentesca del feuilleton con “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj e l’intervista esclusiva allo scrittore Domenico Dara incentrata su “Malinverno” (Feltrinelli), la sua ultima fatica letteraria.

La copertina, infine, è dedicata ad Amedeo Modigliani, a cento anni dalla scomparsa, e alla sua musa Lunia Czechowska.

“Glicine”, il cui costo è di 1 €, è scaricabile sul sito glicineassociazione.com  

 

“Frammenti di vita”, Vitaliano Fulciniti torna a raccontare il mondo CARA di Isola Capo Rizzuto

CROTONE – Un anno dopo “Dall’accoglienza all’integrazione. L’esperienza del Cara Casa del Regional Hub Sant’Anna in Calabria”, Vitaliano Fulciniti dedica, ancora per Rubbettino editore, un nuovo libro al Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Isola Capo Rizzuto (Kr). È infatti appena uscito “Frammenti di vita. L’umanità al tempo del coronavirus”, secondo capitolo di un progetto di più ampio respiro sui suoi 14 mesi alla guida del Cara di Isola Capo Rizzuto.

Si tratta di un viaggio attraverso pensieri, emozioni, ricordi personali dell’autore, ma che potrebbero essere anche collettivi.

Un viaggio diviso in due parti. La parte prima costituisce un diario, il diario dell’autore sulla sua esperienza da direttore del Cara, «un quaderno – come lui stesso lo definisce – fittamente ricoperto di appunti, disegni, spazi e punti in sospeso… frammenti pendenti». Nella seconda parte (“Con loro ovunque”) trovano invece collocazione le storie dei suoi ex collaboratori e di alcuni vecchi ospiti del centro.

«Nei lunghi giorni di pandemia – scrive Fulciniti nella premessa – rinchiuso in casa unitamente alla mia famiglia nel pieno rispetto delle rigide normative di distanziamento sociale, ho cercato di sfruttare al massimo le potenzialità offerte dai sistemi di comunicazione a distanza, trascorrendo molto tempo a dialogare con tanti amici fra i quali, in particolare, i miei ex collaboratori del Regional Hub Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, ovvero con quei fantastici compagni di un esilarante viaggio durato quattordici mesi. Da questi dialoghi, animati da scambi di vedute sull’attuale situazione e su differenti punti di vista su come potrà diventare il mondo domani, è nata l’idea di collazionare i nostri sentimenti comuni; i sentimenti di chi ha vissuto per poco o molto tempo con soggetti fino a ieri relegati a vivere ai margini della società in quanto rei di essere nati nella parte sbagliata, in quei territori da dove sono costretti a fuggire a causa della follia omicida di chi ritiene di poter liberamente spadroneggiare. Dai dialoghi costanti si è rinsaldata la consapevolezza che quelli che ieri erano pronti ad accogliere i poveri disperati sbarcati sulle nostre coste, malnutriti, spesso spogli o bagnati, con sui corpi i segni della violenza subita, ammutoliti, con sguardi smarriti e occhi che non riuscivano a versare neanche una lacrima, oggi necessitavano loro stessi di una parola di conforto, di un abbraccio che seppur virtuale, li potesse rassicurare sull’incerto avvenire». L’autore racconta inoltre di come abbia trovato conforto, nei giorni tetri e bui della prima ondata, nella rievocazione delle parole dei propri genitori nel ricordare i momenti difficili passati nel corso della loro giovinezza durante la Seconda Guerra Mondiale e delle carestie che non sono seguite. Quelle parole sono state un potente siero che ha permesso a se stesso di ripetersi e ripetere che «[…] anche questa pandemia finirà e noi torneremo a vivere sereni in un mondo che sarà sicuramente migliore… un mondo dove non esisteranno più distinzioni di razza, sesso o religione, dove ogni fratello sarà disponibile per tutti i suoi simili… un mondo nel quale tutti apparterremo ad una sola razza: la razza umana […]».

La prefazione di “Frammenti di vita. L’umanità al tempo del coronavirus” è a cura di Andrea Sberze.

LA STORIA DELLA COPERTINA

Degna di nota è anche la copertina realizzata dalla pittrice Monica Arabia. Si tratta di un disegno fatto a matita in cui sono raffigurati due volti, uno maschile e l’altro femminile. Il volto della donna con la mascherina indica il mondo che ci circonda, oggi malato, estremamente vulnerabile, una terra che non avrebbe mai immaginato di dover affrontare una emergenza tanto devastante. Il volto maschile indica invece quello che in molti definiscono il sud del mondo, quella terra troppo spesso violentata e martoriata e dalla quale molti fuggono per trovare fortuna, come tanti immigrati, che desiderano solamente scappare da una terrificante realtà. Il suo volto è triste ma allo stesso tempo sorride poiché percepisce la nostra sofferenza, quella sofferenza che lui ha già vissuto e che continua a vivere anche oggi. La sua mano poggiata sulla spalla assume il significato di coraggio, di sostegno e soprattutto della speranza che tutti insieme si possa costruire una società migliore abitata dall’unica razza, quella umana.

L’AUTORE

Vitaliano Fulciniti, laureato in Consulenza e Controllo Aziendale, ha lavorato nella Guardia di Finanza e per la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In pensione da cinque anni, è stato Amministratore Giudiziario per il Tribunale di Catanzaro e per l’ANBSC e dall’1 gennaio 2018 al 29 febbraio 2019 direttore del Regional Hub Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (Kr).

 

 

“Immuni”, Veronica Iannicelli racconta la Calabria che resiste al Covid-19

COSENZA – Fresco di stampa, è pronto ad arrivare in tutte le librerie italiane (anche online sulle principali piattaforme di e-commerce) il nuovo libro della giornalista calabrese Veronica Iannicelli, dal titolo “Immuni – La Calabria resiste al Covid-19. Storie e testimonianze dal fronte dell’emergenza che ha segnato una regione intera”.

Il volume è edito da “La Mongolfiera Editrice” di Cassano All’Ionio (227 pp – euro 15,00) e rientra nella collana degli Istant book.

Si tratta di un libro unico nel suo genere poiché racconta, in chiave giornalistica, grazie ad approfondimenti con dati, fatti e testimonianze dirette, l’emergenza Covid-19 in Calabria durante il periodo più difficile per l’Italia con un intero Paese in lockdown.

Nelle pagine del libro è racchiuso un frammento di vita vissuta in piena emergenza Covid in Calabria, la quale rimarrà in tutti i libri di storia moderna. Senza tralasciare, però, l’attualità perché, come scrive l’autrice Veronica Iannicelli «La battaglia al Covid-19 ha stravolto la quotidianità di ogni singolo individuo, limitando e ridisegnando abitudini e aspettative. Una pandemia, hanno dichiarato. In un’era in cui la mobilità è diventata colonna portante della socialità, la quarantena nella propria abitazione è risultata essere faticosa per una popolazione
abituata alla libertà. Una guerra, la più pericolosa e incontrollabile che ci sia, quella batteriologia: cammina sottotraccia, ti coglie alla sprovvista è subdola e infame. Il più delle volte non lascia scampo».
Il volume, per sintetizzare il senso e riprendendo le stesse parole dell’autrice, nasce per raccontare, dunque, in maniera semplice e realistica uno spaccato sanitario e sociale, dando particolare attenzione alla Calabria. Testimonianze dal fronte dell’emergenza, partendo dai canonici dati di monitoraggio, condurranno il lettore a ripercorrere tappa per tappa il periodo nero. Gli approfondimenti chiariranno i molti punti interrogativi posti negli ultimi mesi. Dalla correlazione clima- virus, alla sperimentazione della cura con il plasma. Dalla corsia del pronto
soccorso a quella di una casa di cura. Dalla Chiesa alla scuola. Dal bilancio della baldoria estiva al ritorno nei saloni di bellezza e allo sport. Tutto è cambiato e nulla sarà più come prima; le abitudini quotidiane le aspirazioni future. La mascherina ha assunto un ruolo fondamentale,
diventato accessorio stravagante. Mimetizzandoci nell’ adattamento darwiniano non ci siamo arresi. L’estate 2020 l’abbiamo cercata e vissuta ad iniziare dalle piccole cose. Da nord a sud un forte abbraccio ha unito lo stivale. Ogni pezzo di territorio ha combattuto per come ha potuto. La solidarietà, la fratellanza hanno dato forza, così come l’orgoglio di essere italiani. “Ce la faremo e ritorneremo più forti di prima”: l’Italia ha reagito urlando queste parole. Un motto che torna attuale anche in questi giorni di nuovi sacrifici per contenere la seconda ondata di contagi.

Il libro “Immuni” è impreziosito dal contributo di due giornalisti che a modo loro hanno raccontato il Covid in ambiti diversi.

Gennaro Cosentino, storico giornalista RAI e scrittore, autore di importanti approfondimenti su tematiche di rilievo nazionale, nonché autore di importanti volumi, ha curato la prefazione. Pasquale Golia, da anni inviato a grandi eventi sportivi nazionali ed internazionali, ha curato l’appendice sullo sport al tempo del Covid-19. Due figure per capire ancora meglio il dramma che stiamo vivendo, quasi un appiglio per non dimenticare e lottare come la fiaccola olimpica che continua ad ardere in Giappone, nonostante i Giochi rinviati al 2021 ma «un messaggio di speranza – come scrive Golia nella sua appendice – con la luce della fiaccola olimpica che sta alimentando questo cammino nel buio del virus globale».

La copertina è stata realizzata dalla giovane e talentuosa fumettista calabrese Matilde Lazzarano e raffigura la dea greca della speranza Elpìs. Un richiamo al territorio, Sibari e la Magna Graecia, dove vive l’autrice. Elpìs con le mani sorregge il Coronavirus, quasi a volerlo sconfiggere e confinarlo lontano, parafrasando la volontà dei calabresi alla lotta per liberarsi da questo incubo. Il capo della dea è agghindato con la pianta del peperoncino, in vita una cintura composta da monete raffigurante il toro cozzante. Sullo sfondo il mare e rami d’ulivo, elementi importanti per questa terra. Le imponenti colonne racchiudono lo scenario e sono incise con il simbolo cinese dello yin e yan, in riferimento al continente Asiatico dove tutto è nato.
La quarta di copertina con in foto l’autrice è stata realizzata dal fotografo Mimmo Aloise.

La linea del colore, il nuovo libro di Igiaba Scego al Premio Sila ’49

COSENZA – Martedì 27 ottobre, alle ore 18,Igiaba Scego presentare il suo nuovo libro “La linea del colore” (Bompiani), per l’edizione 2020 del Premio Sila ’49.

L’evento sarà trasmesso in diretta facebook e sarà possibile partecipare anche in presenza, alla Fondazione Premio Sila (Centro storico di Cosenza), nel rispetto delle norme anti-Covid. Dialogherà con l’autore in collegamento web Pierpaolo De Salvo.