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[#Anime] Kowabon, horror nella società tecnologica

Ottobre 2016, la tecnologia è ormai parte integrante e fondamentale delle nostre vite.
Computer, smartphone, social network, di tutto e di più; ma per quanto il progresso tecnologico sia un fattore estremamente positivo per lo sviluppo umano, l’altra faccia della medaglia ci rivela che ne siamo stati quasi completamente  risucchiati, perdendo sempre più il contatto con la realtà. Siamo forse schiavi di tutto ciò? Può darsi. Una sottile critica a questo aspetto dei tempi moderni la si può cogliere in un particolare anime dell’autunno 2015, Kowabon, disponibile sulla piattaforma di streaming legale Vvvvid e composto da tredici episodi di circa tre minuti ciascuno. Peculiarità dell’opera è l’utilizzo di materiale live-action in rotoscoping, tecnica di animazione per rendere le figure animate più realistiche.

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Dalla forte impronta horror, il titolo è antologico, non ha una trama e ogni mini episodio racconta una storia diversa; unico denominatore comune è la presenza di un fantasma che può essere visto solamente attraverso apparecchi digitali: durante la visione ci imbatteremo negli apparecchi digitali più comunemente utilizzati oggi, quali cellulari, webcam, telecamere, fino a toccare anche i social network.
Il giudizio su Kowabon è molto controverso: alcuni lo ritengono un prodotto mal riuscito e altri, invece, lo considerano un’opera abbastanza godibile. Beh, iniziamo col dire che l’anime è molto originale per il tipo di horror che mette in scena, diverso da quello che di solito viene mostrato nell’animazione giapponese. Esso tende ad angosciare lo spettatore, cercando di provocare uno stato d’ansia e di paura durante la visione. A favorire questo scopo sono le musiche, la colonna sonora e i suoni, inquietanti e talvolta disturbanti. Altro elemento fondamentale è la distorsione delle immagini, spesso usata, anche in modo egregio, per migliorare l’esperienza di paura.
Visione altamente godibile anche per i più “fifoni”: Kowabon non è così esagerato e non vi farà morire di terrore, esso è  incentrato molto di più sul fattore ansia e suspense che paura. Non sono, inoltre, presenti molti jumpscare e quelli che ci sono non sono nulla di preoccupante.

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Nonostante queste caratteristiche positive, il titolo inizierà a sembrare monotono durante la visione, per colpa della ripetitività della solita storia in salse diverse: le vicende del fantasma e delle sue vittime passerà per computer, smartphone, telecamere e altri strumenti simili. Quello che manca è il tocco innovativo e differente che avrebbe fatto girare meglio ogni episodio, anche se molte puntate sanno il fatto loro. Forse sarebbe stato meglio non utilizzare sempre la stessa entità.
Altra critica riguarda il comparto grafico, la tecnica del rotoscoping non è realizzata nel migliore dei modi, ma c’è da dire che l’anime è stato in un primo momento recitato da alcuni attori e poi animato e, nonostante la realizzazione animata non perfetta, l’espressività dei volti e la fluidità dei movimenti è abbastanza godibile.
Kowabon, visto non solo con gli occhi da spettatore, potrebbe contenere una critica alla società moderna, sovrastata da tutti questi mezzi tecnologici che si stanno sostituendo alla nostra individualità e che stanno prendendo il posto delle nostre vite. Il fatto che il fantasma si veda solo attraverso uno schermo fa riflettere, quasi come se ormai la nostra percezione e il nostro sentire siano direttamente collegati a questi nuovi strumenti.
Buona visione!

                                                                                                            Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] Plug-in your Brain

Ogni prigioniero sa. Ogni prigioniero dopo il suo primo minuto in gabbia apprende una ineluttabile verità. Non importa dove ti rinchiuderanno, ci sarà sempre un posto dove regnerai sovrano e sarai irraggiungibile: la tua mente. Cosa succederebbe se qualcuno decidesse di portarti via anche quell’inarrivabile dominio?

L’immaginario collettivo ha da sempre declinato in opere dalla varia natura questo scenario: videogiochi, libri, fumetti, film ed anime. Proprio quest’ultimi riescono ancor più degli altri mezzi ad inscenare delle ambientazioni al limite della realtà, a dipingere mondi dove l’umanità ha barattato la propria carne in favore di metallo e circuiti o adattamenti dove l’intero genere umano è stato soggiogato da coloro che un tempo ritenevano loro creazioni, le macchine.

“Possa esserci pietà per l’uomo per i peccati che ha commesso.

Archivio di Zion file storico 12/1” – Animatrix

Ognuna delle serie scelte incarna uno dei temi classici del horror sci-fi. Esse, quindi, possono essere viste sotto due differenti chiavi di lettura: un pacato consiglio alla visione o un silenzioso monito per il futuro. Prendete quindi le dovute precauzioni, assicuratevi che il plug per il vostro cervello sia disconnesso e calatevi in questo viaggio nelle orrorifiche distopie cyberpunk, adornate da freddo acciaio ed altrettanto gelide intelligenze artificiali.

 

Illusione: Animatrix

 

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Nel 1999 i fratelli Wachowski portano sul grande schermo Matrix, uno dei più famosi film del genere fantascientifico moderno. Quattro anni dopo i due visionari registi collaborando con Warner Bros portando alla luce i nove corti di Animatrix. Ambientati nello stesso universo dominato dalle macchine del film principale, i nove racconti approfondiscono il già vasto background e forniscono interessanti scorci che si distaccano dalla trama principale.

 

Contaminazione: Ghost in the shell

 

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Anno 1995, basandosi sull’opera omonima di Masamune Shirow lo studio Shochiku produce Ghost in the shell. Primo film di una lunga serie di film ed anime ambientati nella futuristica NewPort City del 2029. Il lungometraggio narra la storia della ginoide Motoko Kusanagi e della sezione 9 alle prese con un misterioso hacker noto come il “Burattinaio”.

 

Predestinazione: Psycho-Pass

 

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Ambientato in un mondo dove la tecnologia permette ad individui noti come Ispettori ed Esecutori di misurare lo stato mentale e le inclinazioni delle persone, l’anime prodotto da Production I.G nel 2012 mostra gli eventi che ruotano attorno a Shinya Kōgami e ad Akane Tsunemori. Armati di un particolare strumento, il Dominator, i due, affiancati dalla sezione anticrimine della Pubblica Sicurezza, dovranno fare di tutto per sventare la lunga serie di grotteschi crimini che imperversano a Tokyo.

 

Rivolta: Ergo proxy

 

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A causa della propria cupidigia una umanità sull’orlo dell’estinzione si è rinchiusa in gigantesche città cupole. Reclusi in comunità sempre più lontane tra loro e sempre più isolate dall’esterno, il genere umano ha relegato i lavori più umilianti ad automi di compagnia rinominati AutoReiv, parola nata dall’unione di automatic-slavery. Tuttavia, quando le macchine da sempre considerate innocue per l’uomo contraggono il virus “Cogito”, toccherà a Re-l indagare. La serie è stata prodotta dalla Manglobe e Geneon Entertainment nel 2006.

Daniele Pezzolla

 

[#Anime] Mob Psycho 100: La recensione

Mob Psycho 100 è sicuramente uno dei migliori anime della scorsa stagione. Adattamento dell’omonimo manga di One (autore del famosissimo One Punch Man) questo anime dimostra il grande talento dell’autore nel creare dei battle manga diversi da quelli a cui siamo abituati. L’anime in 12 episodi è stato prodotto dallo studio Bones con regia di Yuzuru Tachikawa.

Shigeo Kageyama (soprannominato Mob) è uno studente delle medie, ma anche un esper molto potente. Al suo interno le emozioni si accumulano rischiando di esplodere da un momento all’altro e con esse anche i suoi poteri psichici. Per questo motivo Mob inizia a rendersi conto di quanto i suoi poteri siano pericolosi e cerca in tutti i modi di vivere una vita normale per evitare di perderne il controllo. Shigeo passa le sue giornate esorcizzando spiriti per conto del suo “maestro” Reigen. E’ legato profondamente a suo fratello Ritsu, forse l’unica persona che lo accetta per quello che è.

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La trama di Mob Pyscho 100 risulta molto semplice, caratteristica che possiamo trovare anche in One Punch Man. Proprio questa semplicità riesce a fare presa nello spettatore, complici le ottime gag comiche che sono un vero “collante” per la storia. Però dietro questa semplicità Mob nasconde, a mio avviso, un’interessante critica alla società odierna, in cui a volte sembra impossibile mantenere il controllo. Infatti viviamo in una società che prova incessantemente a fare abbassare il nostro livello di attenzione, bombardandoci di prodotti televisivi e musicali sempre più di basso livello, facendoci abituare ad uno standard bassissimo. Per non parlare della classe politica, che ormai ha abbassato ai minimi termini le aspettative dei propri cittadini. In questa situazione, una persona fuori dal comune si trova oppressa, sentendosi costretta a limitarsi per non essere emarginata. Il nostro protagonista è questo, un ragazzo i cui poteri potrebbero essere utili al mondo, ma che il mondo vuole limitare a favore della più completa mediocrità.

Mob risulta essere un personaggio quasi apatico sulle prime, ma che col passare degli episodi riesce ad apparire carismatico agli occhi dello spettatore. Reigen, nonostante sia un personaggio senza particolari talenti, riesce a far sorridere lo spettatore in ogni scena in cui appare. Ritsu è un personaggio parecchio interessante, che probabilmente avrà molto da dire in futuro.

La trama scorre molto bene, con un ritmo dosato alla perfezione e una sceneggiatura che con la sua semplicità riesce a non far annoiare lo spettatore neanche per un secondo.

Sul piano tecnico lo studio Bones ci regala un vero e proprio capolavoro animato. Il design dei personaggi ricalca quello di One, quindi al primissimo impatto risulta molto semplice e diverso dagli standard odierni. Quello che però colpisce è come questo stile sia stato trasportato in animazione. Tachikawa ha curato la regia di Death Parade (che già da solo è un ottimo biglietto da visita), dimostrando un grandissimo talento nella messa in scena, ma in questo anime si è davvero superato. Le scene d’azione presentano delle carrellate impressionanti, in cui l’inquadratura si muove nella scena quasi come se fluttuasse. Oltre a questo la regia riesce ad enfatizzare determinati momenti dell’azione con dei cambi di velocità che lasciano senza fiato.

 

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Le animazioni sono curatissime, con un grande utilizzo di colori sgargianti che esaltano le scene in cui Mob utilizza i suoi poteri. Alcune apparizioni di spiriti sono realizzate con una particolarissima tecnica in stile pittura su vetro, ad opera dell’animatrice Miyo Sato, che conferisce ai demoni un aspetto grottesco, ma ne esalta il lato inquietante. Quindi è veramente da apprezzare il fatto che in un’opera che punta all’intrattenimento ci sia una tale voglia di sperimentare nuove tecniche di animazione. Sul lato sonoro troviamo delle musiche magnifiche e azzeccatissime, oltre all’ottimo lavoro del cast dei doppiatori, in particolare sul protagonista e su Reigen.

In definitiva Mob Psycho 100 è un anime che riesce a sorprendere per la sua semplicità e per la voglia dei produttori di mostrarci quanto uno staff in perfetta armonia possa realizzare un anime sorprendente sul piano tecnico.

Anime veramente imperdibile.

Antonio Vaccaro 

[#Anime] 91 Days, la Recensione

La stagione autunnale degli anime è appena iniziata ed è arrivato il momento di tirare le somme per quanto riguarda  quella estiva. Sono stati tantissimi i titoli attesi e su cui si puntava in particolar modo, fra essi Orange e Mob Psycho 100 le cui aspettative hanno un po’ oscurato altre opere. Un esempio perfetto è 91 Days, un anime della programmazione estiva e che non deve essere assolutamente sottovalutato. Sotto la regia di Hiro Kaburagi e prodotto dallo Studio Shuka, la serie è composta da dodici episodi più un episodio riassuntivo molto utile e ne spiegheremo più avanti il perché. La sigla di apertura è interpretata da TK, cantante dei Ling Tosite Sigure, che ha già prestato la sua musica a titoli del calibro di Tokyo Ghoul e Psycho-Pass.

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La storia è ambientata durante il proibizionismo nella città di Lawless, in cui è la mafia, e non lo Stato, a fare da padrona. La trama trova il suo sviluppo quando, a causa di una guerra fra clan, viene massacrata la famiglia Ragusa, con a capo Testa Ragusa, ad opera di Vincent Vanetti e alcuni suoi uomini; l’unico superstite del massacro è il primogenito, Angelo Ragusa, che riesce a fuggire. Sette anni dopo, assunta l’identità di Avilio Bruno, il ragazzo riceve una lettera da un misterioso amico del padre in cui sono elencati tutti gli uomini responsabili dello spargimento di sangue della sua famiglia. Avilio torna quindi a Lawless per entrare nelle grazie della famiglia Vanetti, diventata intanto una delle cosche più forti, e attuare la sua vendetta.

Ovviamente risulta increscioso che a personaggi mafiosi vengano associati nomi italiani, anche poco credibili, come ad esempio “Cerotto” o “Scusa”, ma questo è un problema con cui l’Italia combatte da tempo.
L’anime ha delle potenzialità enormi, ma forse non ben sfruttate. Raccontare una storia di mafia non è mai semplice viste anche tutte le implicazioni che porta la concezione stessa della parola, fra le principali, il concetto distorto di famiglia. Gestire caratterialmente e psicologicamente così tanti personaggi diventa difficilissimo in dodici episodi, infatti possiamo notare che il character design è studiato in modo egregio, con tantissimi punti di forza: personaggi tutti diversi fra loro, ognuno con la propria peculiarità fisica e non solo (fra loro, per forza di logica, è Avilio a essere caratterizzato alla perfezione). Nero Vanetti, fulcro della storia, e Corteo, amico d’infanzia del protagonista, sono altri sue personaggi molto interessanti e su cui notiamo una crescita di impatto sulla storia molto notevole.

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Con personaggi tanto funzionanti, la storia cattura sin dal primo episodio; forse è più il carisma che essi trasmettono a conquistare subito l’interesse dello spettatore. Però bisogna fare molta attenzione agli eventi poiché, a livello di trama, la storia è fondamentalmente divisibile in due parti: una prima parte in cui Avilio deve conquistare la fiducia della famiglia Vanetti e una seconda frazione in cui si compie il piano del personaggio principale.
Particolare concentrazione va dedicata alla prima metà della storia perché bisognerà entrare innanzitutto nel clan dei Vanetti insieme al protagonista e imparare a conoscerne i membri, i caratteri, il passato e gli affari che ognuno di loro conduce; successivamente gli avvenimenti si intrecciano con le altre famiglie più influenti e non solo, quindi bisogna prestare particolare attenzione a ciò che esse aggiungono alla trama.
La prima parte pecca per una stesura poco chiara delle sceneggiatura, vista la presenza di troppi eventi tutti in una volta, troppo veloci e poco assimilabili; ma nulla da temere, prima che inizi sul serio la vendetta di Avilio, quindi fra la prima e la seconda metà della serie, è stato mandato in onda un episodio riassuntivo per fare il punto della situazione e in cui si rispiega la storia dall’inizio. Nonostante qualche momento di confusione, la visione è altamente godibile, tenendo lo spettatore in continua tensione e favorendo la suspense.

Ottimo il lavoro tecnico, con dinamiche veloci, regia di alto livello e disegni ben delineati, con un tratto un po’ semplice che caratterizza l’intera opera. Eccelsa la rappresentazione, inoltre, dell’America degli anni ’20, fra ambientazioni e luoghi caratteristici.

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Nonostante tutto, 91 Days presenta alcuni difetti grossolani ed elementari: innanzitutto, per quanto i protagonisti siano ben caratterizzati, si lascia poco spazio ai coprotagonisti, non nel senso che sono poco presenti nella narrazione, anzi, ma che il loro background psicologico è poco studiato. Riprendiamo di nuovo Corteo, ad esempio, che ha subito un’evoluzione disarmante, ma del suo passato, dei suoi perché, della sua persona, si sa poco o niente.
Inoltre, sono tante le situazioni poco credibili e, soprattutto, non spiegate minimamente o rimaste approssimative. Ma tutto questo di certo non rende l’anime un titolo da buttare via, anzi, è stato uno dei titoli di punta e, sicuramente, uno dei più riusciti della stagione estiva.

91 Days è una storia di vendetta, di fiducia e di azione che, con molta profondità, si addentra nell’animo umano per farne risaltare i contorni frastagliati creati dalla storia e dalla singolarità di ogni individuo.
Buona visione!

                                                                                                        Paolo Gabriele De Luca

[#Nerd30Consiglia] Beck: Mongolian Chop Squad

Anche questo mese è arrivato il tanto atteso momento dei consigli di Nerd30 con un anime del 2004 targato Madhouse, una di quelle perle che resteranno per sempre nella storia dell’animazione giapponese.
Beck: Mongolian Chop Squad
è un anime musicale in 26 episodi, distribuito in Italia da Dynit per il reparto home-video (su Amazon si trova a circa 10 euro). Si tratta dell’adattamento dell’omonimo manga di Harold Sakuishi, ma copre circa un terzo dell’opera cartacea.

La trama è la seguente: il protagonista della storia è Yukio Tanaka, detto Koyuki, un ragazzo di appena 14 anni, stanco della sua vita noiosissima. Un bel giorno il nostro Koyuki salva la vita ad un cane di nome Beck, il cui padrone, Ryusuke Minami, è un chitarrista di 16 anni che ha suonato in America con una band chiamata The Dying Breed. Ryosuke trascina Koyuki nel mondo della musica ed insieme ad altri 3 ragazzi fondono una band chiamata BECK (Mongolian Chop Squad negli Stati Uniti per via dell’omonimia con altri musicisti).

Nonostante la semplicità della trama, Beck è un anime che si sviluppa in maniera veramente interessante, senza mai perdersi nel banale. L’atmosfera dell’opera è permeata da un amore incondizionato per quello che è il tema principale dell’anime: la musica.

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L’amore per la musica è insito nel 99,99% degli esseri umani e proprio per questo è praticamente impossibile non affezionarsi ad un’opera come Beck, soprattutto se si è musicisti e la musica rappresenta una buona fetta della nostra vita. Infatti la musica è uno dei pochi linguaggi universali, un qualcosa che riesce ad unire i cuori di milioni di persone, nonostante le ovvie divergenze su artisti o generi preferiti. Beck riesce a trasformare la musica nel motore del cambiamento dei nostri personaggi nel corso dell’opera. Proprio i personaggi sono uno dei punti di forza di Beck, tutti caratterizzati magnificamente e con una grande evoluzione psicologica. Difficile aggiungere altro, Beck è un anime che va vissuto, proprio come la musica, e non può essere descritto a parole, ma va goduto nella sua sincerità. Probabilmente è l’anime preferito di molte persone e non posso assolutamente dargli torto, è un anime di cui ci si innamora facilmente e non riesci nemmeno a capirne il motivo.

Sul piano tecnico abbiamo delle animazioni molto semplici sui personaggi (probabilmente molti storceranno il naso), ma trattandosi di un anime musicale troviamo una cura maniacale nelle animazioni degli strumenti, oltre a delle musiche veramente incredibili, da ascoltare e riascoltare. Le varie canzoni sono state curate dai Beat Crusaders, noto gruppo J-Rock. Anche sul piano registico troviamo una grande esaltazione del comparto sonoro, oltre ad una grande naturalezza nell’utilizzo delle inquadrature. Magnifico l’adattamento e il doppiaggio italiano, con voci molto azzeccate, in particolare il grande Vittorio Guerrieri su Ryusuke.

Concludendo, Beck è un’opera di quelle che si amano incondizionatamente, un capolavoro che resterà piantato per sempre nella storia degli anime. Probabilmente dopo averlo visto vi verrà voglia di imparare uno strumento. Se non succederà, sicuramente il vostro amore per la musica sarà salito ad un livello superiore.

Antonio Vaccaro

[#Anime] Orange, la Recensione

Uno degli anime più apprezzati di questa stagione estiva è stato sicuramente Orange, adattamento animato dell’omonimo manga in 5 volumi di Ichigo Takano. L’anime è terminato il 25 settembre con l’episodio numero 13. La serie è stata prodotta dallo studio TMS Entertainment con regia del grande Hiroshi Hamasaki.

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La trama è la seguente: La giovane liceale Naho Takamiya riceve una lettera che sembra sia stata inviata dalla se stessa di 10 anni più vecchia. La lettera ha come scopo quello di impedire a Naho di compiere gli stessi errori che sono causa di rimpianti alla sua versione del futuro, concentrandosi particolarmente sul rapporto tra la giovane e il destino di Kakeru Naruse, uno studente appena trasferito nella scuola della protagonista. Infatti da lì a 10 anni il giovane Kakeru non sarà più in vita. Lo scopo principale della lettera è proprio quello di salvarlo.

La trama di base è sicuramente molto intrigante, infatti guardando il primo episodio diventa quasi fisiologico proseguire nella visione. Di certo non si tratta di nulla di originale, ma il tema “tempo” riesce sempre ad attirare l’attenzione (ne parliamo qui).

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La vera forza dell’anime è sicuramente il lato emotivo, che viene gestito con una raffinatezza veramente sorprendente. Osservando la protagonista si può notare come si tratti di una ragazza veramente molto timida e sensibile. Proprio la timidezza è una micro-tematica che passa leggermente in sottotrama, ma che viene gestita molto bene da Takano. Infatti Naho, nonostante abbia una lettera che gli spiega passo per passo come agire per non commettere errori, si trova comunque in difficoltà a causa del suo stesso carattere, arrivando addirittura a dialogare simbolicamente con la se stessa del futuro, dicendogli che “per lei è facile parlare dopo”. Una riflessione interessante, che lascia intendere che la timidezza è qualcosa di molto più profondo della semplice “paura di sbagliare” (Naho sa che non sbaglierebbe, c’è scritto sulla lettera). Forse Takano vuole comunicarci che per lui la timidezza è anche solo la semplice paura di poter creare disagi agli altri, quindi è meglio tenersi il problema piuttosto che esporsi e crearne a chi ci sta intorno.

Per quanto riguarda i personaggi, abbiamo veramente delle ottime caratterizzazioni. Il gruppo di Naho è strutturato in modo tale da sembrare un unico grande personaggio composto da 6 elementi.

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In particolare Suwa è quello che più mi ha colpito, personaggio di grande forza emotiva, per cui si prova un’affezione e un rispetto quasi incondizionati.

Kakeru invece è un personaggio che sulle prime sembra abbastanza vuoto, anche perché Takano decide di esplorarlo con il passare degli episodi, nascondendoci quelli che sono i suoi pensieri e la sua psicologia. Una scelta coraggiosa e a mio avviso azzeccata, anche se si tratta di un personaggio che probabilmente non starà simpatico a tutti. A lui sono legate alcune interessanti tematiche che verranno sviluppate nel corso della serie, come la perdita e il suicidio.

Takako Chino è la dura del gruppo, sempre pronta a fare di tutto per i propri amici. Forse il personaggio che rimane meno impresso tra tutti quelli del gruppo, ma le sue azioni quando si presentano risultano incisive.

Azusa Murasaka è un personaggio che riesce a trasmettere una grande allegria, anche grazie alla sua caratterizzazione fisica, quasi sempre sorridente.

Saku Hagita è il secchione del gruppo, ma che risulta terribilmente maldestro. Divertentissimi i siparietti in cui compare quasi dal nulla come voce della verità. Sicuramente un personaggio che rimane particolarmente impresso.

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La sceneggiatura scorre molto bene, anche se si nota un fisiologico allungamento dei tempi narrativi nella trasposizione da manga ad anime (l’opera cartacea ha un ritmo molto più rapido e godibile). A parte questo si notano delle differenze trascurabili tra le due versioni.

Un piccolo difetto dell’opera sono senza alcun dubbio alcune reazioni umane forse eccessivamente amplificate e poco spontanee, in particolare nel rapporto tra Naho e Kakeru, dove si nota tanta macchinosità in alcuni frangenti. Per il resto si tratta di una serie piacevolissima e che ha il pregio di far commuovere in diverse occasioni.

Per quanto riguarda l’apparato tecnico, abbiamo delle animazioni molto buone, anche se si nota un netto calo di qualità verso metà serie, cosa veramente inspiegabile, trattandosi di una serie breve e quindi facilmente gestibile sul piano del carico di lavoro dello studio d’animazione. Probabilmente gli sforzi dello studio si sono concentrati sull’episodio finale (lungo 40 minuti), che ha una qualità grafica veramente pazzesca. Il character design di Nobuteru Yuki è praticamente identico a quello di Takano, quindi su questo piano c’è veramente poco da dire.

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La regia di questo anime è veramente oggetto di riflessione. Hamasaki è un regista con uno stile veramente molto particolare. Basta guardare le sue opere passate per notare come questo regista abbia un grande coraggio e una grande voglia di sperimentare. Lo ha dimostrato con la regia lenta e psichedelica di Texhnolyze, con quella cupa e ricca di enfasi di Shigurui, oppure con le splendide inquadrature di Steins;Gate (in cui ha collaborato con altri registi). Con Orange invece il buon Hamasaki mette in scena una regia spontanea, pulita e rispettosa dell’opera originale, a volte trasportando in animazione le stesse inquadrature di Takano. Il regista riesce ad esaltare la straordinaria forza emotiva di quest’opera con una regia quasi da mestierante, ma con una raffinatezza che in pochi possono permettersi.

Il commento musicale è praticamente onnipresente, composto da brani acustici molto belli, che riescono a potenziare ulteriormente la forza delle immagini e dei sentimenti dell’opera. Molto bella ed orecchiabile l’opening della serie.

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Concludendo, Orange è un anime che fa della forza emotiva la sua caratteristica principale, con contorno della tematica temporale che fa sempre gola agli amanti della fantascienza. 13 episodi con un buon ritmo e per cui sarà difficilissimo annoiarsi. Un anime che sicuramente può garbare anche a chi odia il genere sentimentale.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/hUKDafCRG9k

[#Anime] Le serie da non perdere della stagione autunnale 2016

Passata l’estate, ci troviamo già addentrati nella stagione autunnale anche per gli anime, che sono tanti, anche troppi. Quali seguire? Quali non seguire? Nerd30 risponde a ogni vostra esigenza, quindi ecco quali potrebbero essere i titoli di punta di questa nuova programmazione:

Tiger Mask W – 02/10/2016 – Toei Animation.

Grande ritorno de L’uomo Tigre e i nostalgici non possono che gioire. Ma questo titolo non sarà un remake della storia originale, bensì un seguito: i protagonisti sono Naoto Azuma e Takuma Fujii, ragazzi che si allenano nella piccola federazione Zipang Pro-wrestling. Quando questa viene schiacciata dalla malvagia federazione GWM, dietro la quale si nasconde una nuova Tana delle Tigri, i due ragazzi si dividono: Naoto vestirà i panni di Tiger Mask, deciso a sgominare l’organizzazione, mentre Takuma entrerà a far parte della Tana delle Tigri come Tiger the Dark per distruggerla dall’interno.
Ovviamente è impossibile non consigliare Tiger Mask W, che sembra essere il titolo di punta di questa stagione autunnale. La nostalgia piace, quindi nulla da aggiungere.

https://youtu.be/D0BEkwQQuJw

Occultic; Nine – 08/10/2016 – A-1 Pictures.

Un solo nome, Chiyomaru Shikura. Cosa vi ricorda? Stiamo parlando dello sviluppatore di Steins; Gate e fondatore della “5pb. Inc.”, questo dovrebbe bastare a convincervi.
La storia ruota attorno a nove ragazzi legati fra loro da un blog dell’occulto gestito da Yūta Gamon, studente al secondo anno delle superiori. Delle piccole incongruenze che avvengono intorno ai protagonisti condurranno a un evento inimmaginabile che cambierà la concezione di ciò che viene considerato senso comune nel mondo.
Trama scarna e misteriosa, già iniziamo bene. Cosa si vuole ancora? Consigliatissimo!

TRICKSTER – 04/10/2016 – Shin-Ei Animation e TMS Entertainment.

La storia prende inizio negli anni ’30 del ventunesimo secolo. Protagonista è Kogoro Akechi, capo del Club dei Giovani Detective, i cui membri risolvono i casi grazie alle loro particolari abilità. Fra essi vi è Kensuke Hanazaki che un giorno si imbatte in Yoshio Kobayashi, un giovane che possiede un corpo immortale ma che in realtà desidera la morte. Incuriosito da questo personaggio, Hanazaki lo invita a entrare nel Club, ma il loro incontro è legato al destino che unisce Kogoro e il demone dalle venti facce, nemico principale di quegli anni.
Trama particolarmente interessante che racchiude un po’ di tutto: dal giallo al thriller, con un po’ di superpoteri qua e là e, naturalmente, la vita adolescenziale. Sembra un titolo interessante ma da prendere con le pinze: nonostante le premesse siano buone c’è il rischio di mettere troppa carne al fuoco, ma staremo a vedere. Per ora, visto anche lo zampino della TMS Entertainment, è fortemente consigliato.

https://youtu.be/4bxfumGrdlc

Un Marzo da Leoni – 08/10/2016 – Shaft.

Impossibile non raccomandare la trasposizione del pluripremiato manga di Chika Umino, vincitore di un Manga Taishō, di un Premio Kodansha nel 2011 e della diciottesima edizione del Premio culturale Osamu Tezuka.
Il protagonista è Rei, ragazzo che conduce un’esistenza tormentata dai ricordi e dai sensi di colpa. Quando si trasferisce nel Rione Giugno, poco distante dal Rione Marzo, conosce tre sorelle, Akari, Hinata e Momo. Dividendo la sua vita fra il lavoro, lo studio e i momenti con le ragazze, Rei intraprende un percorso che cambierà completamente la sua vita.
Opera dalla forte impronta psicologica che non deluderà gli appassionati del genere. Sperando che l’anime segua le orme del manga, il titolo è da non perdere.
https://youtu.be/ppziK5QliYI

Ajin – Demi-Human 2 – 08/10/2016 – Polygon Pictures.

Dopo il successo dello scorso anno, non possiamo che consigliare, in fine, la seconda serie di “Ajin – Demi-Human”, fra le più attese della stagione. Ovviamente, per chi se la fosse persa, è da recuperare in fretta la prima stagione.
Buona visione!

Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] One Punch Man, confermata la seconda stagione

Ghiotte notizie sul fronte One Punch Man direttamente dal One Punch Man Autumn Festival, che si sta tenendo proprio oggi a Tokyo.

La seconda stagione è finalmente confermata e in fase di produzione con uscita prevista per il 2017. E’ stato, inoltre, annunciato il rilascio di un mobile game a tema, sempre per il 2017.

In attesa che l’eroe per hobby ritorni sui nostri schermi vi consigliamo di seguire il manga, edito per Planet Manga.

Miriam Caruso

 

[#Anime] Berserk (2016), la Recensione

Il 16 settembre ha visto la fine di uno degli anime più discussi di questa stagione estiva, ormai giunta alle ultimissime battute. Berserk (2016) è il terzo adattamento animato dell’acclamatissimo manga dark fantasy di Kentaro Miura, in corso dal lontano 1989, nonostante le ripetute pause dell’autore. La serie è prodotta dallo studio Liden Films con regia di Shin Itagaki. Il manga ha già goduto nel 1997 di una serie televisiva di 25 episodi prodotta da Oriental Light And Magic e di una serie di 3 film prodotti da Studio 4°C. Entrambi i progetti hanno adattato la prima parte del manga, la cosiddetta Golden Age. Questo nuovo progetto animato della Liden Films ha come obiettivo quello di adattare gli avvenimenti successivi ai due precedenti anime, ripartendo quindi dal periodo successivo alla famosa Eclissi.

La trama è piuttosto semplice: Gatsu, dopo essere stato marchiato durante l’Eclissi, vaga per il mondo uccidendo i vari mostri che lo perseguitano a causa del suo marchio. Il suo obbiettivo è quello di vendicarsi del suo vecchio amico Grifis, che durante l’Eclissi sacrificò tutta la Squadra dei Falchi per poter diventare un membro della Mano di Dio. A Gatsu si unisce l’elfo Puck e successivamente altri personaggi. Inoltre il Guerriero Nero dovrà ritrovare la sua amata Caska, che insieme a lui è l’unico membro della Squadra dei Falchi ad essere sopravvissuta all’Eclissi.

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Tralasciando l’apparato tecnico (di cui parleremo successivamente), Berserk ha sicuramente tanto da dare allo spettatore. Nonostante l’arco narrativo in questione non sia lontanamente paragonabile alla  straordinaria Golden Age, ci troviamo comunque di fronte ad una narrazione matura e coinvolgente. Interessante l’evoluzione subita dal protagonista, passato da essere un uomo duro ma con dentro un grande amore per i propri compagni e per suo amico Grifis, ad una vera e propria macchina da guerra che prova odio verso il mondo che lo circonda, un mondo che gli ha portato via quasi tutto e che sta tentando di allontanarlo anche da Caska, forse l’ultimo appiglio che gli è rimasto prima di perdere completamente la sua umanità. Interessante come Miura riversi in Gatsu quella che è probabilmente la sua visione della religione, fatta di un profondo odio verso una divinità che rende possibile delle immani tragedie. Non mancheranno delle durissime frasi del protagonista, ormai diventate di culto nel panorama dei manga, come “Non pregare altrimenti avrai le mani occupate” oppure “Se incontri Dio digli di lasciarci in pace”. Per il resto la trama scorre via che è una meraviglia, con degli ottimi dialoghi e delle interessanti svolte, nonostante non sia un adattamento fedelissimo dell’opera di Miura (ci sono alcune parti che sono state saltate e alcuni personaggi non inseriti).

Il vero problema di quest’opera è l’apparato tecnico. Il manga di Miura ha dalla sua una straordinaria cura sul piano visivo, e proprio questa resa grafica riesce a integrare alla perfezione il lato narrativo, rendendo la lettura di Berserk una vera e propria esperienza. Purtroppo questo si perde totalmente nell’anime, complice l’infelice scelta di utilizzare delle animazioni in computer grafica che, a causa del basso budget della produzione televisiva, sono veramente brutte a vedersi. Nei precedenti film cinematografici si era optato per la stessa scelta, ma le legnose animazioni in CG venivano compensate da degli ottimi cut in animazione tradizionale, in particolare degli splendidi primi piani dei protagonisti, oltre a degli sfondi veramente mozzafiato. Ciò si perde totalmente in questa serie tv, dove gli intermezzi animati tradizionalmente non fanno altro che peggiorare il tutto, rendendo impossibile abituarsi alla computer grafica.

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Quello che potrebbe succedervi guardando quest’anime dopo aver letto il manga!

I personaggi sembrano dei burattini animati con i fili, complice il basso frame rate di questo tipo di animazione. I primi piani risultano imbarazzanti in alcune sequenze, a causa della scarsa espressività dei modelli computerizzati, sostituiti a volte da dei discreti primi piani disegnati a mano, ma che spezzano eccessivamente l’animazione. Ma quello in cui l’anime riesce a dare il peggio di se è senza alcun dubbio la regia, soprattutto nei primi episodi, aggiustando il tiro nella seconda metà, fatta di continui controcampi (inversioni dell’angolo di ripresa di 180 gradi) nelle scene di combattimento, oltre a inquadrature eccessivamente fotografate (inquadrature di durata brevissima),  inquadrature larghe seguite da altre strettissime, continue zoomate, rallenty e accelerazioni. La regia offre veramente poco equilibrio in questo senso, elementi che complicano eccessivamente lo stare dietro alle scene d’azione, che sono terribilmente confuse e in alcuni frangenti ti fanno solo sperare che finiscano per farti ritrovare i personaggi sullo schermo. Le musiche sono poco varie ma sono sicuramente molto “alla Berserk”. Sarebbero sicuramente un ottimo commento musicale alla lettura del manga, ma in quest’anime riescono a fare ben poco.

L’utilizzo della computer grafica è una scelta anche comprensibile, visto che per gli animatori tradizionali sarebbe impossibile replicare la perfezione stilistica di Miura, ma guardando il vecchio anime del 1997 non possiamo fare altro che rimpiangere quello stile.

La serie è stata rinnovata per una seconda stagione che andrà in onda nella primavera del 2017. Speriamo veramente che sia più curata sotto tutti i punti di vista, perché far scoprire in questo modo un’opera come Berserk alle nuove generazioni è veramente un peccato.

Antonio Vaccaro

 

 

 

[#Anime] Tutte le Nuove Uscite dell’Autunno 2016

Mancano una manciata di giorni alla fine ufficiale dell’estate, ma la stagione autunnale degli anime non si lascia di certo attendere. Di seguito la lista dei nuovi titoli in ordine di uscita e con i rispettivi Studi di produzione:

  1. A Silent Voice – 17/09/2016 – Studio Kyoto Animation.
  2. Heybot! – 18/09/2016 – Bandai Namco Pictures.
  3. Nyanbo! – 27/09/2016 – Studio Shirogumi.
  4. Digimon Universe: Appli Monsters – 01/10/2016 – Toei Animation.
  5. Shūmatsu no Izetta – 01/10/2016 – Ajia-do Animation Works.
  6. Time Bokan 24 – 01/10/2016 – Tatsunoko Production.
  7. BBK/BRNK – 01/10/2016 – Studio Sanzigen.
  8. WWW.Working!! – 01/10/2016 – A-1 Pictures.
  9. Mobile Suit Gundam: Iron-Blooded Orphans 2 – 02/10/2016 – Studio Sunrise.
  10. Magic-Kyun! Renaissance – 02/10/2016 – Studio Sunrise.
  11. Magical Girl Raising Project – 02/10/2016 – Studio Lerche.
  12. My Wife is the Student Council President – 02/10/2016 – Studio Seven.
  13. Ao Oni – The Animation – 02/10/2016 – Studio Deen.
  14. Chi’s Sweet Home (2016) – 02/10/2016 – Marza Animation Planet.
  15. Monster Hunter Stories: Ride On – 02/10/2016 – David Production.
  16. Show By Rock! 2 – 02/10/2016 – Studio Bones.
  17. Tiger Mask W – 02/10/2016 – Toie Animation.
  18. Uta no Prince-sama: Maji Love Fourth Season – 02/10/2016 – A-1 Pictures.
  19. ViVid Strike! – 02/10/2016 – Seven Arcs.
  20. 3-Nen D-Gumi Glass no Kamen – 03/10/2016 – Studio DLE.
  21. Idol Memories – 03/10/2016 – Seven Arcs.
  22. Mysterious Joker 4 – 03/10/2016 – Shin-Ei Animation.new-anime
  23. Stella no mahō – 03/10/2016 – Silver Link.
  24. Touken Ranbu: Hanamaru – 03/10/2016 – Doga Kobo.
  25. Gakuen Handsome – 04/10/2016 – Team YokkyuFuman.
  26. Nobunaga no Shinobi – 04/10/2016 – TMS Entertainment.
  27. Soul Buster – 04/10/2016 – Studio Pierrot.
  28. Ping Pong Girl – 04/10/2016 – Kinema Citrus.
  29. Soushin Shoujo Matoi – 04/10/2016 – White Fox.
  30. TRICKSTER – 04/10/2016 – Shin-Ei Animation e TMS Entertainment.
  31. Anitore! XX – 05/10/2016 – Rising Force.
  32. Natsume degli Spiriti 5 – 05/10/2016 – Studio Shuka.
  33. Crane Game Girls 2 – 05/10/2016
  34. Brave Witches – 05/10/2016 – Silver Link.
  35. Young Kiitarou and His Youkai Picture Diary – 05/10/2016 – Creators in Pack.
  36. Mahou Shoujo Nante Mou Ii Desu kara – 05/10/2016 – Pine Jam.
  37. Nazotokine – 05/10/2016 – Tengu Kobou.
  38. Teekyuu 8 – 05/10/2016 – Millepensee.
  39. Bungou Stray Dogs 2 – 06/10/2016 – Studio Bones.
  40. Sound! Euphonium 2 – 06/10/2016 – Studio KyoAni.
  41. Hip Whip Girl – 06/10/2016 – Studio Xebec.
  42. Yuri!!! on Ice – 06/10/2016 – Studio Mappa.
  43. All Out!! – 07/10/2016 – Madhouse e TMS Entertainment.
  44. Miss Bernard said – 07/10/2016 – Creators in Pack.
  45. Drifters – 07/10/2016 – Drifters Studio.
  46. Girlish Number – 07/10/2016 – Diomedéa.
  47. Haikyu!! – L’asso del volley 3 – 07/10/2016 – Production I.G.
  48. Nanbaka – 07/10/2016 – Satelight.
  49. Kiss Him, Not Me! – 07/10/2016 – Brain’s Base.
  50. Classicaloid – 08/10/2016 – Studio Sunrise.
  51. Long Riders – 08/10/2016 – Studio Actas.
  52. Un Marzo da Leoni – 08/10/2016 – Shaft.
  53. Ajin – Demi-Human – 08/10/2016 – Polygon Pictures.
  54. Lostorage incited WIXOSS – 08/10/2016 – J.C. Staff.
  55. Occultic; Nine – 08/10/2016 – A-1 Pictures.
  56. Sengoku Choujuu Giga – 08/10/2016 – Studio ILCA.
  57. Poco’s Udon World – 09/10/2016 – LIDENFILMS.
  58. The Great Passage – 14/10/2016 – Studio Zexcs.
  59. Ameiro Cocoa 3 – Ottobre 2016 – EMT.
  60. Cardfight!! Vanguard G Next – Ottobre 2016 – TMS Entertainment.
  61. Flip Flappers – Ottobre 2016 – Studio 3Hz.
  62. Girlfriend (Note) – Ottobre 2016.
  63. Dayan the Cat 3: Wonder Theater – Ottobre 2016 – Studio Kachidoki.

                                                                                     

                                                                                                 Paolo Gabriele De Luca