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Occhiuto al Corteo contro la Violenza sulle Donne

COSENZA – In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne il sindaco Mario Occhiuto ha partecipato questa mattina, insieme all’assessore alle Pari opportunità e all’Educazione Matilde Spadafora Lanzino, al tradizionale corteo di sensibilizzazione che la Fondazione Roberta Lanzino promuove a Cosenza ormai da nove anni.

Per squarciare il muro del silenzio, per fare rete, per dire no alla sopraffazione fisica e psicologica sulle donne in quanto donne, donne che hanno il diritto di essere persone libere, consapevolmente decisioniste e stanche di subire, il primo cittadino ha percorso la città sostenendo lo striscione della manifestazione in prima linea insieme a un migliaio di ragazzi. Con lui e con l’assessore Spadafora, che attraverso la Fondazione Lanzino dal 2006 assegna una borsa di studio in memoria della figlia Roberta barbaramente violentata e uccisa alla fine degli anni Ottanta, gli studenti del liceo scientifico Scorza (il liceo che Roberta frequentava e la cui biblioteca porta il suo nome), quelli dell’ITC Monaco e di altri istituti della provincia, hanno colorato di speranza, confronto, dialogo il corteo partito dal liceo Scorza e che si è poi concluso in piazza XI Settembre.

«Oggi vogliamo ricordare tutte le vittime del femminicidio – ha affermato il sindaco Occhiuto – dando a questa giornata il senso della vicinanza e della fiducia nei giovani, perché solo offrendo ai giovani l’esempio di una corretta educazione sentimentale, del rispetto per le donne, del coraggio di isolare i violenti, possiamo pensare di sconfiggere questo tragico fenomeno. Si tratta innanzitutto di una piaga culturale che vogliamo combattere coltivando la gentilezza, la solidarietà, le parole giuste da cui nascono i pensieri e i gesti giusti, e viceversa. Sono contento del coinvolgimento partecipativo di questi ragazzi e ragazze – ha aggiunto – Il percorso da seguire deve essere condiviso con loro».

Il Coraggio di Uscire dal Silenzio, a Francavilla un convegno per ridare voce alle donne

FRANCAVILLA ANGITOLA (VV) Si è tenuto alle 10,30 nell’Oratorio Parrocchiale in Piazza Solari, l’incontro che il comune di Francavilla Angitola, grazie all’organizzazione di Anna Fruci consigliera alle pari opportunità, ha voluto dedicare alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Titolo significativo “Il coraggio di uscire dal silenzio”, che vuole porre l’accento sul fatto che anche in piccole realtà come quelle di Francavilla spesso il reale problema è la paura, il timore delle donne di essere additate e colpevolizzate per errori che non sono i loro.

Sono intervenuti, insieme alla Consigliera e al Sindaco Pizzonia, Maria Pia Masè in veste di presidente dell’ass. Donne per le donne, la psicologa Caterina Gimigliano e l’avvocato Giuliana Caruso. Il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione del parroco e di tutti i ragazzi che hanno preso parte all’evento in maniera attiva.

Un inizio importante ha segnato questa giornata, la proiezione di un video di Paola Cortellesi che nei panni di una venticinquenne di nome Marina mostra come a volte si possa cadere in un amore sbagliato, malato e come sia difficile riconoscerlo spesso accecate dal sentimento. Arriva però un messaggio importante: bisogna credere nell’amore, quello vero e non bisogna mai ritenersi sbagliate perché agire tempestivamente significa salvare la propria vita.

La dottoressa Masè ha improntato il suo intervento sull’importanza della rottura del silenzio perché  «a poco servono manifestazioni, flash mob e scarpette rosse se non si comprende che l’unica soluzione è parlare». Dialogare dunque per trovare una soluzione, una collaborazione che non dev’essere soltanto tra donne ma nella quale l’uomo dev’essere coinvolto in prima persona.

Soltanto nel 2017 sono state uccise 147 donne e solamente il 10% delle donne ha avuto il coraggio di effettuare una denuncia. L’intervento si è poi concentrato sulle nuove leggi e sull’importanza di centri anti-violenza che aiutano le donne a capire che «l’amore deve far star bene, tenere al miglioramento dell’altro».

La dottoressa Gimigliano ha preso successivamente la parola, un intervento che ha mirato a sensibilizzare i ragazzi perché è dall’educazione che bisogna partire per cambiare la situazione attuale.

«Oggi la gente ti giudica, per quale immagine hai, vede soltanto le maschere e non sa nemmeno chi sei», le parole di Marco Mengoni hanno aperto un intervento ricco di spunti di riflessione all’interno del quale sono stai intervistati i diversi ragazzi che hanno partecipato all’incontro.

Gli alunni hanno mostrato non soltanto di essere particolarmente sensibili all’argomento ma di non sapere il perché della violenza, la rabbia è molto spesso un sentimento che si manifesta inconsapevolmente.

La psicologa si è soffermata sul fatto che l’educazione alla non violenza debba trovare le sue radici nella famiglia: «è necessario dedicare più tempo ai ragazzi, creare sempre più spazi di ascolto. L’ascolto viene sempre meno e c’è una frettolosità che ci sta diventando nemica e i ragazzi sono sempre più disorientati. I ragazzi urlano sempre di più il loro senso di solitudine. […] Gli adulti devono educarsi ad ascoltare i ragazzi e ad affiancarli in un momento di crescita. Più attenzione ai ragazzi perché dovranno rappresentarci in un futuro che speriamo sia un futuro migliore».

L’avvocato Caruso si è invece concentrata sulle diverse modalità di violenza perché per combatterla bisogna conoscerla. Non soltanto dunque una violenza fisica ma anche un’aggressione psicologica ed economica. Molte donne infatti, spiega l’avvocato, sono impaurite dall’incapacità di sopravvivere senza il marito, «la donna che subisce violenza ha il primo timore del non sapere dove andare […] ma la legislazione attuale lascia ad una donna una serie di possibilità. L’importante è che la donna denunci».

La giornata è stata accompagnata inoltre da una toccante coreografia preparata da A. B. C. e diretta da Marika Caruso e dalla lettura delle testimonianze di due donne del territorio che, attraverso una lettera in forma anonima, si sono sentite in dovere di dare il loro contributo.

Esse hanno rappresentato un supporto per tutte quelle persone che subiscono angherie ma non sono in grado di uscirne ed accettano con rassegnazione la propria condizione.

Le frasi recitate da Maria Teresa Anello e Barbara Galati hanno avuto la forza di mostrare non soltanto la tristezza e il senso di umiliazione che una donna può provare nel subire violenza ma la possibilità di rinascere, rinascere per se stesse e per le persone a cui teniamo perché:

«non tutti gli uomini sono così […] e non è giusto che una donna si colpevolizzi per un dolore non provocato da lei. Mi viene in mente uno slogan che vedo passare in tv “chi ti ama ti accarezza, non ti picchia”, se potessi tornare indietro non avrei dei rimpianti: quello di non aver denunciato, l’aver avuto paura e il non essermi fidata di nessuno. […]Vorrei ricordare ai ragazzi che sono oggi al convegno di non diventare mai aggressivi e ricordarsi che è grazie ad una donna che loro sono al mondo e sarà proprio quella donna a non voltargli mai le spalle […] una donna non può essere una proprietà […] e un uomo non può possedere un altro essere umano».

Concetta Galati

Lotta alla violenza, Santelli (FI), «Amore e affetto uniche forze dei rapporti interpersonali»

COSENZA – «Sono passati diversi anni dal 1999 quando, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha deciso di istituire la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.  A quasi vent’anni di distanza, la violenza è una costante insita nella nostra società. A confermarlo ci sono i dati dei primi sette mesi del 2017 in cui sono state registrate oltre 2.000 violenze sessuali (di cui solo il 7% denunciato) e oltre 6.000 denunce per stalking.  L’amore e l’affetto devono ritornare ad essere le uniche forze che guidano i rapporti interpersonali, tenendo bene a mente che la violenza è dimostrazione di mero possesso ed estrema crudeltà e, per questo motivo, ingiustificabile. Benedetto Croce la descriveva non come una forza, bensì come una debolezza». Queste le parole del coordinatore regionale di Forza Italia e vicesindaco di Cosenza Jole Santelli, nel giorno in cui si celebra la lotta alla violenza sulle donne.
«Certo, non si può immaginare un mondo perfetto in cui regnano la pace e l’armonia. Bisogna però prendere consapevolezza del fatto che, per prevenire e arginare la violenza, servono azioni decise e audaci. Non si può ignorare quel 93% di violenze non denunciate. Sono infatti tante le donne italiane, nullatenenti e necessariamente legate alla figura del “padre famiglia”, che preferiscono sopportare situazioni di aggressività estrema pur di non mettere a rischio le condizioni dei propri figli. Serve quindi maggiore tutela, maggiore sensibilizzazione, a partire dalle nuove generazioni, oltre alla pianificazione di politiche di sostentamento economico per le vittime. Con rammarico bisogna inoltre segnalare come in questo ultimo anno, dal punto di vista legislativo, si sia fatto un enorme passo indietro. Nel giugno scorso infatti è stato modificato il processo penale in materia di stalking approvando una norma che consente di estinguere tale reato tramite un risarcimento economico di circa 1.500 euro. Un vero e proprio atto di schizofrenia legislativa che indebolisce il sistema normativo, ai danni delle tante donne vittime di persecuzione, che Forza Italia ha provveduto a segnalare tramite un emendamento correttivo».

Una panchina rossa in ricordo di Maria Rosaria Sessa, ieri l’inaugurazione

COSENZA – Una panchina per ricordare, una panchina per non dimenticare. Una panchina rossa, come il rosso del sangue che resta su ogni donna vittima di violenza e, ancora più brutalmente, vittima di femminicidio. Il circolo della stampa di Cosenza e l’amministrazione comunale di Palazzo dei Bruzi hanno voluto così, simbolicamente ricordare Maria Rosaria Sessa, la giornalista uccisa nel dicembre 2002. Uccisa dall’amore, come spesso accade. Il sorriso e la vivacità di Maria Rosaria continuano a rivivere ogni giorno nelle menti dei suoi genitori, Gina e Santo, in quelle dei suoi fratelli e di tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerla. La panchina rossa di Maria Rosaria è la panchina di tutte le donne che ogni giorno combattono e lottano per sconfiggere un mostro brutale e osceno. La violenza, fisica, carnale, materiale e psicologica.  E proprio in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza alle donne- che ricorre oggi- il Circolo della Stampa ha ideato questa iniziativa. La panchina- offerta dall’azienda Caffè Aiello di Cosenza e intitolata alla giornalista scomparsa,  è stata inaugurata ieri pomeriggio alla presenza di autorità civili e religiose ed è stata posta nel tratto finale di Corso Mazzini, davanti la Free Little Library. Amici e conoscenti hanno cosi voluto ricordare Maria Rosaria, tutti stretti in un unico grande abbraccio ideale che certamente avrà raggiunto anche lei, ovunque si trovi.

 

Raffaella Aquino

 

 

 

 

Il ruolo del giornalismo nella lotta contro la violenza sulle donne

COSENZA – «Il giornalismo può svolgere un ruolo importante nella lotta contro la violenza sulle donne. E può svolgerlo con l’unica arma che possiede, la parola». Così Mario Tursi Prato, presidente del movimento calabrese “Giornalisti d’Azione”, nel’auditorium dell’istituto scolastico “Da Vinci – Nitti”, di Cosenza, ha aperto l’incontro con gli studenti, moderato dalla giornalista Carla Sabato, dedicato alla “Giornata internazionale della lotta alla violenza sulle donne”. Il presidente dell’associazione di giornalisti, facendo riferimento al “Manifesto di Venezia”, che proprio oggi è stato sottoscritto nel capoluogo veneto, ha sottolineato come “proprio l’uso dei termini nella narrazione di casi di violenza deve rispondere a regole precise. Le parole non devono essere impiegate impropriamente, non bisogna assecondare la morbosità di lettori e telespettatori entrando in dettagli intimi, occorre raccontare anche belle storie di donne e proporre modelli positivi”. Sono tanti i tipi di violenza a cui possono essere sottoposte le donne, ma anche gli uomini, come ha sottolineato la psicologa Rossella Palmieri, particolarmente esperta in problemi di stalking  «a cui – ha detto – sono sottoposti anche gli uomini, e che determinano, alla stregua di tutti le altre manifestazioni di violenza, psicopatologie che possono segnare la vita intera». L’appuntamento di questa mattina rientra nell’ambito dei laboratori di giornalismo che “Giornalisti d’Azione” ha attivato e attiverà in tantissime scuole della Calabria, laboratori coordinati dalla giornalista Mariapia Volpintesta che, a proposito di violenza sulle donne, in particolare “femminicidio”, ha scritto un libro, dal titolo “Ti amerò più della tua stessa vita”, ha evidenziato come “quello che oggi chiamiamo ‘femminicidio’ è un fenomeno sociale che esiste da sempre e che si ripropone con le stesse caratteristiche”. Volpintesta ha estrapolato due delle storie raccolte nel suo libro e la ha narrate ai ragazzi. L’apertura dell’incontro ha registrato la proiezione di un video dell’artista multimediale Maria Rosaria Cozza, sul tema del corpo segnato dal trauma, l’unica artista calabrese selezionata per il progetto “Artefatto”, nato dai Poli di aggregazione giovanile del Comune di Trieste, progetto ha come obiettivo un percorso indirizzato alla valorizzazione e alla scoperta dei giovani talenti, alla promozione e allo sviluppo dell’arte contemporanea.

Verso il 25 novembre, gli appuntamenti per il comune rendese

RENDE (CS) – Fitto il carnet di appuntamenti che caratterizzeranno a Rende la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” celebrata nel mondo il 25 novembre.

Come ente capofila della Rete Urbana Antiviolenza -ha affermato il sindaco Marcello Manna- intendiamo operare quotidianamente nel contrasto della violenza attraverso politiche di genere.

L’assessorato alle pari opportunità del comune oltre il Campagnano ha infatti in agenda diverse iniziative sul territorio: si parte oggi pomeriggio nella sala stampa dell’Università della Calabria con l’incontro “Ma che differenza c’è?” organizzato dal Comitato Unico di Garanzia dell’Unical con l’Ordine regionale degli psicologi. Hanno partecipato alla discussione i docenti Angela Costabile e Roberto Baiocco.

Il 23 alle 15,00, nell’ambito dei percorsi di cittadinanza attiva avviati con le scuole superiori del territorio, la docente Unical Ines Crispini terrà una lectio su violenza di genere agli alunni del liceo scientifico “Pitagora”. Saranno presenti la dirigente Alisia Rosa Arturi e, per il comune di Rende, il sindaco Manna e le assessore Petrusewicz e Pasqua.

Tappa a Roma il 25 novembre dove, rappresentato dall’assessora alle pari opportunità, il comune di Rende parteciperà all’evento alla Camera dei deputati organizzato dalla presidente Laura Boldrini.

L’occasione di sensibilizzazione denominata “#InQuantoDonna” vedrà la presenza a Palazzo Montecitorio delle rappresentanti dei più importanti enti ed associazioni impegnati sul territorio nel contrasto alla violenza sulle donne e nella promozione della loro libertà e autonomia.

Tra le relatrici, interverrà la cosentina Antonella Veltri fresca di nomina alla vicepresidenza della rete nazionale dei Centri AntiviolenzaD.i.Re.

Questa iniziativa -ha affermato l’avvocata- riveste un ruolo importante in un quadro nazionale desolante: abbiamo necessità di un rinnovato e più efficace impegno istituzionale per la costruzione di reti con i centri antiviolenza. È nostro obbligo politico e morale investire nella prevenzione prima e di più che nel contrasto alla violenza sulle donne.

Deliberato dalla giunta, inoltre, il patrocinio all’iniziativa di carattere nazionale di Confagricoltura Donna Calabria che, proprio nella giornata del 25 novembre, allestirà un gazebo per la vendita delle clementine della Sibaritide a piazza IX Settembre a Cosenza. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto ai centri antiviolenza.

Infine, il 29 novembre al museo del Presente, il Comitato Unico di Garanzia con il contributo del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria ed il comune di Rende promuoveranno l’incontro con il cantautore Edoardo De Angelis che vedrà anche la partecipazione degli studenti medi e universitari della città.

“Anna ha visto la luna” è infatti il recital di musica e poesia che l’autore romano proporrà ai più giovani per sensibilizzarli ai temi della violenza contro le donne.

Dialogheranno con il cantautore Giuliana Mocchi e Franca Garreffa per il CUG e Marta Petrusewicz e Marina Pasqua per il comune. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Simona De Maria.

Saranno presenti il sindaco Marcello Manna, il rettore Gino Mirocle Crisci, il direttore del Dispes Francesco Raniolo.

Giornata antiviolenza, anche a Rende numerose iniziative in programma

RENDE (CS) – Fitto il carnet di appuntamenti che caratterizzeranno a Rende la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” celebrata nel mondo il 25 novembre. «Come ente capofila della Rete Urbana Antiviolenza -ha affermato il sindaco Marcello Manna- intendiamo operare quotidianamente nel contrasto della violenza attraverso politiche di genere». L’assessorato alle pari opportunità del comune oltre il Campagnano ha infatti in agenda diverse iniziative sul territorio: si è partiti ieri pomeriggio nella sala stampa dell’Università della Calabria con l’incontro “Ma che differenza c’è?” organizzato dal Comitato Unico di Garanzia dell’Unical con l’Ordine regionale degli psicologi. Hanno partecipato alla discussione i docenti Angela Costabile e Roberto Baiocco. Il 23 alle 15,00, nell’ambito dei percorsi di cittadinanza attiva avviati con le scuole superiori del territorio, la docente Unical Ines Crispini terrà una lectio su violenza di genere agli alunni del liceo scientifico “Pitagora”. Saranno presenti la dirigente Alisia Rosa Arturi e, per il comune di Rende, il sindaco Manna e le assessore Petrusewicz e Pasqua.

Tappa a Roma il 25 novembre dove, rappresentato dall’assessora alle pari opportunità, il comune di Rende parteciperà all’evento alla Camera dei deputati organizzato dalla presidente Laura Boldrini. L’occasione di sensibilizzazione denominata “#InQuantoDonna” vedrà la presenza a Palazzo Montecitorio delle rappresentanti dei più importanti enti ed associazioni impegnati sul territorio nel contrasto alla violenza sulle donne e nella promozione della loro libertà e autonomia.Tra le relatrici, interverrà la cosentina Antonella Veltri fresca di nomina alla vicepresidenza della rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re. «Questa iniziativa -ha affermato l’avvocata- riveste un ruolo importante in un quadro nazionale desolante: abbiamo necessità di un rinnovato e più efficace impegno istituzionale per la costruzione di reti con i centri antiviolenza. È nostro obbligo politico e morale investire nella prevenzione prima e di più che nel contrasto alla violenza sulle donne».  Deliberato dalla giunta, inoltre, il patrocinio all’iniziativa di carattere nazionale di Confagricoltura Donna Calabria che, proprio nella giornata del 25 novembre, allestirà un gazebo per la vendita delle clementine della Sibaritide a piazza IX Settembre a Cosenza. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto ai centri antiviolenza.Infine, il 29 novembre al museo del Presente, il Comitato Unico di Garanzia con il contributo del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria ed il comune di Rende promuoveranno l’incontro con il cantautore Edoardo De Angelis che vedrà anche la partecipazione degli studenti medi e universitari della città. “Anna ha visto la luna” è infatti il recital di musica e poesia che l’autore romano proporrà ai più giovani per sensibilizzarli ai temi della violenza contro le donne. Dialogheranno con il cantautore Giuliana Mocchi e Franca Garreffa per il CUG e Marta Petrusewicz e Marina Pasqua per il comune. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Simona De Maria.

Saranno presenti il sindaco Marcello Manna, il rettore Gino Mirocle Crisci, il direttore del Dispes Francesco Raniolo.

 

Tenta di molestare una turista argentina, ai domiciliari un uomo di Castrolibero

PAOLA (CS) – Con l’accusa di violenza sessuale aggravata i carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari un uomo di Castrolibero, P.F. di 32 anni, incensurato, su disposizione del Gip di Paola Maria Grazia Elia. La misura restrittiva è stata richiesta dal procuratore capo Pierpaolo Bruni e dal sostituto Anna Chiara Fasano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo il 28 agosto scorso, mentre si trovava nei pressi della stazione ferroviaria di Amantea, fingendosi alla guida di un veicolo preposto al trasporto pubblico ha carpito la fiducia di una 27enne di nazionalità argentina appena giunta con il treno nella cittadina tirrenica. La ragazza avrebbe dovuto prendere un pullman per raggiungere un paesino dell’entroterra dove risiedono alcuni suoi parenti. Dopo aver convinto la giovane a salire in auto avrebbe iniziato a palpeggiarla ed a molestarla sessualmente. Nel momento in cui la donna si è resa conto delle intenzioni di P.F., approfittando della sosta forzata in corrispondenza di un semaforo rosso, è riuscita a divincolarsi ed a scendere dall’abitacolo. Dopo la fuga, la vittima è stata soccorsa da due persone di Amantea le quali, notata la ragazza in preda ad una crisi di pianto, le prestavano il loro aiuto, accompagnandola poi alla locale stazione dei carabinieri di Amantea per sporgere denuncia. Le immediate attività investigative avviate dai militari hanno consentito di individuare l’autore della violenza sessuale nell’uomo di Castrolibero finito ai domiciliari.

Violenza sessuale, presentato il bando per la formazione del personale sanitario

CATANZARO – L’Assessore al Welfare Federica Roccisano ha illustrato, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede della Cittadella regionale, l’avviso pubblico per il finanziamento di progetti  finalizzato alla realizzazione di azioni di formazione al personale sanitario e socio sanitario dei presidi di emergenza e di Pronto  soccorso nell’ambito del Piano per il contrasto alla violenza sessuale e di  genere. «Con questo Avviso – ha dichiarato  l’Assessore Roccisano – intendiamo finanziare progetti di formazione che usufruiranno anche delle professionalità delle operatrici dei Centri antiviolenza, del personale sanitario e sociosanitario in servizio presso i Dipartimenti di emergenza e i Pronto soccorso degli ospedali, anche al fine di promuovere modelli di soccorso e assistenza».  «È importante  – ha aggiunto –  formare il personale che deve interloquire con le donne vittime di violenza  e creare un rete di persone che si coordinano per tutelare le donne già dal primo accesso al pronto soccorso. Qualora, infatti, dall’anamnesi e dalle condizioni cliniche della donna che si presenta al Pronto soccorso, e ad ogni altro presidio di emergenza, emergano elementi riconducibili a episodi di violenza, è possibile attivare risposte immediate e secondo modalità ben strutturate. Abbiamo anche istituito un tavolo insieme alle case rifugio, ai centri antiviolenza e agli operatori del settore con l’obiettivo di rafforzare, sul territorio regionale, le misure a sostegno delle vittime di violenza di genere e i loro figli ed i servizi a loro dedicati, il tutto in un’ottica non solo di assistenza ma di empowerment femminile».

 

Tenta di violentare una donna in un parco, fermato un giovane a Crotone

CROTONE – Tentata violenza è l’accusa ai danni di un migrante che avrebbe infastidito una giovane donna a Crotone. Secondo quanto si apprende, infatti, il cittadino gambiano avrebbe costretto la vittima, in compagnia del proprio fidanzato in un giardino pubblico, a seguirlo in una stradina poco illuminata, dopo averla minacciata con un paio di forbici. La reazione del fidanzato della giovane, però, avrebbe costretto il violentatore, già slacciatosi i pantaloni, alla fuga. Il migrante è, dunque, stato denunciato in stato di libertà dalla polizia di stato di Crotone con l’accusa di rapina e tentata violenza sessuale. La coppia ha poi raccontato ai poliziotti sopraggiunti di essere stata avvicinata da un giovane di colore mentre si trovava su una panchina della villa comunale. Il giovane gambiano, sotto la minaccia della forbice, ha prima intimato loro di proseguire nelle effusioni, poi ha costretto l’uomo a denudarsi per appropriarsi di soldi e altri beni contenuti negli indumenti mentre contestualmente svuotava la borsa della donna. In base alle indicazioni della coppia i poliziotti sono riusciti a risalire al migrante gambiano che si trovava in un ex deposito di carburanti non molto distante dal luogo dove sarebbero avvenuti i fatti.