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Truffa all’Inps, scoperti oltre 300 falsi braccianti

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) –  I finanzieri della Compagnia di Rossano hanno smascherato, al termine di una indagine coordinata dalla Procura di Castrovillari diretta da Eugenio Facciolla, una truffa ai danni dell’Inps a opera di una azienda agricola che sfruttava il meccanismo delle assunzioni false di manodopera; 311 assunzioni fantasma che hanno creato un danno alle Casse dello Stato di 550 mila euro. La società, per l’accusa, ha presentato all’Ente falsi documenti dal 2011 al 2014, ottenendo la liquidazione di somme relative a indennità di disoccupazione, malattia e maternità a beneficio di lavoratori che avrebbero prestato la propria attività su alcuni fondi nella Sibaritide. La società aveva denunciato all’Inps 15 mila giornate lavorative, risultate false, effettuate su terreni di cui non aveva, in molti casi, la disponibilità. I soggetti sono stati denunciati per falso, truffa, illecita somministrazione di manodopera e omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi obbligatorie per legge sono 311.

Operazione “Sansone”, sequestro milionario a medico che favoriva le cosche

REGGIO CALABRIA – Nuovo sequestro beni, per un valore di 6 milioni di euro, nei confronti del medico chirurgo reggino Francesco Cellini, responsabile e legale rappresentante della cooperativa Anphora che gestisce la clinica “Nova Salus” a Villa San Giovanni. Il professionista è imputato nell’operazione “Sansone” condotta nel 2016 contro le cosche Condello di Reggio Calabria e Zito-Bertuca, Imerti-Buda di Villa San Giovanni. Secondo l’accusa avrebbe ricoverato alcuni mafiosi per evitargli il carcere e curato i latitanti Pasquale e Giovanni Tegano. Il nuovo sequestro va ad aggiungersi a quello da 19 milioni eseguito nel marzo scorso ed è stato disposto a conclusione di accertamenti finanziari che hanno riguardato decine di conti corrente e diversi istituti di credito, assicurativi e finanziari, svolti dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con il supporto dello Scico della Finanza e insieme ai al Ros dei Carabinieri. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale su richiesta della Dda.

 

Immagini di repertorio

Scopettate e pugni contro poliziotti, arrestato un ghanese

REGGIO CALABRIA – Un cittadino ghanese di 37 anni, in Italia dal 2006, è stato arrestato dagli agenti della Polfer di Reggio Calabria per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, infatti, alla richiesta dei poliziotti di esibire i documenti ha reagito iniziando a urlare ed agitando le braccia come se si trovasse su un ring di pugilato, muovendosi velocemente in avanti e indietro tentando di colpire gli agenti. Questi ultimi, in un primo momento si sono limitati ad evitare i “ganci” dell’esagitato, anche per la presenza dei numerosi viaggiatori, poi, quando l’uomo ha travolto un addetto delle pulizie prendendogli uno scopettone, sono intervenuti venendo trascinati a terra e rimanendo feriti nella colluttazione. All’arrivo di una volante l’uomo è stato infine ammanettato, già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi. L’arresto è stato poi convalidato e l’uomo sottoposto all’obbligo di firma.

Foto repertorio

Operai “alla giornata” e senza tutele, diffidata un’impresa di costruzioni

AMANTEA (CS) – Dopo una serie di sopralluoghi sono scattate le ispezioni da parte dei finanziari di Paola e Amantea nei confronti di un’azienda di costruzioni. In totale 16 gli operai irregolari, sprovvisti di documentazione obbligatoria e utilizzati dunque “in nero”. Per gli operai, che prestavano la loro opera “alla giornata”, non era infatti stata trasmessa da parte dell’azienda alcuna comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro previsto dalla legge.  La società è stata diffidata a regolarizzazione le inosservanze entro i termini previsti: i lavoratori dovranno essere assunti per almeno 3 mesi.

Maltrattamenti in famiglia, divieto di avvicinamento a moglie e figlio

CORIGLIANO/ROSSANO (CS) – Il personale della Polizia di Stato del Commissariato di Rossano hanno eseguito, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima nei confronti di M.A. di anni 34 pakistano, per il reato di maltrattamenti in famiglia, richiesta dal Sig. Procuratore della Repubblica presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari dott. Eugenio FACCIOLLA e disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari dott. Luca COLITTA.

Violenze e maltrattamenti per sette anni

La vittima, da circa sette anni subiva maltrattamenti reiterati, consistenti in atti di violenza, fisica, psicologica con ingiurie e offese verbali, minacce di morte. Durante le giornaliere ed ultime liti domestiche, M.A. oltre che alla reiterazione dei maltrattamenti sopra descritti la minacciava che avrebbe bruciato l’abitazione della genitrice. Da evidenziare che gli atti di violenza, durati sette lunghi anni, frequentemente si sono manifestati alla presenza del di loro figlio minore.  Ieri a seguito degli accertamenti disposti alla Polizia di Strato, da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari, il Tribunale della Repubblica di Castrovillari ha emesso nei confronti dell’autore di questi reati, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima. Misura eseguita nella mattinata odierna dallo stesso personale del Commissariato di P.S. di Rossano.

 

 

 

 

Droga, spaccio, detenzione illegale di armi e furto, blitz nel lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Dalle prime ore del mattino, nei comuni di Lamezia Terme, Pianopoli e Serrastretta, i militari del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme, supportati dal Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, da personale della Compagnia di Intervento Operativo del Battaglione Calabria e da unità cinofile, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare (2 misure in carcere e 6 agli arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 8 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio stupefacenti  detenzione, porto e utilizzo di ordigni esplosivi,  detenzione illegale di armi e furto aggravato  La misura, che trae origine da una complessa indagine del Nucleo Investigativo del Gruppo e della Compagnia di Lamezia Terme, condotta tra maggio 2017 e gennaio 2018, ha permesso di documentare l’esistenza di una piazza di spaccio divenuta riferimento per tutto il comprensorio comunale. Marijuana e cocaina, questo il core business del gruppo criminale dal quale si rifornivano decine di soggetti tossicodipendenti. Gigliotti Mario, detto “Faina”, si occupava sia delle singole cessioni che di distribuire quantitativi maggiori che venivano poi smerciati dai suoi complici, organizzati nei minimi particolari. Guzel Oguz e Nicotera Pierfrancesco si occupavano della marijuana, Mascaro Giancarlo e Gigliotti Luigi della cocaina. Mesi di intercettazioni, riascolti, servizi di appostamento e di riscontro che hanno permesso di documentare gli appuntamenti in cui si parlava di droga, di prezzi, di dosi. Ci vediamo per una “birretta..”, questa la parola d’ordine al suono della quale, quasi quotidianamente, gli odierni indagati si incontravano per gestire i loro traffici. E poi iniziava la giornata di “lavoro” con decine di cessioni concordate telefonicamente con gli acquirenti per poi incontrarsi per le vie della città. L’attività investigativa ha, tuttavia, delineato un quadro ancor più allarmante confermato dalla disponibilità da parte degli indagati di armi da fuoco, degna di una organizzazione criminale che si rispetti. A casa di Fiorenza Naiden, inoltre, è stato rinvenuto un vero e proprio “libro mastro” sul quale sono apposti decine di nomi di suoi collaboratori e i conti dei suoi traffici. Ma il Fiorenza, sentendosi alle corde, cercava di sottrarsi alla continua pressione preventiva e repressiva messa in atto dai Carabinieri della Stazione di Pianopoli che stava smascherando le sue attività. E allora incaricava il suo braccio destro, Stranieri Ottavio, affinché facesse esplodere un ordigno rudimentale nei pressi della caserma di Pianopoli quale monito, facendo perdere le proprie tracce per qualche giorno. Rientrato a Pianopoli veniva arrestato per la detenzione di un fucile clandestino con il quale era sceso in strada sparando all’impazzata per intimidire un suo zio con il quale era entrato in contrasto. Veniva arrestato anche lo Stranieri per l’esplosione dell’ordigno, tradito dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, minuziosamente analizzate dai carabinieri. Ed è proprio in carcere che si delineano in modo ancor più particolareggiato gli intenti criminali e la personalità dei soggetti. Dettagli sul posizionamento della bomba, sul possesso di altre armi e financo sulla pianificazione di un omicidio per il quale era stata rubata una moto, poi fortunatamente rinvenuta dai Carabinieri. Contestualmente è in corso di esecuzione, unitamente a militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, un decreto di sequestro preventivo relativo ad un’attività commerciale riconducibile a pregiudicati contigui alla cosca di ‘ndrangheta “Giampà”, attiva nella piana lametina. Si tratta dell’autocarrozzeria “New All Car” di Lamezia Terme. I fratelli Luigi, Luciano e Franco Trovato, infatti, gravati da numerosi precedenti di polizia per traffico di stupefacenti, ricettazione, riciclaggio, rapina ed usura commessi in concorso ad altri esponenti della c.o. di questo centro, hanno fittiziamente intestato la suddetta attività commerciale ad altri soggetti (emersi nel corso delle indagini dei CC) continuando, di fatto, a mantenerne la disponibilità e la gestione. Gli approfondimenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza sono stati integrati dal contenuto delle conversazioni captate nel corso delle indagini nelle quali i Trovato appaiono come i veri e propri datori di lavoro ai quali dover far capo. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza hanno preso le mosse dallo sviluppo di altra attività eseguita nell’ambito di accertamenti finalizzati all’aggressione patrimoniale ai sensi del D.Lgs 159/11. All’esito delle preliminari investigazioni svolte, infatti, sul conto dei germani TROVATO Franco e TROVATO Luciano, il Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione, con i provvedimenti datati 31.05.2016 e 03.01.2017, disponeva il sequestro, tra l’altro, del 66% delle quote sociali della ALL CAR Srl, intestate rispettivamente a GUZZO Annamaria (moglie di TROVATO Franco) e TROVATO Luciano. Conseguentemente, la relativa gestione veniva rimessa agli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale; rimanevano libere dal vincolo ablativo, invece, le quote societarie di CIMINO Monica (moglie dell’altro fratello TROVATO Luigi) pari al 34% del capitale sociale. Detta società, tra l’altro, già in precedenza era stata sequestrata dalle Fiamme Gialle di Lamezia Terme anche sul piano penale nell’ambito dell’operazione condotta nel luglio 2013 dalla DDA di Catanzaro nei confronti di boss e affiliati ad una potente famiglia di ‘ndrangheta lametina. Dai successivi accertamenti economico-patrimoniali svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. di Catanzaro sul conto dell’altro fratello, TROVATO Luigi, ed in particolare dall’analisi della situazione societaria della moglie CIMINO Monica, emergeva che la stessa, al fine di eludere le misure di prevenzione, aveva costituito una nuova società denominata NEW ALL CAR Srl. La CIMINO, in sostanza, non aveva fatto altro che avviare una nuova società utilizzando lo stesso complesso aziendale della ALL CAR srl. La NEW ALL CAR Srl, pertanto, costituiva chiaramente una derivazione, reimpiego e prosecuzione della precedente società: la stessa ditta, con gli stessi mezzi e lo stesso compendio aziendale che, presso la stessa sede di esercizio, stava continuando ad operare con una nuova denominazione, tra l’altro, molto simile alla precedente (era stato aggiunto il termine inglese NEW proprio per intendere “nuova”). I predetti fratelli TROVATO Franco, Luciano e Luigi, unitamente al soggetto interposto, CIMINO Monica, venivano iscritti nel registro degli indagati per il reato di cui all’art. 12 quinquies L.356/92 (ora art. 512 bis c.p.) e la società con il relativo complesso aziendale veniva proposta per il sequestro. Nello specifico il complesso dei beni sottoposti a vincolo ha un valore stimato di circa 350.000 Euro.

Trovati reperti archeologici, erano nascosti in una stalla

CIRO’ MARINA (KR) – Durante una perquisizione dei carabinieri di Cirò Marina, finalizzata alla ricerca di armi ed esplosivi, i militari hanno scoperto in una stalla, all’interno di un armadio, un tesoro archeologico di grande valore e pregio. In tutto 25 tra monili, gioielli, bracciali, orecchini e vasellame. I reperti storici sono stati al momento sequestrati e il titolare della stalla è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Crotone. Con ogni probabilità il tesoro nascosto risale all’epoca ellenistica, riconducibili all’età del ferro.

 

 

Accusati di tentato omicidio per droga, due arresti

VIBO VALENTIA – I carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con il supporto di quelli di Vimercate (Milano) e di Cassano d’Adda (Milano) hanno eseguito, a Briatico e Mesate (Milano), una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di 2 persone ritenute responsabili in concorso, a vario titolo, di tentato omicidio, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Presunti autori di un tentato omicidio due giovani di Briatico

Le indagini avrebbero permesso di risalire ed identificare due giovani di Briatico, Riccardo Melluso, di 27 anni e Graziano Spasaro, di 31, già noti alle forze dell’ordine, che secondo gli investigatori sono al vertice di una rete di spaccio e, nel gennaio scorso, che si sarebbero resi autori del tentato omicidio di un loro coetaneo avvenuto a Briatico alla base del quale ci sarebbe stato un debito di droga mai saldato.

IVA non versata, beni confiscati per oltre 360mila euro

REGGIO CALABRIA – Nell’ambito dell’attività Istituzionale volta alla tutela delle entrate statali ed al contrasto dell’evasione fiscale, i Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca per equivalente per un valore di oltre 360 mila euro, emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nei confronti di un imprenditore condannato per il reato di omesso versamento di IVA. Il provvedimento, eseguito dalla Compagnia di Palmi sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, scaturisce da un’attività d’indagine eseguita nei confronti di un’impresa individuale operante nel settore del trasporto merci su strada, il cui titolare ha omesso di versare l’Imposta sul Valore aggiunto, dovuta in base alla dichiarazione annuale relativa all’anno d’imposta 2010, per un importo di euro 361.579,00. In esecuzione del decreto di confisca, le Fiamme Gialle hanno cautelato diversi conti correnti e beni mobili registrati nella disponibilità dell’imprenditore condannato.