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Il poeta Gianfranco Aloe in commissione cultura

Cosenza – “Anche i bancari hanno un’anima”. Era il titolo di una commedia musicale di successo, scritta da quei grandi umoristi che rispondono al nome di Italo Terzoli ed Enrico Vaime e che rappresentò uno dei cavalli di battaglia della premiata ditta Garinei e Giovannini.

Quel titolo calza a pennello per Gianfranco Aloe, un passato da bancario, da politico militante e ora, in una sorta di “second life”, scopertosi fine scrittore e poeta di vaglia, capace di versi di grande profondità ed emotivamente molto coinvolgenti.

Ma i suoi versi, almeno finora, non ha ritenuto di doverli pubblicare “perché – dice – è difficile vendere libri, solo gli amici potrebbero acquistarli”.

Una scelta che probabilmente dovrà rivedere, anche sulla spinta e dietro l’incoraggiamento che riceve quotidianamente da quegli amici potenziali acquirenti e ieri dalla Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, che ha ospitato Gianfranco Aloe nell’ambito della rassegna rivolta a far emergere e valorizzare i talenti del nostro territorio.

Innegabile il talento di Aloe, espresso a piene mani nel racconto “Fratelli di fatto” che per la verità ha trovato pubblicazione su un periodico di cultura giovanile e che si è aggiudicato, meritatamente, il primo posto al Premio Letterario Internazionale “Arte solidale tra Musica e Memoria” 2011, promosso dall’Associazione culturale “Gueci” di Anna Laura Cittadino.

Ieri, dopo un breve saluto introduttivo del Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro, è stata la Vicepresidente Maria Lucente a leggere per intero il breve, ma intenso racconto.

La lettura dei versi del poeta cosentino è stata affidata, nell’incontro in commissione cultura, a Rossella Gaudio, che da attrice consumata ha dato ancora più anima alle poesie di Gianfranco Aloe: “Vedo”, e l’inedita “E…venti”.

Prima di lei anche il giovane poeta Davide Carpino, con il quale Gianfranco Aloe condivide un pezzo del suo cammino nelle iniziative dell’Associazione solidale “La Terra di Piero”, aveva letto i versi di un’altra poesia, dal titolo “Rimorsi”.

Dopo aver ringraziato la commissione, Gianfranco Aloe ha spiegato di “vivere per gioco la poesia” che trasuda impegno civile, solidarietà ed anche denuncia.

Contaminare la città di cultura – ha aggiunto – è l’unico modo per farci uscire dalla nostra condizione di crisi e talvolta di subalternità. E il ruolo della poesia può in questo senso essere di grande aiuto.”

Ne sono convinti più che mai anche i consiglieri Maria Lucente e Mimmo Frammartino, che hanno espresso apprezzamento a Gianfranco Aloe. La Lucente “per la sua capacità di raccontare, ma anche di mescolare sapientemente la poesia con la sociologia e la psicologia” e Frammartino perché “Aloe rappresenta una delle risorse della città di cui bisogna andare orgogliosi”.

Il sindaco Occhiuto interviene sulle proposte culturali della città

COSENZA – “Anche quest’anno la stagione ‘More’ dedicata al teatro contemporaneo dalla compagnia ‘Scena Verticale’, titolare della residenza teatrale del Morelli, ha colto nel segno. I dati, significativi, che parlano di sold out in quasi tutte le serate della rassegna non solo lasciano ben sperare per il prosieguo della residenza teatrale, ma danno conto di una ritrovata vitalità di tutto il sistema dei teatri della città che ha, negli ultimi due anni, conosciuto una nuova fase di graduale, ma incisivo rilancio, a testimonianza delle buone pratiche che l’Amministrazione comunale ha intrapreso sul fronte delle politiche culturali, pur angustiato da tagli e da un momento recessivo certamente non dei migliori”.

Il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto tiene a sottolineare il buon risultato, replicato anche quest’anno dopo il successo del 2012, della rassegna teatrale ‘More’, dedicata alla scena contemporanea e conclusasi ieri sera al teatro Morelli con un concerto del gruppo “Il circolo delle quarte”. Il primo cittadino ha inteso intervenire, anche da titolare della delega alla Cultura che ha tenuto per sé sin dall’inizio del suo mandato, con alcune considerazioni sulle politiche culturali intraprese e portate avanti dall’Amministrazione comunale con la direzione artistica unica dei teatri cittadini affidati alla guida di Isabel Russinova.

“L’offerta culturale dell’ultimo biennio – precisa Occhiuto – è stata ampia ed articolata ed ha coinvolto non solo il nostro teatro di tradizione, il Rendano, ma, oltre al Morelli, anche il Cinema Italia-Tieri.

E’ evidente che la congiuntura economica del momento non è stata di aiuto nell’attuazione compiuta di tutti i nostri programmi e, lungo questo percorso, delineato con impegno, competenza e dedizione assoluta da Isabel Russinova, alla quale va il ringraziamento di tutti, qualche problema è affiorato, come nel caso dell’annullamento di qualche spettacolo, prontamente sostituito dalla direzione artistica con spettacoli di indubbia qualità e di pari livello che hanno consentito di mantenere gli impegni assunti ad inizio stagione con il pubblico e gli abbonati. E i segnali venuti dall’ultima stagione sono più che incoraggianti, anche su questo terreno. C’e stato un incremento degli abbonamenti ed in aumento è anche l’affluenza degli spettatori, ai quali la direzione artistica ha inteso somministrare un questionario per misurare il gradimento degli spettacoli. C’è da aggiungere, infine, che i costi della stagione si sono sensibilmente ridotti e, a giudicare dal fatto che gli spettacoli di prosa erano tra i migliori in circolazione nei teatri italiani, si può parlare di una vera e propria operazione virtuosa.

Apprezzabile il lavoro portato avanti anche sul Cinema Italia-Tieri, ripensato da Isabel Russinova come ‘Casa del Cinema e del Jazz’. Anche qui – ricorda Occhiuto – i primi segnali sono confortanti con le rassegne già ospitate : ‘Mm d’autore’, dedicata al cinema indipendente, e quella dal titolo ‘Shakespeare 2016: lo spettacolo del mondo’ che riguarda il progetto pluriennale promosso in partenariato tra l’Università della Calabria, il Comune di Cosenza ed il teatro Rendano, in vista del quarto centenario della morte di William Shakespeare che si celebrerà nel 2016.

Altri progetti sono in cantiere e si spera di poterli realizzare.

Come si vede, non è mancata un’attività a 360 gradi che, nell’attuale contingenza economico-finanziaria è da salutare quasi come un piccolo miracolo. Ecco, perché, anziché criticare, sarebbe più opportuno, aiutare a costruire il futuro culturale della nostra città”.

 

Il ministro Bray allo stand della Regione al Salone del libro di Torino

CATANZARO – Allo stand della Regione al Salone internazionale del libro di Torino, accompagnato dal sindaco di Torino Piero Fassino, ha fatto visita anche il Ministro per i beni e le attività culturali, Massimo Bray, il quale ha chiuso la cerimonia inaugurale del Lingotto aperta da un videomessaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il ministro si è soffermato ad ammirare il capolavoro di Mattia Preti esposto nel padiglione.

All’incontro con i giornalisti è intervenuto anche Giorgio Albertazzi che ha ripercorso la sua esperienza triennale in Calabria di direttore artistico del Magna Graecia teatro ed ha presentato il programma di quest’anno sottolineando come sia necessario intervenire sullo snellimento del sistema burocratico.

Oltre alla presenza di libri ed editori, il patrimonio culturale calabrese è ripercorso anche attraverso i gioielli dell’orafo Gerardo Sacco, presente all’inaugurazione con un’esposizione dal titolo “Dìoro e Dìargento”. Un altro spazio è dedicato alle eccellenze agroalimentari calabresi, con un viaggio alla scoperta di radici antichissime, e all’artigianato artistico con le ceramiche di Seminara.

Di grande rilevanza la presentazione di volumi di autori calabresi tra cui Abate, Bubba, Gangemi e Criaco. Le tematiche spaziano dai progetti di valorizzazione dei beni culturali immateriali promossi dai club Unesco; alle minoranze etniche; alla valorizzazione del patrimonio storico delle biblioteche pubbliche e private; alla rivisitazione di Alvaro, Repaci, Calogero; ai rapporti della Calabria con l’ebraismo; all’innovazione scientifica di Mauro Ferrari e Sandra Savaglio. Di grande pregio anche le mostre, in particolare quella sulla tipografia storica che consentirà di ammirare per la prima volta, le più antiche edizioni realizzate in Calabria agli albori della stampa: la prima Bibbia ebraica, stampata a Reggio Calabria nel 1475, e altri quattro incunaboli stampati a Cosenza nel 1478, tre anni più tardi. Lunedì, inoltre, arriveranno circa mille studenti calabresi per visitare il salone. Tra l’altro, la partecipazione della Calabria non si limiterà soltanto al proprio padiglione, ma contaminerà anche altri spazi del salone con interessanti proposte di dibattito e di approfondimento che spaziano dalla celebrazione del IV centenario della nascita di Mattia Preti, all’archeologia, alle proposte degli scrittori calabresi, alla promozione della lettura. La stessa città di Torino sarà coinvolta con una serata dedicata ai calabresi. L’incontro si svolgerà al Teatro Bellarte, dove il gruppo “Scena Verticale” di Castrovillari metterà in scena lo spettacolo Italianesi. Infine a Palazzo Barolo, nell’esposizione “Amore e Psiche”, potranno essere ammirati numerosi reperti archeologici provenienti dai musei calabresi, tra i quali la laminetta orfica proveniente da Hipponion e numerosi pinakes locresi.

 

 

 

 

“Vite Private” conclude la stagione di prosa del Rendano

COSENZA – Alle battute conclusive la stagione di prosa del Teatro “Rendano” di Cosenza. Ultimo appuntamento in cartellone, venerdì 24 maggio (ore 20,30) e domenica 25 maggio (ore 20,30) la commedia di Noel Coward “Vite Private”, per la regia e l’adattamento di Giovanni De Feudis, che vedrà nei ruoli dei protagonisti gli attori Corrado Tedeschi e Benedicta Boccoli.

In “Vite Private”, avamposto della sophisticated comedy di derivazione anglosassone, ma con accenti da pochade francese, va in scena lo humour inglese, la nevrosi di una società fra le due guerre e il gusto del paradosso. D’altro canto Noel Coward è un autentico maestro di quel teatro salottiero nel quale personaggi all’apparenza così per bene non riescono a nascondere la loro natura perfida e spregiudicata. Scritta nel 1930, la commedia segnò l’inizio per Coward di una infinita serie di lunghe permanenze nei teatri. Garbati, ma spregiudicati, pigri e insensibili, dotati di un’apparente superficialità e frivolezza, i personaggi di Noel Coward sono costruiti per mettere in discussione le usanze sociali e i comportamenti sessuali dell’alta borghesia inglese. Tuttavia la satira di Coward non sfocia mai in un conflitto aperto: bisogna ridere di tutto, con grande senso della misura ed eleganza.

Cavallo di battaglia di autentiche star del teatro mondiale, ora a calarsi nei ruoli dei protagonisti, Elyot ed Amanda, sono due habitués del cosiddetto teatro leggero, Corrado Tedeschi e Benedicta Boccoli.

Elyot e Amanda sono divorziati da cinque anni e si sono entrambi recentemente risposati. Durante la loro nuova luna di miele scoprono con orrore non solo di aver casualmente prenotato lo stesso albergo in Costa Azzurra, ma di alloggiare addirittura in camere adiacenti, con il terrazzo in comune. Il loro disappunto iniziale si trasforma inaspettatamente in gioia quando, dopo una lunga serie di comici eventi ed esilaranti colpi di scena, scoprono di essere ancora perdutamente innamorati e decidono così di fuggire insieme a Parigi. Dopo l’entusiasmo per lo straordinario ritorno di fiamma, sia Amanda che Elyot si rendono conto che nessuno dei due è realmente cambiato. Ed ecco riaffiorare i vecchi litigi e le incomprensioni di sempre. Il regista Giovanni De Feudis traspone la commedia dagli anni ’30 agli anni ’50. Accanto a Corrado Tedeschi e Benedicta Boccoli recitano Elisabetta Mandalari (Sibyl, la nuova moglie di Elyot) e Andrea Garinei (Victor, il nuovo coniuge di Amanda), quest’ultimo figlio di Enzo Garinei, grande specialista in commedie teatrali.

Le scene dello spettacolo sono di Andrea Bianchi, i costumi di Sabrina Chiocchio, le musiche di Alessandro Mancuso.

Biglietti in vendita al botteghino del “Rendano” e all’agenzia “InPrimafila” di Viale degli Alimena. Come è noto, lo spettacolo “Vite private” sostituisce “Non tutto è risolto”, con Franca Valeri, programmato per il 20 e 21 aprile e successivamente annullato. Allo spettacolo di venerdì 24 maggio potranno assistere gli abbonati del turno B, alla recita di sabato 25 maggio quelli del turno A.

 

 

Il Premio per la Cultura Mediterranea al Salone del Libro di Torino

COSENZA – La Fondazione Carical partecipa alla XXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino dove presenterà, all’interno del Padiglione della Regione Calabria, il Premio per la Cultura Mediterranea attraverso un breve filmato e un libro-catalogo che ne descrive ed illustra le prime sei edizioni.

Nella mattinata di domenica 19 maggio 2013, ad ulteriore riprova dell’interesse con cui la Fondazione guarda alle tematiche legate al Mediterraneo, si svolgerà un incontro a più voci dal titolo Il risveglio arabo. L’altra sponda del Mediterraneo – Le donne arabe protagoniste del cambiamento.

Sarà il racconto dell’esperienza diretta di tre donne – Leena Ben Mhenni, giornalista e blogger tunisina, Joumana Haddad, giornalista e scrittrice libanese e Jamila Hassoune, “libraia itinerante” nei luoghi più sperduti della terra del Marocco – a raccontare al pubblico quanto è avvenuto e avviene nei paesi al di là del Mediterraneo.

Intellettuali, scrittrici, giornaliste che, nei due anni dalle primavere arabe, hanno caparbiamente usato tutti gli strumenti e canali a loro disposizione per raccontare e informare. Quelli tradizionali della parola portata in luoghi distanti, i loro libri, ma anche i tweet, la rete internet e i blog.

A guidare il dibattito la giornalista e blogger italo-marocchina Karima Moual.

Così spiega le ragioni dell’incontro Mario Bozzo, Presidente della Fondazione Carical: “Il risveglio delle coscienze è ormai in atto e le sponde del Mediterraneo, se attraverso il dialogo interculturale si riuscirà a riscoprire e a rilanciare i tanti punti di contatto e le forti convergenze su ideali comuni, in una prospettiva di medio termine, possono tornare ad essere una sorgente di civiltà e di progresso al servizio del mondo intero.”

L’incontro metterà a confronto storie diverse di paesi diversi nell’intento di far emergere punti di vista e visioni quanto più possibili inedite.

 

Il primo coro gospel di Cosenza al Teatro dell’Acquario

COSENZA – Il “Blowing on Soul Gospel Meeting”, realizzato in Italia nell’ambito del progetto internazionale MUSIC MISSION TRIPS, voluto e coordinato dal network americano GTM Ministries – Gospel Through Music, arriva in Città.

Cosenza ed il suo primo coro gospel, il Soul Sighs Gospel Choir, grazie alla collaborazione del Centro Rat / Teatro dell’Acquario e con il sostegno del progetto More di Scena Verticale, ha accolto con entusiasmo questa opportunità, realizzando con il “Blowing on Soul Gospel Meeting” il primo evento del genere in assoluto nella regione.

Il programma prevede diversi appuntamenti: un seminario di tre giorni, dal 16 al 19 maggio, presso il Teatro Morelli di Cosenza; serata GOSPEL JAM, venerdì 17 maggio alle 21,00, all’AcquarioBistrot che vedrà coinvolti tutti gli artisti partecipanti al seminario; infine il concerto di chiusura al Teatro dell’Acquario domenica 19 maggio alle 20,30.

Ospite d’eccezione, direttamente da New York a dirigere i partecipanti del seminario, è Joel Polo, direttore musicale del coro Eben-Ezer Youth Choir Fellowship. Joel Polo entusiasta dell’evento, dichiara “Spero che questo sia solo l’inizio di una collaborazione con questa splendida città piena di artisti, sono felice che si sia creato questo ponte tra New York City e Cosenza! Mi darà sicuramente la possibilità di conoscere le emozioni di questa gente attraverso la musica. Amo questa mia missione che vuole diffondere un messaggio di condivisione con chi parteciperà all’evento. Credo che ogni mio progetto abbia il fine di creare amore tra la gente, perché solo amando la gente possiamo arrivare a Dio. Ed è bello poter avere la possibilità di farlo nel Sud Italia, un posto pieno di calore soprattutto per la gente che lo abita! ”

 

 

Premio ‘Stefano Valentini’

COSENZA  – La direzione artistica del Premio Stefano Valentini, coordinata dal maestro Joseph Fontano, ha ufficializzato il programma degli eventi che animeranno il teatro Alfonso Rendano di Cosenza durante la manifestazione programmata per venerdì 17 e sabato 18 maggio. Gli appuntamenti della prima giornata, presentata dallo stesso Joseph Fontano, inizieranno alle 20.30 con la “Morte del Cigno”, nell’interpretazione di Francesca La Cava e Luca Di Paolo e la musica di SaintSaëns. Nella prima parte seguiranno: la coreografia “Classichouse” strutturata da Pianeta Danza e ideata da Stefano De Gaetano sotto la direzione artistica di Isabella Sisca; “Tchaikovsky Pas De Deux” con Anna Le Pera, la coreografia di Balanchine e la musica di Tchaikovsky; l’esibizione degli allievi dell’Accademia nazionale della danza in “Metropolis”; la variazione dal “Don Quijote” con Francesco Lacey Monastero. Subito dopo è prevista l’esecuzione di “Push of the limits” della Compagnia di balletto Ruggero Leoncavallo; la seconda variazione dal “Don Quijote” orchestrata dagli allievi del Liceo coreutico statale annesso al Convitto nazionale “Melchiorre Delfico” di Teramo; la coreografia “Vesti la giubba”, il balletto “Più bello dei mari” curato dall’Associazione danza di Leda Miceli e “L’elogio dei piedi” coreografato da Roberta Ferrara della Compagnia equilibrio dinamico.

Tante le attrazioni che renderanno interessante e vibrante anche la seconda parte: “Morte del Cigno” con Mariafrancesca Garritano e le musiche di SaintSaëns e John Newton; la Compagnia di balletto Skanderberg e la Scuola d’arte di Mirella Castriota presenteranno un estratto dal musical Mosè con le coreografie di Angela Tiesi e Lia Molinaro (maestro di canto e recitazione Luca Ziccarelli). A seguire: l’esibizione di Gennaro Siciliano “La paura dello specchio”( musica Moonlight sonata di Beethoven); della Scuola arte danza Vaganova con la coreografia “Carizzi d’amuri” e della “Continuity gravity”. Il calendario prevede poi la coreografia “My self” della Pge Dance Project ideata da Rita Pellegrino; la “Bella Addormentata, corpo di ballo” a cura di Caterina Nuvola del Liceo coreutico statale annesso al Convitto nazionale “Melchiorre Delfico” di Teramo; il “Day of Anger” (estratto) con Antonio Pio Fini e Antonella Ciappetta per la coreografia di Michael Mao e la coreografia di “Skin” curata dal Balletto di Calabria di Massimiliano De Luca e Anna Pignataro.

Ancora più variegato il programma di sabato sera: “America” con Veronica Grasso e Luciano Ariel Lanza, per la coreografia Joseph Fontano (Scenamobile); “La farruca”, coreografia di Loredana Ruggieri, musiche Sergio Valcasia, curata dall’Associazione danza di Leda Miceli; “Who Cares?” con Anna Le Pera; “Lacrimosa”, ideata da Pianeta Danza, diretto da Stefano De Gaetano con la direzione artistica di Isabella Sisca; “Pelle” di Abracadanza di Stefania Ciancio; “Aurora tap da Petipa a Gene Kelly” con Mariafrancesca Garritano e le coreografie di Petipa-Villanova. La prima parte si concluderà con l’esibizione del Liceo coreutico statale annesso al Convitto nazionale “Melchiorre Delfico” di Teramo estratto dal progetto WDA Europe “Europa on Stage” nella rivisitazione di Nicoletta Massignani.

La seconda parte avrà inizio con “La gigolette e il nottambulo galante” di Achille Campanile, Mariasilvia Greco e Alessandro Cosentini. A seguire: “Viene e va” per la coreografia di Giovanni Leonarduzzi e la musica di Meredith Monk; “AlterEsco” con Giulia Nicoletti e le coreografie di Antonio Cornelj; “Il Sogno di Maria” con Mariafrancesca Garritano, le coreografie di Francesco Ventriglia e la musica di Fabrizio De Andrè. Chiuderà “My immortal”, curata dall’Impact Movement Company di Steve LaChance e Ilaria Dima per la coreografia di Steve LaChance.

La quarta edizione del premio Stefano Valentini vedrà anche la consegna del premio a Francesco Ventriglia, direttore della Compagnia “MaggioDanza”, per i successi ottenuti come coreografo e come coordinatore di una delle compagnie italiane più importanti al mondo.

 

“I Pirrupàjini”: “Chjchiti juncu….ca a chjna passi….!!!”

CASTROVILLARI (CS) – Sabato 18 maggio, alle 21,00 al Teatro Sybaris, “Chjchiti juncu….ca a chjna passi….!!!” della compagnia teatrale “I Pirrupàjini”, chiuderà il sipario della XIV Stagione teatrale comunale. La rassegna, in un mese e mezzo denso di appuntamenti, ha saputo spaziare con maestria dal teatro contemporaneo e impegnato con spettacoli come “W l’Italia”, “Morir sì giovane…”, “Occhi a perdere” e “L’Italia s’è desta” a quello più leggero, legato alla tradizione, con opere briose come “Castrovillari millenaria” e “‘U Iettabannu”, spettacoli che hanno fatto registrare il sold-out. Da segnalare l’ampia vetrina dedicata ai ragazzi e alle scuole a cura del Teatro della Sirena, con la fiaba ecologista “Il Sogno di Carlotta” e l’omaggio al “Vaudeville” e l’emozionante concerto per piano e violino del duo Marino-Acri. E sabato c’è grande attesa per la chiusura della XIV Stagione Teatrale Comunale con “I Pirrupàjini”, beniamini del pubblico castrovillarese, che calcheranno le  tavole del Sybaris con il nuovo lavoro dal titolo “Chjchiti juncu….ca a chjna passi….!!!”. La commedia in due atti, in vernacolo castrovillarese, è la sesta scritta e diretta da Mena Filpo che, con “I Pirrupàjini”, ama ricercare e diffondere le tradizioni e la cultura popolare castrovillarese. Ambientata negli anni venti, come ormai consuetudine, la commedia propone, spaccati di vita contadina, con il racconto di una giornata qualunque che, partendo dal mercato giornaliero, sviluppa la sua trama in situazioni comiche e grottesche portando lo spettatore a scoprire o riscoprire termini e situazioni ormai desuete del nostro dialetto e del vivere quotidiano. In scena ci saranno Massimo La Falce, Mena Filpo, Romina Alberti, Filomena Furiato, Marsia Trapani, Mariella Stabile, Giovanni Lo Prete, Domenico Miraglia, Luca Marchianò e Leonardo Trapani .

Chiusura in musica per la programmazione serale di MORE Primo bilancio di Scena Verticale: “Formula vincente”

COSENZA – Sulle note de “Il Circolo delle Quarte” chiude la stagione MORE, prima fase del progetto di residenza teatrale del teatro Morelli, curato da Scena Verticale.

Il quartetto, formatosi all’interno della classe di jazz del Conservatorio di Cosenza, si propone al pubblico mercoledì 15 maggio (ore 21.00), con lo spettacolo “Nel dubbio suona”. Giuseppe Bottino (chitarra elettrica), Paolo Chiaia (piano e tastiere), Emanuele Gallo (basso elettrico), Alessio Sisca (batteria), esprimono un repertorio che attinge dal macromondo dello “standard”, del Jazz Modale, passando per il sano e ruvido Funk. Il quartetto si sta ora cimentando nella stesura di pezzi di produzione propria, nella continua ricerca di soluzioni compositive e interpretative personali e sempre diverse.

La chiusura di stagione stimola i titolari della residenza teatrale ad un primo commento a caldo su questa esperienza, la prima come residenza, ma già al secondo anno come proposta di un cartellone di teatro contemporaneo. “I venerdì di More si sono confermati una formula vincente”, è il primo commento dei direttori artistici di Scena Verticale, Saverio La Ruina e Dario de Luca, alla vigilia dell’ultimo appuntamento.

Il nostro intento era quello di fidelizzare il pubblico e così è stato. In tanti sono entrati in una sorta di ritmo che, ogni venerdì, passa per il Morelli. Ma ciò che ci rende particolarmente orgogliosi – sottolineano – è non solo il successo in termini di affluenza, anche se fa particolarmente piacere, in questa delicata fase del Paese, vedere una platea sempre piena, quanto l’apprezzamento per le proposte teatrali di questa prima parte del progetto MORE che abbiamo voluto TEATRO MORELLI.

 

 

Da Scena Verticale – prossima ora al debutto di una nuova edizione della sua

rassegna storica, “La Primavera dei Teatri” – ci si sofferma infine sulla scelta di

realizzare un focus sul teatro in Calabria che “ha centrato – affermano –

l’obiettivo di aprire al confronto le realtà teatrali del territorio. Gli incontri

pre-spettacolo del giovedì miravano soprattutto a questo.

Dialogo: questa deve essere la parola d’ordine, e non solo su questioni legate

alla drammaturgia e alla messa in scena, ma anche sulla fruizione del prodotto

teatrale, sulla gestione delle Residenze e sul rapporto con il pubblico. Siamo

soddisfatti anche di essere riusciti a creare un squadra di lavoro affiatata –

concludono – che ha sentito molto vicina l’Amministrazione Comunale di

Cosenza, che ringraziamo per la fiducia e il sostegno”.

L’economia e la filosofia delle mafie raccontate da Saviano

COSENZA – Deve essere un esempio per tutti, ma poi cosa ha detto di nuovo queste cose si sapevano già, è il simbolo della lotta contro le organizzazioni criminali, non vedi come ci sta marciando Peppino Impastato si rivolterebbe nella tomba, queste sono alcune delle frasi che vengono pronunciate ogni qualvolta salta fuori il nome di Roberto Saviano, perché una cosa è certa o lo si ama o lo si odia, non ci sono vie intermedie e nessuno mai si astiene dall’esprimere commenti positivi, critici e più o meno onesti.

Da ieri l’Università della Calabria gode di un storico primato, è il primo ateneo del Sud Italia ad aver ospitato Roberto Saviano per la presentazione del suo ultimo libro edito Feltrinelli ZeroZeroZero, 450 pagine che raccontano il viaggio lungo le rotte del narcotraffico mondiale, nelle quali l’inchiesta incontra, ancora una volta come nel caso di Gomorra, la prosa narrativa, parole che non lasciano scampo.

Introdotto dal direttore del Dipartimento degli Studi Umanistici Raffaelle Perrelli e dal professore Nuccio Ordine, Saviano sale in cattedra sorridente ed emozionato molto più di quando va in televisione e con le mani sulla testa dice di non essere più abituato a incontrare così tanti coetanei. E sono proprio le domande di tre studenti a dare il via al suo intervento, domande che aprono scenari sconfinati, immensi su come poter uscire fuori dall’inferno del potere criminale, sulla piaga dell’omertà, sulla liberalizzazione delle droghe.

Saviano ascolta ogni singola parola per poi partire con un lungo monologo che inizia con il mito che le organizzazioni creano di loro stesse, un falso mito perché si rifanno a film come Scarface e Il Padrino per trovare una grammatica  che sia comprensibile ed efficace, atteggiamenti connotativi che vengono poi riprodotti dai ragazzi che ne subiscono il fascino.

L’unico modo per distruggere questo mito dice Saviano è raccontarlo, senza negare la sua esistenza, smontarlo pezzo per pezzo, decostruirlo mostrandone tutte le contraddizioni, educare alla felicità.

Non esiste economia più forte del narcotraffico, continua Saviano, perché non conosce crisi e ritiene che uno dei modi per contrastare la logica proibizionista, dalla quale le mafie traggono il loro massimo potere, sarebbe quello di legalizzare le droghe, una proposta che implica costi sociali e morali elevatissimi ma certamente inferiori a quelli che stanno attorno al giro di affari illegali.

Poi ci sono le regole che stanno alla base del perfetto uomo d’onore, regole che addestrano alla disumanità, codici necessari per delineare un certo tipo di mascolinità che diventano dei veri e propri modi di stare al mondo, non fidarsi mai di nessuno, tanto meno del proprio stesso sangue perché conosce di più, vivere in solitudine, fare figli e non vederli crescere, regole che stabiliscono in che modo e con chi fare l’amore.

Siamo alla fine quando Roberto Saviano spiega come il racconto e la condivisione siano forme di resistenza all’idea che sia tutto comprabile, che disarticolare il potere diventa l’unico modo per dimostrare che siamo l’esatto contrario dell’omertà, che bisogna prendere coscienza della realtà non solo quando ci coinvolge direttamente ma anche quando ci sfiora e citando Giordano Bruno invita tutti a credere sempre in un progetto anche se difficile, perché ogni piccola e grande impresa mette alla prova, fa conoscere limiti e difficoltà, ma sconfitti o vincitori poco importa perché il percorso porta comunque a un cambiamento e questo sarà già un premio.

Gaia Santolla