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Evasione fiscale, sequestro milionario nel cosentino

CASTROVILLARI (CS) – I Finanzieri della Guardia di Finanza di Castrovillari hanno eseguito un sequestro preventivo per equivalente, per un importo di circa 2,3 milioni di euro, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di G.C., di anni 52, titolare di una ditta individuale di commercio di autoveicoli con sede nel Comune di Altomonte (CS), indagato per evasione fiscale ed occultamento di documenti contabili.

 

L’attività rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine in materia economicofinanziaria espletata dalle Fiamme Gialle su delega di questa Procura della Repubblica, coordinata dal Procuratore Dr. Eugenio Facciolla e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Flavio Serracchiani. L’indagine è stata avviata a seguito di un ordinario controllo fiscale effettuato dai militari della Compagnia di Castrovillari nei confronti dell’azienda che commerciava autoveicoli in prevalenza di grossa cilindrata e di note marche. Dal controllo, che ha interessato gli anni 2011, 2012 e 2013, l’imprenditore è risultato evasore totale non avendo mai dichiarato ricavi per oltre 7 milioni di euro ed evadendo imposte per oltre 2 milioni di euro. Il commercio delle autovetture, circa 250 quelle ricostruite, avveniva prevalentemente attraverso acquisti effettuati da paesi europei, in particolare la Germania e la successiva rivendita, non dichiarata, in diverse Regioni d’Italia, in particolare Calabria, Lazio, Campania e Basilicata. Al fine di sottrarsi ai controlli ed impedire la ricostruzione del volume di affari e dei redditi l’imprenditore aveva provveduto a distruggere gran parte della documentazione contabile.

Grazie alle indagini finanziarie sono stati ricostruiti i redditi non dichiarati e le imposte evase ed è stato disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari il sequestro preventivo di tutti i beni dell’imprenditore fino alla concorrenza del valore delle imposte evase, pari a 2.300.000 euro. Il reato di “Occultamento o distruzione di documenti contabili” (art. 10 D. Lgs 74/2000) è sanzionato con la reclusione fino a 6 anni, mentre per l’omessa dichiarazione di imposte è prevista la reclusione fino a 4 anni. Con l’esecuzione del provvedimento odierno sono stati sottoposti a sequestro, per la successiva confisca, conti correnti, titoli di credito, beni immobili e numerose autovetture ancora intestate al commerciante, tra le quali anche potenti autovetture di rinomate marche automobilistiche tedesche. L’attività svolta evidenzia la particolare attenzione profusa da questo Ufficio Giudiziario e dalla Guardia di Finanza a contrasto della criminalità economica e finanziaria e di tale tipologia di reati che, di fatto, arricchiscono chi li pone in essere, a danno dell’intera collettività e degli imprenditori onesti che subiscono una concorrenza sleale fondata su comportamenti illeciti.

Immagini di repertorio

Corruzione e falsità ideologica, arrestata dirigente regionale

VIBO VALENTIA –  Nella giornata odierna i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di catanzaro hanno eseguito, nelle province di catanzaro e vibo valentia, le misure cautelari personali nei confronti di una dirigente della regione Calabria (gia’ responsabile anti-corruzione del citato ente) e di un’imprenditrice del settore turistico attiva nel comune di Ricadi (vv), entrambe indagate per
corruzione.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di catanzaro, dott. Paolo Mariotti, su richiesta della procura della repubblica di Catanzaro, con i sostituti procuratori dott.Ssa Graziella Viscomi e dott.Ssa Giulia Tramonti coordinati dal procuratore aggiunto dott. Vincenzo Capomolla e dal procuratore della repubblica dott. Nicola Gratteri.
In particolare, all’esito delle attivita’ investigative, nell’ambito dell’operazione denominata “e’ dovere”, sono state raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari:
MARIA GABRIELLA RIZZO  di 57 anni, dirigente della regione Calabria, in servizio presso il dipartimento “turismo, beni culturali e spettacolo” della regione calabria e  procura della repubblica presso il tribunale di Catanzaro all’epoca dei fatti anche responsabile regionale per la
trasparenza e la prevenzione della corruzione;
LAURA MICIELI  di 67 anni, imprenditrice del settore turistico del litorale vibonese.
Le attività investigative dirette dalla procura della repubblica di Catanzaro e delegate alla guardia di finanza, condotte anche con l’ausilio di articolate indagini tecniche, hanno consentito di riscontrare come la dirigente regionale comunicava all’imprenditrice ricadese informazioni non ancora divulgate riferite a bandi non pubblicati e forniva alla stessa anche attività “consulenziali”. La dirigente, anche in incontri informali appositamente organizzati, prospettava all’imprenditrice l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione ed i contenuti di bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero. In un caso (per il quale l’imprenditrice e’ indagata in stato di liberta’ anche per concorso in falso ideologico) cosciente del fatto che il villaggio turistico della miceli aveva gia’ usufruito di un contributo cd. “de minimis” da 200 mila euro per il “miglioramento ed ampliamento delle
strutture ricettive esistenti”, nelle more della pubblicazione di un ulteriore bando precluso alla Miceli, in quanto aveva gia’ usufruito di tale tipologia di fondi, la Rizzo promuoveva la partecipazione dell’impresa, che in concreto gestisce il villaggio, riconducibile sempre allaMiceli seppure formalmente intestata a terzi. Le attivita’ investigative hanno, altresi’, consentito di accertare che, in un caso, la dirigente regionale si sia personalmente adoperata per “accontentare” la miceli, bisognosa di avere la liquidazione il prima possibile di un s.A.L. Di oltre 130 mila euro. Siccome per un errore
contenuto in una scheda tecnica l’effettiva liquidazione del s.A.L. Da 130 mila scese a 124 mila euro, la rizzo si senti’ in dovere di spiegare alla miceli che l’errore non era dipeso
da lei.  A fronte di tali “servigi” la Rizzo, unitamente ai propri famigliari, usufruiva a spese della miceli di un soggiorno di 5 giorni nel capoluogo toscano, di un soggiorno nel villaggio di Ricadi (vv) nonché beneficiava di diversi pranzi e di varie donazioni di vino. Nella vicenda si ipotizza il concorso con la Rizzo di un ingegnere (consulente esterno deputato al controllo dei finanziamenti erogati dalla regione al settore turistico) la cui posizione dovra’ essere valutata dal giudice con riferimento alla richiesta di sospensione dall’incarico di collaboratore della regione avanzata dai p.M. Titolari delle indagini.

Bancarotta fraudolenta, sequestrati beni per oltre 2 milioni di euro

VIBO VALENTIA – I finanzieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo e per equivalente, per un importo di oltre 2,3 milioni di euro, emesso dal locale Tribunale, avente per oggetto n. 2 società, comprensive dei rispettivi complessi aziendali, riconducibili a 7 soggetti, appartenenti al medesimo nucleo familiare, operanti nel settore della grande ristorazione nella città turistica di Pizzo Calabro.

L’operazione rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine in materia economico-finanziaria svolta nel settore fallimentare, eseguita dalle fiamme gialle sotto la costante direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, dottoressa Benedetta Callea. La meticolosa inchiesta, condotta dai militari del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria, ha permesso di disvelare un fraudolento sistema che ha condotto un’impresa al fallimento, distraendone rami aziendali produttivi, attraverso la scissione e la cessione degli stessi ad altre società appositamente create, generando una “scatola vuota”, depredata e gravata da soli debiti.

I diversi amministratori di fatto e di diritto, nominati nel tempo, tutti indagati, hanno condotto al fallimento la prima impresa attraverso il sistema della spoliazione dell’attivo patrimoniale, mediante la creazione di due aziende gemelle della fallita, operanti nel medesimo settore economico, nelle quali venivano fatti confluire beni e poste attive, con l’unico intento di non soddisfare le pretese creditorie accumulate, tra cui in modo principale l’erario.

Per tale motivo, in esecuzione del provvedimento emesso dall’Autorità giudiziaria, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro, finalizzato alla successiva confisca, un bar, 4 immobili, disponibilità finanziarie ed un veicolo, al fine di garantire il ceto creditorio e la corretta pretesa erariale, poiché l’impresa aveva parimenti sottratto al fisco oltre 1 milione di euro di imposte non versate. L’operazione conclusa si inserisce pienamente nell’ampio dispositivo trasversale ed unitario di natura economico-finanziaria, messo in atto quotidianamente dalla Guardia di Finanza a tutela dell’erario, dei creditori e delle imprese sane, in un territorio che vede anche una diffusa presenza della criminalità organizzata.

Fiamme Gialle, scoperti nel cosentino 24 lavoratori irregolari

SCALEA (CS) – Scoperti dalla Guardia di Finanza di Scalea 24 lavoratori irregolari in quanto impiegati in
parte in “nero” ed in parte attraverso l’utilizzo improprio di contratti di appalto di servizi. Coinvolte due società calabresi che si erano accordate al fine di impiegare manodopera attraverso la stipula un apparente contratto di appalto di servizi che, tuttavia, nascondeva una effettiva somministrazione di lavoro. I lavoratori, seppur formalmente assunti da una società di Lamezia Terme, prestavano di fatto irregolare attività lavorativa presso un’altra società dell’Alto Tirreno cosentino, in forza della sottoscrizione di un “appalto di servizi”: forma contrattuale molto diffusa tra le aziende in quanto consente di snellire le incombenze burocratiche legate all’assunzione e di fruire, al contempo, della prestazione lavorativa del dipendente. Se, però, da un lato questa procedura presenta evidenti vantaggi per l’azienda che usufruisce della manodopera, dall’altro può prestare il fianco ad abusi a danno dei lavoratori, quali: il mancato rispetto del minimo salariale, della normativa in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavori, la mercificazione della prestazione lavorativa, etc., a causa della separazione tra la titolarità formale del rapporto di lavoro e l’effettiva fruizione della prestazione. Ed è proprio finalizzata a garantire la massima tutela dei lavoratori ed evitare eventuali usi distorti della particolare forma contrattuale la previsione del legislatore di richiedere espressamente che gli appalti di servizi non si riducano alla mera somministrazione di manodopera, ma prevedano un’opera compiuta, un servizio complesso, mediante l’impiego di organizzazione, mezzi e strumenti di proprietà dell’appaltatore; per cui, qualora il cedente la manodopera si limiti a conferire la mera prestazione lavorativa dei suoi dipendenti si è in presenza di una mera somministrazione di lavoro che deve essere autorizzata attraverso l’iscrizione della società ad apposito albo detenuto presso il Ministero del Lavoro. L’azione ispettiva sviluppata dalla Fiamme Gialle ha consentito di fare emergere chiaramente la non corrispondenza della forma contrattuale sottoscritta alle caratteristiche previste dalla legge, rivelandosi un caso di somministrazione di lavoro compiuta in maniera abusiva in quanto la società, non essendo iscritta presso l’albo ministeriale, non offriva le dovute garanzie di tutela ai lavoratori.

I Finanzieri hanno quindi proceduto alla contestazione nei confronti di entrambe le società
responsabili delle sanzioni amministrative per € 145.000. Il rispetto delle norme in materia di regolarità del rapporto di lavoro è oggetto di un costante controllo da parte delle Fiamme Gialle, al fine di contrastare la diffusione dell’illegalità e garantire, agli imprenditori e ai datori di lavoro onesti, forme di equità sociale.

Vendeva cd musicali contraffatti, denunciato un marocchino

VIBO VALENTIA – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, impegnati negli ordinari servizi di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, con particolare riferimento all’illecita commercializzazione di articoli contraffatti, nel comune di Filandari (VV), hanno individuato un ambulante, di origini marocchine, dedito alla vendita in forma stabile di CD-ROM, riproducenti opere musicali di vari autori italiani e stranieri, risultati contraffatti e/o esposti per
la vendita in mancanza delle prescritte autorizzazioni per l’esercizio del commercio su aree pubbliche.
La pattuglia, composta da militari specializzati “Antiterrorismo e Pronto Impiego”, comunemente conosciuti come “baschi verdi”, ha proceduto al sequestro della merce ed alla contestuale denuncia a piede libero alla locale Autorità Giudiziaria dell’autore del reato di contraffazione di opere protette dal diritto d’autore, previsto e punito dagli artt. 171 bis e ter del Codice Penale. Il venditore, inoltre, è stato sanzionato amministrativamente per aver eluso gli obblighi di vendita itinerante, stabilendosi con posto fisso in una pubblica via. L’attività di servizio testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza nei
settori della tutela del diritto di autore e del regolare esercizio di attività commerciali.

Auto rubate, armi e un ordigno esplosivo scoperti nel vibonese

VIBO VALENTI – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno dato corso ad un’attività di controllo economico del territorio, con particolare riguardo al contrasto dei traffici illeciti nel Comune di Vibo Valentia che, dopo ore di perlustrazione, ha consentito di individuare, ben nascosto fra la fitta vegetazione, un recipiente contenente un ordigno esplosivo artigianale, una pistola industriale ed una pistola artigianale.

A poca distanza dalle armi, inoltre, i finanzieri hanno rinvenuto, ben occultate anch’esse dalla vegetazione, due autovetture rubate recentemente. Immediate le operazioni di perquisizione, che hanno visto impegnati, in sinergia con le fiamme gialle, i militari dell’Arma dei Carabinieri appartenenti al Comando
Provinciale di Vibo Valentia, al Comando Compagnia di Vibo Valentia, al Nucleo Cinofili di Vibo Valentia ed al Team Artificieri del Comando Provinciale di Catanzaro. La preziosa sinergia ha permesso il setaccio sistematico dell’area di interesse, mentre la competenza del Team Artificieri ha consentito la messa in
sicurezza dell’ordigno, assimilabile, a tutti gli effetti, ad un congegno bellico ad alto potenziale esplodente, fatto brillare sul posto.

 

Cosenza, arrestato funzionario Agenzia delle Entrate. L’accusa è corruzione

COSENZA – A seguito di segnalazione da parte di un cittadino i militari del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Cosenza arrestavano un dipendente dell’Agenzia delle Entrate che, per compiere atti del proprio ufficio, richiedeva una somma di denaro.

In particolare un contribuente si recava presso l’Agenzia delle Entrate per la registrazione di un atto di successione ed un impiegato addetto al servizio di assistenza, gli prometteva una speditiva evasione della pratica in cambio della consegna di trecento euro in contanti. L’impiegato inoltre per convincere il cittadino che non si trattava di un atto dovuto gli rappresentava che l’attività svolta, se richiesta ad un professionista, sarebbe costata molto di più.

Il soggetto, avendo già versato l’imposta per l’atto di successione, si insospettiva per l’anomala richiesta del pubblico funzionario e segnalava il fatto alla Guardia di Finanza. Immediatamente venivano avviate indagini di polizia giudiziaria, coordinate da questa Procura della Repubblica, che confermavano l’indebita richiesta di denaro da parte del pubblico ufficiale per attività del proprio ufficio.

In particolare venivano intrapresi servizi di osservazione ed appostamento nonché intercettazioni ambientali finalizzate a verificare e documentare la natura della richiesta e le modalità del pagamento del denaro. Identificate le banconote destinate all’indebito pagamento, i militari filmavano l’incontro tra il pubblico funzionario ed il cittadino con la consegna di una somma di denaro. Ricevuto il denaro, il pubblico funzionario consegnava l’attestazione di avvenuta registrazione dell’atto. Contestualmente i finanzieri intervenivano e traevano in arresto il pubblico ufficiale e sequestravano il denaro consegnato che verrà restituito al cittadino.
Il Gip presso il Tribunale di Cosenza convalidava l’arresto ed applicava la misura cautelare interdittiva nei confronti del funzionario. La collaborazione, concreta e positiva, del cittadino parte offesa ha consentito di poter sanzionare un comportamento illecito di particolare gravità, in quanto, per le sue modalità operative è da intendersi come abitudinario. Le indagini proseguono al fine di accertare altri e diversi episodi criminosi e si confida in
ulteriori collaborazioni dei cittadini.

Falsi patrocini gratuiti, 123 soggetti deferiti

REGGIO CALABRIA – Nell’ambito dell’attività istituzionale effettuata in materia di spesa pubblica, le Fiamme Gialle di Locri hanno dedicato particolare attenzione all’istituto giuridico del “gratuito
patrocinio”. Il gratuito patrocinio consiste, in buona sostanza, nel pagamento delle spese legali da
parte dello Stato per le persone che non possono permettersi un difensore di fiducia a causa delle loro indigenti condizioni economiche. La procedura prevede, per coloro che hanno in corso un’azione legale ed hanno un reddito particolarmente basso, le cui soglie sono fissate dalla normativa, la presentazione di un’istanza, allegando la relativa documentazione, con cui chiedono di accedere a tale beneficio.
Al riguardo, i riscontri effettuati dalla Guardia di Finanza sono stati finalizzati a verificare la veridicità dei dati e delle informazioni contenute nelle autocertificazioni prodotte dagli interessati, attraverso la consultazione delle banche dati informative in uso al Corpo, i rilevamenti presso Enti esterni (Inps, Centro per l‘impiego, Anagrafe comunale) nonché, laddove necessario, attraverso il controllo di scritture contabili e di risultanze bancarie. I controlli eseguiti sul territorio hanno consentito di rilevare numerose irregolarità: su circa 337 autocertificazioni esaminate, 123 sono risultate non veritiere in quanto sono state constatate: l’omessa indicazione dell’effettivo numero di componenti del nucleo familiare, l’omessa indicazione di parte dei redditi percepiti, false indicazioni sulla situazione anagrafica per consentire di abbattere il reddito complessivo familiare o innalzare il limite reddituale stabilito dalla legge. I soggetti denunciati, infatti, al fine di non sborsare soldi propri per difendersi in cause penali che li vedono imputati, hanno nascosto con tali artifizi e raggiri la loro reale condizione economica e familiare, che avrebbe gli avrebbe impedito di avvalersi della tutela legale a spese dello Stato. Se i finanzieri locresi non avessero scoperto l’inattendibilità dei dati certificati dai denunciati per non oltrepassare i limiti di legge, lo Stato si sarebbe dovuto quindi fare carico della parcella dell’avvocato difensore, con la conseguente distrazione di fondi pubblici destinati invece a soddisfare i reali bisogni delle fasce più povere e deboli della
popolazione.

Contraffazione e mancata emissione scontrini fiscale, denunce nel cosentino

PAOLA (CS) – Numerosi i sequestri di beni contraffatti ed alterati e le verbalizzazioni di mancate emissioni di scontrini fiscali, effettuati Guardia di Finanza di Paola, negli ultimi due mesi estivi, nei settori del contrasto degli illeciti a tutela del consumatore e della lotta all’evasione fiscale.

Con l’obiettivo di rendere maggiormente proiettata sul territorio litoraneo paolano l’azione del Corpo mirata alla prevenzione e al contrasto ai traffici illeciti, in particolare la commercializzazione di beni contraffatti e pericolosi per la salute, pattuglie automontate ed appiedate sono state impiegate in servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e attuazione di posti di controllo. Un dispositivo di controllo orientato in via prioritaria alla prevenzione e repressione del commercio di beni contraffatti, nonché di prodotti in violazione alla normativa sulla sicurezza e tutela del consumatore e del diritto d’autore. Complessivamente sono stati 426 i beni contraffatti ed alterati sequestrati dalle Fiamme
Gialle Paolane, costituiti da: scarpe, borse, occhiali ed altri capi d’abbigliamento, anche
sportivi, recanti illegittimamente marchi e/o segni distintivi registrati e griffe di note case
produttrici.

Due le persone denunciate per i reati di “detenzione per la vendita di prodotti con marchi o altri segni distintivi contraffatti o alterati” e “ricettazione”, che ora rischiano fino a otto anni di reclusione e la multa fino a 10.329 euro. Diversi altri soggetti si sono dati alla fuga alla vista dei militari.

L’azione di contrasto all’evasione fiscale, inoltre, ha permesso la verbalizzazione di 80
cessione di beni effettuate senza l’emissione dello scontrino fiscale.
Continua, incessante e costante, l’azione d

Sottraevano soldi alle associazioni sindacali, scoperto sodalizio criminoso

REGGIO CALABRIA – I Finanzieri della Compagnia di Palmi, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Palmi Dr. Ottavio Sferlazza e dal Sostituto Procuratore D.ssa Anna Pensabene, hanno eseguito un sequestro preventivo di beni disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, nei confronti di un sodalizio criminoso, accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo di articolate indagini condotte dalle Fiamme Gialle Palmesi nei confronti di una struttura criminosa para-familiare, composta da due soggetti con il ruolo di capi, promotori e organizzatori ed altri 10 soggetti, con il ruolo di compartecipi al sodalizio medesimo. In tale contesto d’indagine è emerso, nello specifico, che i due soggetti promotori, dapprima nella qualità di rappresentanti formali e, in seguito, di titolari di fatto di due Centri di assistenza fiscale, nonché di molteplici associazioni sindacali, di cui alcune con sede a Roma e Milano, distraevano, per fini personali, cospicue somme di denaro pubblico e privato (costituito dalle somme trattenute per legge dall’INPS ai soggetti iscritti alle varie associazioni sindacali e successivamente riversate a quest’ultime, nonché dalle quote versate dagli associati) attraverso innumerevoli e articolate transazioni finanziarie, mediante l’utilizzo di conti correnti personali nonché delle società e di ulteriori enti associativi, direttamente o indirettamente gestiti dagli stessi.

L’attività investigativa svolta ha consentito di disvelare inoltre le condotte poste in essere dai compartecipi al sodalizio criminoso, i quali si prestavano a rivestire il ruolo di rappresentanti formali delle varie società e/o associazioni sindacali, consentendo ai promotori del sodalizio di mantenere celata la loro partecipazione all’interno delle stesse e perseguire quindi in maniera agevole i propri scopi illeciti.

I predetti, inoltre, autorizzati ad operare, in ragione del ruolo rivestito, sui conti correnti delle società e associazioni formalmente a loro riconducibili, compivano, dietro specifici ordini e indicazioni dei capi dell’organizzazione, operazioni di distrazione del denaro di pertinenza degli enti rappresentati, per fini personali e del tutto estranei allo scopo sociale delle stesse associazioni sindacali, violandone sistematicamente il c.d. “vincolo di destinazione del patrimonio”. Difatti, dagli accertamenti esperiti, è emerso che i soggetti in questione, utilizzavano i conti degli enti che rappresentavano, alla stregua di un “bancomat”, da cui attingere per soddisfare qualsiasi esigenza personale, tra cui viaggi all’estero, acquisto di gioielli, immobili e autovetture. Nel corso dell’indagine, sono state accertate inoltre reiterate condotte di abusiva attività finanziaria, nonché di impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio. Ciò in quanto una buona parte del denaro proveniente dalle condotte di appropriazione indebita, veniva concesso in prestito a terzi soggetti, nonché impiegato in attività economiche (tra cui un bar, un ristorante e un centro fisioterapico) e per la “gestione” di una società di calcio militante in serie D, facente capo ad uno dei promotori del sodalizio criminoso. Nel dettaglio, le Fiamme Gialle hanno eseguito: 2 – il sequestro preventivo di beni, nella forma per equivalente, sino a concorrenza dell‘importo complessivo di euro 4.479.658,00, nei confronti di BAGALA’ Domenica, BONACCORSO Antonio, BONACCORSO Giovanni, CARBONE Giuseppe, CRISTOFARO Aurelio, CRISTOFARO Vincenzo, FILIPPONE Concetta, ESPOSITO Rossana, CALABRIA Salvatore, LOVECCHIO Francesco, TAVERNA Alessandro, CASTALDO Claudio. – il sequestro preventivo delle seguenti attività commerciali/associazioni sindacali e relativo patrimonio, facenti capo al sodalizio in argomento: § Centro Assistenza Fiscale – Conf Lavoratori S.r.l., con sede in Palmi (RC); § Centro Assistenza Fiscale – Fisco Sicuro S.r.l., con sede in Milano; § Centro Assistenza Fiscale al Servizio degli Italiani S.r.l., con sede in Roma; § Ditta individuale “L’opera di BONACCORSO Giovanni” con sede in Palmi (RC); § Sviluppo S.a.s. di Cristofaro Vincenzo & C., con sede in Palmi (RC); § Centro Fisioterapico Palmese – CE.PO.FI.PA. S.r.l., con sede in Palmi (RC); § Famiglia e Fisco S.r.l., con sede in Roma; § F.L.A. – Federazione Lavoratori Autonomi – con sede in Milano; § Conflavoratori – Condeferazione Italiana lavoratori -, con sede in Roma; § S.A.P.P. – Sindacato Autonomo Pensionati e Pensionate -, con sede in Roma; § FE.L.TE.P. – Federazione Lavoratori Temporanei -, con sede in Roma; § FE.LA.P. – Federazione Lavoratori Agricoli Padani – con sede in Roma; § Unione Italiana Liberi Professionisti, con sede in Roma; § F.I.A.C.A. – Federazione Imprese Agricole Coltivatori Allevatori – con sede in Roma; § A.N.P.F. – Associazione Nazionale pensionati Famiglia – con sede in Roma; § Associazione Holding Famiglia, con sede in Roma; § Conf. Lavoratori Segreteria Territoriale di Roma, con sede in Roma; § F.A.S.P.I. – Federazione Autonoma Sindacati Piccoli Imprenditori – con sede in Roma; § Conflavoratori – Confederazione Italiana Lavoratori Segreteria Territoriale di Palmi – con sede in Palmi (RC); § Conflavoratori – Confederazione Italiana Lavoratori Segreteria Provinciale di Reggio Calabria – con sede in Reggio Calabria; § ANLI – Associazione Nazionale Lavoratori Italiani, con sede in Roma; § U.S. Palmese, società calcistica militante in serie D, nonché il sequestro preventivo di: § 1 terreno ubicato in Palmi; § 2 fabbricati ubicati in Palmi, rispettivamente del valore di euro 140.000,00 e 110.000,00. L’operazione conclusa evidenzia la particolare attenzione di questa Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza verso il contrasto di ogni forma di frode con l’obiettivo di recuperare, in maniera concreta ed incisiva, preziose risorse pubbliche distratte dalle originarie finalità per cui sono previste ed erogate, a danno di chi opera onestamente e della collettività.