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Confermata l’estradizione in Italia per il boss calabrese Rocco Morabito

URUGUAY – Un tribunale penale di Appello dell’Uruguay ha confermato l’estradizione in Italia di Rocco Morabito, boss della ‘Ndrangheta calabrese, ‘most wanted’ negli Stati Uniti e condannato in contumacia dalla magistratura italiana a 30 anni di carcere.

Lo ha appreso l’ANSA da fonte a conoscenza dei fatti. Arrestato nel settembre 2017 in un hotel di Montevideo dopo 23 anni di latitanza, Morabito (53 anni) – riferisce sulla sua pagina online il settimanale Busqueda – era agli arresti in attesa di un processo per falsificazione di documenti.

Il pregiudicato ha ingaggiato nei mesi scorsi una battaglia legale con la magistratura locale per evitare l’estradizione, ed ora, riferisce il portale uruguaiano Subrayado, i suoi legali presenteranno un estremo appello alla Corte Suprema.

Fonte e Foto Ansa

Un arresto per furto a Corigliano Rossano

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – Nella tarda serata di ieri la Polizia di Stato di Corigliano – Rossano ha tratto in arresto in flagranza di reato per furto aggravato R. G., classe ’97 di Cariati, pluripregiudicato per reati specifici con in atto la misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.

Nello specifico un agente della Polizia di Stato, libero dal servizio, nel mentre era a bordo del treno regionale Catanzaro/Sibari, ha notato un uomo aggirarsi furtivamente nella cabina del capotreno ed uscirvi, con un tablet nelle mani, dandosi subito alla fuga approfittando dell’apertura delle porte del treno che si era alla stazione ferroviaria di Rossano Scalo.

Immediatamente l’agente, insospettito, avvisata la Sala Operativa del Commissariato di Corigliano – Rossano, andava all’inseguimento. Gli agenti sono così giunti nei pressi della stazione ferroviaria di Rossano e individuato il soggetto, che tentava la fuga attraversando i binari della stazione, dopo un breve inseguimento, sono riusciti a bloccarlo. L’uomo era noto agli Uffici perché già arrestato per gli stessi reati dal personale della Squadra Volanti del Commissariato di Corigliano-Rossano.

Dalla perquisizione effettuata veniva rinvenuto il tablet Sansung appena rubato dalla cabina del capotreno nel mentre lo stesso si sporgeva dal finestrino intento a controllare la regolare sosta presso lo Scalo Ferroviario di Rossano.

Il tablet, contenente dati sensibili, di proprietà di Trenitalia ed in carico al capotreno per il regolare svolgimento del proprio servizio, è stato sequestrato dagli agenti operanti per essere successivamente restituito al capotreno in sede di denuncia. Il reo veniva accompagnato presso questi Uffici e, dopo le formalità di rito, è stato tratto in arresto per furto aggravato e tradotto presso la Casa Circondariale di Castrovillari per come disposto dal P.M. di turno presso la Procura di Castrovillari, in attesa del rito per direttissima.

Viveva in Argentina ma percepiva la pensione italiana, denunciato

VIBO VALENTIA – Ha percepito indebitamente dal 2015 al 2019 un assegno sociale dell’Inps per complessivi 30 mila euro, pur risiedendo stabilmente in Argentina.

Un anziano di origini calabresi è stato denunciato dalla Guardia di finanza di Tropea con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Dalle indagini svolte dai finanzieri, infatti, è emerso che l’uomo beneficiario della misura assistenziale, lungi dall’essere effettivamente residente nel territorio nazionale, aveva fatto ritorno nel Vibonese, sua terra d’origine, solo sporadicamente, permanendo per brevi periodi di tempo e che, quindi, non era in possesso dei requisiti previsti dalla legge per l’ottenimento del beneficio.
L’Istituto nazionale per la previdenza sociale, contestualmente alla scoperta della truffa, ha avviato le procedure per il recupero, a proprio favore, delle somme indebitamente percepite.

Fonte Ansa – immagini di repertorio 

Macabra scoperta, corpo di un neonato ritrovato sepolto in giardino

CIRO’ (KR) – I carabinieri hanno avviato indagini dopo che a Cirò, nel giardino di un’abitazione, è stato trovato il corpo senza vita di un neonato. Dai primi accertamenti è emerso che il neonato era stato sotterrato ed è riemerso dal terreno durante alcuni lavori.

Il giardino in cui è stata fatta la scoperta è di pertinenza di una casa in cui vive un’anziana. A trovare il cadavere del neonato è stata la badante dell’anziana mentre effettuava alcuni lavori in giardino.
Una delle ipotesi che vengono prese in considerazione dai militari della Compagnia di Cirò Marina, che stanno svolgendo le indagini, è che a seppellire il neonato possa essere stata una delle badanti, perlopiù straniere, che si sono succedute nell’attività di assistenza all’anziana che abita nella casa nel giardino della quale è stato fatto il ritrovamento.
Le indagini sono dirette dalla Procura della Repubblica di Crotone. Dall’autopsia si potrà stabilire da quanto tempo il neonato fosse stato sotterrato.

Fonte Ansa

Truffa ai danni di INPS e UE, denunciate 67 persone

LOCRI (RC) – I carabinieri della Compagnia di Locri hanno denunciato in stato di libertà 67 persone, accusate a vario titolo, di falsità ideologica in atto pubblico, truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Le denunce sono scaturite da un’indagine sulle attività di tre aziende agricole cui facevano capo, complessivamente, 64 dipendenti.

Dal confronto fra documenti e dichiarazioni rilasciate dai presunti dipendenti sono emerse numerose incongruenze che hanno evidenziato come tutti i rapporti di lavoro fossero stati denunciati, in realtà, al solo fine di far percepire ai soggetti interessati indebite prestazioni assistenziali e previdenziali erogate dall’Inps, oltre che per ottenere finanziamenti europei, con un conseguente danno erariale per oltre mezzo milione di euro.

Fra gli indagati anche pregiudicati, alcuni dei quali ritenuti esponenti di spicco di alcune cosche di ‘ndrangheta della Locride, in particolare a Platì.
   

Abbandono rifiuti sull’alveo del torrente, denunciati dipendenti e responsabili comunali

MONTEGIORDANO (CS) – Durante un servizio di controllo del territorio comunale di Montegiordano i Carabinieri Forestale di Oriolo e Trebisacce hanno notato un autocarro carico di residui vegetali imboccare una strada sterrata e dirigersi verso l’alveo del torrente “Garibaldi”.

Giunti sul posto i militari hanno constatato che il materiale contenuto nel cassone dell’autocarro con a bordo due uomini era stato scaricato sul posto.

Le due persone sono risultate essere dipendenti comunali che depositavano tale materiale per conto del Comune in questa area. Area dove si era venuto a creare un deposito incontrollato di rifiuti eterogenei speciali non pericolosi (sfalci di potature, pezzi di ferro, plastica, vetro, alluminio, ceramiche), frutto di ripetuti accumuli direttamente nell’alveo nudo senza alcuna protezione per le matrici ambientali. I rifiuti quindi venivano, per mano dei dipendenti e su commissione delle Autorità tecniche e politiche del Comune di Montegiordano, abbandonati in maniera disordinata e senza alcuna cautela per l’ambiente direttamente nell’area  sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, con inevitabile deturpamento di bellezze naturali e concreto pericolo per l’ambiente e salute pubblica.  

Preso atto della gestione illecita di rifiuti con occupazione di un quoziente di terreno appartenente al demanio fluviale, sono stati sequestrati l’area occupata dai rifiuti e l’autocarro utilizzato per il trasporto degli stessi, di proprietà del Comune di Montegiordano,

Gli autori dell’abbandono, il committente e il responsabile comunale del servizio sono stati deferiti per gestione illecita di rifiuti non pericolosi.

Operaio muore carbonizzato in azienda, si indaga sulle cause

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Un operaio di 48 anni, Seferi Ruston, di nazionalità macedone, è stato trovato cadavere, completamente carbonizzato, all’interno del locale caldaie della Quadrifoglio, azienda che si occupa di catering, a Isola Capo Rizzuto (Crotone).

L’uomo, dipendente come tuttofare dell’azienda, è stato avvolto dalle fiamme divampate nel locale. A trovare il cadavere sono stati i vigili del fuoco del Comando provinciale di Crotone. Sul posto, sono arrivati il medico legale e il magistrato di turno, Giampiero Golluccio.
Sulle cause dell’incendio indagano i carabinieri della Compagnia di Crotone. A quanto pare l’uomo sarebbe andato nel locale a prendere delle taniche di carburante per fare rifornimento alla sua vettura trovata parcheggiata all’esterno del locale con il tappo del serbatoio aperto. Il carburante avrebbe preso fuoco e l’uomo è rimasto avvolto dalle fiamme.
L’azienda è in amministrazione giudiziaria perché coinvolta nell’operazione Jonny condotta dalla Dda a maggio del 2017.

Foto e Fonte Ansa 

Braccianti stipati nel portabagagli, denunciate 18 persone per immigrazione clandestina

MONTEGIORDANO (CS) – Denunciate dalla Guardia di Finanza di Montegiordano 18 persone per caporalato e immigrazione clandestina; identificati 56 soggetti reclutati in violazione dei contratti nazionali
e provinciali del comparto agricoltura.

I Finanzieri cosentini, impegnati in posti di controllo nell’area urbana di Roseto Capo Spulico (CS) hanno sottoposto a fermo – tra gli altri – sette furgoni in cui erano stipati, alcuni anche all’interno del vano portabagagli, in condizioni degradanti, cinquantasei braccianti agricoli stranieri di nazionalità pakistana, nigeriana, bulgara e rumena, provenienti dalle campagne lucane dove avevano prestato la propria manodopera presso aziende agricole. I braccianti sono stati quindi accompagnati presso gli uffici della Tenenza per essere identificati ed escussi a sommarie informazioni, anche con l’ausilio di interpreti. Sulla base delle dichiarazioni fornite e della documentazione rinvenuta a bordo dei mezzi, è emerso che gli stessi erano stati reclutati in violazione dei contratti nazionali e provinciali del comparto agricoltura ed impiegati presso le agricole percependo paghe nettamente inferiori a quanto stabilito dalle norme contrattuali.  Dopo aver accertato l’identità di tutti i braccianti fermati, è emerso che sette di loro erano in
possesso di permesso di soggiorno scaduto e privi di richiesta di rinnovo.

All’esito dell’operazione sono stati deferiti, a piede libero, alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore dr. Eugenio Facciolla, 11 “caporali” (tra cui i tre titolari delle aziende lucane) in concorso tra loro, per violazione all’art. 603 bis c.p. (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro) per il quale rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Sette i braccianti irregolari segnalati alla Procura della Repubblica per violazioni al testo
unico sull’immigrazione. L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza per la tutela della legalità economica e la repressione
dei reati in materia tributaria.

Corigliano, arrestati imprenditori per estorsione

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – I finanzieri di Corigliano Calabro (CS), nelle prime ore del mattino, hanno posto agli arresti domiciliari due imprenditori coriglianesi, indagati per estorsione e turbata libertà degli incanti, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, dott.ssa Carmen Ciarcia, su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari (CS).

L’attività di polizia giudiziaria trae origine dalla denuncia presentata da un imprenditore il quale veniva avvicinato e minacciato da alcuni soggetti al fine di farlo desistere dal partecipare ad un’asta pubblica per la vendita di un capannone industriale.

Le attività di indagine immediatamente eseguite dai finanzieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari (CS), dott. Eugenio Facciolla e diretti dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Luca Primicerio, confermavano quanto denunciato dall’imprenditore e consentivano di ricostruire l’esatto svolgimento dell’estorsione, delle relative minacce e del turbamento dell’asta pubblica.

Sono quindi state richieste immediate misure cautelari restrittive della libertà personale nei confronti di due imprenditori ritenuti responsabili dell’estorsione e del condizionamento dell’asta pubblica.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto l’arresto domiciliare per i due imprenditori, per i delitti di turbata libertà degli incanti ed estorsione.

Maxi sequestro di merce varia e giocattoli. Prodotti altamente pericolosi

VIBO VALENTIA – Undicimila articoli insicuri, per la maggiore parte giocattoli, sono stati sequestrati dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia nell’ambito di quattro distinti interventi nei confronti di altrettanti esercenti della provincia.

I finanzieri, nell’ambito delle attività di controllo mirate al contrasto alla vendita di merci contraffatte e in grado di minacciare l’incolumità dei consumatori, hanno segnalato quattro persone. Una è stata anche denunciata perché aveva posto in vendita bombolette spray altamente infiammabili ed irritabili, tanto da essere censite sulla piattaforma telematica Rapex (European Rapid Alert System for non-food consumer products), un sistema europeo di allerta rapida per i prodotti di consumo pericolosi.

Fonte e foto Ansa