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Operato Pozzovivo dopo l’incidente. Il ciclista: «Hanno messo fine alla mia carriera»

COSENZA – E’ andata bene, secondo quanto si è appreso dall’ospedale Annunziata di Cosenza, l’operazione a cui, nella serata di ieri, è stato sottoposto il ciclista Domenico Pozzovivo, investito da un’auto mentre si stava allenando nella zona di Dipignano.

Come riportato dall’Ansa, il corridore può già muovere la gamba destra fratturata e tra una quindicina di giorni potrà iniziare a “caricare”, potrà, cioè, cominciare ad alzarsi in piedi.

L’atleta ha subito la “frattura diatisaria” della tibia ed il primario del reparto di ortopedia Gualtiero Cipparrone, con la sua equipe, gli ha praticato un'”osteosintesi con chiodo endomidollare bloccato” per rimettere in asse la gamba. Più complicata, invece, la situazione del gomito che presenta una frattura pluriframmentata ed esposta. I medici hanno effettuato una pulizia approfondita della ferita e una riduzione della frattura.

Nei prossimi giorni sarà sottoposto ad ulteriori accertamenti. Il ciclista, infatti, è stato investito frontalmente, tanto che gli sono stati applicati alcuni punti di sutura al mento.

La drammatica telefonata alla moglie

Grande sarebbe lo sconforto dell’atleta. «Oggi hanno messo fine alla mia carriera»: queste le parole che Domenico Pozzovivo ha detto in una drammatica telefonata fatta subito dopo essere stato investito alla moglie Valentina Conte. La donna, che si trova in ospedale al fianco del marito, ha detto all’Ansa: «E’ dolorante, è fuori pericolo ma la situazione è seria». Stamattina, al risveglio, Pozzovivo avrebbe chiesto: «Fatemi tornare a casa».

“Made in Facebook”, sequestrati capi di abbigliamento contraffatti

CROTONE – Circa 700 tra capi di abbigliamento ed accessori con marchi contraffatti sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo mobile del Gruppo di Crotone nell’ambito di un’operazione denominata “made in Facebook”.

Gli investigatori sono risaliti a otto persone dedita alla vendita, tramite siti internet e social network, di abbigliamento di vario tipo riportante i segni distintivi di note griffe contraffatte. Nel corso delle successivi perquisizioni domiciliari, i finanzieri hanno sequestrato scarpe, borse, portafogli, cappelli e tute ma anche centinaia di loghi pronti per essere apposti sui prodotti da contraffare.

Prostituzione, operazione per contrastare il fenomeno. Sequestrate le auto dei clienti (VIDEO)

COSENZA – Un’attività straordinaria di controllo ha dato vita, in queste ore, ad un’operazione mirata nel contrastare il fenomeno della prostituzione. L’area individuata è quella della Piana di Sibari.

Combattere lo sfruttamento della prostituzione

Durante i controlli del caso, concentratisi in un’area che ha messo in luce un particolare radicamento del fenomeno, è stato possibile individuare 11 ragazze che svolgevano la cosiddetta attività di meretricio. Di queste, 4 sono di nazionalità romena, 3 sono nigeriane e 4 provengono dalla Bulgaria. Gli accertamenti del caso, con tanto di identificazione, hanno dato seguito ad una sanzione amministrativa volta nel prevenire il fenomeno della prostituzione. Le forze dell’ordine hanno provveduto ad emanare l’ordine di allontanamento rispetto al luogo nel quale sono state trovate a svolgere l’attività illegale. Tutto questo è propedeutico per l’applicazione di un daspo urbano.

Piana di Sibari, multati anche i clienti

Ad una di queste, per motivi di pubblica sicurezza, è stato notificato un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale ed è stato emesso dal prefetto Tomao. Le sanzioni hanno riguardato anche i clienti, con le rispettive automobili, poiché questi si intrattenevano con le ragazze (foto di repertorio ansa.it).

Maxi blitz contro la ‘ndragheta, 169 arresti, fra cui tre sindaci

CATANZARO – Maxi operazione dei Carabinieri del Ros e di quelli del Comando provinciale di Crotone contro la ‘ndrangheta: 169 gli arresti in corso di esecuzione dalle prime ore di questa mattina in diverse regioni italiane e in Germania, al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Al centro dell’inchiesta, riferiscono i carabinieri del Ros, le attività criminali della cosca Farao-Marincola, una delle più potenti della Calabria con ramificazioni anche in Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia e in Germania. Le indagini hanno documentato l’infiltrazione mafiosa in diversi settori economici e imprenditoriali, sia in Italia che all’estero, circostanza che ha consentito alla cosca di strutturarsi come una vera a propria holding criminale, capace di gestire affari per milioni di euro. I particolari dell’operazione, denominata “Stige”, verranno resi noti in una conferenza stampa nella sede della Procura della Repubblica di Catanzaro. Fra gli arrestati ci sono anche tre sindaci di paesi della provincia di Crotone. Uno di loro, Nicodemo Parrilla, è anche il presidente della provincia. Oltre a Parrilla, infatti, sono coinvolti il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano e quello di Mandatoriccio Angelo Donnici.

Operazione contro la ‘ndrangheta a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – A Reggio Calabria, chiunque voglia intraprendere un’attività economica o commerciale, non deve rivolgersi soltanto allo Stato o agli enti locali per le relative autorizzazioni amministrative, ma deve ottenere soprattutto il nulla osta da parte delle cosche che controllano il territorio e che formano il cosiddetto sistema Reggio. Uno scenario inquietante ma che corrisponde alla realtà secondo quanto accertato dalla Polizia di Stato che ha condotto questa mattina una vasta operazione contro le cosche facenti capo alle famiglie De Stefano, Franco, Rosmini, Serraino e Araniti. Agli ordini del capo della squadra mobile reggina Francesco Rattà, su direttive del questore Raffaele Grassi, gli agenti hanno eseguito 19 provvedimenti cautelari, tra cui 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora, su ordine della Direzione distrettuale antimafia. I reati contestati gli arrestati vanno dall’associazione mafiosa, al concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto di materiale esplosivo, intestazione fittizia di beni e rivelazione del segreto d’ufficio. Eseguite anche numerose perquisizioni. Tra gli arrestati c’è anche l’avvocato Giorgio De Stefano, che in passato aveva già scontato un condanna a tre anni e mezzo di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Attualmente era libero. Secondo gli investigatori, ha sempre rappresentato, e rappresentava tuttora, il faro della cosca De Stefano, capace di elaborarne alleanze e strategie, con un’impronta tipicamente manageriale, in grado di individuare le attività criminali più lucrose da mettere in atto. Alle forze dell’ordine è giunto anche il plauso del Ministro dell’Interno Alfano: “A Reggio Calabria gli uomini della Polizia di Stato, coordinati eccellentemente dai magistrati, hanno inferto un colpo durissimo al crimine organizzato, con una serie di arresti e di importanti sequestri. I destinatari di questi provvedimenti – aggiunge il titolare del Viminale – sono tutti esponenti di cosche di spicco locali e in particolare, tra le persone ai domiciliari, figura pure una donna, indagata per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio con l’aggravante di finalità mafiosa, commesso durante il periodo nel quale era un impiegata interinale presso l’Ufficio del Gip di Reggio Calabria. Tutto questo è frutto del lavoro instancabile della nostra Squadra-Stato”. La donna a cui il Ministro Alfano si riferisce è Maria Angela Marra Cutrupi di 52 anni che lavorava, come impiegata a tempo determinato e con mansioni esclusivamente esecutive, all’ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria. La donna avrebbe informato alcuni indagati dell’esistenza di un’inchiesta a loro carico. Questa notte è stata arrestata con l’accusa di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta. Assieme a lei – e con la stessa accusa – è finito in manette anche il marito Domenico Nucera, a cui la donna avrebbe rilevato le informazioni coperte da segreto, apprese negli uffici giudiziari, che sarebbero poi state riferite da quest’ultimo al fratello Carmelo Salvatore Nucera.

Continua con successo la nostra azione di contrasto alla malavita organizzata. Questa mattina, infatti, è stata messa a segno un’ulteriore operazione di successo a Reggio Calabria che ha colpito numerose cosche reggini tra cui De Stefano, Franco, Rosmini, Serraino e Araniti aderenti al cartello Condelliano. Auspichiamo che sia stato assetato un duro colpo al cosiddetto “Sistema Reggio” che mortifica l’economia e blocca lo sviluppo perchè costringe alla stretta morsa delle estorsioni e del pizzo. Per questo rivolgo i miei ringraziamenti alla polizia e alla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria  per l’ottimo lavoro. Operazioni come questa dimostrano che è possibile ribellarsi alle estorsioni grazie al supporto e al sostegno dello Stato“. Questo il commento di Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni Culturali e deputato calabrese del Nuovo Centrodestra.

Operazione contro la ‘ndrangheta a Reggio Calabria. 16 arresti

Polizia: la volante della questura di AostaREGGIO CALABRIA – Si chiama Antibes l’operazione che la Squadra Mobile e l’aliquota Polizia di Stato della Sezione presso la Procura della Repubblica ha condotto questa mattina contro la ‘ndrangheta. 16 i fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di soggetti legati alla “famiglia” Franco della frazione Pellaro del capoluogo reggino. Tra i reati contestati l’associazione mafiosa e l’estorsione in danno di operatori economici. Nel corso dell’operazione gli agenti della polizia di stato hanno eseguito anche numerose perquisizioni. L’operazione ha preso il nome della località turistica francese in cui, nel novembre 2013, venne arrestato il latitante Giovanni Franco nel corso di un’operazione congiunta della Squadra Mobile di Reggio Calabria e della Polizia francese, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia. Ad essere arrestati sono stati i fiancheggiatori della latitanza di Giovanni Franco. Le indagini della polizia sono state dirette dalla Dda di Reggio Calabria. Giovanni Franco fu arrestato nel novembre 2013, dopo che si era sottratto all’esecuzione di una condanna definitiva ad 11 anni e 4 mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini è emerso che i fiancheggiatori avrebbero raggiunto più volte Antibes, nel paese d’Oltralpe. Per sviare le indagini, durante alcuni viaggi, avrebbero spedito, con un corriere, i loro telefoni cellulari accesi, in una località turistica del Nord Italia che avrebbero raggiunto, con autovetture prese a noleggio, dopo aver incontrato il latitante in Francia, mentre in altri casi avrebbero affidato gli apparecchi telefonici ad altri affiliati, per simulare la loro presenza a Reggio Calabria.

Operazione contro la ‘ndrangheta tra Torino e Reggio Calabria

carabinieri di notteREGGIO CALABRIA – Venti ordinanze di arresto sono state eseguite all’alba di questa mattina, tra Torino e Reggio Calabria nel corso di un’operazione contro la ‘ndrangheta condotta dai carabinieri di Torino. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata a estorsioni, usura, traffico di droga e gestione di bische clandestine. Eseguite 41 perquisizioni domiciliari e sequestrati beni per un ammontare di diverse migliaia di euro.
Nell’inchiesta, coordinata dalla procura di Torino, sono emersi anche pesanti atti intimidatori compiuti dagli arrestati. Ad una vittima di estorsione è stata recapitata, ad esempio, una testa di maiale mozzata con l’avviso che “la prossima sarebbe stata la sua”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa presso gli uffici del Comando provinciale dei carabinieri di Torino.

Sequestrati prodotti ittici nel vibonese

VIBO VALENTIA – 4.700 chili di pesce e altri 12 mila chili di pesce non destinato al consumo umano sono stati ritrovati durante un’ispezione in un capannone. All’interno vi era una cella frigorifera di 230 metri quadrati con carenze igienico-sanitarie e alcuni prodotti conservati sul pavimento. Coordinati dalla Procura della Repubblica, la guardia costiera e l’Asp di Vibo Valentia hanno sequestrato 17.400 chili di prodotto ittico nell’ambito dell’operazione Refrigerator.

Gdf: indagati 6 imprenditori per truffa

 

LAMEZIA TERME – Un operazione della guardia di finanza di Lamezia Terme, ha permesso i finanzieri di sequestrare conti correnti, quote societarie, appartamenti e terreni per 900 mila euro nei confronti di 6 imprenditori. Oltretutto sono state sequestrate due società ed una ditta individuale, accusati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento indebito di contributi comunitari e nazionali, reati tributari e falso. Inoltre, nel 2011 l’operazione aveva portato,  al sequestro di uno stabilimento in cui venivano prodotti inchiostri e cartucce di toner contraffatti.