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Furibonda rissa al pronto soccorso di Cosenza

COSENZA – Ha fatto ubriacare la fidanzata tanto da doverla portare nella notte al pronto soccorso di Cosenza. Poi ha dovuto affrontare l’ira del padre e del fratello della ragazza. Quando sono giunti all’ospedale del’Annunziata erano furibondi. Hanno affrontato il giovane e dalle parole, in breve tempo, si è passati alle mani. Sono volati calci e pugni tanto che gli agenti della vigilanza privata hanno dovuto chiamare i carabinieri per sedare la rissa tra le tre persone, due delle quali pregiudicate. Al padre della ragazza è stato anche sequestrato un coltello a serramanico. Il ragazzo ed il padre della fidanzata, dopo le cure alle varie escoriazioni riportate, sono stati arrestati e rinchiusi nelle camere di sicurezza della caserma dei carabinieri, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Crotone, sequestrate villette costruite in zona a rischio idrogeologico

CROTONE – I carabinieri del comando provinciale e del gruppo carabinieri forestale di Crotone, unitamente alla Polizia Locale, hanno sequestrato circa 80 villette a ridosso della cosiddetto “canale 19”, in località Margherita della città pitagorica. Le abitazioni sarebbero state edificate con permesso di costruire rilasciato dall’amministrazione comunale, sebbene l’area fosse classificata “ad elevato rischio idrogeologico” e dunque con un vincolo assoluto di inedificabilità. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal gip Michele Ciociola su richiesta del sostituto procuratore Alfredo Manca, titolare delle indagini.

Agguato nel Reggino, commerciante freddato a colpi di arma da fuoco

SIDERNO (RC) – È  stato freddato con sette colpi di arma da fuoco davanti alla sua abitazionen Carmelo Muià,  un commerciante 45enne di Siderno. L’uomo, pregiudicato, considerato affiliato alla cosca dei Commisso, era stato condannato a  6 anni di reclusione nel processo “Crimine” e a sette anni, in primo grado, nel processo denominato “morsa sugli appalti”. Trasportato all’ospedale di Locri è morto poco dopo l’arrivo nel nosocomio. Sul posto le forze dell’ordine per i rilievi tecnico scientifici. L’inchiesta è affidata alla Procura della Repubblica di Locri che sta lavorando insieme alla Dda di Reggio Calabria.

 (Immagine di repertorio)

Condannato a trent’anni l’assassino di Antonella Lettieri

CROTONE – Inflitta una condanna a trent’anni di reclusione per Salvatore Fuscaldo, il bracciante 50enne di Cirò Marina, reo confesso dell’omicidio di Antonella Lettieri. La donna, 42 anni, era stata uccisa l’otto marzo 2017. Il giudice ha accolto la richiesta avanzata a conclusione della requisitoria dal pm Alfredo Manca, nel processo celebrato con il rito abbreviato. Il rappresentante della pubblica accusa ha ripercorso le tappe della vicenda, elencando le prove raccolte dal giorno dell’omicidio fino alla richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Antonella Lettieri venne uccisa nella sua abitazione con almeno una ventina di colpi alla testa sferrati con un tubo di ferro ed undici coltellate al corpo. L’indagine è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Cirò Marina, con l’ausilio del Ris di Messina. L’uomo, vicino di casa della vittima, fu fermato il 16 marzo ed il 21 aprile confessò di essere l’autore del delitto.

Crotone, arrestato il presunto assassino di Francesco Macrì

CROTONE – Restiamo a Crotone, gli agenti della squadra mobile hanno arrestato una persona con l’accusa di avere ucciso Francesco Macrì, 73 anni. L’episodio risale alla sera dell’11 agosto 2014 nel pieno centro cittadino. La vittima fu colpita da quattro proiettili calibro 22 esplosi da un killer con il volto travisato mentre era seduto ad un bar in compagnia di altre persone tra le quali il figlio. Gravemente ferito, morì tre giorni dopo in ospedale.

Sequestra e minaccia con fucile giovane coppia di fidanzati, un arresto

AMANTEA (CS) – Nella serata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Paola hanno tratto in arresto F.A., 53enne incensurato di Amantea, con l’accusa di sequestro di persona e minaccia aggravata dall’uso delle armi ai danni di una giovane 28enne e del suo fidanzato 30enne, protagonisti di un vero e proprio incubo.

La giovane ragazza, in compagnia del fidanzato, si era presentata presso l’abitazione dell’odierno arrestato per provare, per l’ennesima volta, ad ottenere il compenso di una pregressa collaborazione lavorativa tra i due, riferita al mese di settembre 2017.

 

Il 53enne, dopo aver convinto con una scusa i due giovani ad entrare in casa ed a sedersi in salotto, spostatosi in un’altra stanza, avrebbe fatto ritorno imbracciando un fucile a pompa carico. L’arrestato, a questo punto, dopo essersi posizionato davanti alla porta di ingresso per impedire la fuga ai due ragazzi, forte della disponibilità di un’arma da fuoco carica, avrebbe iniziato a minacciare di non farli uscire e che per loro sarebbe finita male.

Solo una momentanea distrazione dell’uomo, forse causata dall’arrivo della moglie, permetteva alla ragazza di raggiungere la porta d’ingresso della casa e darsi alla fuga. Ci sono voluti altri quindici minuti affinchè il 53enne, probabilmente temendo che la ragazza potesse allertare le Forze dell’Ordine, lasciava andare anche il fidanzato. I Carabinieri della Stazione di Amantea, intervenuti tempestivamente sul posto a seguito di richiesta dei due giovani, una volta ricostruita la vicenda, traevano in arresto F.A. con l’accusa di sequestro di persona, minacce aggravate dall’uso delle armi e detenzione abusiva di armi da fuoco. La perquisizione domiciliare dell’abitazione dell’uomo, infatti, consentiva di rinvenire sottoporre a sequestro n. 3 fucili, di cui 2 illegittimamente detenuti, e quasi un centinaio di munizioni.

L’arrestato, terminate le formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Paola, è stato tradotto in regime di arresti domiciliari presso la sua residenza, in attesa della celebrazione dell’udienza per direttissima nel corso della quale, nella mattinata odierna, ne è stato convalidato l’arresto.

 

Ludopatico simula una rapina, l’uomo è stato denunciato

ROSSANO CALABRO (CS) – Un uomo ha letteralmente simulato una rapina negli scorsi giorni poiché speso il denaro in attività di gioco. T. P. di anni 28 ha chiamato il personale di polizia della cittadina calabrese: sul posto sono intervenute le forze dell’ordine. Il ragazzo è stato trovato, all’interno di un furgone, dagli agenti legato alle mani e ai piedi. Il 28enne denunciava di aver subito una rapina senza, però, riconoscere gli autori.

Il racconto della rapina con dettagli poco chiari

L’uomo ha raccontato di aver percorso la statale 106, proveniente da Crotone, alla guida di un furgone della ditta per la quale lavora. Quest’ultima si occupa degli incassi delle slot machine. A suo dire un’automobile, nei pressi di Rossano, gli si è avvicinata e ha prelevato i proventi. Sempre secondo le dichiarazioni del giovane, i tre uomini lo avrebbero immobilizzato con delle fascette utilizzate dagli elettricisti per poi asportare la borsa con il denaro.

Vista la non coincidenza degli orari, sommata ad altri particolari poco chiari, il personale di polizia ha provveduto ad attuare ulteriori verifiche. Scoperta la totalità infondatezza del racconto l’uomo ha dichiarato di aver inventato l’accaduto.

Proventi reimmessi nel gioco delle slot

I soldi riscossi, del valore di circa 2400 euro, era stati spesi dallo stesso, in realtà, per giocare alle slot machine nei vari esercizi. Subito dopo aver perso la somma, da qui la decisione di simulare la rapina. T. P. è stato deferito all’autorità giudiziaria competente con l’accusa di simulazione di reato. A questo si aggiunge il procurato allarme.

Operazione “Stige”, nominata la commissione di accesso al Comune di Strongoli

STRONGOLI (KR) – A seguito dell’operazione “Stige” della scorsa settimana, che ha visto tra i 169 arrestati anche il sindaco del  Comune di Strongoli, è di questa mattina la decisione del prefetto di Crotone di nominare la commissione di accesso per verificare eventuali infiltrazioni mafiose.  Della commissione d’accesso, che dovrà espletare l’incarico entro 90 giorni, fanno parte il viceprefetto del Ministero dell’Interno, Giuseppe Ranieri, l’ufficiale dei Carabinieri del comando provinciale di Crotone, Danilo Cimicata e un rappresentante del comando provinciale della Guardia di Finanza, Salvatore Mascaro.

Crotone, fiaccolata in ricordo del povero Giuseppe

CROTONE – Migliaia di persone hanno preso parte alla fiaccolata organizzata per ricordare Giuseppe Parretta, il diciottenne, ucciso a Crotone da un vicino di casa, Salvatore Gerace, di 57 anni. Ad aprire il corteo uno striscione sorretto dagli amici della vittima, con la scritta “Peppe Vive”. La manifestazione, partita davanti al comune, si è protratta fino alla Cattedrale della città. Ha partecipato con gli altri due suoi figli anche la madre della vittima Katia Villirillo, presidente dell’associazione “Libere donne”, impegnata nel contrasto della violenza di genere. Al suo fianco il sindaco Ugo Pugliese. Il parroco della chiesa matrice, don Serafino Parisi, in chiusura del corteo, ha parlato di perdono e della necessità di «sconfiggere la violenza con l’amore». Il sacerdote ha invitato tutti i presenti a pregare. In tanti hanno portato dei lumini accesi lasciandoli davanti al portone dell’abitazione dove si è consumato il delitto.

L’assurdo movente del delitto

Intanto emergono nuovi dettagli sul delitto. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dal vicario del questore, Antonio Ferrante, e dal capo della squadra mobile di Crotone, Nicola Lelario, non vi sarebbe alcun collegamento tra la tragica esecuzione e l’attività dell’associazione “Libere donne”. Alla base del delitto sarebbe solo la mania di persecuzione maturata da Salvatore Gerace. L’uomo, infatti, ha riferito agli investigatori di sentirsi spiato ritenendo che la nuova moto con la quale Giuseppe Parretta era arrivato a casa nel pomeriggio, rappresentasse un regalo proprio per questa attività di spionaggio nei suoi confronti: una motivazione assurda che Gerace ha riferito al pm della Procura pitagorica, Alfredo Manca. Dopo aver sparato al ragazzo, secondo le testimonianze raccolte sul luogo dell’accaduto, Gerace si è asserragliato nella sua abitazione. I poliziotti sono riusciti a farlo desistere e lui li ha condotti nella camera da letto dove ha consegnato l’arma usata, un revolver 38 con matricola abrasa.

Minaccia un giovane e gli ruba un portafogli. Arrestato dai carabinieri

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Ha prima minacciato con una bottiglia di vetro rotta un giovane sul lungomare di Schiavonea e poi lo ha costretto a consegnare il portafogli. Un cittadino marocchino H.K., di 32 anni, con precedenti di polizia, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di rapina, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. I militari, dopo la denuncia del giovane rapinato, hanno avviato le indagini mettendosi, grazie ad una descrizione dettagliata fornita dalla vittima, sulle tracce del rapinatore. L’uomo è stato intercettato in una strada buia della frazione di Schiavonea, mentre tentava di nascondersi. Individuato e bloccato dai carabinieri, il marocchino è stato trovato in possesso della refurtiva.