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Rossano, veglione di Capodanno abusivo. 21mila euro di sanzioni

ROSSANO – Sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 21.196 euro sono state elevate ai danni di quattro persone colpevoli di aver organizzato un veglione di Capodanno, con cenone e somministrazione di bevande, 2 capodanno 2017in un capannone ubicato a Rossano, con circa 800 ospiti, senza avere alcun tipo di autorizzazione. I quattro soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria dopo un accurato controllo effettuato dagli agenti del Commissariato di Rossano e dai militari della Guardia di Finanza di Corigliano Calabro. In particolare le forze dell’ordine hanno accertato che i locali erano sprovvisti di agibilità e del certificato di prevenzione incendi.

Chiuso un altro centro scommesse nel cosentino

COSENZA – Il Questore di Cosenza ha provveduto alla chiusura di un centro per la raccolta di scommesse. Questi esercizi vengono utilizzati dalle cosche per il riciclaggio di beni di provenienza illegale, frutto dei proventi delle estorsioni, traffico di droga e altre attività economica delittuose. Questi provvedimenti sono mirati ad impedire il reimpiego in attività legali dei beni di provenienza non lecita. Negli ultimi due anni, la Questura di Cosenza ha potenziato gli strumenti d’indagine volti ad individuare tali meccanismi che, molto spesso, vengono innescati attraverso insospettabili teste di legno fittiziamente interposte nella gestione di rilevanti attività economiche. In questo caso, fa sapere la Questura, è stata colpita la cosca Muto di Cetraro che, per quanto emerso dagli accertamenti, ha tentato di inserire un prestanome nell’amministrazione di un esercizio operante sulla costa tirrenica nei confronti del quale, oltre al rifiuto di sanatoria, è stata disposta la chiusura immediata. Analoghi e numerosi provvedimenti avevano riguardato anche altre cosche malavitose (Rango-Zingari, Lanzino, Tundis, Calvano).

Docente Unical accusato di corruzione, Cassazione conferma condanna

COSENZA – La Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva il docente dell’Unical, Alfonso Nastro confermando di fatto la sentenza di primo e secondo grado che era di quattro anni per il professore e di due anni e sei mesi per la sua segretaria Marcella Beltrano. Per entrambi l’accusa è di corruzione mediante induzione. Per il docente, il Tribunale di Cosenza aveva disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici e l’interruzione del rapporto con l’Unical. Nastro era stato condannato, inoltre, al pagamento di una provvisionale di duemila euro a un ex dottorando, che si è costituito parte civile. L’inchiesta in cui è coinvolto Nastro rappresenta uno stralcio di quella denominata “Symposium”. Il docente del dipartimento di Chimica e tecnologie chimiche è accusato di otto casi di presunta concussione ai danni di altrettanti ricercatori che, secondo la Procura, sarebbero stati costretti a versare dai 2mila ai 100 euro per avergli procurato la conclusione del contratto con l’azienda “Vecchio prodotti in ceramica”. Nastro è considerato la mente della maxitruffa scoperta dalla Guardia di finanza che, nel novembre 2009, portò all’arresto di tre imprenditori e al sequestro di beni per oltre 70 milioni di euro, tra cui il villaggio turistico “La Pace”, nel vibonese, le imprese “Vecchio Costruzioni generali” e “Vecchio prodotti in ceramica”, nel reggino. Gli indagati erano accusati di truffa, indebita percezione di finanziamenti pubblici e altro. All’epoca dei fatti Nastro era ordinario di “Materiali per la gestione ambientale e di tecnologia chimica applicata alla tutela ambientale” alla facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria ed era stato sospeso dall’esercizio di pubblico ufficio con conseguente interdizione temporanea dall’attività di insegnamento.

Quadri rubati nascosti in casa, denunciato

REGGIO CALABRIA – I militari della Compagnia di Reggio hanno denunciato un 64enne dopo aver ritrovato nella sua dimora quadri e opere d’arte di valore risultati proventi di attività di furto: tra queste tele di Guttuso e Dalì. Le opere sono state rinvenute nella dimora principale dell’uomo ed in un’altra abitazione nella città di Messina: nell’ambito dell’operazione sono stati recuperati quadri di Giuliana Cappello e Mario Pinizzotto. Dalle indagini condotte dai carabinieri di Reggio, con la collaborazione del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza e delle forze dell’ordine dello Stretto, è stato accertato che diverse di queste opere erano state sottratte all’esecuzione di un sequestro datato gennaio 2014 disposto dal Tribunale di Reggio su richiesta della Dda. (Foto ansa.it)

Rende, 11 persone denunciate ed una segnalata

RENDE (CS) – I carabinieri della Compagnia di Montalto Uffugo hanno deferito in stato di libertà un 50enne per i reati di “Atti persecutori” e “Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”. I militari constatavano che l’uomo, nonostante il divieto di non avvicinarsi all’ex moglie, raggiungeva la donna nei pressi di un distributore di carburanti insultandola ripetutamente. Un 37enne cosentino è stato denunciato per i reati di “Esercizio arbitrario delle proprie ragioni” e “Lesioni personali” a seguito di una lite con un 50enne che ha riportato lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Altre 4 persone, invece, sono state denunciate per il reato di “Rissa” mentre un uomo è stata segnalato come “Assuntore di sostanze stupefacenti” del tipo marijuana.

Nella zona di Torano Castello un 29enne di Castrovillari è stato deferito in stato di libertà per il reato di “Minaccia”. L’uomo voleva colpire un 35enne del luogo con un’ascia di 70 cm: l’arma è stata sequestrata. Sequestro di 5 cartucce calibro 12 a pallettoni ad Acri nei confronti di due persone accusate di “Detenzione abusiva di armi o munizioni”.

A Luzzi un 36enne si è rifiutato nel sottoporsi ad accertamento etilometrico mentre ad un 45enne è stato contestato il reato di “Guida senza patente perchè revocata”.

‘ndrangheta, chiesto rinvio a giudizio per il senatore Caridi e altri 82

REGGIO CALABRIA – La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio del senatore di Gal Antonio Caridi e di altre 82 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, voto di scambio, violazione della legge Anselmi, corruzione, estorsione, truffa, falso ideologico e rivelazione di segreti d’ufficio. Caridi, costituitosi nell’agosto scorso dopo che Palazzo Madama aveva concesso l’autorizzazione al suo arresto, è accusato di essere stato uno strumento della cupola “riservata” della ‘ndrangheta. Oltre a Caridi sono indagati l’avvocato Giorgio De Stefano, l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’ex sottosegretario della Regione Calabria Alberto Sarra, ed il dirigente della Regione Calabria Francesco Chirico. Secondo l’accusa avrebbero fatto parte della componente “riservata” della ‘ndrangheta che era al vertice dell’intera organizzazione. La richiesta di rinvio a giudizio sintetizza cinque diversi filoni investigativi condotti dai pm della Dda reggina Roberto Di Palma, Giulia Pantano, Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino e Walter Ignazitto, e noti con i nomi di “Mammasantissima”, “Sistema Reggio”, “Fata Morgana”, “Reghion” e “Alchimia”.

Lamezia Terme, confiscati beni per oltre 450mila euro

LAMEZIA TERME (CZ) – Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle lametine hanno eseguito un decreto a mezzo del quale sono state applicate misure di prevenzione personali e patrimoniali  nei confronti di due esponenti della criminalità organizzata locale. Il provvedimento della magistratura ha riguardato l’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, nonché la confisca dei beni a carica dei prevenuti indiziati di appartenere ad un’organizzazione ‘ndranghetistica operante in Lamezia Terme. Gli accertamenti patrimoniali e reddituali delle fiamme gialle hanno dimostrato che i beni confiscati avevano un valore ingiustificato rispetto ai redditi dichiarati dagli indiziati. La confisca ha avuto come oggetto due ville, un appezzamento di terreno e tre autovetture per un valore complessivo di oltre 450mila euro.

 

 

 

Ancora una rapina a Cosenza, presa di mira la Conad

COSENZA – Non si ferma l’ondata di furti e rapine che nel corso delle ultime settimane ha interessato la città di Cosenza. Il nuovo atto criminoso questa notte, bersaglio dei malviventi la Conad di Viale Mancini. Modus operandi ormai consolidato: con un fuoristrada hanno divelto la saracinesca, una volta dentro hanno cercato di scardinare la cassaforte ma i piani sono saltati quando l’arrivo di una volante della Polizia ha fatte desistere i malviventi che si sono dati alla fuga facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono giunti gli uomini della Questura che in queste ore cercheranno di ricostruire i fatti anche con l’ausilio delle videocamere di sorveglianza.

Minacciato con una pistola è costretto ad ingerire acido

SPADOLA (VV) –  Un commerciante, Giuseppe Zangari, di 40 anni, é stato ricoverato con prognosi riservata nel Reparto antiveleni dell’ospedale di Locri dopo che una persona che i carabinieri stanno cercando d’identificare lo ha costretto, per motivi in corso d’accertamento e sotto la minaccia di una pistola, ad ingerire dell’acido. L’episodio é accaduto a Spadola, un centro del Vibonese, nei pressi del negozio di prodotti per l’agricoltura di proprietà di Zangari. L’aggressore si é poi allontanato a piedi e viene adesso ricercato dai carabinieri. Sul posto é intervenuto il personale del 118, avvertito da alcune persone che avevano assistito all’aggressione. É stato il dirigente della Sala operativa del 118, Antonio Talesa, a chiedere l’intervento dei carabinieri, che hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica di quanto é accaduto ed identificare il responsabile. Sul movente dell’aggressione, al momento, non si esclude alcuna ipotesi.

Rapina a Cosenza, svaligiato negozio Acqua&Sapone

IMG_4257COSENZA – Rapina a mano armata a Cosenza nel negozio Acqua&Sapone ubicato nell’area commerciale di via Lanzino. Secondo quanto si è appreso un uomo con il volto travisato si è introdotto nell’esercizio commerciale poco dopo le 17,30 minacciando le commesse con un coltello ed intimando loro di consegnare il contenuto delle casse. Dopo essersi impossessato del denaro, quantificato in circa 400 euro, sarebbe fuggito a piedi facendo perdere le proprie tracce. Immediato è scattato l’allarme. Sul posto gli agenti della polizia per i rilievi del caso.