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Amantea Comics, in arrivo la seconda edizione in ricordo di Stefania Mari

A un anno di distanza dalla primissima edizione 2018, torna l’Amantea Comics: Vol 2.

Evento destinato all’incontro con il mondo del fumetto nipponico e non solo, organizzato nella città di Amantea in memoria di Stefania Mari, concittadina prematuramente scomparsa nel 2017 al cui ricordo è dedicata la manifestazione.

La nuova edizione sarà una due giorni e si svolgerà nelle date di sabato 24 e domenica 25 agosto 2019 con sede al Parco della Grotta, suggestiva location nel cuore di Amantea, aperta a tutti nonché priva di barriere architettoniche. Le attività in programma saranno numerose e coinvolgeranno soprattutto i più giovani, con giochi da tavolo, giochi di ruolo, console e videogame. Previsti, inoltre, momenti musicali e di animazione, con la presenza di cosplayer e artisti teatrali. Questa seconda edizione punta, però, non soltanto all’intrattenimento: insieme al côté più specificamente ludico e ricreativo, Amantea Comics si configura sempre più come momento culturale di alto valore sul territorio, sposando passione e riflessione teorica sul tema, svago e conoscenza, tenendo bene a mente il ricordo e le passioni di Stefania. Su questa scia, dunque, l’evento si delinea sempre più energicamente come incontro tra personalità esperte del mondo del fumetto e tutti coloro che ne sono appassionati.

Durante le due giornate sono previste attività con artisti, illustratori, docenti universitari; e poi stand, mostre, letture, talk, concerti, spettacoli di danza, contest Cosplay e contest Videogame. Su tutti, spicca un evento assolutamente imperdibile per gli appassionati, primo e unico in Calabria: domenica 25 agosto si terrà ad Amantea una giornata interamente destinata a Neon Genesis Evangelion, anime cult degli anni Novanta divenuto uno tra i prodotti più influenti e rivoluzionari del genere che, dal 21 giugno, è disponibile anche sul catalogo Netflix.

Non resta che attendere il programma ufficiale di Amantea Comics: Vol. 2, che verrà divulgato entro il mese di luglio.

Hooverphonic a Cosenza per il Be Alternative Festival

Gli Hooverphonic fanno tappa a Cosenza in occasione del Be Alternative Festival. 

L’evento si terrà nella meravigliosa location offerta dal Castello Svevo della città Bruzia il prossimo 25 luglio. 

La band belga porterà dal vivo l’attesissimo nuovo album Looking for stars, progetto che ha sancito il debutto della nuova cantate diciottenne Luka Cruysberghs e il ritorno sulle scene degli Hooverphonic. In precedenza, famose le hit che hanno segnato le ultime generazioni come Mad About You e Anger Never Dies. La band conta un background di premi prestigiosi, come gli 8 dischi d’oro e i 5 dischi di platino per i loro ultimi lavori.

Tra i gruppi più famosi degli ultimi vent’anni, la scelta di inserire la nuova voce nel progetto ha portato una brillantezza in più: Cruysberghs è stata vincitrice di The Voice Of Flanders 2017, portata dal coach Alex Callier, leader e produttore della band. Con la nuova cantante, la band ha deciso di intraprendere un percorso sonoro differente dagli anni passati, conservando la forza espressiva che li ha consacrati nel panorama internazionale e guardando al futuro, tra note sinuose, tonalità intense, territori inesplorati, brani trip-hop, canzoni funky psichedeliche e temi morriconiani.

Miriam Caruso

[#Games] Tutte le novità della Pokémon 2019 Press Conference

Questa notte si è tenuto l’evento Pokémon 2019 Press Conference in cui sono state annunciate tutte le novità per quanto riguarda il brand Pokémon.

Vediamo di seguito cosa quali sono

Dopo il grandissimo successo del film, è stato annunciato il seguito del videogioco per 3DS del 2016 Detective Pikachu.
Per Nintendo Switch e mobile verrà lanciata, nel 2020, la piattaforma cloud Pokémon Home, che sarà il successore spirituale della Banca Pokémon. Al momento sappiamo che sarà possibile scambiare i Pokémon catturati da Go, Let’s Go e Spada e Scudo.
E’ in sviluppo la versione cinese di Pokémon Conquest dove verranno introdotte nuove meccaniche di gioco e sarà collegato con i social locali.
Dopo Pokémon Go, che ha reso possibile camminare e catturare mostriciattoli, è stato annunciato anche Pokémon Sleep, che ci permetterà di “interagire” con le nostre creaturine anche durante il sonno. Non si hanno dettagli sul funzionamento dell’app, ma sappiamo che questa applicazione verrà accompagnata dal Pokémon Go Plus+ e da un evento su Pokémon Go dove appariranno più Snorlax.

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Per finire è stato annunciato, sempre per dispositivi mobile, da The Pokémon Company e DeNa, Pokémon Master. Il gioco RPG consentirà al giocatore di affrontare i più forti capopalestra/campioni incontrarti nei vari giochi (Rocco, Camilla, Brock, Blu).

Di certo le notizie non sono mancate e i fan hanno molto materiale su cui speculare, nell’attesa di novità sui titoli principali Spada e Scudo.

Carmine Aceto

Magna Grecia, la sconfitta della tirannia da GOT a Sybaris

La storia della nostra terra è ricca di eventi seppelliti dalla polvere di città e memorie dimenticate.

A volte, però, queste memorie riescono a riscattare la loro ricerca di giustizia nelle opere di chi ne comprende e coltiva l’importanza, portando il proprio studio e tempo su di un palcoscenico e diffondendo quella storia che è nostra, nel sangue e nella discendenza.

Abbiamo visionato da poco la tanto attesa ottava stagione di Game of Thrones e il finale ci ha riportato alla mente, per somiglianza di eventi, una messa in scena teatrale del 2015 a opera della Compagnia delle Stringhe: Magna Grecia. Un musical con un cast di 29 elementi, scritto da Antonio Malfitano con musiche e arrangiamenti di Nicola Bortone. Una tragedia greca in chiave moderna, che ha schiuso il sipario sull’antica città di Sýbaris, la grande guerra contro i Crotoniati alla fine del VI secolo a.C. e una tormentata storia d’amore.

LA TRAMA

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La messa in scena si svolge nelle poleis di Sybaris e Kroton. L’opera Magna Grecia racconta le vicende che porteranno il protagonista Telys (interpretato da Danilo Minervino), personaggio realmente esistito nella storia della nostra terra, a cambiare le sorti di Sybaris, innalzando una rivolta per soverchiare l’oligarchia aristocratica. In nome della democrazia, il consiglio dei mille viene scacciato dalla polis, ma presto questo sogno di vittoria per il popolo si trasformerà in tirannia da parte del demagogo. Nella sotto-trama, due storie d’amore: la prima tra il figlio dell’aristocratico Leuco (Giuseppe Zuccarelli), Asterio (Valter Lombardo), e la giovane Emera (Danila Palazzo); la seconda avrà come protagonista la sorella di Asterio, Dafne (Alba Onofrio), perdutamente innamorata di Telys. Il primo un amore che non conoscerà l’alba per la dipartita del giovane guerriero per mano di Telys, il secondo un amore proibito, a causa di intrecci politici che porteranno a un malaugurato epilogo per i due amanti.

La guerra sarà inevitabile, portata avanti dalla tirannia di Telys e guidata da un fato avverso, i fiumi Crati e Sibari (odierno Coscile) si coloreranno di rosso del sangue dei Sibariti, finché la vittoria di Kroton, guidata al tempo da Pitagora (Francesco Cauteruccio) e Milone tra le milizie (Sante Onofrio), sarà compiuta e la tomba del tiranno riempita.

IL COMMENTO

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Ripercorrendo eventi storici realmente accaduti, quali la guerra tra le due città che portò Sybaris alla disfatta, la compagnia ha mostrato quanto l’amore possa sconvolgere le decisioni e la vita di due intere popolazioni. In apertura di sipario, ci troviamo davanti il tipico coro greco rivisitato per l’occasione in chiave moderna, che ricorda allo spettatore quanto possa essere importante la conoscenza della storia. L’elemento corale sarà presente in tutta la rappresentazione, impreziosendo i momenti culmine di decisione importanti per i protagonisti. Lo stesso ribadirà il concetto d’apertura a fine opera, mettendo in guardia dagli errori compiuti da chi non conserva memoria. I testi dei brani eseguiti, così come l’intera sceneggiatura, è a cura di Antonio Malfitano, studioso di storia antica presso l’Unical e l’Università Orientale di Napoli, che con grande cura ha riordinato i frammenti storici di Sibari, tramandatici da Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone e Filarco di Atene. Un lavoro minuzioso, a cui si è unita la componente romanzata, al fine di trasmettere al pubblico un messaggio storico fruibile tramite emozioni e musica.

“Non c’è gloria senza memoria, sotto la terra giace la Storia”

La Compagnia delle Stringhe di San Fili ha portato in scena sei musical inediti, dimostrando che l’auto-produzione e l’amore per il teatro possono essere manifesti efficaci di messaggi forti e complessi. In questa particolare opera, gli attori si sono imbattuti nella difficoltà di portare in scena una realtà lontana dai nostri giorni, con dialoghi ricchi di termini arcaici e ricercati, ma che stimolano la mente di chi li ascolta. Convincenti nei dialoghi politici e struggenti in amore, colpiscono le trovate sceniche in cui le fazioni dei due eserciti si confrontano, ruotando su se stessi in vista della grande battaglia che porterà Kroton ai fasti.

Altro punto di forza dell’opera è l’ausilio di un corpo di danza nelle scene portanti della trama, che snoda i propri passi sui brani amorosi e lo struggimento dei protagonisti. Un plauso in particolare per le voci limpide e potenti di Emera, interpretata da Danila Palazzo, ed Eris, interpretata da Anica Giraldi. Queste ultime ci offrono un atto recitativo di altissima qualità nel cantare insieme come se fossero un’unica entità.

L’elemento divino cammina tra gli uomini

In molti dialoghi della rappresentazione, traspare con forza la componente della credenza divina che caratterizza azioni e umori dei personaggi. Nelle opere greche questo elemento era fortemente adottato e anche in questa le è stata resa giustizia. Eris, la dea della discordia, intreccia i suoi fili nelle menti dei protagonisti, generando scontri e guerre, fino a giungere a epiloghi mortali. Più volte è ribadito, però, che l’uomo è artefice del proprio destino, come è compito dell’uomo retto non cadere nell’inganno di chi prova a contaminare la sua anima con il germe del male.

Amicizia e lealtà

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Il tema dell’amicizia e della lealtà in Magna Grecia porta il nome di Fileta, alleato di Telys, pronto a morire per la completa fiducia riposta nel suo compagno. Interpretato da un talentuoso Salvatore Storino, il personaggio acquista tantissimi punti di forza: è un uomo d’onore, un guerriero, una spalla fedele e un donnaiolo. Sfaccettature che sono rese con abile credibilità dall’attore.

Infine, il bacio dell’addio

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Nel climax dell’opera, con una Sibarys dalle porte sbarrate e il sangue di guerrieri e cittadini morti per la resistenza, la giovane Dafne deciderà di porre fine alla sofferenza del proprio popolo con il sacrificio più grande. Incontrerà, così, Telys e in un bacio profondo, che ci ricorda l’altrettanto ultimo scambiato tra Jon Snow e Daenerys Targaryen sullo sfondo di una Westeros in cenere, lo conduce alla morte colpendolo con un pugnale. L’emozione è forte, le lacrime amare, ma la guerra è finita per entrambe le poleis.

IN CONCLUSIONE

Un’opera monumentale, dedicata a un pubblico che ha desiderio di conoscenza e intrattenimento educativo. Antonio Malfitano, poliedrico nella sua produzione teatrale e non, ci consegna una rappresentazione pregna di sangue e amore, in grado di conquistarci totalmente. Semplici nei loro costumi, ai nostri occhi gli attori sembrano portare le sete più preziose, come prezioso è il loro contributo nel realizzare la messa in scena Magna Grecia, fruibile gratuitamente sul sito dell’autore https://www.antoniomalfitano.it/.

Miriam Caruso

Mimmo Talarico all’Unical: “Ateneo risorsa preziosa per la città”

Si è tenuto oggi pomeriggio al Cubo Restaurant Cafè dell’Università della Calabria l’incontro pubblico con il candidato a sindaco Mimmo Talarico dal tema “L’unical nella città, la città nell’Unical”.

Un evento che pone il focus su uno degli argomenti cardine del programma a cui il candidato Talarico è molto legato: la valorizzazione dell’Università come bene prezioso in grado di portare benessere e prestigio alla città di Rende. Nutrita la partecipazione tra studenti e docenti, evidenziando così quanto il desiderio del cambiamento e della condivisione sia forte nel cuore del campus calabrese. Durante l’incontro sono intervenuti alcuni candidati al consiglio comunale, che hanno espresso la loro fulgida compartecipazione al pensiero di Talarico, una squadra coesa ed eterogenea, che si prefissa come obiettivo la salvaguardia di una città promotrice di cultura e innovazione, accogliente e fertile di iniziative.

L’Unical è un gioiello nel panorama regionale, “rappresenta per Rende la risorsa più preziosa.  È difficile immaginare la nostra città senza l’Università. – ha dichiarato Talarico – Eppure, nonostante siano passati tanti anni dal suo insediamento, Rende non è ancora una città universitaria, bensì una città con l’Università.  Le ragioni di una mancata caratterizzazione in tal senso sono tante, molte delle quali riconducibili a un’idea superata che vede il campus una realtà a sé, avulsa dalla città, anche se siamo lontani dall’idea di rendesizzare l’Unical. Per noi l’Ateneo deve avere una dimensione sovraregionale con una forte inclinazione internazionale. Riteniamo che più lungo e largo sia l’orizzonte culturale, scientifico e relazionale dell’Unical, maggiori saranno le ricadute per il territorio che la ospita in termini di reputazione, di coesione sociale, di opportunità e qualità delle relazioni umane.”

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L’integrazione e lo scambio culturale tra studenti di nazionalità differenti, con una consapevolezza del territorio ospitante, porterebbe a una crescita esponenziale della città, per conoscenze e scambio culturale.
Bisogna creare le condizioni necessarie perché chi arrivi all’Unical non veda questa tappa come punto di transito, ma come opportunità lavorativa, attraverso uno scambio permanente tra ateneo e il sistema produttivo e commerciale locale e favorendo occasioni di trasferimento tecnologico e di occupabilità, in particolare dei giovani laureati.
L’esigenza di organizzare una mobilità a misura di studente è un’altra criticità da affrontare, permettendo gli spostamenti anche in orari notturni ai tanti giovani presenti nella nostra città. Promuovere e sostenere reti culturali permanenti, a cominciare dai teatri in accordo con le altre municipalità dell’area urbana, rendendo giustizia a strutture che spesso non vengono considerate. L’istituzione di sgravi fiscali per gli immobili fittati a studenti, monitorando il sistema dell’offerta. La valorizzazione degli spazi culturali cittadini, mettendoli nelle condizioni di incentivare la condivisione e lo scambio di informazioni tra studenti, riformare gli orari delle biblioteche e garantirne piena accessibilità nell’arco della giornata. La promozione e il sostegno di forme di tirocinio presso le strutture comunali di studenti Unical, l’incentivazione di forme di collaborazione scientifica a supporto di scelte politiche amministrative in materia ambientale. La pianificazione territoriale e la creazione di occasioni consiliari dedicati all’Università in cui abbiano diritto di parola e di proposta le rappresentanze degli studenti italiani e stranieri, dei docenti, del personale tecnico amministrativo.

Un’idea di amministrazione molto chiara quella che ha Mimmo Talarico in particolar modo per quanto riguarda il rapporto dell’ateneo con il territorio rendese, che possa apportare qualità alla città di Rende, rendendola una città interconnessa e mantenendo fede a obiettivi che nel corso degli anni hanno solo riempito pagine di proposte elettorali mai concretizzate.

[#SerieTv] Lucifer, la recensione della quarta stagione [SPOILER]

Lucifer è salvo, la quarta stagione è esplosa su Netflix e i fan chiedono a gran coro un quinto ritorno.

Dieci episodi, un concentrato di oscurità e sensualità che non ha lasciato indifferente neanche il fan più esigente, portando alla fortunata serie un pubblico superiore a qualsiasi previsione. Lucifer è questo e molto altro. Un record di audience nella prima settimana dal rilascio, classificandosi come la serie più vista sulla piattaforma Netflix e superando perfino Stranger Things. Ma procediamo per gradi, sottolineando che in questa recensione della quarta stagione di Lucifer sono presenti SPOILER.

LA TRAMA

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Nel finale della terza stagione, abbiamo lasciato il signor Morningstar (Tom Ellis) malconcio dopo la battaglia con Marcus Pierce/Caino (Tom Welling) e una detective Decker (Lauren German) sconvolta per aver visto il vero volto di Lucifer. La prima puntata della nuova stagione ci ha accolti con il cuore infranto di un diavolo al pianoforte, che intona Creep dei Radiohead sperando di poter riuscire a rivedere Chloe ancora una volta e recuperare quel bacio interrotto nella stagione precedente. L’entrata in scena di due nuovi personaggi, Eva (Inbar Lavi) e padre Kinley (Graham McTavish) indurrà i nostri due protagonisti preferiti a provare il peso del distacco, chi per sfiducia, chi per gelosia. Ruolo fondamentale lo avrà nella storia anche la sotto-trama intessuta da Amenadiel (David Bryan Woodside), fratello di Lucifer, e Linda (Rachael Harris), quest’ultima porta nel grembo il figlio dell’angelo prediletto di Dio e ciò la metterà in pericolo. Un profezia e uno stuolo di demoni alle porte di Los Angeles saranno la goccia che farà traboccare il vaso fino ad arrivare a un doloroso epilogo.

IL COMMENTO

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Dopo essere stata brutalmente cancellata lo scorso anno, grazie alla petizione #SaveLucifer, Netflix ha deciso di acquisire i diritti della serie e darle giustizia in tutta la sua essenza. Ogni scena è familiare, i personaggi seguono la loro natura, quella che ci ha catturato per 3 stagioni, ma qualcosa è cambiato. La caratterizzazione ha acquistato un livello di profondità più intenso, i loro cuori infranti sbattono addosso allo spettatore tutte le emozioni di cui ha bisogno, quelle stesse emozioni nel riaverli conquistati con una battaglia social coesa in tutto il mondo.

Già dai trailer rilasciati in attesa dell’uscita ufficiale sulla piattaforma di streaming si respirava un’aria diversa, una consistenza più dark e sensuale rispetto alle precedenti stagioni. Tutte promesse mantenute: la violenza, la carnalità, l’empatia e la sofferenza dei personaggi sono state rese magistralmente da un cast che non delude le aspettative. Tom Ellis è struggente nei primi episodi, innamorato e tormentato. Poi il tradimento e la ferita nel suo petto che diventa più profonda, in cerca di un qualsiasi sollievo.

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Ed ecco che fa la sua comparsa Eva, la prima donna, in veste di sua ex fidanzata tornata a camminare sulla terra per riprovare quei brividi che solo un diavolo poteva farle respirare. Ma Lucifer è cambiato, nonostante i tentativi di mascherare la sua nuova natura con alcol, libido e violenza, la ferita non fa che diventare sempre più grande fino a giungere a conseguenze che sembreranno irreversibili. Dall’altro lato della medaglia Chloe, terrorizzata a morte da una verità che da sempre negava, cerca conforto in padre Kinley, sacerdote romano intenzionato a rimandare con qualsiasi mezzo Lucifer all’inferno. La detective non riesce, però, a credere che il suo partner sia il male incarnato e rivela nell’epilogo finale i suoi sentimenti per Lucifer. Lo ama, ma lui non potrà più stare al suo fianco. Un personaggio che in tutte le stagioni si è rivelato forte nelle scelte, sempre rivolto verso la rettitudine, ora è influenzabile dal male: lei è incerta, spaventata, vera.

Rielaborazione del lutto: Charlotte

La fede vacilla in tutti i personaggi dopo la scomparsa di Charlotte Harris (Tricia Helfer), figura chiave della passata stagione, che ottiene la redenzione da una vita corrotta dal denaro e l’ingresso in paradiso. La sua morte porterà Dan Espinoza (Kevin Michael Alejandro), amante di Charlotte, a una nuova evoluzione, in cui la forza interpretativa lo renderà rabbioso e scostante verso Lucifer, capro espiatorio per la morte della donna che amava. Anche per la dolce Ella Lopez (Aimee Garcia) la fede sembrerà adesso un pavimento scosceso da cui prendere le distanze, ma lei è forte e in questa stagione mostra lati che non ci saremmo mai aspettati di vedere.

Ma qualcosa non torna

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La figura di Eva, che ha conquistato gran parte della critica, a mio avviso è quel piccolo tassello troppo superficiale che ha creato una scossa non proprio perfetta nella trama. Fondamentale per il movimento e l’azione della storia, lasciva e compiacente nei confronti del personaggio principale, porta dietro di sé una serie di danni quasi dettati per poter far crescere i personaggi principali, ma che non le restituisce lo stesso impatto conquistato da altre figure nel cuore degli spettatori. Lei è la controparte perfetta di Lucifer: in primis Amenadiel mette in guardia lo stesso perché sa che lei desidera riavere l’uomo con lo stesso carattere che l’ha corrotta in paradiso, invece Eva si dimostrerà troppo vulnerabile e labile. La prima donna che ha vissuto millenni, è priva di volontà, capricciosa. Altro punto debole è la sua umanità: tornata sulla terra scappando dalla città d’Argento non si sa in quale modo, riesce miracolosamente ad avere il suo corpo, privo di alcun potere soprannaturale ma in grado di reggere lo stesso stile di vita di un angelo, senza ripercussioni. Lei è bella, solare, sensuale, dolce, conquista tutto il cast, ma purtroppo non chi scrive.

 COMPARTO TECNICO

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Per quanto riguarda il comparto tecnico, abbiamo anche qua un miglioramento netto nella qualità, sia di movimenti di camera che di fotografia. Le scene sono girate magistralmente, con piani sequenza che agevolano la ricezione del pathos nelle scene più forti, supportate da una fotografia ricca di contrasti e una scelta sonora come sempre squisita. Una perla l’interpretazione di Mazikeen del pezzo Wonderwall, in grado di emozionare per le scelte adoperate nel ri-arrangiamento. Nella città degli angeli caduti non mancano in sottofondo brani blues e rock, colonne perfette per i nostri personaggi. Gli effetti speciali sono ottimi, nonostante la difficoltà nel rendere il diavolo nella sua interezza, la credibilità è resa abbastanza bene.

IN CONCLUSIONE

Lucifer è riuscito a condensare in dieci episodi una stagione quasi perfetta, correndo veloce verso un epilogo che ha strappato il cuore a molti fan della serie. Tom Ellis ha fatto innamorare migliaia di persone, con una recitazione in grado di conquistare anche i cuori di pietra. È una stagione piena di sensualità, ironia e sangue, l’oscurità che solo un diavolo può portare con sé e noi la adoriamo per questo. Restiamo in attesa del rinnovo per la quinta stagione, di cui i produttori hanno già in mente la prima puntata, manca solo la conferma di Netflix.

Miriam Caruso

 

[#Nerd30Consiglia] 5 anime da vedere su Crunchyroll

Tornano i consigli anime di Nerd30, dedicati questa volta alla piattaforma di streaming legale Crunchyroll.

Abbiamo selezionato 5 serie anime tra quelle che riteniamo più meritevoli di una visione. Pronti? Si parte!

Sound! Euphonium

sound euphonium

Partiamo con uno dei migliori titoli a stampo musicale degli ultimi anni. Sound! Euphonium è una serie televisiva in 26 episodi (2 stagioni da 13) e uno special (sulla piattaforma è l’episodio 14 della prima stagione), adattamento dell’omonima serie di romanzi di Ayano Takeda. La serie è prodotta da Kyoto Animation, con regia di Tatsuya Ishihara.

Euphonium è una serie di grande maturità, che riesce a portarti a stretto contatto con i personaggi. I rapporti sono gestiti in maniera esemplare e il comparto musicale è dosato alla perfezione. Inoltre la serie colpisce per una realizzazione tecnica impeccabile, in perfetto stile KyoAni, con delle ottime animazioni e un Ishihara in grande spolvero, che utilizza carrelli e movimenti di macchina cinematografici, soprattutto nella prima stagione.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/sound-euphonium

Run with the wind

run with the wind

Cosa vuol dire correre? Tra gli anime consigliati non poteva di certo mancare una serie sportiva. Kaze ga tsuyoku fuiteiru è un anime in 23 episodi, prodotto da Production I.G. e diretto da Kazuya Nomura.

Run with the wind è una serie che colpisce fin da subito per le intriganti caratterizzazioni dei personaggi, che nel corso della serie saranno in continua evoluzione, seguendo uno straordinario percorso di crescita. Un anime che riesce a valorizzare il singolo attraverso il gruppo e viceversa, caratteristica possibile solo alle migliori serie sportive. Il character design di Takahiro Chiba riesce a dare valore ai personaggi anche sul lato estetico. Le animazioni sono abbastanza fluide e conferiscono un certo realismo alle scene di corsa.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/run-with-the-wind

Tsukigakirei

Tsukigakirei

Tra le serie “romance” vi consigliamo Tsuki ga Kirei, anime originale in 12 episodi prodotto da studio feel. e diretto da Seiji Kishi.

Il primo amore è un sentimento puro, che non è corrotto dalle delusioni che ci colpiscono nell’arco della vita. Tsukigakirei insegna come un rapporto di genuina complicità sia una grande motore di crescita personale. Una serie che trova buona parte della sua forza nella semplicità, senza mai sfociare nella melassa gratuita, ma costruendo una storia raffinata ed emozionante. Tecnicamente la serie ha qualche difettuccio, come una computer grafica abbastanza scadente per animare le persone in strada. D’altro canto abbiamo una buona cura per i fondali e delle belle sequenze in rotoscopio. La regia riesce a valorizzare ogni singolo dialogo tramite la costruzione dell’inquadratura e dell’ambiente. Serie che consiglio anche a chi non ama particolarmente le serie sentimentali.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/tsukigakirei

 

Golden Kamuy

Golden Kamuy

Questa volta andiamo su una serie di stampo storico. Golden Kamuy è un anime che al momento conta 24 episodi (2 stagioni da 12 episodi), prodotto da Geno Studio e diretto da Hitoshi Nanba, adattamento dell’omonimo manga seinen di Satoru Noda.

Kamuy è una serie che ha 3 fondamentali punti di forza: i personaggi, l’intreccio e le gag comiche. Se sul lato tecnico abbiamo una serie che zoppica, complice un Geno Studio ancora giovanissimo e con poche maestranze di rilievo, sul lato narrativo l’anime ha veramente tanto da dare, soprattutto grazie ai due personaggi principali.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/golden-kamuy

 

A place further than the universe

A place further than the universe

Per concludere abbiamo una delle migliori serie dello scorso anno. A place further than the universe è un anime originale in 13 episodi, prodotto da studio Madhouse e diretto da Atsuko Ishizuka.

Un meraviglioso viaggio di crescita delle 4 protagoniste, uno slice of life di quelli che non si vedono molto spesso. Sora yori mo Tooi Basho è una di quelle serie che ti ricordano il perché amiamo tanto l’animazione. Tecnicamente l’anime è realizzato veramente molto bene, con delle ottime animazioni e una regia di grande sensibilità. Sicuramente la serie preferita dal sottoscritto tra quelle disponibili sulla piattaforma.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/a-place-further-than-the-universe

Antonio Vaccaro

[#NerdReview] Nemesis, la recensione del terzo capitolo della serie

È da poco uscito il terzo volume di Nemesis, il fumetto horror comedy disegnato da Davide Rende e sceneggiato da Antonio Malfitano.

Perla di una Calabria che si racconta e ci mostra uno scenario storico ed antropologico vasto quanto interessante. Cinque sono i volumi, in pubblicazione discontinua, previsti per il completamento dell’opera.

La Trama

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La storia riparte da dove ci siamo fermati nel secondo volume della serie. Il protagonista, Tacito Germano, un antropologo finito per errore nel paese di San Fili a seguito di un incidente, ha perso le tracce della compagna Daniela, che si trovava assieme a lui in auto. Durante la sua permanenza a San Fili, Tacito incontrerà strani personaggi, finendo spesso in pericolo a causa di forze soprannaturali a lui sconosciute. In questo volume, grazie all’aiuto di Ivan, il protagonista riesce ancora una volta a salvarsi la vita, ma le difficoltà continueranno a sbarrargli il cammino. Tra riti satanici, zombi e incontri misteriosi, l’antropologo entra a contatto con realtà a metà strada tra la vita e la morte. Manufatti antichi e presenze terrificanti spingeranno l’antropologo a confrontarsi con le sue paure, non tirandosi indietro nel momento del pericolo.

Il Commento

L’albo che conta 74 pagine, ampliamento di storia rispetto alle 48 del precedente, ci porta tra le mani una continuazione che mostra i grandi miglioramenti delle due menti dietro questo lavoro. A livello grafico troviamo una caratterizzazione particolareggiata dei personaggi secondari, che guidano il protagonista alla ricerca del suo obiettivo. Molti di questi sono persone reali, alcune delle quali non ci sono più, quindi l’omaggio del disegnatore li ha resi immortali nelle pagine di Nemesis. Il tratto dylandoghiano della grafica è reso palese anche dalla presenza di tavole in cui i personaggi non parlano e prende voce il narratore, con frasi poetiche correlate alla storia. La cura dei dettagli è altamente apprezzabile, dalla chiesa al treno a vapore, i disegni sembrano voler uscire dalle pagine dell’albo, dando un’immagine vivida e reale a chi quei luoghi e quegli elementi li ha potuti ammirare di persona.

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L’influenza della vasta conoscenza storica di Malfitano è palese in tutta la sceneggiatura, che offre spunti di ricerca interessanti senza voler essere pedante. Particolari sono i simboli sulle pietre e sul vaso degli Enotri, in quest’ultimo compare ripetutamente l’incisione di una svastica: simbolo controverso, utilizzato dalla Germania Nazista come veicolo per l’odio razziale, nasce in origine come identificativo del culto del Sole già in età del Ferro, con accezione di rinascita e speranza. Altro elemento interessante è costituito dalla figura della magara satanista, che con intrugli particolari prepara la vittima designata al sacrificio a Lucifero. Ciò spinge il lettore a guardare alla figura della magara come complessa, in grado di seguire cammini benevoli o malevoli in un sentiero più oscuro. Nelle pagine di Nemesis gli elementi che ci conducono a studi religiosi e storici sono davvero tanti, come gli angeli caduti, donne angelo dalle fattezze delicate che possono trasformarsi in demoni alati pronti a mietere vittime.

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Le tavole più belle, a mio avviso, sono quelle utilizzate per i flashback: l’effetto acquerello, utilizzato con parsimonia nell’albo, rende l’ambientazione più “corposa”, dando una dimensione concreta ai personaggi rappresentati.
Il lato comedy esce fuori spesso all’interno dei dialoghi, con giochi di parole e linguaggio esplicito, in grado di rompere le barriere della censura per restituire conversazioni verosimili e di impatto.
Infine, quel collegamento tra mondo dei vivi e mondo dei morti, metaforizzato con l’utilizzo di un treno a vapore in partenza da una stazione in disuso, costituisce quel passaggio da una linea temporale all’altra, che ci aiuta a seguire il protagonista in un momento delicato della storia, abbandonato poi alle mani di una sconosciuta che lo condurrà in situazioni pericolose e senza apparente via d’uscita.

In conclusione

Questo terzo volume ci è piaciuto, nella scorsa recensione abbiamo suggerito un ampliamento della sceneggiatura per una maggiore godibilità di lettura e il nostro desiderio è stato accolto. Un albo che, come detto più volte, rende felice un amante di Dylan Dog o delle serie horror italiane, come quelle contenute nella collana Splatter che molti amanti del genere conoscono.
A mio avviso, ho trovato interessante l’abbondanza di elementi antropologici e storici, i volti e le espressioni che ci accolgono in una terra mistica come quella di San Fili. Restiamo in attesa dell’uscita del quarto albo della serie. Intanto il primo è già in ristampa con all’interno scene inedite e sarà possibile reperire Nemesis presso lo stand dedicato al Cosenza Comics 2019.

 

Miriam Caruso

[#NerdInterview] Mirco Zomparelli, lo scrittore che omaggia i Ghostbusters

Il mondo dell’editoria italiana porta ogni giorno tra le nostre mani piccole perle che spesso sono in grado di ricordarci i momenti migliori della nostra infanzia.

Libri che ci strappano prepotentemente dalla routine, per portarci in un luogo confortevole e familiare. Abbiamo fatto due chiacchiere con Mirco Zomparelli, scrittore romano giunto alla sua terza pubblicazione. Innamorato dei Ghostbusters, li ha voluto omaggiare con Shandor nel loro 35esimo compleanno dalla data di uscita della pellicola sul grande schermo.

Chi è Mirco Zomparelli?

Mirco Zomparelli è un appassionato come tanti del mondo fumetti e del cosplay. Mi ritengo da sempre il nerd meno nerd che esista, ma frequentare le fiere e conoscere persone fa vivere meglio. Sono amante di film, fumetti, action figures e modellismo.

Quando hai iniziato a coltivare la tua passione per la scrittura?

Mi sono avvicinato al mondo della scrittura per puro caso, era il 2013 quando avevo deciso che per la nascita del mio primo nipote volevo fare qualcosa di assolutamente personale e non comune. Da grande appassionato di James Bond quale sono, mi sono dilettato con una mia storia inedita. Mai avrei pensato che sarebbe stato alla base di una trilogia e mai avrei creduto che un giorno sarebbe stato pubblicato.

E’ in uscita il tuo terzo romanzo, Shandor, con come protagonisti i GhostBusters. Raccontaci come nasce l’idea per questo nuovo libro.

Il prossimo giugno la pellicola americana festeggerà i suoi primi 35 anni, e avevo voglia di rendergli omaggio nel migliore dei modi. Sono cresciuto con il mito dei Ghostbusters e un bel giorno ho analizzato che in fin dei conti un unico filo conduttore all’interno dell’universo degli acchiappafantasmi non esisteva. Le prime due pellicole, la serie animata “The Real”, il videogioco del 2009 e la recente serie a fumetti non legavano tra loro. Dopo una lunga riflessione sono riuscito a trovare quel particolare che mancava e la cosa incredibile è che la risposta era da sempre sotto gli occhi di tutti.

Come ti sei sentito nello scrivere una storia per i tuoi eroi di infanzia?

Uscivo già dall’esperienza con Scacco Fatale e Doppio Zero, le mie due precedenti pubblicazioni con come protagonista James Bons, quindi ho deciso di approcciarmi a questo nuovo romanzo in maniera diversa. Devo dirti che fino ad ora, da quando ho intrapreso questo percorso da scrittore, i momenti della stesura di Shandor sono stati i migliori. Mi sembrava di esser tornato bambino, nella mia testa i personaggi che amavo da piccolo erano tornati in azione e immaginarli di nuovo tutti insieme mi ha fatto emozionare.

Hai pubblicato altri due romanzi inediti basati sulla figura di James Bond, come mai hai deciso di cambiare genere e protagonisti?

In tutta onesta forse era subentrata un pochino di stanchezza: stavo legando la mia esperienza come scrittore esclusivamente a un personaggio e dopo qualche anno stava iniziando a soffocarmi. Al di fuori di 007 non avevo scritto altro e il bisogno di provare qualcosa di diverso, di nuovo, ha avuto la meglio.

Che progetti hai in futuro?

Il futuro per il momento è ben delineato, per il prossimo anno è in programma l’uscita del capitolo conclusivo della mia trilogia bondiana e poi i miei sforzi e le mie idee si concentreranno su una storia inedita, metterò da parte James Bond e Ghostbusters e per la prima volta non scriverò su un personaggio già noto al grande pubblico.

 

Miriam Caruso

Donne e Culture, Chaimaa Fatihi ospite a Cosenza per parlare di libertà

Le donne forti, quelle che motivano la crescita culturale nella nostra società, le donne che alzano i propri occhi curiosi e sono pronte ad essere tutto ciò che vogliono in una vita che è solo loro.

L’incontro organizzato dal Soroptimist International Club di Cosenza col patrocinio del Comune di Cosenza, che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala Quintieri del teatro Rendano dal titolo “Donne e Culture tra libertà e vincoli“, è stato questo e molto altro. Un tavola rotonda che ha dato spunti interessanti a un folto pubblico,  che ha contribuito attivamente negli interventi dei relatori e dell’ospite d’onore, l’autrice del libro “Non ci avrete mai, lettera aperta di una musulmana italiana ai terroristi” Chaimaa Fatihi.

Un viaggio che ha preso vita con i saluti iniziali di Rosita Paradiso, presidente del Soroptimist International club di Cosenza, da sempre attenta nel creare progetti che potessero parlare delle donne. A seguire Alessandra De Rosa, presidente della commissione Cultura di Cosenza, attiva negli eventi che coinvolgono il territorio cosentino, ha proposto un interessante intervento sulla figura della donna nel mondo cattolico, con una accostamento finale dell’autrice del libro “Non ci avrete mai” a Santa Caterina da Siena, una donna minuta, forte e con un’acuta intelligenza.

Il talento di Francesca Maiorca ha poi catturato il pubblico, che ha ascoltato con attenzione l’esecuzione della giovane pianista (12 anni) nell’interpretare le Variazioni su un tema di Paganini di Isaac Berkovich e la Tarantella op.43 di Chopin.

Al termine del momento musicale, si è dato spazio agli interventi della professoressa Teresa Ting, ricercatrice presso l’Università della Calabria, e della dottoressa Raffaella Buccieri, critico e storico dell’arte. Nel primo intervento i presenti hanno potuto partecipare a un breve laboratorio interattivo per indagare la figura della donna negli ideogrammi cinesi; nel secondo, la dottoressa Buccieri ha analizzato la figura della donna come ricerca e sperimentazione nel mondo dell’arte, con un focus sugli stili e le influenze femminili in dipinti e fotografie.

Nel cuore dell’evento, un reading della talentuosa attrice Francesca Marchese ha dato il via all’intervista all’ospite Chaimaa, quest’ultima imprimeva il suo sorriso negli occhi dei presenti mentre raccontava delle difficoltà di poter essere libera di scegliere la propria identità, da italiana e musulmana all’interno della società. Si è discusso di religione, gratitudine, pace, sentimenti e contaminazione culturale, per vivere come uomini liberi tra uomini liberi.

Tra le parole di Chaimaa, Francesca Marchese ha letto alcuni passi del libro, ripercorrendo quelle pagine che hanno dato forza a tantissimi ragazzi di poter dissociare la propria fede con orgoglio da chi compie atti di sangue, quest’ultimi sono i “disumani”.

Al termine, i saluti dei relatori e un intervento commosso di chi ha apprezzato la presentazione, cogliendo quell’emozione che può crescere in chi ha tanto da dire e un mondo da cambiare.

Miriam Caruso