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Disabili maltrattati, tre arresti a Crotone (VIDEO)

CROTONE – Questa mattina le Fiamme Gialle della Compagnia Guardia di Finanza di Crotone su disposizione del GIP del locale Tribunale, Michele Ciociola, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti a vario titolo responsabili per il reato di maltrattamenti; uno di essi anche del reato di sequestro di persona. Sono tutti soggetti con vari titoli di responsabilità nell’ambito della gestione dell’associazione “Opus onlus”, che gestisce la casa famiglia denominata “San Francesco e Santa Maria”. L’attività, coordinata dal Sostituto Procuratore Ivan Barlafante, permetteva di acclarare che i gestori della struttura di ricovero in argomento, non predisponevano nei confronti dei degenti un’assistenza medica ed infermieristica adeguata; inoltre, gli stessi davano disposizione ai dipendenti affinché fossero somministrate ai degenti razioni vitto assolutamente insufficienti sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo. Le indagini hanno altresì permesso, anche attraverso l’ausilio di captazione audio e video, di constatare che due degli indagati ponevano in essere atti lesivi dell’integrità fisica e morale nei confronti di alcuni ospiti della struttura di ricovero: percosse fisiche; umiliazioni e vessazioni di natura psicologica. Tali comportamenti sono risultati palesemente lesivi della dignità, del decoro, della libertà e dell’integrità fisica e morale delle persone assistite ed a loro affidate anche con scopi protettivi. La struttura di ricovero è stata sottoposta a sequestro preventivo e affidata in giudiziale custodia ad un funzionario della locale Azienda Sanitaria.

Cosenza, l’attività di prevenzione del crimine dei carabinieri

COSENZA – Servizio di controllo ad ampio raggio a Cosenza da parte dei Carabinieri con oltre 30 uomini impegnati in attività di contrasto dei reati predatori, della detenzione ai fini di spaccio delle sostanze stupefacenti e dei cosiddetti furti di energia elettrica. Tale attività, grazie all’esecuzione di perquisizioni personali e domiciliari, ha permesso la denuncia a piede libero di ben 14 soggetti dei quali cinque per furto di energia elettrica continuata tramite alterazione del contatore, due per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in quanto trovati in possesso di 70 grammi di hashish che venivano sequestrati e sette per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale o delle misure di sicurezza della libertà vigilata. Decine sono stati anche i segnalati all’Autorità Amministrativa in quanto trovati in possesso di sostanza stupefacente in minima quantità per uso personale. Infine, durante un controllo per il contrasto del furto dell’energia elettrica, all’interno di un box contatore di un condominio, i militari dell’Arma hanno rinvenuto, avvolta in un pezzo di tessuto, una pistola Smith&wesson calibro 38, che al momento è stata sequestrata a carico di ignoti e per la quale sono tutt’ora in corso accertamenti.

Cosenza, ordinanza cautelare nei riguardi di sei persone per favoreggiamento alla prostituzione

poliziaCOSENZA – La scorsa notte, personale della Squadra Mobile della Questura di Cosenza in collaborazione con il personale del Commissariato di Rossano, ha dato esecuzione ad una Ordinanza Cautelare emessa dal Tribunale di Castrovillari, nei confronti di sei persone ritenute responsabili dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ha avuto inizio nel gennaio 2015 quando si era notata sulla SS 106 e strade limitrofe, la presenza di ragazze dedite alla prostituzione. Il personale della Polizia di Stato, ha appurato attraverso una complessa indagine che i soggetti colpiti da provvedimento, di nazionalità rumena, moldava ed italiana, “governavano” la vita delle donne, adoperando all’occorrenza anche metodi violenti. Le donne venivano accompagnate dagli sfruttatori nei luoghi prescelti per l’adescamento dei clienti, nello stesso tempo provvedevano ad organizzare i turni di lavoro delle stesse , garantendo inoltre gli spostamenti sul territorio nazionale. Attualmente risultano ricercati i cittadini stranieri ed uno italiano colpiti dalla misura cautelare. Nel corso delle stessa operazione sono stati eseguiti numerosi controlli su strada, con l’ausilio del Reparto Prevenzione crimine Calabria, per verificare la posizione giuridica delle prostitute straniere presenti sul territorio italiano. Sono state accompagnate presso gli uffici di Polizia quindici donne di nazionalità albanese, rumena, serba e nigeriana.

 

Paola, misura cautelare nei riguardi di una donna per induzione e favoreggiamento alla prostituzione

serina simonaPAOLA (CS) – Nella mattinata odierna, personale del Commissariato P.S. di Paola, ha eseguito una misura cautelare nei confronti di Serina Simona per induzione e favoreggiamento alla prostituzione. La misura restrittiva emessa dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme  è il risultato di  indagini delegate, che ha visto impegnati, oltre che personale del Commissariato P.S. di Paola, personale dell’Arma dei Carabinieri di Rosarno  e del Comando di Polizia Municipale di Lamezia Terme che hanno eseguito, contestualmente, altre sette misure cautelari. Nel corso dell’attività investigativa, svolta dal personale della Polizia di Stato, è emerso che alcune  donne di nazionalità bulgara abitanti nelle zone di Rosarno e San Ferdinando (RC), svolgevano attività di prostituzione e, con mezzi di trasporto pubblici giungevano in località del lametino e della costa tirrenica cosentina per poi essere accompagnate, da membri locali dell’organizzazione, sulla s.s.18.

‘ndrangheta, Dda: «Struttura elitaria occulta accanto a vertice»

REGGIO CALABRIA – Una struttura segreta legata alla massoneria che si poneva al vertice della piramide ‘ndranghetista, dettava le linee strategiche alle cosche, interagiva sistematicamente e riservatamente con politica, istituzioni e mondo imprenditoriale, e condizionava le elezioni, dalle comunali alle Europee nella provincia di Reggio Calabria. A portare alla luce gli “invisibili” componenti di quella che viene ritenuta l’elite della ‘ndrangheta sono stati i carabinieri del Ros e del reparto operativo di Reggio Calabria che insieme al pm della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Lombardo hanno passato anni a rileggere atti di vecchie inchieste ricucendo fatti e circostanze apparentemente scollegate fino a delineare il quadro del nuovo assetto ‘ndranghetista. Tanto lavoro si è concretizzato con l’operazione Mammasantissima che ha portato alla richiesta d’arresto per il sen. Antonio Caridi, di Forza Italia – la richiesta è già arrivata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere – e all’arresto dell’ex deputato del Psdi Paolo Romeo, ritenuto l’anima “grigia” di Reggio, già condannato in passato per concorso esterno in associazione mafiosa e detenuto dal 9 maggio scorso per un’altra inchiesta che si scopre adesso essere stata un’anticipazione di quella di oggi; l’avv. Giorgio De Stefano, cugino del capo storico della cosca Paolo, ucciso nel 1985 nella guerra di mafia, ma lontano dall’ala militare e ritenuto capace di elaborare alleanze e strategie individuando le attivita’ piu’ lucrose; l’ex assessore e consigliere regionale Alberto Sarra; Francesco Chirico, ritenuto dagli investigatori un elemento di spicco della cosca De Stefano, fino al 2004 dipendente del Comune di Reggio poi passato al servizio giuridico-economico della Regione Calabria. Erano loro secondo l’accusa, i componenti del “direttorio” delle cosche. Un’organismo, sconosciuto anche ai picciotti, capace di condizionare appuntamenti elettorali in ambito comunale, provinciale e regionale ma che voleva fare il salto di qualità: non contare più solo sull’utilizzo di soggetti che si mettono a disposizione ma costruire in casa gli uomini più capaci da proiettare nel parlamento nazionale per garantire gli interessi dell’organizzazione. Ed in questo contesto gli inquirenti pongono il senatore Caridi,«figura politica – ha detto il procuratore Federico Cafiero de Raho – costruita in tutto lo sviluppo della sua carriera fino al Parlamento nazionale e, di volta in volta, strumento per eseguire gli ordini della ‘cupola’ e conseguirne le finalità». E sarebbe stato sempre il “direttorio” a fare eleggere nel 2002 Giuseppe Scopelliti – la cui abitazione è stata perquisita oggi – a sindaco di Reggio Calabria con il sostegno delle cosche, così come sarebbe avvenuto per Pietro Fuda alla Provincia. Elezione, quella di Scopelliti, che consentì a Sarra, primo dei non eletti nella tornata del 2000, di approdare in Consiglio regionale subentrandogli. E questo non era che il primo momento della strategia impostata da Romeo per arrivare in Parlamento. Il secondo era quello, concretizzatosi nel 2004, con l’elezione di Umberto Pirilli al Parlamento Europeo che consentì a Sarra di subentrargli come assessore regionale. Nelle stesse occasione, secondo quanto si legge nelle oltre 2000 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, il “direttorio” dette indicazione alle cosche di sostenere Pirilli e Gianni Alemanno. E’ sfumato il terzo momento della strategia, che avrebbe dovuto concretizzarsi con la candidatura di Fuda alla Presidenza della Regione. Intento vanificato da vicende giudiziarie che coinvolsero l’interessato oltre che lo stesso Romeo. Il “direttorio”, in sinergia con quello che è l’organo collegiale di comando della ‘ndrangheta reggina, la “provincia”, che riunisce i vertici dei tre mandamenti, centro, ionico e tirrenico, coordinava tutte le operazioni criminali in Italia ed all’estero di ‘ndrangheta e dalle altre mafie storiche – Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita – e definiva le strategie criminali di massimo livello. Il fine ultimo era sempre quello: impadronirsi o infiltrarsi in enti pubblici».

LA CONFERENZA STAMPA DI DE RAHO

C’era una “struttura elitaria occulta”, di cui facevano parte le cinque persone arrestate stamane dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione “Mamma Santissima”, accanto agli organi di vertice della ‘ndrangheta. Una struttura talmente segreta che i nomi dei componenti erano sconosciuti alla “base” della mafia calabrese. Ne facevano parte l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’avvocato Giorgio de Stefano, l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra e Francesco Chirico (al quale sono stati concessi i domiciliari), arrestati stamane. Con loro, come emerge dalle 2056 pagine dell’ordinanza, operava il parlamentare Antonio Caridi, per il quale la Dda reggina ha già chiesto al Senato l’autorizzazione all’arresto. L’indagine “Mamma Santissima”, come spiegato oggi in conferenza stampa dal procuratore capo, Federico Cafiero De Raho, ha permesso di ampliare le conoscenze sulla struttura della ‘ndrangheta acquiste grazie a diverse operazioni (Crimine, Meta, Infinito, Olimpia) permettendo di ridisegnare, rispetto alle acquisizioni del 2010, con l’operazione “Crimine”, l’apparato criminale di cui è dotata. La mafia calabrese si caratterizza, ha ribadito il procuratore, per la presenza di una struttura direttiva occulta che opera in sinergia con l’organo collegiale di vertice denominato “Provincia”, alla quale la struttura riservata fornisce indicazioni e scelte strategiche, “allevando” i referenti in seno alle istituzioni, determinando l’elezione di uomini di fiducia in diverse fasi elettorali, partendo dal 2001 fino al 2010, in occasioni di elezioni comunali, provinciali, regionali, fino alle elezioni per il parlamento nazionale e di quello europeo. «Questa componente riservata – ha detto Cafiero De Raho – seleziona gli obiettivi strategici da perseguire e gestisce le relazioni con le altre organizzazioni similari inserite in un più vasto sistema criminale di tipo mafioso operante in Italia ed all’estero». I componenti del gruppo, definiti “segreti”, in alcune intercettazioni si infiltrano, attraverso i loro referenti, negli ambiti di maggior rilievo politico, economico ed imprenditoriale in cui si articola la società civile. I “riservati” sono soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta ma di estrazione non propriamente criminale, «che hanno seguito un percorso nella ‘ndrangheta – scrive la Dda – pensato in funzione della loro esclusiva proiezione verso i contesti informativi, imprenditoriali, economici, finanziari, bancari, amministrativi, politico-istituzionali più delicati, condizionandoli e piegandoli dall’interno ai fini illeciti del sodalizio unitario. La ‘ndrangheta ha quindi evoluto il proprio modello – scrivono gli inquirenti – che è fondato, non più solo sull’utilizzo di soggetti che si “mettono a disposizione”, ma anche su soggetti di propria estrazione che meglio di tutti possono garantire gli interessi dell’organizzazione».

Incendia auto ex dopo fine relazione, provvedimento cautelare del Gip

RENDE (CS) – Ha perseguitato l’ex fidanzata da gennaio scorso, dopo la rottura della loro relazione, fino ad arrivare al punto di incendiare, lo scorso 4 luglio, l’auto della donna. I carabinieri della Compagnia di Rende hanno notificato, ad uomo di 45 anni, di Rende, la misura cautelare del divieto di comunicazione e di avvicinamento ai  luoghi frequentati dall’ex fidanzata. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica. Le indagini dei carabinieri integrate dalle dichiarazioni rilasciate dalla vittima e da più testimoni, hanno consentito di individuare il quarantacinquenne come autore dell’incendio e di ricostruire le vicende che hanno visto la donna vittima di un’attività persecutoria scaturita dall’interruzione della loro relazione, avvenuta lo scorso mese di gennaio.

Arrestato perché minaccia fratelli e tenta di estorcere denaro

ROSARNO (RC) – Avrebbe telefonato ai fratelli minacciandoli, qualora non fossero state accolte le sue richieste di denaro, di “far saltare in aria” il capannone della ditta di famiglia. Girolamo Ascone, di 48 anni, è stato arrestato a Rosarno dagli agenti del commissariato di Gioia Tauro, per tentata estorsione. I poliziotti, intervenuti per sedare una lite tra familiari, hanno accertato che il diverbio era scoppiato tra Ascone e i suoi tre fratelli che, con diversi incarichi, lavorano nella ditta familiare a San Ferdinando. L’arrestato, dedito all’uso di sostanze stupefacenti e al bere, secondo quanto riferito dai frateli alla polizia, pur lavorando come dipendente nell’azienda, era solito richiedere ai congiunti continue somme di denaro. I tre fratelli, esasperati dalle richieste, lo avrebbero accontentato solo parzialmente. Da qui le minacce telefoniche e la reazione di Ascone che ha portato alla lite.

Cupola mafiosa a Reggio. Cinque arresti. C’è anche il senatore Caridi

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REGGIO CALABRIA – Individuata dai carabinieri quella che viene definita la «struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta in grado di dettare le linee strategiche» di tutta l’organizzazione e di «interagire sistematicamente e riservatamente con gli ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali»: cinque gli arresti, eseguiti dai carabinieri del Ros e da quelli di Reggio Calabria. L’ordinanza di custodia cautelare, eseguita stamani dai carabinieri, è stata emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria: i cinque destinatari del provvedimento sono tutti accusati di associazione mafiosa. L’indagine del Ros ha dunque scoperto la “struttura segreta di vertice” della ‘ndrangheta che dava le direttive a tutta l’organizzazione e teneva contatti di “alto livello”, nei vari ambienti, «al fine di infiltrarli ed asservirli – affermano gli investigatori – ai propri interessi criminali». Il senatore Antonio Caridi, di Forza Italia, è una delle cinque persone coinvolte nell’operazione che ha portato alla scoperta della struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta. L’ordinanza è stata inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Arrestati l’ex deputato del Psdi Paolo Romeo, già in carcere dal 9 maggio scorso, l’ex consigliere regionale e sottosegretario della Giunta regionale di centrodestra Alberto Sarra, l’avvocato Giorgio De Stefano e Francesco Chirico.

«La misura cautelare di oggi rappresenta un ulteriore sviluppo del descritto quadro ‘ndranghetistico-massonico che figura in provincia di Reggio Calabria. Si tratta di un livello superiore». Questo il primo commento del procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de  Raho, in merito all’inchiesta, denominata “Mammasantissima”, che ha portato alla scoperta della “struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta”.

I dettagli dell’operazione – anche con riferimento agli appuntamenti elettorali che sarebbero stati condizionati dalla “cupola” – saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 10,30 presso il comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria.

Scoperta truffa ai danni dell’Inps

VIBO VALENTIA – I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, hanno concluso una vasta operazione di Polizia Giudiziaria e Tributaria a contrasto delle frodi a danno degli Enti Previdenziali e Assistenziali e, più in particolare, a contrasto del cosiddetto fenomeno dei “falsi lavoratori”. Le indagini, eseguite nei confronti di quattro aziende, hanno permesso di portare alla luce un articolato sistema di frode basato sulla creazione di fittizi rapporti di lavoro subordinato e di posizioni assicurative e previdenziali, posto in essere con lo scopo precipuo di far percepire indebitamente a pseudo lavoratori indennità di disoccupazione, malattie e altri benefici previsti dalla normativa di settore. L’operazione di servizio ha preso spunto da un’attività info-investigativa svolta dai militari nei confronti di aziende della provincia che presentavano elevati indici di rischio, calcolati sulla base  del cospicuo numero di lavoratori assunti, non giustificabili dal contesto imprenditoriale sottostante. All’esito delle investigazioni, le Fiamme Gialle vibonesi hanno rilevato che, nelle annualità dal 2009 al 2014, i titolari delle aziende attenzionate hanno fittiziamente dichiarato di aver assunto e fatto lavorare circa 200 lavoratori inesistenti, al fine di consentire ai medesimi di percepire, a danno dell’I.N.P.S., indennità per quasi 750.000 euro. I titolari delle Aziende, nonché i pseudo assunti sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per truffa aggravata ai danni dello Stato, richiedendo, contestualmente, l’applicazione della misura cautelare del sequestro delle somme indebitamente percepite. La Guardia di Finanza è costantemente impegnata sul versante della difesa degli interessi erariali del Paese e della tutela della Spesa Pubblica Nazionale, settori in relazione ai quali il Corpo svolge attento ed imprescindibile contributo al fine di prevenire e reprimere illeciti in tale ambito, anche mediante l’esecuzione di progetti a livello nazionale.

Cosenza, in carcere rapinatore seriale

COSENZA – Si sono aperte le porte del carcere per Antonello Adamo, 43 anni, di Cosenza, condannato a tre anni e 4 mesi di reclusione per rapina aggravata in concorso. L’ordinanza emessa dal tribunale di Cosenza è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Cosenza Principale. I fatti risalgono al gennaio 2015, quando vennero perpetrate una serie di rapine a mano armata in pieno giorno ad alcune rivendite di tabacchi nel capoluogo bruzio. In particolare quella del 5 gennaio 2015 presso la rivendita di tabacchi in frazione Donnici Inferiore che fruttò un bottino di 600 euro e quella del 17 gennaio 2015 al bar tabacchi “New Continental” nel centro di Cosenza, che fruttò 4.000 euro. Le indagini svolte dai Carabinieri, permisero nell’immediatezza di identificare l’autore delle rapine, attuale arrestato, per il quale il 19 gennaio 2015 venne eseguito un fermo di polizia giudiziaria. L’arrestato, che si trovava agli arresti domiciliari, al termine della formalità di rito è stato tradotto presso la casa Circondariale di Cosenza.