Tutti gli articoli di Antonio Guarascio

“Let’s Comedy”, Saverio Raimondo rompe le barriere morali al Mood Social Club

Prestazione degna dei grandi palchi quella di Saverio Raimondo al Mood Social Club ieri sera. “Let’s Comedy” si conferma un format consolidato e forte di una comicità, la stand-up, che può dire la sua.

Raimondo e la comicità ruvida

La controfigura di Luigi Di Maio, Saverio Raimondo, entra in scena e crea subito scompiglio nel pubblico. Esalta la platea, riscalda Rende di sorrisi e senza mezzi termini non le manda a dire a nessuno. La somiglianza estetica con il Ministro è palese, ma dal punto di vista contenutistico sono due rette parallele. Questo, Raimondo lo esplica ripetendo tutti i tempi del congiuntivo a riprova della sua preparazione grammaticale (e satirica). Raimondo vede il mondo da una prospettiva unica e soggettiva ma, per quanto scorretti, sbagliati ed eticamente bassi possano sembrare i suoi concetti, la sua è una verità d’interezza. Non è il solito comico di stand-up comedy. E’ magnificamente aberrante. Un concentrato di malvagità e contezza della realtà che va a tangersi in un’idea di comicità ruvida. Non è un comico che arriva al cuore ma al cervello, al raziocinio.

 

Il fine giustifica i mezzi

Anche nelle tematiche, nonostante l’antisemitismo, il black humor e le battute a sfondo sessuale (evergreen della stand-up), Raimondo risulta uno dei migliori. Originale e inusuale il pezzo sull’ansia. Non comune sicuramente l’approccio. Unisce nella melanconia i depressi e gli ansiosi. E’ chiaro che un comico satirico come lui non potesse non fare un pezzo a sfondo politico. Anche qui però Raimondo non critica solo ed esclusivamente la classe politica, bensì l’elettorato. La democrazia è antidemocratica, è forse l’ossimoro più bello della serata. Il punto, però, di maggior intrattenimento è l’epilogo. Il comico narra di un episodio realmente accaduto con un personaggio noto affetto da handicap motori. Punti di vista Machiavellici ma, concetto più che nobile. Saper arrivare a ragioni altissime, moralmente parlando, partendo da cattiverie subumane è una delle peculiarità più particolari che si possano constatare in un comico. E Saverio Raimondo, in questo, è il migliore.

 

Folla in visibilio per il comico e per odio comune (come quello per i ciclisti). Un fiume in piena di risate grasse. Il Mood Social Club non sbaglia neanche stavolta. “Let’s Comedy” è la sorpresa del 2020.

 

 

“Let’s Comedy”, stasera Saverio Raimondo al Mood Social Club

Terzo appuntamento con la stand up comedy al Mood Social Club. Questa volta a solcare il legno del palcoscenico di Rende sarà un volto importante della comicità satirica: Saverio Raimondo.

Non un qualunque romano

La dimensione comica di Saverio Raimondo è sicuramente non italiana. Ricorda molto la comicità anglosassone con un’impronta patriottica, ovviamente. Raimondo è romano cosa che, nella comicità italiana, è sempre un punto a favore per fatti linguistici. Il fatto peculiare è, però, che questa “romanità” non è centrale nel suo modo di fare comicità. Porta in rilievo aspetti contenutistici importanti, a differenza dei soliti comici della capitale da “Bagaglino” (nulla di personale contro questi ultimi). La definizione più esatta è quella di comico contemporaneo. Contemporaneità non intesa come vicinanza temporale, bensì come parallelismo alle vicende d’attualità. Ne è un esempio lampante uno dei suoi show con maggiore seguito, “CCN – Comedy Central News”.

Satira politica non all’italiana

Geniale connubio tra informazione, critica sociale e comicità, “CCN” rappresenta uno dei programmi pilota per gli appassionati del genere. Stigmatizza quella che è l’idea di TG Satirico in Italia. Non è trash e non è per tutti. E’ uno show di intrattenimento pensato e per chi è libero da strascichi culturali radicati. Raimondo live sarà una sorpresa ma, al contempo, una conferma. Non è un caso che egli vanti una gavetta di tutto rispetto. Dalla radio al Web fino al piccolo schermo. Nel 2016 ottiene il “Premio Satira Politica della TV”. Punto focale della sua comicità è proprio la politica a riprova del fatto che un comico che sa fare satira è più di un semplice intrattenitore. Dal 2019 è ospite settimanalmente di “Porta a Porta” su Rai 1. Condisce con la sua saccenteria misurata il programma di Vespa e ne dà un apporto ironico che, forse, mancava.

 

 Saverio Raimondo darà al Mood gli strumenti per fruire del suo spettacolo e, il pubblico di Rende sarà pronto a ridere a denti stretti.

Mecna al Garden, “Fuori dalla Città” ma dentro i cuori del pubblico

Rende (CS) – Quando porti a Rende un ospite non proprio canonico per gli standard musicali della città è sempre un salto nel buio. Mecna riscosse già un discreto successo lo scorso anno al Mood Social Club ma, ieri sera, il Teatro Garden strabordava di anime malinconiche. Un azzardo quello operato da BE Alternative Eventi che, però, è stato premiato dall’ottima risposta del pubblico.

Rende con la metro in anticipo

Il rap nel Mezzoggiorno ha come matrice, nell’opinione pubblica, il flow e le barre napoletane. Corrado Grilli viene da Foggia (Puglia)  e, le sue storie hanno davvero fatto breccia nei cuori dei calabresi. Vanta una gavetta lunga vent’anni e un successo raggiunto relativamente da poco, nonostante già con “Disco Inverno” avesse fatto parlare di sé. Uno stakanovista che non si è mai arreso, anzi. All’ombra dei grandi colossi del rap italiano si è imposto con un sound totalmente nuovo. Ponte di congiunzione tra Rap, simil-Indie ed elettronica,  Mecna in live sembra un treno pronto a trasportare il pubblico nelle stazioni della sua vita. Il Teatro Garden, gremito di folla ieri, era assopito. L’ingresso del rapper pugliese sulle note di “Fuori dalla città”, in un’atmosfera di luci psichedeliche e ombre a contrasto, ha reso la folla leggera. Prima fermata prevista per Rende: “Neverland”.

 

Mecna, il presente ed il nuovo presente

Scenografia degna di nota ed alternanza tra luci ed ombre altalenanti con i cuori. Esteticamente impeccabile. Itinerario musicale che inizia con “Neverland”, l’ultimo album, ma attraverso pezzi storici ed evergreen riporta la folla ai tempi dell’underground. Estrapola pezzi da “Disco Inverno”, album del 2012, prosegue con “31/08”, canzone dalla forte malinconia e coniuga con la “divertente” “Un Drink o Due”. Ritornello in loop quello di quest’ultima che, ha visto la folla protagonista a ruota libera. Mecna è un visionario nelle interpretazioni e nel ventaglio musicale. Ne è esemplificativo l’ultimo album prodotto da Sick Luke e le scenografie in live. Al contempo, però, rimane un tradizionalista nell’approccio allo spettacolo. Fa parlare la sua musica e crea un’empatia molto forte con il suo pubblico. Una platea affiatata e legata al suo Corrado, rapper malinconico ma che, senza alcuna prepotenza se non quella artistica, ha imposto la sua voce in Italia.

 

Un live ed una performance imperativi per Mecna il quale è riuscito a creare un “Blue Karaoke” al Teatro Garden. Più che “Lungomare Paranoia” sembrava il Maracanà dei cuori infranti.

 

Let’s Comedy, Luca Ravenna sbanca al Mood

Rende (CS) – Il secondo appuntamento di “Let’s Comedy” al Mood Social Club, ha visto, nella serata di ieri, uno degli standuppisti più politicamente scorretti e completi del panorama italiano: Luca Ravenna.

Chirurgico nei temi

L’apporto autobiografico nella stand up comedy è cosa comune. Più complessa è, però, l’autoironia. La capacità di non prendere neanche la propria persona sul serio è caratteristica di acuto ingegno.  Luca Ravenna si distingue nel panorama comico, non solo per la sua vena sarcastica, ma per grande dote autoriale. La cura dei testi dei suoi monologhi è palese soprattutto per l’approccio e la forma utilizzata verso alcuni temi. La droga, le esperienze sentimentali, la famiglia, l’antisemitismo e le religioni in generale diventano punti di una visione non conforme a quella impostata dalla società. Ravenna riesce a coniugare al suo eccezionale sarcasmo un’improvvisazione tipicamente propria. Coinvolge il pubblico e addirittura introduce lo spettacolo con il suo arrivo “gastronomico” a Rende. Un milanese doc che considera l’unico ceppo mantovano presente nella sua famiglia “terrone”. Ovviamente, non c’è nessuna vena razziale bensì il contesto spinge ad una riflessione sul momento storico contemporaneo.

Preciso come un orologio svizzero

Da sottolineare è l’interpretazione del Sig. Guido Ravenna, padre del comico. Questo bizzarro personaggio di incomprensibile interpretazione nel parlato traghetta il pubblico del Mood in una dimensione prototipica della famiglia. Il dolore fisico, per un figlio maschio, passa per forza dai precetti del padre. L’esempio da seguire è la figura paterna ma, nel momento in cui anche le scelte paterne sono paradossali, la risata è spontanea. E’ impossibile non citare la scena della recitazione del “Padre Nostro” in chiesa con il commento fuori campo del telecronista da Formula 1. Metafora di come, a volte, anche le figure genitoriali non hanno la percezione adulta delle situazioni. Il mondo visto da Luca Ravenna è utopicamente reale. Per un paio d’ore il Mood è entrato a far parte di questo microcosmo di battute “scorrette”. Ravenna ha, inoltre, un tempo comico perfetto. E’, per parafrasare un modo di dire comune, l’elvetico dei comici.

 

Il Mood Social Club si conferma innovatore e, dimostra che alcuni format possono essere convertiti. La comicità italiana standard non ha nulla a che fare con la stand-up. Una cosa non esclude l’altra, ma è bene che le due cose coesistano. Soprattutto dopo la grande risposta del pubblico presente ieri in sala.

 

Arriva “Neverland” a Rende, Mecna al Garden domani sera

Rende (CS) – Non sarà un “Ottobre Rosso” o un “31/08”, ma domani, 1 febbraio, il Teatro Garden di Rende accoglierà Mecna. Ponte tra rap e indie, Corrado Grilli (in arte Mecna) è un classe ’87 pugliese ospite della città rendese grazie alla direzione di BE Alternative Eventi.

 

Dall’inverno all’isola che non c’è

Agli albori del nuovo millennio, Mecna, inizia la sua carriera con il collettivo Microphones Killarz. Fino al 2012 colleziona note positive dai giornali e dalla critica. Nel 2009 entra a far parte dei Blue Nox, gruppo con al suo interno nomi di spessore importante quali Kiave, Ghemon, Macro Marco ed Hyst. E’ nel 2012, però, che Mecna trova la sua dimensione artistica. Pubblica il suo primo album ufficiale, “Disco Inverno”, ottenendo con esso il consolidamento nel panorama musicale italiano.  Nel 2015 pubblica “Laska”, album che spazia tra rap, indie ed elettronica. Due anni dopo arriva ai più con “Lungomare Paranoia” e, dopo il meritato successo, firma per Universal. Nel 2018 si distingue, invece, per “Blue Karaoke”, quarto album ufficiale. Nell’ottobre del 2019 si afferma con “Neverland”, l’ultimo album, che porta la produzione di uno dei beatmaker più forti d’Italia: Sick Luke.

 

Gli anni ’10 da “Enfant terrible”, gli anni ’20 da cantautore

Mecna ritorna a Rende, dopo il concerto dello scorso anno al Mood Social Club. C’è da aspettarsi un concerto concettualmente sentimentale. Uno spettacolo che spazia da note crude del rap a suoni elettronici fino ad arrivare al romanticismo contemporaneo. Mecna è uno dei nomi caldi dell’ultimo periodo che, oramai, non si contraddistingue più per essere un outsider bensì un big. La folla rendese è pronta a viaggiare a “Neverland” e a sostare, in un caldo giorno dell’anima, sul “Lungomare Paranoia”. Gli occhi sono pronti a lacrimare, i cuori sono spalancati, l’anima è inerme.

 

BE Alternative si afferma come caposaldo dell’organizzazione di eventi nuovi e al passo con i tempi. Dopo il concerto dell’artista Foggiano, il dj set sarà al Mood Social Club. Per un After Show all’insegna della buona musica con il solito e intramontabile dj Kerò ai dischi accompagnato da MecnaVinz.

“Let’s Comedy”, questa sera il Mood Social Club ospita Luca Ravenna

Rende (CS) – Tutto pronto al Mood Social Club stasera, alle 21, per il secondo appuntamento di “Let’s Comedy”. Dopo Pietro Sparacino, arriva un altro dei pilastri della stand-up Comedy italiana: Luca Ravenna.

Milanese d’origine e romano d’adozione, Luca Ravenna è un profilo davvero interessante nel nuovo mondo della comicità.

E’ nella squadra degli autori di “Quelli che il Calcio…”, collabora con i The Pills, collettivo comico nato su Youtube ed è uno dei capisaldi di “Comedy Central”. Il comico classe ’87, spacca la penisola in due con i suoi spettacoli non solo da un punto di vista geografico. E’ chiaro che il “politically correct” non sia contemplato nella stand-up in generale. Luca Ravenna, però, è sottile nei suoi monologhi. Un fendente di verità mista a black humor e critiche pesanti alla quotidianità.

C’è da aspettarsi uno spettacolo non per tutti ma adattabile a tutti, non solo da un punto di vista di critica sociale.

Il punto focale della comicità di Luca Ravenna sta nella sua capacità di sollevare riflessioni che vanno contro ogni genere di logica entro l’etica umana. Un sentenziatore di verità che non vorremmo mai che venissero dette. Il limes naturale di morale viene oltrepassato da barbarie goliardiche di altissimo ingegno. Non è Colorado e neanche Zelig. La comicità della stand-up non esorcizza solo “l’italiano medio” ma, in una visione più ampia, punge alcuni strati del derma sociale facendo scaturire una risata amara e spontanea. Luca Ravenna rappresenta una delle massime espressioni di stand- up italiana e, coniugando il suo personaggio con un tempo comico perfetto, riesce a creare un feeling d’acciaio con la platea.

Questo c’è da aspettarsi dalla serata del Mood Social Club. Dunque, tutti seduti sul divanetto e “Let’s Comedy”.

Il viaggio di Monica Guerritore al Teatro Garden, “Dall’Inferno all’infinito”

Rende (CS) – Grande successo per l’ottavo spettacolo della rassegna “Primafila”, organizzata “Novecento Teatri”, con la direzione di artistica di Benedetto Castriota e del presidente Luisa Giannotti.  “Dall’inferno all’infinito” , sul palco del Teatro Garden ieri sera, opera interpretata da Monica Guerritore, porta in scena un monologo che spazia tra inconscio, psiche e letteratura.

La prima parte dello spettacolo si avvia a prendere un’impronta dantesca.

L’attrice interpreta in maniera magistrale alcuni dei canti dell’inferno della Divina Commedia. Dalla selva oscura, al girone dei lussuriosi, Monica Guerritore impantana il Garden in una visione onirica del poema di Alighieri. Parallelismo che attraversa i secoli ed i sentimenti della platea, quello tra il Conte Ugolino dantesco e la lettera di Pasolini indirizzata alla madre. Inusuale il confronto che scaturisce tra Beatrice e Francesca da Rimini. La prima, donna angelica esempio di donna ideale. La seconda, donna interpretata dalla Guerritore come sofferente e vittima/carnefice di un amore passionale e carnale. Il bellissimo passaggio di Elsa Morante sull’amore infelice nei confronti della madre ricongiunge la sintesi tra sentimenti e ambiente domestico. Viaggio nell’inconscio che ricollega sfumature di letteratura tangenti con la psicologia e le teorie di Jung.

Rilevante lo stralcio sulla condizione infinita di solitudine di Victor Hugo.

Chiusura che va, appunto, “Dall’inferno all’infinito”, con l’interpretazione de l’”Infinito” di Leopardi. A 200 anni dalla composizione di una delle poesie più rappresentative e a 700 anni dalla morte del sommo poeta Alighieri, Monica Guerritore porta in scena uno spettacolo dell’io. Un’opera che ricongiunge un bisogno umano che, in questo periodo storico, è andato svanendo: la solitudine. Quest’ultima intesa come ritrovamento della condizione umana attraverso la letteratura. Spettacolo completo sotto ogni punto di vista. Interpretazione maestosa, visione completamente nuova dell’Inferno dantesco e incontri letterari solo superficialmente lontani tra epoche. Guerritore in veste d’attrice ma soprattutto di donna dall’alto profilo artistico e culturale. Nonostante i numerosi riconoscimenti (su tutti la nomina di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana nel 2011), Monica Guerritore dimostra onestà intellettuale e umiltà artistica confrontandosi con la platea e creando un sottile filo resistente alla barbarie di un’epoca poco sensibile ai grandi temi.

La letteratura è bistrattata. Il teatro, inteso come forma d’arte pura, prende un’accezione desueta. Monica Guerritore e il suo spettacolo servono per contrastare il bisogno di restare vuoti in mezzo alla società e creare una consapevolezza di solitudine umana.

 

“Storia del popolo Albanese”, Ettore Marino parla della sua ultima opera letteraria

RENDE (CS) – “Storia del popolo albanese” è un libro che indaga i fatti e rievoca una cultura, un sentimento. Ettore Marino pubblica per Donzelli la sua ultima opera. Non svolge un semplice lavoro sulla lingua, ma indaga la realtà albanese, balcanica e d’Italia, da svariate prospettive. Marino pubblica nel 2014 Un giovane trifoglio tra le spine. Meditazione sull’albanesità”. Vanta collaborazioni con “Isolas”, con ”Il Serratore”, con alcune testate internazionali.

Uomo dottissimo e appassionato, colpisce la foga con cui si scaglia contro la pratica dell’editing.

Marino dice infatti: “Benedico le dita del revisore quando m’hanno corretto qualche svista, soppresso noticine inutili, resi chiari tre periodi che non lo erano. Le maledico quando m’hanno guastato lo stile o infiacchito il pensiero stuprando “vanire” in “svanire, “morrà” in “morirà”, “uggia” in “antipatia”, “panciuti” in “corposi”, “dopo lungo combattere” in “dopo un lungo scontro”; o quando m’hanno sbrodolato l’andamento giambico di “rispose ch’eran ciance” nell’esametrico “rispose che erano ciance”, e mi fermo”. L’autore prosegue dicendo che:”Lo stile, e il ritmo, che ne è parte, è come il timbro della voce. O non s’accorgono che costringere il prossimo a parlare, sia pure se qua e là, con una voce non sua, è mala, malissima, villanissima prassi, funesta all’atto letterario?”

 

Marino spiega perché il lettore dovrebbe interessarsi alla sua opera:

“Altro è l’Albania balcanica (Shqipëria), altro la nostra (Arbëria). Quella ha patito e patisce mestizie da greci, serbi, montenegrini. Questa è una vecchia, placida, svampita signora che, prossima a dare, e per cause naturali, l’ultimo suo respiro, finge di morire strozzata da chissà quali dita assassine. La lingua (più propriamente, sporade di dialetti) è un rio che sempre più s’interra poiché i parlanti la sentono inutile, estranea, o addirittura impaccio. I pochi che ne soffrono vanno fantasticando di pozioni buone a rifarla gagliarda e fertile fanciulla, pronta magari a scodellare una stirpe di albanissimi eroi… A chi mi chiede come salvare la lingua rispondo che occorre far di tutto senza scordare mai che non servirà a nulla. A chi, costringendomi al ruolo dell’oste, vuol sapere perché debba leggermi, vanto il mio vino col dire che, se storia e lingua d’Arbëria sono oggetto di chissà quanti studi severi, lo studio mio è severo e frizzante, né all’Arbëria si limita. Ma fermiamoci ad essa. La riflessione vi ha preso il posto del morente irriflesso. Anche il costume femminile è morto. Ne godiamo l’elegante squillanza d’ori e crome in un giusto museo, lo celebriamo col gioioso funerale pagano delle rassegne ad esso dedicate. Viva è però l’Arbëria nei suoi canti. Il Festival di San Demetrio è un luogo tutto d’oro. È simbolo e sorgente. Di canti nuovi, dico. Il popolo li ascolta. Li fa suoi. Li ricanta. Ve n’è di leggiadrissimi. E voci vi sono, specie voci di donna, che con possente grazia danno corpo ai canti, anima alle parole, eternità all’eterno fluire. Ecco la giovinezza d’Arbëria.”

 

 

 

“Let’s Comedy”, la Stand-Up di Pietro Sparacino diverte il Mood

RENDE (CS)- Portare la Stand-Up Comedy a Rende non è cosa da poco. Il successo ottenuto da Pietro Sparacino, ieri sera al Mood Social Club, è la risposta di un pubblico pronto a cambiare rotta. “Let’s Comedy” (così si chiama l’evento) parte bene alla prima e fa ben sperare.

“Diodegradabile, il potere logora chi ce l’ha”

Siciliano di sangue ma romano d’adozione, Sparacino è uno dei fautori di “Satiriasi”. Format che parte nel 2009 e che, in dieci anni, riesce a portare un tipo di comicità totalmente nuova, la Stand-Up Comedy. Una comicità in piedi, fatta di monologhi e di ironia tagliente. Sparacino non fa sconti a nessuno. Preti, donne, uomini, femministe, bambini, tutti “vittime” del suo intelligente sarcasmo. Il suo “DIODEGRADABILE, Il potere logora chi ce l’ha” è un monologo scritto in una sala d’aspetto dallo psicologo. Proprio da qui parte il racconto Sparaciniano. A metà tra la frustrazione che attanaglia gli italiani quotidianamente e l’ironia che ne è caratterizzante. Di fine intelligenza il pezzo sull’immigrazione e su come questa, viene percepita dagli italiani. Una lezione di vita che passa non dai banchi di scuola ma da una risata. E’ proprio il potere della risata, quello del potenziale scherzo senza limiti, la prerogativa dello stundappista.

Il paradosso chiamato società

Molte sono anche le battute black-humor, sicuramente non apprezzate da tutti, ma con un forte senso di significato volto ad abbattere il muro di pregiudizio odierno. Ne sono un esempio le battute a sfondo sessista (per ambo i sessi) o quelle sulle religioni (nessuna esclusa). E’ proprio da qui che bisogna capire, al di là delle appartenenze politiche o etiche, il paradosso che viviamo. Sparacino è un analizzatore comico della realtà. Racconta episodi veri, storie di vita a volte anche indifferenti in una routine frenetica come quella del XXI secolo. Proprio questa è la chiave. La nostra indifferenza, il paradosso che crea una falla sociale scaturisce comicità. Sparacino questo lo sa e lo dimostra sul palco, non facendo solo il politicamente scorretto ma dando l’input di pensiero.

Pietro Sparacino impeccabile e Mood Social Club che riconferma il suo coraggio. “Let’s Comedy” fa buona la prima e vedrà come prossimo ospite Luca Ravenna. Risate e riflessioni assicurate.

La commedia napoletana conquista il Tau, successo per “Ditegli sempre di sì”

RENDE (CS)- Applausi scroscianti per “Ditegli sempre di sì” ieri sera al TAU. La compagnia “Elledieffe” porta in scena uno dei primi successi dell’immenso Eduardo De Filippo. Cast di prim’ordine con regia di Roberto Andò.

Il paradosso Michele Murri

Trama avvincente con Michele Murri (Gianfelice Imparato) appena uscito dal manicomio di ritorno dalla sorella Teresa (Carolina Rosi). Quest’ultima, unica persona a conoscere la motivazione dell’assenza del fratello,  viene rassicurata dal medico sulla condizione dello stesso. Don Michele diventa il perno centrale in questa storia ambientata nel primo ‘900. E’ proprio lui a muovere tutta la narrazione, a creare fraintendimenti e a dare il tempo comico sulla scena. Trascina i personaggi nella sua realtà surreale, prendendo modi di dire e battute come vere, convincendoli delle sue stravaganze. Il dialogo è veloce, in quello che è un napoletano goliardico molto apprezzato dalla platea. Tra falsi matrimoni, morti apparenti e continui paradossi, il TAU ride di gusto e apprezza la commedia.

 

La coppia Imparato-Rosi conquista il pubblico

Va sottolineata la prova di Gianfelice Imparato. Attore di altissimo livello non solo a livello teatrale. Innumerevoli le sue apparizioni cinematografiche tra cui “Gomorra” (il Film) e “Il divo” di Sorrentino. Imparato, alias Don Michele Murri, sul palco è un maestro. Sfrutta a suo piacimento la poetica eduardiana con un’ironia tagliente a volte amara, tipicamente napoletana. Sarcasmo legato al mondo pagano, al popolo, che non disdegna una chiara contemporaneità nelle scene.  Anche Carolina Rosi, nel ruolo di Teresa, diventa di evidente importanza. Un tango, anzi, una “tarantella” di risate che nasconde l’amarezza di un segreto. Carolina Rosi interpreta queste due facce nel modo più tragicomico possibile e con la contrapposizione costante rivalsa-rassegnazione.

Minuti e minuti di applausi per la compagnia teatrale di Luca De Filippo, la quale prende i meriti di una stagione teatrale auspicabilmente da protagonista. Il Teatro Auditorium Unical conferma la propria qualità e il pubblico bruzio è pronto ad attendere questa sera la seconda di “Ditegli sempre di sì”.