Tutti gli articoli di Francesco Pirillo

Il sindaco Lucano nell’interrogatorio di garanzia: «Mai preso soldi da qualcuno»

LOCRI (RC) – «Io non ho mai guadagnato, né preso soldi da alcuno. A chi voleva darmeli ho sempre detto di devolverli in beneficenza. A Riace sono stati usati soldi pubblici solo per progetti relativi ai migranti e per alleviare sofferenze, opportunità di lavoro e di integrazione o dare una vita migliore a perseguitati o richiedenti asilo». Lo ha detto il sindaco di Riace Domenico Lucano nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Locri, Domenico Di Croce, protrattosi per circa quattro ore. 

Domenico Lucano è stato arrestato martedì nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Locri sulle attività del Comune calabrese e sulla gestione dei fondi destinati ai progetti dell’immigrazione.  E’ accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e irregolarità nell’affidamento diretto a due cooperative del servizio di raccolta dei rifiuti.

«Ho deciso di affidare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a due cooperative per liberare le strade di Riace dall’immondizia e, soprattutto, per non fare cadere il servizio nelle mani delle ecomafie – ha aggiunto Lucano – Posso affermare di avere preso quella decisione in tutta tranquillità e serenità, a differenza di quanto invece succede in altri comuni».

Lucano ha detto anche che non si aspettava le tante attestazioni di solidarietà pervenutegli. «Sono stato arrestato – ha detto ancora il sindaco di Riace – per un reato di umanità».

Scoperto evasore totale nel cosentino. Occultati oltre 250mila euro al fisco

PAOLA (CS) – Gli uomini della Guardia di Finanza di Paola (CS) hanno scoperto un evasore, che dal 2012 non ha presentato alcuna dichiarazione dei redditi pur avendo conseguito ricavi per oltre 250 mila euro. I finanzieri hanno smascherato la società “fantasma”, operante nella provincia di Cosenza ed attiva nel settore della “fabbricazione di porte e finestre in legno”, grazie all‘individuazione “mirata” del soggetto economico attraverso l’attività di controllo del territorio e l’utilizzo delle banche dati a disposizione della Guardia di Finanza, che complessivamente hanno consentito di sviluppare una specifica analisi di rischio e di rilevare significativi elementi di pericolosità sotto il profilo fiscale, originando una preordinata attività di controllo.

L’attività ispettiva è stata resa particolarmente difficoltosa a causa della parziale esibizione e consegna della documentazione contabile, da parte del contribuente sottoposto a controllo. Nonostante questo, anche attraverso riscontri effettuati nei confronti di numerosi operatori commerciali del settore, le Fiamme Gialle calabre hanno ricostruito la reale posizione fiscale della società, le vendite effettuate e gli utili conseguiti.

Nel corso del controllo, inoltre, è emerso che la società aveva svolto anche l’attività commerciale di “vendita di prodotti per la casa, l’igiene intima, detersivi”, la quale però non era stata dichiarata al fisco. Le fatture di vendita acquisite hanno consentito di calcolare anche i ricavi derivanti da quest’ultima attività “nascosta”. Al termine del controllo fiscale è stata rilevata, quindi, la mancata dichiarazione di ricavi per 250 mila euro e sono state calcolate imposte evase per circa 67 mila euro. Inoltre, l’amministratore e legale rappresentante della società è stato denunciato all’autorità giudiziaria, per la commissione del reato di “occultamento o distruzione di documenti contabili” ed ora rischia anche la reclusione fino a sei anni.

Operazione “Xenia”, arrestato il sindaco di Riace Domenico Lucano

RIACE (RC) – I finanzieri del di Locri hanno eseguito, alle prime luci dell’alba, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano, sindaco del Comune di Riace ed il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell’ambito dell’operazione denominata “Xenia”.

La misura cautelare rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.

Ulteriori particolari saranno resi noti nel corso della mattinata.

False fatture per 9 milioni di euro. Denunciate cinque persone nel cosentino

PAOLA (CS) – I finanzieri Paola e di Amantea hanno posto sotto sequestro preventivo, eseguito in Calabria e Lazio, quattro beni immobili a Roma, una imbarcazione del valore di oltre 200mila euro e 26mila euro giacenti su un conto corrente. In particolare è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Paola Elia, su richiesta del Procuratore Bruni e del sostituto Cerchiara, nei confronti di due soggetti residenti nelle province di Cosenza e Roma, per truffa ai danni della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza ed evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Il sequestro effettuato costituisce il completamento di un precedente provvedimento già effettuato dalle Fiamme Gialle a luglio 2017 (su 77 immobili, prevalentemente terreni, e 16 rapporti finanziari), in quanto la prosecuzione delle indagini ha consentito di individuare ulteriori beni nella disponibilità di due dei cinque indagati raggiungendo così l’importo totale del profitto dei reati contestati, cioè 1.613.338 di euro.

I finanzieri hanno scoperto un sofisticato meccanismo di false fatturazioni, pari a circa 9 milioni di euro emesse da una serie di società (due delle quali estere, in realtà fittiziamente create al solo scopo di rendere più difficoltose le indagini), enti morali e associazioni no profit, intestate a “prestanome” al fine di evadere le imposte e creare un indebito credito Iva nei confronti dell’erario. Il falso credito di imposta veniva poi indebitamente utilizzato per compensare debiti Iva, ritenute d’acconto operate nei confronti di numerosi soggetti e mai versate.

Una parte delle false fatture, infatti, è stata utilizzata, unitamente ad altra documentazione mendace, quale giustificativo di spesa nell’ambito di un progetto di formazione professionale per l’apprendistato denominato “Addetto al ricevimento”, nonché nell’ambito di corsi di formazione organizzati nei seguenti settori: “Gestione dell’azienda agrituristica”, “Tecnologia informatica nella gestione e promozione dell’agriturismo”, Agricoltura sostenibile, rispetto per l’ambiente e qualità dell’azienda turistica”.

Tutte le operazioni illecite venivano abilmente “schermate” da scritture contabili opportunamente predisposte che, come dimostrato anche dal loro confronto con i movimenti bancari afferenti i conti aziendali e quello personale del principale indagato, hanno permesso di veicolare oltre 1,6 milioni di euro a beneficio del truffatore, il quale ha in parte trasferito il denaro su conti correnti esteri. Con tali stratagemmi gli indagati traevano anche in inganno gli enti finanziatori, che provvedevano quindi ad accreditare le relative somme.

Al temine delle indagini sono state denunciate 5 persone per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Con l’ulteriore sequestro disposto dal Tribunale di Paola, i responsabili vengono privati complessivamente di 81 immobili (fabbricati e terreni), una imbarcazione e 17 rapporti finanziari per un valore pari all’evasione fiscale ed alle indebite percezioni pubbliche conseguite pari ad 1.613.338 di euro.

Omicidio Augieri, arrestato l’assassino. E’ un 19enne napoletano

DIAMANTE (CS) – E’ stato arrestato dai carabinieri di Scalea l’autore dell’omicidio di Francesco Augieri avvenuto a Diamante la notte del 22 agosto. I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Paola, hanno lavorato per dare un volto e un nome al responsabile dell’accoltellamento del giovane cosentino e del ferimento di un 28enne.

Un lavoro che ha consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e di raccogliere elementi a carico di un diciannovenne di origine napoletane. Il giovane, già nel mirino dei carabinieri che ormai erano sulle sue tracce, non potendo più reggere la pressione (sono state condotte numerose perquisizioni domiciliari a carico dei parenti e amici del ragazzo), ha deciso di costituirsi al carcere di Secondigliano. Il diciannovenne presenta diverse ferite al volto che dimostrano il suo pieno coinvolgimento nella lite scoppiata per futili motivi nel centro storico la di Diamante.

La notte dell’omicidio il 28enne, anch’egli di origini campane, mentre passeggiava avrebbe avuto un primo diverbio con il gruppo di ragazzi capeggiato dal fermato, causato da una spinta involontaria. Il giovane quindi, raggiunto Augieri, avrebbe avuto pochi minuti più tardi un’ulteriore discussione ancora più accesa con lo stesso gruppo nei pressi della “Piazzetta Padre Pio”.

Dalle parole si è passati alle vie di fatto, venendo alle mani. E proprio in quel momento il 19enne ha estratto un’arma da taglio con cui ha accoltellato mortalmente Francesco Augieri e ferito il 28enne.

Nonostante il tentativo di sfuggire alla cattura, le indagini del Nucleo operativo di Scalea hanno consentito di accertare le responsabilità del 19enne in merito all’omicidio. L’attività d’indagine comunque proseguirà per chiarire i ruoli degli altri soggetti coinvolti nella vicenda.

Tragedia Raganello, sale a 11 il numero delle vittime. Sono 5 i dispersi

CIVITA (CS) – E’ salito a 11 il pesante bilancio delle vittime della tragedia delle Gole del Raganello in Calabria. Nella notte una delle persone rimaste ferite gravemente è deceduto nell’ospedale di Cosenza in conseguenza di un trauma toracico. Lo ha riferito il capo della Protezione civile della Regione Calabria, Carlo Tansi.

«I dispersi in questo momento – ha aggiunto Tansi – sono cinque e la difficoltà ad avere un quadro chiaro di chi manca all’appello è dovuta al fatto che gli escursionisti erano in gruppi sparsi. Molte segnalazioni sono pervenute nella notte al nostro numero verde. Tutte le vittime sono state identificate e, al momento, le persone ricoverate sono 11 e si trovano negli ospedali di Castrovillari quelli meno gravi e di Cosenza quelli più gravi(cinque) e uno a Rossano. Le ricerche non si sono mai interrotte e sono andate avanti tutta la notte. Con la luce del giorno è più facile procedere».

Le operazioni di setaccio che vedono impegnati uomini e mezzi dei vigili del fuoco, della guardia di finanza e del soccorso alpino saranno spostate anche più a valle fino alla foce del torrente con il coinvolgimento della Capitaneria di porto perché c’è il timore che alcune persone siano finite a mare. «Pensate – ha detto Tansi – che un corpo è stato trovato a distanza di cinque chilometri dal punto dell’alluvione».

Tra le 23 persone salvate dai soccorritori c’è un bambino che è stato trasferito in ospedale a Cosenza in stato di ipotermia. Secondo quanto riferito dalla Prefettura, le persone rimaste coinvolte nell’ondata di piena del Raganello facevano parte di due gruppi di 18 escursionisti, per un totale di 36.  Il torrente ingrossato dalle piogge ha sorpreso i gruppi di escursionisti nelle gole, una fenditura nella roccia larga pochi metri tra pareti a picco. La tragedia è avvenuta nel territorio del Parco Nazionale del Pollino a monte del cosiddetto “Ponte del Diavolo”.

Il gruppo speleologico del Soccorso alpino calabrese si sta organizzando per risalire il corso del torrente Raganello alla ricerca di eventuali superstiti dispersi. Nelle gole del Raganello, infatti, ci sono vari anfratti e speroni sui quali potrebbero essersi salvati alcuni degli escursionisti che si trovavano nella zona.  

Nell’area della tragedia è arrivato anche il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla: «Quello che è accaduto è terribile». L’impressione è che non siano state adottate tutte le misure di prevenzione e sicurezza, considerata anche l’allerta meteo, ma questo sarà approfondito in un secondo momento.

Tragedia Raganello. Il bilancio delle vittime sale a dieci

CIVITA (Cs) – E’ salito a dieci morti accertati il tragico bilancio delle vittime provocate dall’ondata del torrente Raganello a Civita, in provincia di Cosenza. I soccorritori, infatti, ha riferito il capo della protezione civile regionale Carlo Tansi, hanno recuperato altri due cadaveri. I corpi saranno poi trasportati nella camera ardente allestita nella palestra di Civita.

Ventitrè le persone tratte in salvo, tra cui anche dei minori. Cinque gli escursionisti che risultano ancora dispersi. Fra i feriti una bambina sarebbe in ipotermia. Le persone rimaste coinvolte nell’ondata facevano parte di due gruppi di 18 persone ciascuno, per un totale di 36 coinvolti.

Il torrente ingrossato dalle piogge delle ultime ore ha sorpreso il gruppo di escursionisti che probabilmente stavano facendo rafting.

La tragedia è avvenuta nel territorio del Parco Nazionale del Pollino a monte del cosiddetto “Ponte del Diavolo”.

Sul posto sta operando anche un elicottero. Le operazioni di salvataggio, rese difficili dal perdurare del maltempo e dal calar della sera, sono affidate ai Vigili del fuoco presenti sul posto con una squadra di uomini del distaccamento di Castrovillari. A supporto delle operazioni una squadra specializzata di Vigili del fuoco speleo alpino fluviali e l’elicottero arrivato direttamente dal comando di Salerno e due eliambulanze.

 Il torrente Raganello è tra i più visitati della regione.

Sono diverse le attività di rafting ed escursione che si concentrano nel periodo estivo lungo il torrente. In tutta la provincia cosentina, le condizioni meteo sono migliorate in serata dopo ore di pioggia e vento. 

Nella piazza di Civita allestita un’area di Primo soccorso per i feriti. 

Sul posto sono giunti anche il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e il Capo della Protezione Civile calabrese Carlo Tansi.

++ Notizia in aggiornamento ++

‘ndrangheta, arrestato il boss latitante Luigi Abbruzzese

COSENZA – Gli investigatori dello Sco e delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, con il supporto della Polizia scientifica, hanno arrestato a Cassano allo Ionio il latitante Luigi Abbruzzese, di 29 anni. Irreperibile dal 2015, era inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi. Abbruzzese è il capo dell’omonima cosca, egemone nella Sibaritide. Abbruzzese è stato condannato in appello a 20 anni per traffico di droga ed è destinatario di una misura cautelare sempre per droga. Al momento della cattura aveva 2 pistole, munizioni e un documento falso.

«Oggi all’alba, in provincia di Cosenza, la Polizia ha arrestato il boss della ‘ndrangheta Luigi Abbruzzese, ricercato da anni. Orgoglioso delle nostre Forze dell’Ordine, sono sicuro che insieme a loro cacceremo i mafiosi paese per paese». Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini plaude all’operazione che ha portato all’arresto del boss, inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi, e irreperibile dal 2015.

«La cattura di Abbruzzese è significativa, perché siamo riusciti ad arrestare uno degli esponenti di vertice del clan degli “zingari” di Cassano allo Jonio. Ringrazio tutti i poliziotti che hanno lavorato duramente affinché Abbruzzese terminasse il suo periodo di latitanza». Lo ha detto il questore di Cosenza Giovanna Petrocca, che nel corso della conferenza stampa a seguito dell’arresto di Luigi Abbruzzese ha parlato di un giorno importante per la giustizia. Al termine dell’operazione sono state arrestate due persone per favoreggiamento, Brunella Campana, di 52 anni e Damiano Cerchiara (59), zii della compagna di Abbruzzese, che invece non è stata raggiunta dal provvedimento.

«Al momento della cattura – ha precisato Fabio Catalano dirigente della Squadra mobile di Cosenza – Abbruzzese non ha opposto resistenza e ha ammesso subito il possesso si due armi, una pistola semiautomatica Glock modello 19, con numero di matricola, probabilmente acquistata all’estero, e un revolver calibro 357 magnum, rubato tempo fa a Cassano, entrambe perfettamente funzionanti».

Fisco, scoperto evasore totale. Occultati ricavi per 1,7 milioni di euro

PAOLA (CS) – La Guardia di Finanza di Cosenza ha scoperto un evasore totale, che dal 2014 non ha presentato alcuna dichiarazione dei redditi pur avendo conseguito ricavi per oltre 1,7 milioni di euro. Alla sua individuazione si è arrivati a seguito di una attività di investigazione, diretta dal Procuratore capo della Repubblica di Paola Bruni e dal sostituto Grieco, che ha portato anche all’esecuzione di misure cautelari personali e sequestri nei confronti di diversi soggetti, accusati di aver commesso il reato di “Trasferimento fraudolento di valori”. I finanzieri della Compagnia di Paola hanno inoltre smascherato una società “fantasma”, attiva nel settore dei “supermercati”.

Intestazione fittizia di beni

Rilevata la falsa intestazione della società, i finanzieri hanno avviato una verifica fiscale sull’attività scoprendo che nel corso degli anni i titolari, sia fittizi che effettivi, non avevano mai presentato dichiarazioni fiscali né pagato imposte. Si è quindi proceduto a ricostruire le vendite e gli utili dell’impresa, anche attraverso indagini finanziarie e riscontri effettuati nei confronti di numerosi operatori commerciali del settore, constatando la mancata dichiarazione di ricavi per 1,7 milioni di euro ed imposte per oltre 120 mila euro.

Il calabrese Marcello Fonte conquista il premio di migliore attore a Cannes

CANNES – La 71ª edizione del Festival di Cannes premia l’Italia. Il premio per il migliore attore del concorso va a Marcello Fonte per Dogman di Matteo Garrone.

«Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva solo le lamiere chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi adesso è vero ed è come essere in famiglia» ha detto Marcello Fonte, originario di Reggio Calabria, che ha preso il premio da Roberto Benigni. «Il cinema è la mia famiglia – dice Fonte emozionatissimo – ogni granello della sabbia di Cannes è una meraviglia. Grazie a Matteo che si è fidato che ha avuto il coraggio…». 

 Musicista, attore e scultore, Marcello Fonte è nato a Melito di Porto Salvo nel novembre del 1978. «Ho iniziato il mio viaggio nel cinema da…imbucato. Mi intrufolavo nel set per mangiare il cestino. La troupe mi chiedeva cosa ci facevo li, improvvisavo frasi del tipo “il regista mi ha detto di venire qui”. L’arte è un lusso, e io mi sono arrangiato, occupando una cantina di 14 metri quadri. Il bagno era dentro l’armadio, vivevo il mio sogno in silenzio. Mi piace vivere dentro i film, la vita reale mi ha stancato», rivela Fonte ricordando i suoi inizi.

Nel 1999 arriva a Roma e, coinvolto dal fratello scenografo, partecipa ad uno spettacolo teatrale e si appassiona all’arte della recitazione, interpretando qualche piccolo ruolo nel cinema e nella televisione. Tante le partecipazioni a spettacoli teatrali e quasi il doppio quelle cinematografiche, Fonte dà vita anche ad un suo progetto come regista “Asino Vola”.