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Nasce il Distretto di Economia Solidale del Lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Nasce un nuovo soggetto di economia solidale. I Gruppi di Acquisto Solidale di Lamezia-Curinga e Decollatura infatti hanno deciso di unire i propri progetti per dare vita ad un DES, ovvero un Distretto di Economia Solidale del Lametino.

Le tre realtà che hanno intrapreso questo percorso di rete sono il Collettivo Autogestito Casarossa40 di Lamezia Terme, l’Associazione Costa Nostra di Curinga ed il Coordinamento Territoriale del Reventino, già da tempo impegnate sul proprio territorio a promuovere e sostenere forme di economia solidale e di consumo critico. Un’idea che parte dall’esigenza di mettere al centro del proprio essere un’autoproduzione sostenibile e rispettosa della natura, la difesa e la valorizzazione del territorio, l’abolizione dello sfruttamento sul lavoro, l’equità e la giustizia sociale, la dimensione collettiva e relazionale nel produrre e consumare.

La crisi economico-sociale in Calabria segna una fase estremamente drammatica per molti cittadini che iniziano a registrare difficoltà anche nell’affrontare la spesa quotidiana delle derrate di prima necessità riversandosi spesso sull’acquisto di prodotti di pessima qualità ma economici.

Il DES del Lametino, e con esso i Gruppi d’Acquisto Solidali aderenti, vogliono costituire una risposta popolare al problema del (mancato)reddito provando a fornire prodotti di qualità ad un prezzo che possa essere “competitivo” rispetto a quello offerto dalla grande distribuzione. Il sistema dei GAS favorisce così l’intreccio tra l’esigenza del consumatore critico e dell’autoproduttore locale.

Sequestrata isola ecologica

ROSETO CAPO SPULICO (CS) – Il personale del Corpo forestale dello Stato di Trebisacce ha sequestrato l’isola ecologica del Comune di Roseto Capo Spulico.

Dagli accertamenti è emerso che l’area non era idonea per svolgere le funzioni di isola ecologica. L’area infatti era stata realizzata in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed i rifiuti ingombrati presenti erano ammassati, mentre avrebbero dovuto essere selezionati e divisi.

In attesa di Trame.5

ROMA – Riparte la macchina organizzativa di Trame, il festival dei libri sulle mafie che si svolge da qualche anno a Lamezia Terme nel mese di giugno.

Giovedì 26 febbraio alle ore 11.00 infatti a Lamezia Terme, in corso G.Nicotera, 130, nella sede dell’Associazione Antiracket Lamezia – Onlus, si terrà la conferenza stampa per presentare una serie di iniziative legate alla quinta edizione del festival e al decennale dell’ALA.

In particolare ci sarà il book “costruendo Trame.5” che racconta le prime quattro edizioni del festival, il progetto #trameascuola, concorso organizzato da Fondazione Trame e Associazione Antiracket Lamezia nelle scuole lametine, il lancio della nuova raccolta fondi #iosostengotrame in collaborazione con Risorgimentilab e l’Associazione Aniti.

Martedì 3 Marzo, poi, alle ore 19 in via di Santa Maria a Roma, presso l’Associazione Prospettive per il Futuro, si terrà una tavola rotonda per condividere riflessioni aperte sul futuro della manifestazione. Tra gli interventi: Armando Caputo, presidente Fondazione Trame, Gaetano Savatteri, direttore artistico Trame Festival, Tommaso De Pace, direttore Fondazione Trame. Coordina Leonardo Iacovelli, managing partner Iacovelli and Partners sqrl.

 

 

Gerace in corsa per il “Borgo dei borghi”

Gerace (Rc)GERACE (RC) – Sarà la Città di Gerace a rappresentare la Calabria nella corsa per il titolo di “Borgo dei borghi”, nell’ambito del programma di Rai 3 “Il Kilimangiaro”. Durante la puntata dell’8 febbraio scorso, dedicata alla Calabria, infatti, è stata votata come “Il Borgo più bello” vincendo la sfida contro Civita.

La gara ora prosegue col voto sul sito www.allefaldedelkilimangiaro.rai.it, sul quale bisogna registrarsi per dare la propria preferenza al Borgo di Gerace. Sullo stesso sito inoltre è possibile rivedere il video con le spettacolari immagini girate dagli operatori della trasmissione condotta da Camilla Raznovich e Dario Vergassola.

Come funziona il voto? Ogni utente regolarmente registrato può dare un voto al giorno fino al 22 marzo. La competizione si concluderà domenica 5 aprile, in prima serata, con l’elezione de “Il Borgo dei Borghi”.

“E’ veramente bello – ha commentato il sindaco, Giuseppe Varacalli – sapere che migliaia di estimatori della nostra Città, soprattutto non geracesi, hanno seguito la trasmissione per votare Gerace e continuano a votare online”. Il primo cittadino, pertanto, vuole “ringraziare tutti coloro che si sono mobilitati per votare per Gerace” e “rivolgere l’invito, in particolare al popolo del web, a continuare a votare”.

Sfida calabrese su Rai3, alle falde del Kilimangiaro

ROMA – Domenica 8 febbraio, alle 15.00, la Calabria sarà ancora una volta protagonista del programma di Rai 3: “Alle falde del Kilimangiaro”.

La popolare trasmissione, condotta da Camilla Raznovich e Dario Vergassola, ospiterà infatti la sfida tra i rappresentanti delle città di Gerace e di Civita, nell’ambito del concorso “Il Borgo dei Borghi”, che prevede ogni domenica, fino al 5 Aprile, un’amichevole sfida tra due centri concorrenti (due per regione, scelti tra 40 Comuni inseriti nell’elenco ufficiale dei “Borghi più belli d’Italia”).

Una sfida dunque tra i centri storici meglio conservati e più ricchi di testimonianze storiche e monumentali. Durante la trasmissione saranno illustrate le bellezze architettoniche, gli scorci, le tradizioni gastronomiche e tante curiosità che contribuiscono a rendere interessanti i centri concorrenti.

La vittoria sarà decisa dal televoto (il regolamento completo è consultabile sul sito www.allefaldedelkilimangiaro.rai.it).

Valorizzazione della tradizione tessile e promozione del territorio

GERACE (RC)- La tessitura non solo come alta espressione d’artigianato (spesso anche artistico), che affonda le sue radici in una tradizione millenaria, o come opportunità commerciale, ma anche come valida occasione per guardare ad un’impresa creativa, all’innovazione nonché alla valorizzazione e pubblicizzazione delle tradizioni socio-culturali e delle tipicità d’una regione e, in particolare, dei centri in cui essa viene praticata.

Nasce con queste finalità il progetto “Joint Patterns for Clothes Design”, iniziativa finanziata dall’Unione Europea per incentivare lo sviluppo delle piccole e medie imprese tessili. Contesti e finalità in cui si riconosce pienamente la storica Città di Gerace, che vanta una fiorente e plurisecolare tradizione dell’arte della tessitura associata a tante altre note attività artigianali. Da qui l’adesione al progetto che favorisce “lo sviluppo di nuove competenze professionali e di metodologie formative innovative finalizzate all’individuazione di qualifiche riconosciute a livello europeo”, spiega il sindaco Giuseppe Varacalli, al rientro dall’Umbria (Perugia-Bevagna) dove, insieme con la Segretaria comunale, Grazia Ferlito, e con la responsabile dell’Area Amministrativa, Loredana Panetta, ha partecipato ad una “due giorni” di lavori promossa da “Confimi Impresa Umbria” ed aperta ad operatori del settore tessile provenienti da diversi Paesi dell’Unione Europea. “Quello umbro, aggiunge il primo cittadino di Gerace, è stato il quarto di altri incontri già tenuti in altri Paesi europei e durante i quali sono state coinvolte diverse realtà operanti nel settore tessile. Gerace, aggiunge Varacalli, è presente in partnership col brand di alta moda “Cangiari” ormai noto nel mondo grazie soprattutto all’impegno ed alla professionalità di un gruppo di giovani tessitrici geracesi facenti capo alla Cooperativa Aracne”.

Insieme con la Città di Gerace, nel progetto “Joint partners for clothes design” sono impegnati l’Istituto rumeno di formazione “General Margheru”; quello turco “SehitIdariAtaseGalipOzmen” e l’Agenzia formativa ceca “CeskaAsociaceVzdelavacichInstituci”.

La delegazione geracese fino ad oggi ha partecipato a tutti gli incontri svoltisi nelle varie località europee e prossimamente sarà presente anche a quello conclusivo programmato in Turchia.

Nuclei di cure primarie: efficienze e difficoltà

PAOLA (CS) – Il vicepresidente nazionale del Sindacato Medici Italiani, Cosmo De Matteis, ha inviato una lettera al direttore generale dell’Asp di Cosenza, Luigi Palumbo, per richiamare l’attenzione sua e delle altre cariche che a livello politico si interessano degli aspetti legati alla sanità sulle difficoltà che negli ultimi tempi stanno attraversando i nuclei di cure primarie di alcuni territori.

Riportiamo di seguito le parole della missiva:

Egr. Dott. Luigi Palumbo,

le scriviamo per chiederle di trovare soluzioni, urgenti, a un grave problema che sta pregiudicando i servizi sanitari per i cittadini di Paola, Cetraro; Montalto Uffugo e San Marco Argentano.

I nuclei di cure primarie (Ncp), come lei ben sa, sono il cardine del sistema di assistenza sul territorio per i pazienti. Strutture che vedono il coinvolgimento di diversi medici di famiglia e che rispondono a un progetto nazionale per una risposta più adeguata alla domanda di salute e che nella provincia di Cosenza è stato declinato in modo efficace.

Ebbene, negli ultimi tempi per disfunzioni amministrative, anzi per un inspiegabile immobilismo dei vertici pro tempore delle aziende sanitarie locali, assistiamo a una totale assenza di sostegno e indirizzo al lavoro dei Ncp e dei molti medici che vi operano.

Nonostante le ripetute sollecitazioni, la comunicazione tra chi opera in prima linea e chi ha le responsabilità di governance del territorio è inesistente.

Questa situazione è intollerabile e, come ripetiamo, ha delle chiare ricadute sui cittadini.

Per tutte queste ragioni, i vertici nazionali dei Sindacati dei Medici Italiani chiedono un immediato intervento per risolvere e chiudere questa vicenda, per voltare pagina nell’interesse della cittadinanza e per la tenuta del Ssr.

Cordiali saluti.

Il Vice Presidente Nazionale

Cosmo De Matteis

 

Amicizia e disobbedienza civile di “Io sto con la sposa”

COSENZA – La neve non è riuscita a scoraggiare coloro che hanno preso parte ieri alla proiezione di “Io sto con la sposa” al Centro polifunzionale dell’Auser. Gremita infatti la sala che ha accolto uno dei registi, Gabriele Del Grande, attenuando così le temperature invernali.

Ma cosa ha spinto tante persone a rinunciare al tepore delle proprie case? Da un lato la curiosità di vedere un film presentato alla 71ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia (fuori concorso nella Sezione Orizzonti), dall’altro la particolarità di essere presenti ad un’anteprima, che è anche evento unico se si considera che non è in proiezione nelle sale cinematografiche cittadine. Ma la molla principale è scattata per quello che questo documentario rappresenta.

“Io sto con la sposa” è uno dei prodotti più discussi del panorama cinematografico degli ultimi mesi e la curiosa peculiarità risiede nella sua capacità di coinvolgimento. Più di 2600 infatti le persone che, attraverso un’accurata campagna di crowdfunding, hanno contribuito economicamente alla sua realizzazione, rendendo possibile un sogno nato intorno al tavolino di un bar.

Non ci sono nomi altisonanti, non ci sono coinvolgenti effetti speciali. La forza sta tutta nella storia e nel coraggio dei protagonisti. Ventitrè persone tra italiani, palestinesi e siriani che affrontano enormi rischi per spostare l’accento nella definizione di frontiera. E l’attenzione del pubblico ne è la palese dimostrazione. Il viaggio che si snoda nei 90 minuti di pellicola diventa il viaggio degli spettatori, le incertezze dei viaggiatori le loro preoccupazioni, i traguardi raggiunti la loro soddisfazione. Come dice lo stesso Del Grande i protagonisti sono degli eroi e in quanto tali raccolgono tutte le simpatie e le emozioni del pubblico, si parteggia per loro e per la riuscita della loro impresa.

Un’empatia che diventa ancora più profonda se si pensa che le peripezie narrate sono esperienze di vita vissuta, che i dolori raccontati sono tragedie realmente verificatesi. L’orrore della guerra, la mancanza di rispetto per la vita e la dignità umana, le sofferenze dell’immigrazione, la lontananza da casa e dagli affetti rivivono nelle parole, negli sguardi, nelle lacrime, nei ricordi.

Un’empatia che fa dimenticare anche la trasgressione e l’illegalità che accompagnano questo progetto di disobbedienza civile. Se infatti l’idea di far viaggiare un corteo nuziale è frutto di uno stratagemma fittizio e scenografico, tale non si può dire per la condizione dei viaggiatori che attraversano i confini di Italia, Francia, Lussemburgo, Germania, Danimarca, Svezia, senza averne formalmente il diritto, perché senza passaporto. È il coraggio e la determinazione di chi non si arrende, di chi aspira ad una prospettiva di vita migliore, di chi avverte forte la dissonanza tra la legge dello Stato e la legge della propria coscienza, di chi porta nel cuore lo scempio della guerra e non può rimanere indifferente.

Alla fine della proiezione sono state simbolicamente accese delle candele e in un minuto di silenzio si sono volute ricordare tutte le vite che il Mediterraneo ha strappato, tutti coloro che sono morti prima di approdare inseguendo una speranza.

Anche questo è un modo per fare memoria.

 

Mariacristiana Guglielmelli

Il delicato equilibrio di mente e corpo tra scienza e arte

obesitàCOSENZA – “Mens sana in corpore sano” è l’espressione latina più conosciuta per descrivere la stretta relazione che esiste tra mente e corpo. Un rapporto che può essere letto – e risulta veritiero – partendo da entrambi gli elementi e che risulta oggi al centro di numerosi dibattiti scientifici e di ricerche.

“Quando la mente si serve del corpo: disturbi da somatizzazione” è il titolo del convegno che si è svolto ieri presso l’Ordine dei Medici di Cosenza, a cura della sezione locale dell’Associazione Mogli Medici Italiani. Un tema controverso, non sempre affrontato con attenzione, anzi solitamente in punta di piedi e con pudore, quasi ad aver paura di renderlo troppo reale e presente. Eppure sono aspetti quotidiani, che incidono sulla vita di un numero sempre crescente di persone, soprattutto nei paesi industrializzati e sviluppati: attacchi di panico, anoressia, depressione, ecc.

Un appuntamento dunque per certi versi necessario, che ha avuto il pregio di affrontare la delicata questione da diversi punti di vista. Multidisciplinari e competenti i relatori che hanno tenuta viva l’attenzione del pubblico con argomentazioni di tipo medico, psicologico, ma soprattutto esperienziale.

Sotto la guida del presidente dell’Ordine Eugenio Corcioni hanno preso la parola Angela Funaro, psicoterapeuta e dirigente dell’Asp, e Santino Gaudio, psichiatra e ricercatore di fama internazionale. Entrambi hanno proposto un approccio di tipo scientifico, rintracciando le cause dei disturbi di somatizzazione e le loro conseguenze, tracciando un filo evidente tra la percezione che si crea nella mente e i sintomi che si rendono visibili nel corpo.

L’attenzione si è focalizzata in modo particolare sui disturbi alimentari e sull’anoressia. Grande apprezzamento hanno suscitato in merito gli interventi della ballerina Mariafrancesca Garritano e del maestro Michele Villanova (stasera con uno spettacolo al Teatro Morelli), che hanno condiviso la loro testimonianza su quanto sia ingombrante la presenza di tali disturbi nel mondo della danza. Un assioma tra leggerezza e bellezza che i due artisti tentano di spezzare da diversi anni, portando avanti una decisa battaglia fatta di impegno, progetti, ricerche, ecc. Una determinazione che in alcuni casi li ha anche allontanati da certi ambienti, ma che non cede di un passo perché accompagnata da una convinzione forte e da una sana consapevolezza di sé. Intenzioni precise mitigate solo dalla dolcezza e dalla passione per l’arte vera che traspare con chiarezza dalle parole dei due ballerini. E non è mancata l’occasione per una amichevole tirata d’orecchie all’amministrazione comunale: al sindaco Occhiuto per non aver dato seguito ad un progetto pensato insieme e agli assessori Succurro e Bozzo per essere andati via appena dopo i saluti istituzionali.

Corretta percezione del proprio corpo, timore del giudizio altrui, risoluzione di traumi infantili: molteplici gli spunti di riflessione emersi. Ma le parole che meglio racchiudono il senso della serata arrivano dai due artistiche con forza hanno insistito sull’importanza dell’unicità di ogni persona. E sulla particolarità che nasce proprio dai difetti di ciascuno.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Torna a casa l’Arazzo di Gerace

GERACE (RC) – Venerdì 19 dicembre 2014, ore 14:40: una data e un orario che, a buon titolo, rimarranno scolpiti nella Storia recente di Gerace perché legate al ritorno a casa del capolavoro seicentesco opera di Jan Leyners, il cosiddetto Arazzo di Gerace.

Utilizzati per impreziosire gli ambienti o i pavimenti, gli arazzi sono preziosi oggetti d’arredo prodotti, in gran parte, tra la Francia e le Fiandre. In passato il loro commercio era molto diffuso, soprattutto per la loro versatilità: a differenza degli affreschi, infatti, essi potevano essere più facilmente sostituiti, anche a seconda del soggetto che si intendeva esporre in una determinata occasione.

L’Arazzo di Gerace – realizzato presso gli opifici di Bruxelles-Brabant – mancava dalla “Città dello Sparviero” dal 1967, a causa di una serie di difficoltosi restauri eseguiti a Cosenza, a cura della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria. Questa particolare opera di Jay Leyniers si caratterizza, per rarità e pregio, come una delle opere d’arte più importanti dell’intera Calabria, testimone tanto dell’elevato grado di raffinatezza raggiunto dalla scuola fiamminga nella seconda metà del XVII secolo, quanto per la complessità dei rapporti culturali intrattenuti dalla nobiltà e dal clero calabrese nei secoli scorsi.

Nello specifico, l’Arazzo di Gerace – che misura un’altezza di 380 centimetri per 584 di larghezza – rappresenta una ricca scena venatoria, incorniciata da un abbondante festone in cui sono presenti elementi floreali e animali. Fra le ipotesi più accreditate riguardanti l’incerto soggetto è che l’opera sia un singolo elemento appartenente a un ciclo più ampio, riferibile al mito di Meleagro e Atalanta.

Da oggi, finalmente, l’Arazzo di Gerace rientra a casa, tornando a far parte della collezione del Museo Diocesano e sarà collocato nella sala principale del Palazzo Vescovile, i cui lavori di restauro si avviano alla conclusione.

Ad accogliere il ritorno a Gerace dell’Arazzo, il Vescovo Mons. Francesco Oliva, il Sindaco Giuseppe Varacalli, il Direttore del Museo Diocesano Giacomo Oliva, oltre a numerosi cittadini geracesi richiamati dal suono delle campane della Cattedrale e orgogliosi di poter assistere a un momento così importante per la propria città.

«Sono felice di poter essere presente oggi a questo momento così rilevante per la Diocesi e per Gerace – ha affermato Mons. Oliva -. L’Arazzo si va ad aggiungere alle numerose bellezze artistiche della città, da custodire sì con fierezza, ma anche con responsabilità e attenzione».

«Voglio ringraziare quanti hanno lavorato al restauro dell’Arazzo di Gerace – ha detto il Sindaco Varacalli –, permettendo oggi a quest’opera di tornare a far parte degli elementi di attrattività culturale e turistica della nostra città, dopo una lunga attesa la cui conclusione, oggi, i geracesi vivono giustamente con orgoglio e compiacimento».

Degna chiosa le parole del dottor Giacomo Oliva: «Una giornata, quella di oggi, che sia umanamente, in quanto cittadino geracese, che professionalmente mi ha regalato emozioni difficilmente ripetibili».