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Cosenza, serpente crea il panico in pieno centro. Catturato dalla polizia provinciale

COSENZA – Un serpente è stato catturato nel pieno centro di Cosenza dagli agenti della Polizia provinciale. Alcuni cittadini avevano segnalato la presenza del rettile in via XXIV Maggio e gli agenti sono riusciti a bloccarlo. Si tratterebbe di un esemplare appartenente alla specie Biacco (Coluber viridiflavus), un serpente non velenoso, che vive generalmente in ambienti agresti e vicino ai corsi d’acqua. Il rettile è stato poi liberato in una zona di campagna, molto lontana da centri abitati.

“Tempa Rossa”, indagati anche in Calabria

Tocca anche la Calabria l’indagine sull’Eni, denominata Tempa Rossa, costata le dimissioni al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Secondo la Procura di Potenza, gli scarti petroliferi venivano smaltiti nei siti di Lamezia, Gioia Tauro e Bisignano, dopo la modifica dei codici e l’artificiosa trasformazione, almeno sul piano formale, da rifiuti pericolosi a non pericolosi. Secondo le indagini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, questo sistema consentiva un notevole risparmio nei costi di smaltimento, quantificabile in svariati milioni di euro annui. Al momento in Calabria sono indagati Rocco Aversa, Antonio Curcio e Salvatore Mazzotta della ditta Ecosistem Srl, Giuseppe Fragomeni e Maria Rosa Bertucci per la Iam di Gioia Tauro e Vincenzo Morise amministratore unico della Consuleco di Bisignano.

Sequestrati 3000 capi contraffatti

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha sequestrato tremila capi di abbigliamento ed accessori con marchi contraffatti. Sequestrati anche tre veicoli e denunciato sei persone. Al termine di una serie di indagini, i finanzieri hanno individuato i flussi di approvvigionamento dei mercati rionali riuscendo così a intercettare la merce.

L’operazione si inquadra nell’ambito della lotta alla contraffazione disposta e coordinata dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria.

Migranti, 314 in arrivo a Crotone

ROMA – Questa mattina la Guardia Costiera ha soccorso un barcone con 314 migranti a bordo partito dall’Egitto e che si trovava in precarie condizioni nelle acque del Canale di Sicilia. La richiesta di aiuto era arrivata alla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da un telefono satellitare. Sul punto indicato è stato inviato dapprima un Atr42 della Guardia Costiera italiana, che ha individuato i migranti, e poi un velivolo spagnolo dell’agenzia Frontex che è rimasto in zona fin quando due unità della Guardia Costiera italiana non hanno raggiunto il barcone. I migranti – siriani, eritrei, somali, etiopi, palestinesi e delle Comore – sono stati soccorsi due motovedette della Guardia Costiera, CP326 di Roccella Jonica e CP323 di Siracusa, ed in seguito sono stati trasbordati su Nave Dattilo Cp940. Ora il convoglio delle unità della Guardia Costiera con a bordo i migranti sta facendo rotta verso il porto di Crotone dove arriverà in giornata.

Sentenza Rango-zingari, inflitte 33 condanne

COSENZA – 33 condanne, di cui una all’ergastolo, e due assoluzioni. E’ questa la sentenza emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, a conclusione del processo con rito abbreviato, denominato “Nuova famiglia”, a carico della cosca cosiddetta “degli zingari” di Cosenza. Accogliendo la richiesta del pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, il gup ha condannato all’ergastolo Maurizio Rango, considerato il capo dell’organizzazione criminale, accusato di associazione mafiosa e dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Luca Bruni, scomparso nel gennaio del 2012, il cui scheletro venne trovato in un casolare nei pressi di Castrolibero. Rango è considerato al vertice della cosca Rango-Abbruzzese frutto dell’alleanza con la criminalità organizzata nomade. Il nuovo gruppo criminale scaturito dall’alleanza sarebbe riuscito in poco tempo ad assumere il controllo, in tutto il territorio di Cosenza, degli affari legati alle estorsioni, al traffico di droga e degli appalti pubblici, gestendo anche l’occupazione abusiva di alloggi popolari che venivano poi rivenduti.

Delitto Fazio Cirolla, la Cassazione assolve gli imputati

ROMA – Rimane senza colpevoli il delitto di Fazio Cirolla, ucciso a Sibari il 27 luglio del 2009. La Cassazione ha assolto con formula piena i due imputati, Archentino Pesce e Saverio Lento, ribaltando la condana loro inflitta dalla Corte d’Appello di Catanzaro a 30 anni di reclusione. La vittima, operaio, venne freddato davanti agli occhi dei suoi tre bambini e assassinato, secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, per un tragico errore: al suo posto doveva essere ammazzato Salvatore Lione, ritenuto dagli inquirenti il contabile del clan Forastefano di Cassano. Il pg della Suprema Corte aveva chiesto la conferma della condanna a 30 anni di carcere per Pesce, difeso dall’avvocato Vincenzo Belvedere, e per Lento, difeso dai legali Rossana Cribari e Pasquale Marzocchi.  La Corte di Cassazione ha emesso invece sentenza di assoluzione.

Inchiesta Asi, chiesta la revoca dell’interdizione per Stefania Frasca

COSENZA – Nessun pericolo di reiterazione del reato. Per questo i difensori di Stefania Frasca, gli avvocati Franz Caruso ed Elena Florio, hanno chiesto al Tribunale della Libertà di Catanzaro di revocare la misura di interdizione dai pubblici uffici per il direttore generale dell’Asi di Cosenza. Frasca è sotto processo per un’inchiesta che riguarda la gestione del Consorzio di sviluppo industriale, nella quale sono indagati anche l’ex presidente dell’Asi, Diego Tommasi, e il responsabile dell’area contabile Antonio Carlo Rango. Stefania Frasca si è ripresentata davanti al Tribunale del Riesame dopo che la Corte di Cassazione aveva dato ragione ai suoi legali che avevano impugnato il provvedimento con il quale il Tdl aveva sancito l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la manager cosentina. Gli ermellini hanno accolto il ricorso della difesa, ma hanno rinviato la decisione a una nuova sezione del Tdl di Catanzaro che deve rivalutare il ricorso presentato dal sostituto procuratore Domenico Assumma. Allo stato, però, cambia poco per la posizione dell’architetto: l’interdizione non c’è più ma per lei, nei mesi scorsi, è arrivata la sospensione decisa dal commissario dei Consorzi industriali calabresi, Giulio Oliverio, rispetto alla quale, dopo un altro ricorso presentato da Frasca, si pronuncerà il Giudice del lavoro. Intanto, nel corso dell’ultima udienza, la difesa ha sostenuto che, considerato il tempo trascorso sia dalla commissione dei fatti, sia dall’inizio della fase cautelare, la nomina del commissario straordinario e l’accorpamento delle Asi, la circostanza che Frasca ha adottato un provvedimento di liquidazione dei compensi ai revisori e il clamore mediatico della vicenda escludono il pericolo di reiterazione del reato. Per i legali, non ci sarebbe neppure il pericolo di inquinamento delle prove perché il processo è già iniziato, i documenti sono stati sequestrati e le persone informate sui fatti non solo sono già state sentite nel corso delle indagini, ma non sono piu’ all’interno del consorzio. Il Tdl si è riservato la decisione.

Operazione “El Cartero”, perquisizioni anche nella provincia di Cosenza. Truffato un candidato alla presidenza del Barça

MILANO – Anche la provincia gdf1Cosenza è finita nella truffa milionaria scoperta a Milano e cha ha coinvolto anche un candidato alla presidenza del Barcellona calcio. Nel corso dell’operazione “El carter” che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per 7 persone infatti «è emerso anche come l’associazione abbia avuto tra i propri clienti un soggetto (che ha sporto formale querela per truffa) interessato all’acquisto di titoli obbligazionari nell’ambito di un’iniziativa per entrare nel Cesena Calcio ed abbia tentato di rilasciare, in altra circostanza, una polizza fideiussoria dell’importo di 90 milioni di euro ad un candidato alla presidenza del Barcellona». Lo riferiscono fonti della Guardia di Finanza in merito al nuovo sviluppo di un’indagine coordinata dal pm Eugenio Fusco che aveva già portato a 15 arresti il 19 gennaio scorso. Il secondo capitolo dell’inchiesta riguarda un’ordinanza firmata dal gip Giuseppe Vanore a carico di 7 persone (4 in carcere, 3 ai domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata all’abusivo esercizio di attività finanziaria, aggravato dalla transnazionalità. Dalle indagini, si legge in una nota delle Fiamme Gialle, sarebbe emersa l’esistenza di «un ulteriore ed autonomo sodalizio criminale avente carattere transnazionale, dedito alla abusiva commercializzazione di obbligazioni per un valore nominale pari a 42 milioni di dollari americani ed al rilascio di fideiussioni senza le prescritte autorizzazioni per un importo complessivo di circa 32,5 milioni di euro, conseguendo un profitto illecito complessivo di circa 2 milioni di euro». Le attività di polizia giudiziaria – che hanno anche previsto l’esecuzione di numerose perquisizioni nei confronti dei soggetti e delle società coinvolti – sono state compiute nelle province di Milano, Monza Brianza, Torino, Bologna e Cosenza.

Crotone, truffa all’Unione Europea scoperta dalla Finanza

CROTONE – La Guardia di finanza di Crotone ha segnalato alla Procura regionale della Corte dei conti il titolare di un’azienda agricola per un danno erariale pari a 174 mila euro. Secondo quanto emerso dalle indagini dei finanzieri l’impresa ha beneficiato di un finanziamento pubblico ma dall’analisi della documentazione, è emersa la truffa ai danni dell’Unione Europea. In particolare attraverso l’esame della posizione dei due fornitori dell’azienda sono state scoperte irregolarità relative al mancato pagamento di Iva per 100 mila euro e l’illecito incasso di un contributo relativo ad un finto disoccupato agricolo.

Cosenza, sottrae la carta di credito a un sacerdote per giocare on line

COSENZA – Ha sottratto la carta di credito a un sacerdote per pagare dei giochi on line. Per questo motivo il pm di Cosenza Donatella Donato ha chiuso le indagini, coordinate  dal procuratore capo Dario Granieri, nei confronti di Domenico Anghelone, 39enne di Reggio Calabria. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe più volte utilizzato la carta di credito in uso a un parroco che svolge la sua missione anche nel carcere di Cosenza. Anghelone, ex detenuto, veniva ospitato nella casa canonica di Lattarico, in cui il religioso esercita il suo sacerdozio. Il parroco, in un primo momento, aveva accolto il 39enne al quale faceva da guida spirituale per condurlo sulla retta via, ma dopo alcuni episodi di furto lo aveva allontanato dalla casa canonica. Nell’ottobre del 2015 il sacerdote denunciò ai carabinieri di Lattarico degli ammanchi sulla sua carta di credito dalla quale erano sparite delle somme usate per pagare dei giochi online. Dalle indagini, avviate dai carabinieri, si è risalito al numero di cellulare di Anghelone dal quale venivano effettuate le ricariche per i giochi on line usando la carta di credito del parroco sottratta illecitamente al sacerdote.