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‘Lumen calabriae’: via alle selezioni! Giò Di Tonno sarà il coach

Il 29 marzo, primo giorno di selezioni per i giovani talenti calabresi 1185830_1386870018209952_1695039989_nche vorranno partecipare alla kermesse ‘Lumen calabriae’, si avvicina. A Lamezia Terme tutto è pronto, l’Associazione Muse ha già predisposto il necessario affinché questo primo appuntamento con gli aspiranti finalisti possa portare i migliori frutti. La commissione selezionatrice vaglierà le capacità tecniche e interpretative degli iscritti a Lamezia Terme sia il 29 marzo presso “Terra di sol” che il 17 maggio al Teatro S. Eufemia e a Settingiano il 19 aprile presso il Laboratorio Perseo, per giungere poi a Cosenza tra aprile e maggio. L’intento è quello di mettere in pratica la nuova modalità itinerante per avvicinare sempre di più il festival canoro al territorio.
I talenti più meritevoli passeranno alla fase successiva prevista per il 30 maggio, quella dello stage semifinale, e superata quest’altra tranche di prove, accanto a un coach di comprovata professionalità, si dirigeranno direttamente alla finale che si svolgerà, come lo scorso anno, nel mese di luglio. Per quel che concerne lo stage, l’Associazione Muse ha optato per una location che rappresenta l’identità stessa dell’associazione, decidendo per il Teatro di Sant’Eufemia, sempre a Lamezia Terme.
Ma chi sarà quest’anno il professionista che terrà lo stage distribuendo ai partecipanti saggi consigli tecnici e di performance? Finora l’Associazione presieduta da Valentina Tedesco ha preferito mantenere un riservato silenzio, facendo pertanto crescere indexsuspense e aspettative. Oggi però il velo è caduto e finalmente il nome è stato reso noto: quest’anno il coach dei partecipanti allo stage semifinale della kermesse ‘Lumen calabriae’ sarà Giò Di Tonno, lo straordinario Quasimodo dell’Opera musicale Notre Dame de Paris. Il cantautore, performer professionale e competente, metterà le proprie attitudini e conoscenze al servizio dei giovani talenti calabresi che dovranno farle proprie per poter poi accedere alla fase finale. Lo scorso anno il ruolo di coach era stato affidato a Max De Angelis, quest’anno il testimone passa dunque a un artista come Giò Di Tonno che ha alle spalle anni di lavoro non solo nel campo della musica, ma anche in quello della recitazione e dell’insegnamento. Presentando un curriculum composto da soddisfacenti partecipazioni al Festival di Sanremo, da consensi da parte del pubblico e della critica, oltreché che da esperienze professionali di alto profilo sia a livello nazionale che internazionale, Giò Di Tonno ha esplorato diversi settori del mondo musicale passando dal contemporaneo al classico. Un contributo, il suo, che non si è dispiegato solo in riferimento alle performance, quanto anche inerentemente alla formazione: Di Tonno è stato infatti nominato direttore artistico del primo Laboratorio per cantautori. L’istituto, unico nel suo genere nel nostro Paese, intende formare e sostenere quanti iniziano ad approcciarsi alla musica leggera; in quest’avventura Di Tonno è accompagnato da un corpo docente di rilievo del quale fanno parte, tra gli altri, Max Gazzè, Franco Bixio, Franco Fasano e Matteo Di Franco.
received_1631196170444001L’esperienza offerta dall’Associazione Muse agli aspiranti cantanti è quindi tra le più golose, in quanto non solo intende mettere a disposizione una vetrina qualificata e qualificante, ma allo stesso tempo garantisce un contatto formativo con personalità competenti che, grazie alla loro guida, permetteranno l’acquisizione di conoscenze utili sia per la crescita personale che soprattutto per quella professionale.
In cammino verso la meta di luglio, quindi, passando per un appuntamento da mettere in agenda già al prossimo 29 marzo e poi al 30 maggio con Giò Di Tonno.

 

 

Daniela Lucia

Comparation Of Dance torna a Lamezia il 29 marzo

A Lamezia Terme la primavera si apre all’insegna dell’arte. Tra 10898011_1692793120947297_1475211558610001054_nmusica, letteratura e danza, la città della Piana si avvia verso le stagioni più clementi con una spinta in più e questo anche grazie alle diverse ‘anime’ che popolano il brulicante palcoscenico artistico lametino. Tra queste ‘anime’ troviamo anche la ballerina Ilaria Rametta che, come ogni anno, si accinge a coinvolgere artisti nazionali e internazionali del mondo della danza nell’ormai acclamato stage Comparison of dance (COD). La manifestazione, targata CSEN, è un appuntamento atteso nel campo della danza locale e non e per quest’anno sarà ospitato da Asd Passione Danza di Rosy Pagnotta.
L’evento si terrà il prossimo 29 marzo e garantirà ai partecipanti il contatto diretto e il confronto costruttivo con maestri di elevato livello quali appunto Roberta Fontana per il modern, Rocco Greco per l’hip hop, Giovanni Battista Gangemi Guerra per il teatro danza e il direttore artistico Ilaria Rametta per il contemporaneo.
Comparision of dance è danza, è passione, ma non solo. È anche e soprattutto formazione, è un’occasione offerta a quanti stanno entrando in questo ‘regno’ dell’arte: un’opportunità per crescere dal punto di vista professionale e umano confrontandosi con maestri di attestata competenza. Proprio perché il fine non è solo far spettacolo e divertirsi, quanto anche alimentare i talenti che si presenteranno, i maestri consegneranno agli allievi più meritevoli borse di studio COD. Inoltre, si terranno le audizioni per riformare la compagnia “Comparison Of Dance Company” che, in collaborazione con alcune associazioni lametine tra cui Gala e Muse, realizzerà le coreografie degli spettacoli ai quali le medesime associazioni stanno lavorando. “È un’ottima occasione per giovani danzatori di confrontarsi con artisti altamente qualificati e di grande fama, permettendo anche la crescita individuale e collettiva dei ragazzi in un clima sereno dove la parola chiave è Passione e Crescita”, fa sapere lo staff di Comparation Of Dance.
Inscriversi allo stage non è difficile, basta infatti seguire le indicazioni sul sito www.comparisonofdance.com. Dunque, mano sui mouse! Comparation Of Dance vi aspetta!

 

 

Daniela Lucia

Neri Marcorè, il meccanismo della risata tra musica, poesia e letteratura

LAMEZIA TERME (Cz) – Un sabato pomeriggio di un inverno che indexormai è quasi primavera può trasformarsi da crogiolo di noia e disinteresse in momento di stimolo e cultura. È quello che avviene a Lamezia Terme ogni volta che la città, col suo riscoperto desiderio di sapere e conoscere, si presenta attenta e numerosa agli ormai consueti appuntamenti della rassegna il ‘Sabato del Villaggio’, sapientemente diretta da Raffaele Gaetano.
Oggi, come già annunciato nei giorni scorsi, l’ospite d’onore di questo pomeriggio all’insegna della partecipazione e della condivisione è stato Neri Marcorè, artista che ha saputo 102_0368concentrare sulla propria persona un ventaglio di talenti e di capacità al punto che dagli albori della carriera fino ad oggi il pubblico continua a tributargli rispetto e ammirazione. E la gremita platea del Teatro Grandinetti ha dimostrato l’autenticità di questo rapporto che l’attore ha instaurato con il proprio pubblico.
Il leitmotiv introdotto da Gaetano quest’anno è l’accezione di Passione declinata secondo le opinioni e il vissuto degli ospiti 102_0367della rassegna. Marcorè ritiene che la passione coincida con la Soddisfazione, con la realizzazione personale. “Tutte le persone che sono soddisfatte, che poi il successo sia riconosciuto universalmente o soltanto nella propria sfera di vita, sono comunque persone appassionate, persone che fanno il loro lavoro e vivono la loro vita con passione. Vedi in queste persone una luce particolare negli occhi e capisci per quale motivo poi non c’è delusione, non c’è ostacolo che tenga, ma la loro passione supera qualsiasi cosa e giustifica anche qualsiasi finale. Per via della propria passione si può fare anche una follia. La passione è superiore all’autoconservazione”.
Una passione, quella del poliedrico artista, che lo ha portato sul palcoscenico fin dall’adolescenza, spinto da capacità canore che poi lo hanno accompagnato anche nell’attività di attore. È lo stesso Marcorè a indicare il filo conduttore della musica nel proprio 102_0361percorso professionale, sottolineando come per lui la passione per la musica sia stata “precedente a quella per la recitazione. È il canale attraverso il quale poi mi sono infilato in modo rocambolesco nel settore artistico. La musica è qualcosa che si espande negli altri settori, perché anche la recitazione è fatta di ritmo, di pause, di toni, di accenti, di accelerate, di fortissimi… Quindi se dovessi dire qual è la mia passione principale, è proprio la musica”. E nel ricordare i propri trascorsi da musicista provetto, l’attore ha preso in mano una chitarra posta al suo canto dal previdente Gaetano e ha intonato Gaber, ma anche i Beatles e De Gregori, dimostrando come questa passione adolescenziale non sia sopita, ma anzi scalpita ancora e si manifesta con estrema precisione e con grande carica empatica.


Spesso goffo e intimidito, l’attore ha attraversato diversi approcci col mondo artistico e, nello specifico, con la recitazione, dando prova della propria versatilità con lavori apparentemente eterogenei, ma riconducibili a quel filone comune che, appunto, è la passione. Abbiamo infatti ritrovato Marcorè in tv, nelle vesti di conduttore timido e impacciato, ma anche in qualità di attore in fiction valide, e lo abbiamo visto al cinema diretto da Maestri, primo fra tutti Pupi Avati, e al teatro, dove ha allietato il pubblico con spettacoli in cui ha miscelato musica e recitazione. Insomma, è proprio una ‘materia duttile’ quella di cui ha dimostrato d’esser fatto Neri Marcorè, che non ha però nascosto la propria congenita timidezza. “L’istinto non tradisce, ma non basta solo quello. Così come non basta solo la razionalità. Il coraggio poi è una cosa in più, così come la paura di fallire. A quel punto bisogna fare un bel respiro e saltare. Non c’è mai una prova definitiva. La vita è fatta di appuntamenti, di momenti cruciali dei quali però ti rendi conto solo dopo che sono passati, perché lì per lì l’importante è dare il massimo di quello che hai. Se uno ci messe il massimo nel presente, quella cosa lì conta senza rimpianti e senza rimorsi”.


In ogni caso, nonostante questa conclamata poliedricità del suo estro artistico, Neri Marcorè è inscindibilmente legato al filone dell’imitazione satirica, che lui stesso inserisce in una sorta di meccanismo della risata. “Innanzitutto diventi imitatore perché sei malato di mente! – scherza l’attore – Evidentemente c’è una difficoltà che può essere legata alla timidezza, quindi un meccanismo che suscita ilarità che porta un consenso e una simpatia in quel ciclo di eterna volontà di farsi accettare dagli altri. Nella mia esperienza, le imitazioni partono da questo. Poi l’imitazione singola di volta in volta nasce da un’intuizione” che, secondo Marcorè, si ricollega a una prerogativa essenziale che “fin dall’inizio era che ci fosse una chiave di lettura satirica, ossia mettere insieme a quella voce un testo che potesse sorprendere”. Anche in questo caso il pubblico del Grandinetti ha potuto godere di momenti di sana ilarità, secondo l’accezione dell’ospite di Gaetano, il quale ha proposto delle piccole perle del suo immenso repertorio, quali appunto l’intramontabile Dino Zoff, lo spaesato Alberto Angela, lo spaurito Maurizio Gasparri e il piacione Pierferdinando Casini. Frutti, questi come tanti altri personaggi, di una curiosità intellettuale che traspare dalle diverse scelte professionali fatte da Marcorè. L’attore si è infatti dichiarato curioso dell’ignoto, di ciò che non conosce. Un mistero che, anziché respingerlo, lo attrae e continua ad attrarlo portandolo a riuscite mescolanze artistiche.
L’appuntamento si è concluso con i consueti consigli letterari. Al tradizionale invito di elencare tre libri, dei quali uno per ragazzi, un classico e il romanzo della vita, Marcorè ha risposto in maniera singolare: non si è infatti limitato a sciorinare i titoli, ma si è soffermato sugli stessi leggendo i brani, a suo parere, più rilevanti. Il pubblico estasiato ha così potuto godere della lettura di brevi estratti de I ragazzi della via Pál e di Siddatha, mentre sul terzo, L’amore ai tempi del colera, Marcorè ha lasciato solo una breve riflessione.

 

 

L’attore ha concluso la serata con l’intensa declamazione di due poesie: Ho sceso dandoti il braccio di Eugenio Montale e Tempo verrà di Derek Walcott.


Raffaele Gaetano, dal canto suo, ha salutato il pubblico invitandolo al prossimo appuntamento della rassegna con Oliviero Beha.

 

Daniela Lucia

Conversione dei mafiosi dopo il pentimento

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – “Nella Chiesa non c’è cittadinanza per i mafiosi se non dopo la loro conversione e dopo aver dimostrato con atti concreti, visibili e pubblici il loro pentimento”. Lo ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Calabra e Vescovo di Cosenza, mons.
Salvatore Nunnari, a Lamezia Terme. “La ‘ndrangheta – ha aggiunto – non ha nulla di cristiano ma scimmiotta la fede e il Vangelo. L’insidia sta nel fatto che essa riesce a colmare vuoti sociali, economici”.

‘Lumen Calabriae’: riparte il festival dei talenti calabresi

lumen calabriaeLa terza edizione del festival canoro ‘Lumen Calabriae’ è giunta finalmente ai nastri di partenza. Da settimane l’associazione culturale lametina ‘Muse’, ideatrice della kermesse canora, annunciava l’avvio imminente delle selezioni e ora finalmente è arrivato il lancio ufficiale. I tanti talenti calabresi si troveranno innanzi a una nuova via da percorrere per farsi conoscere e giudicare da personalità esperte in ambito musicale e canoro.
La prima fase del festival, come in ogni talent show che si rispetti, passa per le selezioni che inizieranno il 29 marzo a partire dalle ore 16, presso l’Associazione musicale ‘Terra di Sol’ di Lamezia Terme. Qui gli aspiranti protagonisti della terza edizione del festival avranno modo di esibirsi lasciandosi ascoltare da una certificata commissione selezionatrice. Dopo questa prima fase, i più fortunati passeranno a quella successiva, vale a dire lo Stage Semifinale. Anche in questo caso, al termine si svolgerà una scrematura dei partecipanti: quelli ritenuti idonei passeranno alla finalissima prevista per il mese di luglio.
Per la terza edizione del festival l’Associazione ‘Muse’ propone una novità relativa alle procedure di selezione. Il nuovo ingrediente riguarda le modalità: in sostanza, non saranno più gli aspiranti cantanti a spostarsi, bensì la commissione selezionatrice. Si applicherà infatti un modulo itinerante in diverse città della Calabria per ampliare le possibilità di scelta e garantire visibilità a una più vasta platea di desiderosi partecipanti. Al momento le città ospitanti, oltre a Lamezia Terme, sono Catanzaro e Cosenza, ma gli organizzatori si sono dichiarati disposti ad accogliere qualsiasi altra proposta.
Come abbiamo poc’anzi accennato, le selezioni serviranno a scegliere ben 15 semifinalisti che frequenteranno lo stage con un coach qualificato. Lo scorso anno questo compito era stato affidato al Maestro e cantante Max De Angelis che aveva trasmesso ai Quindici interessanti consigli sia per quel che concerne la tecnica che in riferimento all’interpretazione. Per quest’anno l’Associazione ‘Muse’ ha ancora la bocca cucita, preferendo attendere prima di svelare il nome del misterioso artista che terrà lo stage e che avrà poi il compito di individuare i 10 finalisti che a luglio si ‘giocheranno’ la vittoria del festival.
Fin qui, dunque, le prime news in merito a un evento che Lamezia attende e al quale ormai la città si è affezionata. L’Associazione ‘Muse’, dal canto suo, ha promesso ulteriori informazioni, preferendo al momento mantenere ancora un po’ di suspense sul coach top secret. A questo punto, non resta che ingranare la marcia e partire davvero.
Daniela Lucia

Neri Marcorè ospite del ‘Sabato del Villaggio’ a Lamezia Terme

home_1_02La rassegna il ‘Sabato del Villaggio’, che per l’edizione in corso è arrivata ormai al terzo appuntamento coi lametini, si appresta ad accogliere un nuovo ospite sul palco del teatro Grandinetti. Il prossimo 14 marzo la poltrona rossa sarà occupata da Neri Marcorè, artista poliedrico e tra i più simpatici volti televisivi e cinematografici che l’Italia possa attualmente vantare. La serata, che avrà inizio alle ore 18, funge da ulteriore tassello del cammino di scoperta intorno al tema della passione, al quale si riconducono tutti gli appuntamenti della rassegna.

 
Sul percorso artistico dell’attore indagherà, con la consueta maestria e la delicatezza che gli sono proprie, il direttore artistico della rassegna, Raffaele Gaetano, che nel presentare il nuovo ospite indexha chiarito il rapporto tra questi e l’arte, declinata in due delle sue massime espressioni: la letteratura e la musica. “La letteratura come la musica sono due costanti nell’avventura di attore e di conduttore televisivo di Neri Marcorè. I personaggi che ha interpretato, l’amore per i libri, le molte canzoni che ha scritto e cantato, hanno segnato costantemente la sua evoluzione, da imitatore ad attore, ad autore, fino ad oggi. E probabilmente segneranno ancora il suo futuro. Usando la letteratura come filo conduttore, Neri Marcorè si racconterà al nostro pubblico per questo nuovo eccezionale evento del ‘Sabato del Villaggio’, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera. Una carriera inimitabile che ha saputo coniugare intrattenimento e buon gusto, satira e ironia, teatro e musica, facendoli spesso diventare una cosa sola”, ha spiegato Gaetano.

 
Su questi presupposti il direttore artistico conta di mettere in piedi una serata densa di tante piccole scoperte che daranno modo al pubblico di far luce su uno dei più amati artisti del nostro Paese. È chiaro dunque che le aspettative per questo terzo appuntamento della quattordicesima edizione della rassegna non sono di poco conto, l’auspicio è quindi che le basi gettate da Raffaele Gaetano possano davvero incontrare l’apprezzamento e la partecipazione del pubblico, come peraltro è già avvenuto negli incontri precedenti.

 

Daniela Lucia

Incendiato furgone per trasporto quotidiani

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Ha incendiato il furgone di una ditta concorrente, la Tv press di Catania, che si occupa del trasporto di quotidiani tra i quali “La Repubblica”, perché il giornale lo aveva sollevato dall’analogo incarico svolto in precedenza. E’ l’accusa mossa dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme a Giovanni Catanzaro, di 57 anni, posto agli arresti domiciliari per rapina, tentata estorsione, sequestro di persona, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio.

Fibrosi cistica e adolescenza: i risultati del progetto LINFA, storie e speranze a Lamezia Terme

Da sx Giuseppe Tuccio e Maria Furriolo

LAMEZIA TERME (CZ) – La mattina si alza alle 4.30 per fare la terapia (aerosol e fisioterapia respiratoria). Alle 7 prende l’autobus e va a scuola. Al rientro, compiti, TV, musica, conversazioni con gli amici. Un’altra mezz’ora di terapia. Tappa in palestra (necessario, anche lo sport, per la salute). Cena, Tv, a dormire. È una delle storie raccolte dalla ricerca sul rapporto tra fibrosi cistica e adolescenti, LI.N.FA. (Laboratorio Interattivo sulla Fibrosi Cistica nell’Adolescenza). Il progetto è stato realizzato da Doxapharma, con il supporto di Abbott e il patrocinio di LIFC (Lega Nazionale Fibrosi Cistica) e SIFC (Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica). Ieri, presso l’aula ‘Ferrante’ dell’ospedale di Lamezia Terme, sono stati presentati i risultati. Anche i pazienti calabresi, infatti, sono stati coinvolti nell’indagine. Il centro regionale fibrosi cistica, ubicato nello stesso ospedale, all’incontro ha invitato non solo adolescenti e famiglie, ma anche i genitori dei bambini più piccoli, nell’ottica di dialogare, ascoltare e coinvolgere quanto più possibile i pazienti e le loro famiglie. L’incontro si è trasformato in uno scambio di emozioni e vissuti, speranze e testimonianze di come normalità e fibrosi cistica convivano. Maria Furriolo, psicologa del centro, ha illustrato i risultati della ricerca nazionale. Giuseppe Tuccio, a quasi un anno dall’apertura del centro di Lamezia Terme, ha fatto un bilancio.

Il direttore del centro, nonostante le difficoltà connaturate all’avvio di una nuova struttura, si è detto contento dei risultati raggiunti. Il problema principale resta quello del personale. Gli infermieri sono 5, ma sono costretti a fare turni in più e straordinari: dovrebbe esserci almeno un altro infermiere, situazione ideale se fossero due in più. Le tre dottoresse fruiscono di una borsa di studio sempre appesa a un filo, ma non sono ancora stabilizzate. Il fisioterapista da mesi non viene pagato, perciò dal 1° marzo non può più lavorare. Se si vuole fare un investimento sul centro, quindi, è necessario stabilizzare questo personale per garantire la continuità delle cure, fatte anche di un rapporto affettivo medico-paziente, imprescindibile nelle malattie croniche come la fibrosi cistica. Il 10 marzo il centro riceverà la visita dell’ente certificatore Boureaux Veritas per l’accreditamento di qualità ISO EN 9001/15, a giugno quella dell’accreditamento tra pari delle LIFC. «Vogliamo essere certificati per la qualità erogata a livello dei migliori centri italiani», ha detto Giuseppe Tuccio.

La sala dell’incontro è gremita. Ci sono numerose persone arrivate da tutta la Calabria, da Reggio Calabria fino a Cosenza e Cassano. Ci sono le dottoresse, Elisa Madarena, Barbara Vonella e Rosa Fasano, che frequenteranno prestigiosi master a vantaggio di tutto il centro. C’è Pietro Ragno, il fisioterapista, figura fondamentale per i pazienti, che ha vinto un importante master (il migliore in Italia). C’è la caposala, ci sono gli infermieri e le infermiere, nonostante non siano di turno: anche loro ci mettono la passione e l’amore e anche a loro i pazienti sono grati per la vicinanza, le parole e i momenti di gioia che sanno donargli oltre alla professionalità.

La ricerca nazionale: fare le cure ogni giorno pesa – L’indagine sul rapporto tra adolescenza e fibrosi cistica è stata fatta a livello nazionale, ma i centri regionali hanno ricevuto l’incarico di presentare i risultati. A Lamezia Terme è toccato a Maria Furriolo. La psicologa ha precisato che il centro è contento di aver partecipato e di essersi messo in gioco. Ha, inoltre, rimarcato l’importanza di capire che, fin da piccoli, i pazienti di fibrosi cistica devono imparare a prendersi cura di sé: il loro benessere ne gioverà. «Il progetto LINFA – ha detto – ci ha insegnato che non dobbiamo perdere di vista gli adolescenti perché in questo periodo l’aderenza alla terapia cala».

Il progetto L.IN.FA ha coinvolto ragazzi e ragazze di età compresa tra i 13 e i 18 anni che, nel periodo dell’indagine, erano ricoverati o facevano i controlli nei loro centri di riferimento. Due le modalità in cui è stato articolato: la compilazione di un diario digitale in forma anonima mediante l’uso di un nickname e un questionario anonimo a domande chiuse. Valutare i fattori psicologici, clinici e relazionali che influenzano la qualità di vita di pazienti e famiglie, l’obiettivo dello studio.

Otto ragazze e tre ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, hanno redatto il loro diario. Nel complesso, sono emerse vite normali di ragazzi che vogliono essere trattati come tutti gli altri, senza commiserazione e che desiderano sentirsi anche come «una mano che solleva gli altri». Lo sport è un’attività centrale che fa parte della cura, avvicina ai coetanei e aiuta a livello psicologico. Punti di riferimento e sostegno sono i genitori e le famiglie, anche se la loro preoccupazione si trasferisce ai figli che, in alcuni casi, la avvertono come un «peso». Fondamentale il rapporto con i medici ai quali gli adolescenti sono grati, affezionati e rispondono con la collaborazione reciproca. I medici non solo trovano le soluzioni, ma parlano con i

Maria Furriolo

ragazzi e rappresentano sostegno, aiuto e difesa. Da loro i ragazzi si aspettano affetto, verità e chiarezza nelle spiegazioni e flessibilità rispetto alle loro esigenze.

Il questionario ha coinvolto 17 centri italiani per la cura della fibrosi cistica ed è stato somministrato a 168 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 13 e i 18 anni e a 225 genitori (in alcuni casi entrambi i genitori, in altri un solo genitore). Pesante fare ogni giorno le terapie, come aerosol e fisioterapia respiratoria, che assorbono molto tempo e incidono sulle altre attività. Il 51 % si imbarazza o si vergogna a fare le terapie in pubblico. Il 33% ha difficoltà a trovare il tempo per seguire la terapia, il 25% si dimentica di seguire la terapia. Il 16 % è troppo stanco per sottoporsi alla terapia e il 25% vi preferisce gli amici.

Il 35% degli intervistati ha dichiarato di essersi sentito, nell’ultimo mese, mai o quasi mai pieno di energia, solo il 14% di essersi sentito spesso o molto spesso triste e depresso. In media praticano attività fisica tre giorni a settimana. Per 1 ragazzo su 4 il problema più grave è la scuola. Nel complesso, i ragazzi sentono di poter contare sui genitori e sugli amici. Ben l’81 % ha affermato di ricevere l’aiuto o il sostegno di cui ha bisogno dalla famiglia. Il 77% ha al suo fianco una persona speciale (“di conforto per me”), il 71 % ha degli amici con cui condividere gioie e dispiaceri.

Quanto ai genitori, sono per lo più loro ad occuparsi in modo esclusivo dei figli. In generale assistere i figli non pesa sulle attività quotidiane, ma ha delle conseguenze a livello lavorativo. Il 38% ha dovuto cambiare turno, il 15% ha subito delle penalizzazioni nella carriera, il 10% ha dovuto cambiare lavoro e in alcuni casi, solo il  4%, ha dovuto licenziarsi . In media i genitori hanno lavorato per 31 ore nel corso  della settimana: l’80% delle assenze fatte sono imputabili alla salute del figlio

 

Le storie calabresiDopo la presentazione dei risultati, alcuni pazienti e alcuni genitori hanno condiviso esperienze e sensazioni nella generale commozione dei presenti. I pazienti ringraziano il personale e le famiglie. Ci tengono a lanciare un messaggio: per stare meglio è necessario fare le terapie ogni giorno e i genitori devono stare vicino ai figli ma senza opprimerli e impedirgli di vivere una vita piena e normale. Tutti sperano nella ricerca che deve essere assolutamente sostenuta perché ha migliorato condizioni e aspettative di vita e offre la possibilità di cercare una cura definitiva.

Ilaria conduce una vita normale tra cinema, discoteca e amici. Per l’incontro ha inviato un messaggio: la fibrosi cistica deve essere curata con attenzione, assiduità e pazienza. Il suo pensiero va alla sua mamma. «State vicino ai figli», esorta tutti i genitori.

Michela ha 32 anni e lavora per una grande banca (si occupa di attività finanziaria). La sua è stata un’adolescenza serena nonostante le difficoltà – ospedalizzazioni, cure, terapie. «La costanza è quella che premia, la nostra prima arma è di concentrarci su terapia e fisioterapia – ci spiega –  in maniera molto serena con la mia famiglia abbiamo percorso sempre questa strada e abbiamo abbracciato questa malattia». Per Michela è normale alzarsi e fare la fisioterapia, rifarla all’ora di pranzo e la sera. Pratica molto sport e fa molti viaggi – nella valigia mette quello che serve per la fisioterapia e via.

Anche Francesca, 21 anni, ci tiene a precisare che la sua è una vita normale dove trova spazio anche il lavoro e il volontariato (da qualche mese fa parte di Assipromos). La mattina si alza alle 7 per fare la terapia ed essere al lavoro alle 8.30: si tratta solo di «ritagliare qualche spazio in più per le terapie e le cure». Non racconta a tutti della fibrosi cistica perché le dà fastidio essere trattata con commiserazione ed essere apostrofata con un «poverina!». Ma riserva la sua storia alle persone care, al fidanzato e alla sua famiglia. A 13 anni si sentiva demoralizzata, si spaventava per quello che leggeva su internet, ma poi ha capito che la malattia è soggettiva.

Giuseppe, cinquantenne, ha scoperto di avere la fibrosi cistica a 40 anni. In questo modo, fortuna nella sfortuna secondo lui, ha potuto adottare un figlio e fare un lavoro che, altrimenti, gli sarebbero stati preclusi. Da quando ha saputo della fibrosi, la sua vita è cambiata radicalmente. La moglie e il figlio sono il suo universo e la sua forza, cerca sempre di non farli preoccupare troppo. Ai ragazzi dice: «Diventeremo tutti vecchi. E’ importante abituarsi a fare le terapie, non bisogna commettere l’errore di non farle».

Tra i tanti interventi dei genitori, ha preso la parola anche Filippo, papà di Stefania che ora ha 21 anni. Insieme alla moglie ha sempre fatto fare tutte le cure alla bambina attraverso il gioco. Fin da piccola Stefania ha fatto le terapie in modo autonomo perché si abituasse a prendersi cura di sé. Per capire che «quello che fai, lo fai tu perché ti devi volere bene». I genitori la esortano a non vergognarsi, a prendere in pubblico le sue compresse. Ma arrivati all’adolescenza, anche se non tutti, ragazzi e ragazze tendono a mollare. Così Stefania arriva a voler mollare tutto, il nuoto gli amici. «Stefania si stava allontanando – racconta il papà – ci siamo messi a inseguirla e a farla tornare sui suoi passi». Stefania viene raggiunta. Riprende il nuoto. Decide di praticarlo a livello agonistico. Comincia con i 50 metri stile libero. Poi con i 100, i 200, i 400. Ma non si ferma: arrivano gli 800 e infine i 1500 – 72 vasche. Per un totale di 64 medaglie, la vittoria del titolo di campionessa regionale, le Olimpiadi sfiorate. Un esempio e una speranza per tutti.

 

Rita Paonessa

Gestione beni confiscati alla mafia. Gratteri fa il punto a Lamezia

LAMEZIA TERME – Parlare di Calabria significa parlare di tesori e meraviglie, di gente orgogliosa e dedita al lavoro, di mare accogliente e di montagne folte e rigogliose. Tuttavia non possiamo nasconderlo, parlare di Calabria significa anche parlare di ‘ndrangheta, dei drammi e dei dissesti sociale ed economici provocati da questo genere di criminalità organizzata e delle tecniche di contrasto adottate dalle autorità e dalle istituzioni. Questa è la realtà con la quale dobbiamo fare i conti e in riferimento alla quale la società civile deve equipaggiarsi se intende infliggere a tali criminali ulteriori sconfitte.

Proprio sul punto è stato organizzato a Lamezia Terme un convegno, previsto per domani 28 febbraio dalle 17.30 alle 19.30 presso il Savant Hotel, nel corso del quale Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, affronterà il tema “Gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. La gestione dei beni confiscati alla mafia“. All’evento, moderato da Ugo Floro, prenderanno parte Luigia Spinelli – Sostituto Procuratore di Latina e don Giacomo Panizza – Presidente Comunità Progetto Sud.

Lo scorso 21 febbraio la Commissione parlamentare antimafia è intervenuta sulla piaga criminale presso la Prefettura di Catanzaro. Da quell’incontro era emerso che il territorio catanzarese sta offrendo alla criminalità organizzata nostrana un terreno fertile nel quale attecchire, tant’è che nessuna difficoltà pare essersi eretta al fine di contrastare l’avanzata ‘ndranghetista. I colloqui della giornata, durati ben cinque ore, hanno portato quindi alla conclusione che probabilmente ciascuno di noi conosceva già: alcuni territori fungono da sedimento per la criminalità organizzata e in questo caso il territorio esaminato, quello catanzarese, non pone alcun ostacolo.

Se queste sono le dinamiche che stanno alla base del processo di estirpazione della ‘ndrangheta dai nostri territori, è chiaro che il fronte della lotta alla criminalità debba armarsi non solo in senso letterale, quanto soprattutto sul versante delle conoscenze e competenze. Come abbiamo visto negli scorsi decenni, il sequestro dei beni si è sempre mostrato alla stregua di una valida formula di contrasto perché trattiene le risorse economiche e finanziarie che alimentano il potere della ‘ndrangheta. È pertanto auspicabile che i professionisti e le istituzioni seguano percorsi formativi e informativi specifici tra i quali s’inserisce a pieno titolo l’incontro di domani. Si tratta infatti di un evento organizzato, in primis, per gli avvocati, ma aperto al pubblico proprio per la valenza sociale e civile dei temi affrontati.

 

Daniela Lucia

Navi dei veleni. A Lamezia sulle tracce della verità

Sarà una ‘verità ancora tutta da raccontare’ a fare da protagonista, il prossimo venerdì 27 febbraio, in occasione del dibattito dal titolo ‘Navi a perdere’ che si terrà a Lamezia Terme presso il Teatro di Sant’Eufemia.

Era il 2009, precisamente il mese di settembre, quando il famigerato ‘ndranghetista divenuto collaboratore di giustizia, Francesco Fonti, rivelava agli inquirenti notizie cruciali inerenti all’affondamento di navi aventi a bordo rifiuti tossici e radioattivi. Questi disastri ‘indotti’ avvenivano nel Mediterraneo e lungo le coste della Somalia.

Lo stesso Fonti, a suo dire e facendo sollevare non poche polemiche, ne avrebbe affondate ben tre di simili navi, tutte nei mari calabresi o immediatamente limitrofi: al largo di Cetraro è stata fatta sparire la Cunski i cui danni possono toccarsi con mano ancora oggi con la miriade di tonni malformati; lungo le coste di Maratea Fonti aveva aiutato le acque a inghiottire la Yvonne A e al largo di Melito Porto Salvo era toccato alla Voriais Sporadais. In ogni caso, come se non bastassero tre navi cariche di materiale tossico nei fondali calabresi, le indagini partite da queste rivelazioni hanno condotto alla scoperta di altre navi dei veleni, le cosiddette ‘navi a perdere’ che hanno trasformato le nostre acque cristalline in pozzi maligni e nemici.

L’evento in prigramma per venerdì, organizzato dall’Associazione Risveglio Ideale, sezione di Lamezia Terme, in collaborazione con l’Associazione culturale Muse, si soffermerà proprio sulle vicende legate alle navi che giacciono sotto le acque del nostro mare, al largo delle più importanti località balneari della nostra regione, arenate o fatte affondare da chi ha voluto guadagnare sulla nostra salute e, in primis, sulla salute della nostra terra. E si parlerà anche di un’alternativa possibile, definendo proposte e modus operandi per lo smaltimento di quei rifiuti tossici di varia provenienza che hanno irrimediabilmente deturpato l’ecosistema.

Gli stimoli per un dibattito e per una riflessione che possa in qualche modo uscire dai ‘confini’ dell’evento in sé, divenendo costruttiva nel quotidiano di ciascuno dei convenuti, verranno lanciati da una tavola rotonda alla quale prenderanno posto personalità che da sempre si sono dimostrate sensibili alla tematica affrontata. Moderato dall’editore Michele Falco, prenderanno la parola Angela Napoli, che già in diverse occasioni ha affrontato lo scottante argomento avvalendosi in alcuni casi delle interrogazioni parlamentari, Silvio Greco, attivamente presente nei programmi di controllo concernenti il ritrovamento della nave dei veleni lungo le coste di Cetraro, e Leopoldo Chieffallo, sindaco di San Mango d’Aquino che spiegherà le modalità attuative del primo piano ambientale della Regione. Sia Greco che Chieffallo sono molto vicini all’argomento, anche perché entrambi hanno rivestito la carica di Assessori regionali con delega all’Ambiente.

La vicenda o le vicende inerenti alle navi dei veleni sono come il vaso di Pandora: stanno facendo venire a galla segreti, scoperte e dubbi per i quali ancora non v’è alcuna risposta certa. Non resta che prendere atto della situazione e chiedersi cosa ci sia da fare in maniera attiva. Pertanto gli organizzatori dell’evento hanno deciso di mantenere aperto l’incontro, chiedendo ai convenuti una partecipazione attiva alla discussione con proposte e contributi.

Daniela Lucia