Tutti gli articoli di Francesco Cerminara

Occhiuto fa chiarezza sui rifiuti: “non sappiamo cosa fare”

COSENZA – In una mattina soleggiata, anticipo del centenario dei “Lupi”, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto convoca la stampa per aggiornare sulla situazione rifiuti. I giornalisti informati e presenti nel Palazzo del Comune, prima di ascoltare le parole del primo cittadino, discutono sulla dannosa censura che ha colpito Calabria Ora (Gentile è il censore ?). Dopo pochi minuti di attesa, la stampa entra in sala. Mario Occhiuto si presenta accompagnato dalla sua portavoce e da pochi colleghi. Ha un disperato bisogno di comunicare con i suoi cittadini e perciò confida nell’ utilità dell’informazione. I cosentini vogliono riposte e soluzioni al problema dell’immondizia e Mario Occhiuto è davvero pronto a fornirle !

Il sindaco, un po’ Ponzio Pilato, un po’ Amleto e un po’ giovane Werther, non si assume la responsabilità dell’emergenza rifiuti e concretamente non lascia speranza a tutti quelli che sognano una città più pulita: “non sappiamo cosa fare e non possiamo sostituirci agli altri… noi questa responsabilità (eccesso dei rifiuti ndr) non l’abbiamo.. probabilmente dovrò ordinare di chiudere le scuole”. Mario Occhiuto non poteva essere più chiarificatore. Se ci sono troppi rifiuti a Cosenza bisogna incolpare le amministrazioni regionali (l’odierna e le passate) e le comunali. Queste non hanno agito con manovre di prevenzione. Ci sono poi i gestori privati che speculano e si arricchiscono con un business immondo: “siamo in mano agli incompetenti e ai collusi.. niente cambia se se la cultura mafiosa è nelle istituzioni.. mi sfiducino pure se penso queste cose”. Se ne lava le mani il primo cittadino (che dovrebbe comunque avere l’onere di assicurare il benessere collettivo), che nel corso della conferenza stampa sembra sofferente e troppo pensieroso davanti ad un problema molto più grande delle sue potenzialità. Ma ha la forza di puntare tutte e dieci le dita delle sue mani, sia contro la superficialità delle aziende private, sia contro i comuni di Celico, Rende: “nonostante ci fosse un provvedimento regionale, non ci hanno fatto mettere i rifiuti nelle loro discariche. Comunque, bisogna dire alla gente che ogni processo di smaltimento è inquinante”. Se afferma di avere la legge dalla sua parte, perché non sbatte i pugni in Regione ? Non può certamente arrendersi, è in ballo la salute pubblica.

Smaltire altrove, quindi, non è possibile. Camminare per strada e respirare a pieni polmoni continuerà ad essere temibile e sconsigliato. Forse, gli studenti delle scuole che ogni mattina sentono puzza e vedono letame resteranno a casa. La situazione resterà terribilmente preoccupante: immagine indecente per chi ama la città. Continuerà il supporto comunale alla raccolta differenziata con la distribuzione dei kit. D’ora in poi però, bisognerà controllare queste pratiche e insegnare a suon di multe e raccomandazioni il rispetto per l’ambiente. Per chi volesse invece passeggiare per via 24 Maggio e per la Città Vecchia, si consiglia di indossare sciarpe o mascherine a protezione di naso, bocca e polmoni. Tutta quella immondizia, oltraggio ad una terra bellissima, è una metafora incollata da chi non si è mai dovuto difendere dall’unica arma non commerciabile: la rivoluzione culturale.

Francesco Cerminara

L’intervista a Francesco Ceniti: “in troppi dimenticano il dovere di un buon giornalista”

COSENZA – Francesco Ceniti è un ragazzo garbato e audace che scrive per la Gazzetta dello Sport. Studioso e appassionato di ciclismo, quando non si aggira per Via Solferino e per le scrivanie della Gazzetta Rosa, scende in Meridione per raccontarne la bellezza e le illusioni. I suoi primi testi erano delle esposizioni chiarificatrici sui legami fra lo sport e le criminalità organizzatissime. In seguito, attratto dai casi narrati con superficialità, ha voluto aiutare la signora Tonina Pantani, la magistratura e l’opinione pubblica (quella italiana è spesso bigotta e finta moralista) a ripulire l’uomo Marco Pantani dall’ infamia che lo ha doppiamente ucciso.

Francesco Ceniti, conosciuto personalmente all’epoca della presentazione de “In nome di Marco” (scritto assieme a Mamma Tonina), non ha rinunciato a rispondere ad una serie di domande.

1) Con il lavoro suo, di mamma Tonina e del legale della famiglia Pantani (difensore anche di Conte e Ravanelli), più persone hanno capito che Pantani è stato infamato e tradito ? “Spiegare i fatti è sempre il modo migliore per informare le persone: abbiamo toccato con mano, andando in giro per l’Italia, come siano tanti quelli che non conoscono bene i fatti legati a Pantani”.

2) Risolvere il dramma Pantani è fondamentale. E’ in gioco la rispettabilità della stampa, la credibilità della magistratura e la dignità di un grande sportivo. Si rende conto della sua responsabilità? Fa parte del gioco e del ruolo che dovrebbe avere un giornalista e in generale chi lavora nel campo della informazione. Anche qui in troppi dimenticano qual è il dovere di un buon giornalista”.

3) Negli ultimi anni il giornalismo è una porta blindata per i giovani. La colpa è di un sistema che non premia i più meritevoli o forse gli aspiranti giornalisti sono meno preparati ? “I giovani sono fin troppo preparati. Il guaio è un altro: troppi vogliono fare questo mestiere e pochi sono i posti disponibili. Ma siccome un ragazzo pur d’inseguire la propria passione è disposto a sacrifici e lunghe gavette, ecco che gli editori (o finti editori) ne approfittano. E’ una legge del mercato e vale anche per il giornalismo. Il mio consiglio è di non arrendersi alle prime difficoltà”.

4) Lo sport può tornare ad essere un valore sociale e un godimento collettivo solo attraverso l’istruzione ? “Lo sport deve essere un valore sociale, se perde questa funzione siamo messi davvero male”.

5) I suoi ispiratori giornalistici ? E i suoi colleghi poco bravi e tanto fortunati ? “Beh, molte letture fin da ragazzo. I miti erano Montanelli e Oriana Fallaci. Io mi ritengo fortunato di aver varcato via Solferino 28: lavorare in un tempio simile è una gioia quotidiana”.

6) E’ una bestemmia dire che molti cronisti sportivi sono pessimi narratori ? “Vale in tutte le categoria, il cronista sportiva dovrebbe essere un abile narratore perché non c’è nulla di meglio che raccontare una impresa sportiva. Purtroppo la tv e le immagini hanno generato un giornalismo diverso che ha annacquato il valore della parola”.

7) Le tre qualità che un buon giornalista dovrebbe possedere sono. . ? “Curiosità, curiosità e curiosità”.

8) La cultura sazia ? “Sazia, ma non basta”

9) Tornare in Meridione da più emozione o delusione ? “Entrambi i sentimenti. E’ come un dolce-amaro: a volte prevale il dolce, altre l’amaro”.

Francesco Cerminara

“Vi voglio caldissimi”, Coach Marano istiga l’entusiasmo dei suoi giocatori

COSENZA – Il derby non è mai una partita uguale alle altre. Per la De Seta varrebbe solamente tre o due punti, se in palio non ci fossero il dominio regionale, l’orgoglio, la dignità, la supremazia in campionato e l’imbattibilità che dura da Dicembre. Il vocabolario della squadra cosentina non accoglie la sconfitta e i suoi sinonimi, soprattutto se il prossimo avversario sarà la Ilsap Volley Lamezia. Il tenente Kojak Fabrizio Marano non dorme da una decina di giorni. Di notte, quando socchiude gli occhi senza abbandonarsi a sonni profondi, ripassa gli schemi, elaborara alternative e colpi di genio e scava nelle debolezze degli avversari. Una volta alzatosi dal letto, indossa la tuta, si sciacqua il viso con acqua fredda e va al “Pala Ferraro”. I suoi giocatori lo attendono al centro del parquet, vogliono esercitarsi a concretizzare le sue improvvisate notturne, essere “caldissimi”, “pensare e lavorare in grande”. La tensione, in questo caso, si taglia con un sospiro.

Negli allenamenti prima di un derby, la cura del dettaglio, gli esercizi di perfezionamento tattico, la pratica di memorizzazione delle azioni da compiere in partita, la loro ripetizione, l’applicazione atletica, l’adattabilità all’ imprevedibilità del gioco e le cazziate correttive sono amplificate. L’ ambizione di vincere e il timore di perdere ballano nell’animo dei giocatori.  La De Seta Casa Conad Vena Cosenza stavolta desidera vincere contro i lametini di Coach Rigano, uno stratega, un maestro della tattica che si “scervella se non ottiene qualcosa di sorprendente”. Lamezia, domenica alle ore 18, si sentirà convinta di poter legare i lupi al palo e murare un attacco prepotente. Il derby accende pure gli entusiasmi più reconditi di una squadra che nonostante le difficoltà societarie e i saluti di validi giocatori, è ad un punto dai rivali cosentini. Biribanti, ex schiacciatore nazionale e momentaneo punto di forza della squadra lametina, è il più temuto assieme al mister Rigano. Dinnanzi a due studiosi di sport, circola il pronostico di una partita a scacchi. Ma i tifosi possono tranquillizzarsi, ci sarà spettacolo e un movimento di pedine meno noioso. La palla sarà schiaffeggiata, maltrattata e non trionferà un imbarazzante silenzio. Il tenente Kojak in tuta e il maestro Rigano non siederanno quieti sulle loro panchine.

La prova domenicale di maturità sarà la più bella e pericolosa per Marano, Scaldaferri, Testagrossa, Rizzuto, Bonante, De Marco, Di Fino, Astarita, Piluso, Illuzzi, Smiriglia, Lotito, Spadafora e Galabinov. Ritornare a casa dopo il derby e sentire la gioia del popolo calciofilo per il centenario, farebbe venire voglia di addormentarsi e di sperare che non si presentino spauracchi disturbatori. La De Seta Casa Conad Vena Cosenza non ha mai desiderato così tanto l’insonnia postuma ad una vittoria.

Francesco Cerminara 

Il prof.Fanelli alla nostra videocam: “L’Italia è una terra di bigotti e il teatro soffre”

COSENZA – Meno di un tempo regolamentare e calcistico per conversare con il prof. Carlo Fanelli. Il docente di teatro dell’Università della Calabria, impegnato in un evento/omaggio ad Eduardo De Filippo, è stato molto espansivo. Con garbo ha criticato il trattamento inferto dalle tv e dalla stampa all’arte teatrale, i comportamenti del politici in ascesa e chi vive il mondo universitario senza romanticismo e senza amore per gli studenti. Carlo Fanelli è un tardo romantico che vorrebbe gli studenti al centro dell’Ateneo e non ha paura di nominare i maggiori colpevoli della crisi italiana: Grillo, Berlusconi e di lodare la forma il suo mestiere. Un militante dell’Unical che non ha intenzione di risparmiarsi e schierarsi.

E’  facile dargli torto ?

 

 

 

 

 

Francesco Cerminara

I cigni del Club Italia non cantano, i lupi della De Seta si: 3 a 0 a Bracciano

La De Seta Casa Conad Vena Cosenza è una realtà sportiva rassicurante. Vince, convince e vende quantità industriali di ambizioni. Nell’ultimo periodo anche la stampa locale se ne è accorta e perciò si compiace nel raccontare la squadra del tenente Kojak in tuta Marano. A Bracciano, per la prima partita del girone di ritorno, il canto dei cigni del Club Italia è stato strozzato dai lupi cosentini. La De Seta ha vinto tre set a zero (23-25,  24-26, 20-25). I probabili campioni della nazionale del domani non sono stati spazzati via, lo scarto dei punti non è una voragine e questo dato può essere una lezione magistrale. I cigni non si sono schiariti la voce e il loro timbro non è ancora riconoscibile. Il volley maschile non aspetta altro che prendere tra le braccia nuovi e promettenti campioni.

La De Seta Casa invece, la si sente di frequente cantare. Con quell’attacco che è un uragano (Lotito, Galabinov, Testagrossa, Di Fino), con quel muro che è semplicemente se stesso (10 muri utili) e con una ricezione più pulita rispetto al passato (77% positiva, 54% perfetta), non può che mordere per altre nove partite. Coach Marano, che un anno fa faceva il secondo, ha grande voglia di vincere. Se non ci credete, guardatelo durante gli allenamenti settimanali: corre da una parte all’altra del campo, serve contro la difesa che perde il punto e contro il giocatore che sbaglia la ricezione, recupera palloni, scruta il posizionamento delle squadre, urla quando vede scemenze e punisce i più irregolari, che dopo la punizione si rialzano più capaci di prima.

Così va lo sport: c’è chi crede nel valore dell’allenamento e chi, lasciandosi bluffare dal successo, vanifica i buoni risultati; ci sono i più saggi che consigliano i più inesperti, i più grandi che allevano i più piccoli, i loro possibili eredi. Ma prima di poter scrivere di dinastia, c’è la necessità che la squadra cosentina costruisca qualcosa di bello e duraturo da lasciare in eredità.

Francesco Cerminara

Catturato il fratello dell’ergastolano Domenico Cutrì

MILANO – Daniele Cutrì è il fratello dell’ergastolano Domenico, evaso lo scorso lunedì davanti al Tribunale di Gallarate. La sua evasione è costata un conflitto a fuoco con le forze di polizia, per colpa del quale è stato ferito ed ucciso l’altro fratello Antonio. Daniele è stato catturato pochissime ore fa, nella sua casa di Inveruno a Milano. Le indagini sostengono che anche lui è stato artefice dello scontro a fuoco.

Asilo politico rigettato: un egiziano minaccia la polizia e finisce in galera

CROTONE – L’egiziano trentatreenne Mohamed Farag voleva rientrare nella struttura Cara di Isola Capo Rizzuto. Non vantava alcun diritto di ritorno, ma nonostante ciò ha minacciato gli agenti con un’arma, si è fatto del male, ha resistito ai pubblici ufficiali. La protesta gli è costata l’arresto. Il suo permesso di soggiorno era scaduto e la sua richiesta di asilo politico è stata rispedita al mittente.

Il gruppo Altomonte 3.0: nasce il social del protagonismo civico

ALTOMONTE (COSENZA) – Il 6 Febbraio alle ore 21,05 prende vita dalle pagine del social network più famoso del pianeta, il gruppo “Altomonte 3.0”, organizzazione politica indipendente, che si autodefinisce di “terza generazione”.
L’iniziativa è promossa da un gruppo di giovani di Altomonte(CS): Francesco Capano, Tommaso Caporale, Susanna Camoli ed Esperia Piluso. Il gruppo nasce dalla “terza generazione” ed è fatto da persone che vogliono mettersi in gioco nell’importante missione di risollevare le sorti della pubblica amministrazione locale, partendo dal basso, dalla comunità, dalle contrade, dalla gente comune, quella che esprime forza e professionalità, modestia e caparbietà, ponendosi come piattaforma di lancio di un nuovo protagonismo civico. Così si legge dalla descrizione pubblicata on-line.

Non a caso, il gruppo ha voluto annunciare la propria nascita in anteprima sul web proprio in queste ore, in cui hanno preso il via i giochi olimpici invernali di Sochi, per testimoniare uno spirito innovativo che spesso caratterizza i valori sportivi: così come “la pratica dello sport è un diritto dell’uomo” – come si legge dalla carta olimpica – “anche la politica, intesa come curare gli interessi della collettività, è un diritto di ognuno di noi; perché la collettività siamo noi e investirci della responsabilità di tutelare la nostra vita, il nostro lavoro, la nostra libertà è un nostro diritto”. Ma così come nello sport – “ogni individuo deve avere la possibilità di praticare la politica senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play” – questo è lo spirito 3.0.

La Coldiretti predica lealtà per il Consiglio camerale

COSENZA – La reiterazione dell’istruttoria disposta dal TAR Calabria in sede cautelare (autorevolmente confermata del Consiglio di Stato) ha dimostrato la fondatezza dei dubbi avanzati dalle ricorrenti sulla corrispondenza tra rappresentatività dichiarata e rappresentatività effettiva, tanto che l’organizzazione contro interessata Coldiretti Cosenza ha visto scendere il numero dei dipendenti riconosciuti alla stessa da 17.000 circa a 3.700 circa.
Non solo, ma la circostanza, appresa attraverso la stampa negli ultimi giorni, che a carico di alcuni dei soggetti partecipanti al procedimento siano state avviate indagini penali conferma l’intento, da parte di tali soggetti, di mettere le mani, con tutti i mezzi, sul costituendo Consiglio camerale, pur essendo la procedura di rinnovo degli organi camerali ispirata al principio di buona fede e di lealtà delle Organizzazioni professionali partecipanti, nel rendere le previste dichiarazioni; principio, la cui violazione comporta l’esclusione dalla partecipazione alle operazioni di rinnovo.  Sembra, quindi, quanto meno discutibile sul piano etico che l’eventuale nuovo Consiglio possa essere composto da soggetti appartenenti ad Organizzazioni i cui rappresentanti sono stati – come detto – attinti da indagini penali, almeno fino alla conclusione di tali indagini.

Si deve, infine, stigmatizzare che, in concomitanza con la fase conclusiva della reiterazione dell’istruttoria disposta dal TAR, il Segretario generale della Camera di Commercio, adducendo l’opposizione della Organizzazione controinteressata (Coldiretti) negava a Confagricoltura di accedere agli atti, relativamente alla dichiarazione presentata da Coldiretti, impedendo così di verificare quali soggetti risultassero associati a Coldiretti e con quale rispettivo numero di dipendenti, essendo questi gli unici elementi idonei a valutare la fedeltà della dichiarazione.
Nel prendere atto dell’esito della reiterata istruttoria, il Presidente della Giunta Regionale, infine, in evidente violazione dell’art. 38, c. 1, della legge n. 373/2002 (che fissa, com’è noto, inderogabilmente in sei mesi dalla scadenza la c.d. prorogatio degli Organi dell’Ente, termine nella specie maturato il 4/2/2014), emetteva un abnorme decreto con cui convocava il Consiglio camerale per la data del 31 marzo 2014, nominando nelle more (per quanto è dato sapere) un commissario ad acta per la gestione di tale presunta fase transitoria, ma avente in realtà la funzione di permettere alla nuova maggioranza di insediarsi nelle cariche; il tutto, stravolgendo il procedimento previsto dall’art. 10 del D.M. n. 156/2011, che prevede il termine di trenta giorni a favore delle Organizzazioni per la nomina dei rispettivi rappresentanti e, solo successivamente, la convocazione del nuovo Consiglio.

A Cariati cresce il numero dei donatori di sangue

CARIATI (COSENZA) – Continua l’impegno dell’Avis Comunale di Cariati in nome della solidarietà. Sono 36 le sacche di sangue raccolte in due settimane. 16 sono stati i donatori che hanno partecipato alla donazione odierna. Cresce il numero dei giovani che rispondono positivamente. Un buon risultato che inorgoglisce e invoglia i numerosi volontari a fare sempre di più. A darne notizia è il Presidente dell’associazione Damiano Montesanto che ringrazia tutti coloro i quali, nella mattinata di oggi hanno dedicato una parte del loro tempo a compiere un grande gesto di solidarietà.

“Stiamo riscontrando buoni risultati – spiega il Presidente – che ci danno grande soddisfazione e ci spingono a lavorare ancora meglio. Soprattutto con i giovani.” “La campagna intrapresa nelle scuole superiori – precisa – è stato un ottimo strumento di informazione e sensibilizzazione che oggi sta concretizzando i suoi risultati. I ragazzi che arrivano – chiosa Montesanto – sono seriamente motivati e consapevoli della scelta. E, questo, mi sembra un ottimo segnale, soprattutto in questa nostra società che ha sempre più bisogno di altruismo e solidarietà”. Il medico presente era il dottore Gesualdo Cocone. L’incremento dei numeri delle donazioni effettuate dimostra come i volontari stanno portando avanti nel migliore dei modi l’obiettivo dell’Avis.