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Neonato morto in ospedale. Salgono a cinque le persone indagate

sala-partoCOSENZA – Salgono a cinque le persone indagate per la morte del neonato di lunedì pomeriggio in sala parto nell’ospedale di Cosenza. Si tratta di due ginecologi, una neonatologa e due ostetriche. Il dott. Silvio Cavalcanti, medico legale, ha eseguito l’autopsia sul corpicino del piccolo alla presenza dei consulenti di parte nominati dagli indagati. Bisognerà adesso attendere sessanta giorni per conoscere l’esito dell’esame. Una delle ipotesi avanzate è che il feto fosse già morto al momento del parto. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e affidate al pm di turno Giuseppe Cozzolino, dovranno chiarire se la donna, al momento del suo arrivo presso il nosocomio bruzio, avesse già eseguito dei tracciati e con quale esito. Sequestrata la cartella clinica della mamma del neonato, una 33enne di Fagnano Castello. La giovane è in buone condizioni di salute ed era alla sua terza gravidanza. Intanto, proseguono gli accertamenti dell’Azienda ospedaliera che, nell’immediatezza dei fatti, ha avviato un’indagine interna, mentre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto l’invio degli ispettori all’Annunziata per verificare quanto accaduto.

Hamil Mehdi si difende: mai pensato di andare a combattere

Hamil MehdiCOSENZA – Hamil Medhi, il marocchino di 25 anni arrestato per auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale, si è difeso sostenendo di aver visto i video di propaganda dello Stato islamico “solamente per curiosita’”, e di aver fatto il viaggio in Turchia perché voleva “pregare nella moschea più grande, ma anche più vicina ed accessibile economicamente”. Nell’interrogatorio di garanzia, durato poco più di venti minuti, il marocchino, visibilmente provato, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari di Cosenza, che lo ha sentito per rogatoria, ed ha fornito la sua versione sulle accuse contestategli. Il primo punto affrontato è stato quello dei video. Ed a tale proposito Hamil Medhi ha tenuto a precisare di non essere entrato in nessun sito. “Ho solo visionato dei video su youtube per pura curiosità”. Sul fronte del viaggio in Turchia, da dove è stato espulso e rimandato in Italia perché ritenuto pericoloso, il venticinquenne ha ribadito quanto aveva già detto in passato. Il viaggio ad Istanbul era finalizzato solo “a poter pregare nella più grande moschea. E quella turca è la più accessibile per le spese economiche che bisogna sostenere per arrivarci”. Anche sul tema delle telefonate Hamil Medhi ha voluto puntualizzare al giudice che si è trattato solo di contatti con il cugino che vive in Belgio. “Volevo andare in quel Paese – ha detto – per lavorare, ma quando mio cugino mi ha detto che la situazione è come quella italiana sono rimasto con la mia famiglia”. Alla fine dell’interrogatorio il difensore del marocchino, l’avvocato Francesco Porto, ha chiesto la revoca della misura cautelare e del divieto di colloquio con i familiari. Ma il legale ha commentato anche la normativa approvata nel 2015 che ha reso possibile l’arresto di Hamil Medhi. “Si tratta – ha detto Porto – di una norma che punisce non un reato ma l’intenzione di una persona”. Intanto sul fronte investigativo l’attività non si è certo sopita. Gli inquirenti, infatti, stanno cercando di stabilire se il marocchino possa avere contato su una rete di collegamenti che gli hanno consentito di entrare in contatto con gli ambienti del radicalismo internazionale. Il giorno in cui Hamil Medhi venne fermato nell’aeroporto di Istanbul, ad esempio, sul suo telefono arrivarono ben 18 chiamate da un’utenza che risulta a sua volta in contatto con quella di Anas el Abboubi, il marocchino della provincia di Brescia che si troverebbe in Siria e che fu arrestato nel 2013 con l’accusa di essere il fondatore della filiale italiana di “Sharia4”, il movimento ultraradicale dell’imam belga Omar Bakri, messo al bando nel 2010. Hamil Medhi avrebbe avuto anche contatti con un’utenza belga che a sua volta era in collegamento con quella utilizzata da  Ayoub El Khazzani, l’attentatore del treno Parigi-Amsterdam. Per cercare di trovare elementi utili alle indagini è stato nominato un perito tecnico che ha già avviato accertamenti sul computer e sui telefoni sequestrati al marocchino arrestato. Ad un interprete, inoltre, è stato affidato l’incarico di tradurre tutto il materiale scritto in arabo ed i video scaricati.

Attentato incendiario contro un negozio nel vibonese

MILETO (VV) – Un negozio di telefonia a Mileto, nel vibonese, è stato parzialmente distrutto da un incendio di probabile natura dolosa. Sul posto per scongiurare maggiori danni sono intervenuti i vigili del fuoco del Comando provinciale di Vibo Valentia. Sono in corso le indagini per accertare le cause scatenanti del rogo e gli eventuali responsabili

Gioiosa Jonica, rinvenute armi e munizioni da guerra

GIOIOSA JONICA (RC) – Numerose armi e munizioni sono state trovate dai carabinieri nel corso di controlli compiuti a Gioiosa Jonica. In un ovile i militari hanno trovato alcuni tubi di plastica con all’interno le armi. Si tratta di un fucile mitragliatore belga con matricola cancellata e canna mozzata; tre fucili calibro 12 e 360 cartucce di vario calibro, di cui alcune costituenti munizionamento da guerra. Il materiale saràinviato al Ris di Messina per gli accertamenti di natura balistica per verificare se le armi sono state utilizzate per compiere reati.

Cinquefrondi, un arresto per spaccio e maltrattamenti

CINQUEFRONDI (RC) – I carabinieri hanno arrestato un uomo di 31 anni di Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria, perché ritenuto responsabile dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, maltrattamenti in famiglia, minaccia ed evasione. I reati sarebbero stati commessi tutti nello stesso centro abitato nel secondo semestre del 2014. L’arresto è avvenuto in esecuzione dell’ordine di applicazione di misura cautelare personale emessa dal tribunale di Palmi.

Luzzi, si ferisce con un flessibile. Anziano in gravi condizioni

LUZZI (CS) – Un anziano ha riportato questa mattina ferite gravissime mentre lavorava in un magazzino di sua proprietà al taglio di materiale di ferro e alluminio. Il flessibile elettrico che stava utilizzando gli è sfuggito e lo ha ferito alla gola in maniera profonda. Si è reso necessario l’intevento del’elisoccoroso per il trasporto in codice rosso all’ospedale dell’annunziata di Cosenza. L’episodio si è verificato in contrada Cavoni, una frazione del comune di Luzzi.

Rimborsopoli, annullato il divieto di dimora per l’ex assessore Alfonso Dattolo

Alfonso Dattolo
Alfonso Dattolo

CATANZARO – Accogliendo l’istanza degli avvocati Giuseppe Pitaro e Vincenzo Ioppoli, il gip del tribunale di Reggio, Olga Tarzia, ha disposto la revoca della misura cautelare del divieto di dimora in Calabria nei confronti dell’ex assessore regionale Alfonso Dattolo che dallo scorso mese di giugno era stato costretto a lasciare la regione nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli.

I suoi difensori esprimono “viva soddisfazione per il provvedimento odierno che finalmente restituisce la piena libertà di movimento e la giusta dignità di cittadino all’ex assessore regionale che così potrà difendersi da uomo libero nel procedimento “Rimborsopoli” di cui ancora si è in attesa dell’avviso di chiusura di indagini”.

Mehdi, proseguono le indagini per accertare i collegamenti con l’Isis

Conferenza stampa arresto hamil MahdiCOSENZA – Proseguono senza sosta le indagini della Digos di Cosenza e del Servizio Centrale Antiterrorismo per accertare se il marocchino Hamil Medhi, arrestato per auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale, avesse una rete di collegamenti che gli hanno fornito supporto nel suo processo di radicalizzazione. Gli inquirenti infatti, vogliono stabilire come ha fatto l’uomo ad entrare in contatto con gli ambienti del radicalismo internazionale. Il giorno in cui Hamil Medhi viene fermato nell’ aeroporto di Istanbul, sul suo telefono sono arrivate ben 18 chiamate da un’utenza che risulta a sua volta in contatto con quella Anas el Abboubi, il marocchino della provincia di Brescia che si troverebbe in Siria e arrestato nel 2013 con l’accusa di essere il fondatore della filiale italiana di “Sharia4”, il movimento ultraradicale dell’imam belga Omar Bakri messo al bando nel 2010. Hamil Medhi risulta in contatto anche con un’utenza belga che risulta a sua volta essere in contatto con quella utilizzata da Ayoub El Khazzani, l’attentatore del treno Parigi-Amsterdam. L’attenzione degli investigatori non è concentrata solamente sui contatti telefonici. Le indagini, infatti, mirano anche ad accertare i vari contatti che Hamil Medhi potrebbe aver avuto in Turchia da dove, secondo l’accusa, sarebbe poi ripartito alla volta della Siria per unirsi all’Isis. Nel tentativo di trovare elementi utili alle indagini è stato nominato un perito tecnico che dovrà compiere accertamenti sul computer ed i telefoni sequestrati al marocchino arrestato. Ad un interprete, inoltre, è stato affidato l’incarico di tradurre tutto il materiale scritto in arabo ed i numerosi video sequestrati.

Chiedeva denaro minacciando sortilegi e malefici. Denunciato dalla polizia

Polizia: una volante della Questura di CatanzaroROSSANO (C) – Un uomo di 52 anni del quale sono state rese note solo le iniziali, P.M., è stato denunciato dalla polizia di stato per i reati di estorsione, minacce e falsità materiale commesse da privati. In particolare, il personale del Commissariato di Rossano è intervenuto presso un locale di Rossano, allertato dal proprietario che da tempo era vittima di una estorsione da parte di P.M. e che i soldi gli venivano estorti attraverso minacce di sortilegi non solo a suo danno ma anche a danno dei propri familiari. Il rifiuto di consegnare il denaro aveva scatenato una colluttazione che aveva coinvolto P.M., lo stesso titolare ed altri avventori intervenuti in suo aiuto. L’attività investigativa permetteva di accertare che richieste di denaro venivano effettuate da parte del denunciato anche ad altre persone dallo stesso minacciate di ogni tipo di maleficio. A tale proposito a seguito di perquisizione del veicolo in uso a P.M. veniva rinvenuto materiale utilizzato per rituali esoterici-satanisti. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte del personale del Commissariato della Polizia di Stato di Rossano.

Neonato morto a Cosenza, disposta l’autopsia. Emessi tre avvisi di garanzia

annunziata-ospedaleCOSENZA – La Procura della Repubblica di Cosenza ha emesso tre avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta avviata sulla morte del neonato, nel momento del parto, avvenuta ieri nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Annunziata. I provvedimenti riguardano due ginecologi ed un’ostetrica del nosocomio, nei confronti dei quali il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo. L’emissione degli avvisi di garanzia, secondo quanto hanno riferito fonti giudiziarie, si è resa necessaria per consentire agli indagati di nominare, eventualmente, consulenti di parte per l’autopsia che, su disposizione della Procura, sara’ effettuata, presumibilmente nella giornata di domani, sul corpo del neonato. Sulla vicenda è intervenuto il deputato di Alternativa Libera Sebastiano Barbanti: “In attesa che la magistratura e le indagini ispettive della Regione e del Ministero facciano piena luce su quanto è accaduto, non si può non riflettere sullo stato di grave abbandono in cui versa l’Annunziata a causa del piano di rientro e del commissariamento della sanità calabrese che ha tagliato personale e servizi mettendo a rischio la vita dei pazienti”. Sebastiano-Barbanti-M5SSecondo il parlamentare, “la riorganizzazione dei punti nascita imposta dal ministero nel 2011, con la chiusura di tutti quelli sotto i 500 parti l’anno, doveva migliorare gli indici di mortalità, ma i dati ufficiali confermano che la Calabria ha ancora oggi il tasso più alto in Italia di bambini nati morti. Tutto ciò è inaccettabile, perciò – ha aggiunto Barbanti – nei prossimi giorni incontrerò il direttore generale dell’Annunziata, i medici e tutto il personale del dipartimento Materno Infantile dell’ospedale e presenterò una dettagliata interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin sull’inadeguatezza e le inadempienze dell’ufficio del commissario per il piano di rientro che fino ad oggi ha prodotto solo decreti per la riorganizzazione e riqualificazione del percorso nascita senza che i servizi siano migliorati”.