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Santuario Mileto, rinvenuto materiale pirotecnico illegale

MILETO (VV) – Otto batterie da 100 colpi, un’altra da 150 e un mortaio. È il materiale pirotecnico che i carabinieri di Francica hanno trovato nei locali pertinenti il Santuario di Maria Santissima della Cattolica a Mileto nel corso di una perquisizione effettuata in occasione dei festeggiamenti civili della ricorrenza religiosa.

L’intervento dei militari, scattato dopo alcune deflagrazioni udite a distanza, è servito ad evitare incidenti perché nella sacrestia del Santuario è stata praticamente scoperta una sorta di riserva di artifici pirotecnici detenuti illegalmente e di dubbia provenienza.

Il materiale esplodente, destinato ai fuochi d’artificio che avrebbero dovuto concludere i festeggiamenti, in possesso del Comitato organizzatore, è risultato privo di autorizzazioni. Nessuno ha poi saputo fornire indicazioni circa la provenienza per cui il priore del Comitato festa della Madonna Santissima della Cattolica è stato denunciato per detenzione abusiva di materiale esplodente e ricettazione.

Fonte e foto Ansa

Santuario di Polsi, «Sarà realizzata la strada di collegamento con la 106 jonica»

SAN LUCA (RC) – Un intervento di portata storica per rompere l’isolamento del santuario, proposto dal presidente Mario Oliverio nella seduta del 22 dicembre 2017, presso il CIPE, e finanziato con circa 20 milioni di euro.  Un luogo da restituire alla sacralità dei valori cristiani, lontano da volgari ambiguità e per il quale questa amministrazione regionale ha fortemente lavorato. Un gruppo di professionisti è già al lavoro per redigere, in tempi brevi, lo studio di fattibilità e, nelle more della realizzazione del progetto, saranno realizzati interventi di sistemazione e manutenzione della attuale strada di collegamento.

«Avevo assunto un impegno -ha detto Oliverio- con i fedeli e con il vescovo monsignor Francesco Oliva in occasione della mia visita al santuario, nei prossimi giorni tornerò ad illustrarne la pratica e concreta programmazione».

«Un impegno mantenuto» ha detto il governatore Oliverio

Come si ricorderà, in occasione della sua partecipazione ai festeggiamenti conclusivi al Santuario di Polsi in onore della Santa Vergine della Montagna, portando  il suo saluto alle autorità civili, politiche e religiose e ai tantissimi pellegrini provenienti da ogni parte della Calabria e oltre, il presidente della Giunta regionale disse, tra l’altro: “Il nostro impegno è quello di rendere accessibile questo luogo di fede perché, attraverso questa opera, lanceremo al mondo un segnale concreto, che è quello di una Calabria che vuole cambiare e sta cambiando e nella quale non ci sono più luoghi inaccessibili o difficilmente accessibili dove le organizzazioni ‘ndranghetistiche possano agire indisturbate. Lo vogliamo fare anche perché la bellezza di questo santuario e le bellezze che lo circondano possano essere pienamente godute e fruite da tutti”.

«Il santuario di Polsi, questo importante riferimento per i calabresi -concluse Oliverio- deve diventare il luogo da cui si sprigiona l’energia che deve spingerci a lavorare e ad impegnarci perchè gli obiettivi di riscatto e di crescita si realizzino. La Calabria è una terra che deve esprimere tutte le sue grandi potenzialità per consentire, innanzitutto, ai nostri giovani e alle nostre ragazze di costruire qui, nella loro terra, il loro futuro. Questo è l’impegno che oggi vogliamo assumere qui. Questa nostra terra ha urgente bisogno e necessità di lavorare in questa direzione. Noi ci impegniamo a farlo, senza risparmio di lavoro, sacrifici ed energie».

A quelle affermazioni, oggi seguono i fatti. Un altro impegno viene mantenuto.

Truffa al Santuario di Paola, inflitta una condanna di cinque anni a Cedolia

PAOLA (CS) – Il Tribunale di Paola, presieduto da Paola Del Giudice, ha condannato il consulente finanziario, Massimiliano Cedolia, a cinque anni di reclusione per avere truffato, tra il 2007 e il 2012, l’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, appropriandosi di oltre un milione di euro. Il collegio ha anche condannato cinque  complici di Cedolia, Francesca Vidiri, Francesco Vidiri, Ofelia Vidiri, Grazia Magurno e Salvatore Magurno. Il primo a 3 anni e 6 mesi di reclusione e gli altri quattro a 3 anni e 3 mesi. I cinque avrebbero ricevuto da Cedolia e riciclato oltre 280 mila euro. Il Tribunale ha anche disposto la confisca di tutti i beni, anche eventualmente intestati a terzi, degli imputati, che sono stati anche condannati al risarcimento del danno in favore dell’economo e dell’Ordine dei Minimi, oltre al pagamento di una provvisionale che ammonta complessivamente a più di un milione e duecentomila euro.

A piedi al Santuario della Madonna. Il presidente del Crotone onora la promessa fatta

CROTONE – Si è concluso dopo due ore di cammino il pellegrinaggio che il presidente del Crotone calcio, Gianni Vrenna, accompagnato dal dirigente della società, Raffaele Marino, ha compiuto da Crotone al santuario della Madonna di Capo Colonna per onorare la promessa fatta in caso di conquista della salvezza in Serie A.
Vrenna e Marino erano partiti alle 7 di questa mattina percorrendo con buona andatura i 13 chilometri, gran parte in salita, che separano la città dal santuario. «Questo pellegrinaggio al santuario di Capo Colonna – ha detto Vrenna – è emblematico anche del percorso che abbiamo fatto in campionato: c’è stata tanta salita, ma alla fine siamo riusciti a raggiungere la salvezza».

Raduno Anps al Santuario di Paola

PAOLA – La città di Paola ha ospitato il tradizionale incontro tra le delegazioni ANPS di Calabria, Basilicata e Campania. L’appuntamento, organizzato dal Segretario Economo,  Cav. Emilio Verrengia, e dalla Sezione ANPS di Cosenza, presieduta dal Cav. Francesco Greco, si è articolato in due momenti. Al mattino, in occasione delle celebrazioni per il VI centenario dalla nascita di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria, i partecipanti, circa 300, si sono ritrovati nel piazzale del Santuario. Dopo una breve visita guidata, hanno preso parte alla Santa Messa officiata da Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Emerito di Cosenza-Bisignano, con don Pier Maria Del Vecchio, cappellano della Polizia di Stato, e con i frati del convento di San Francesco. Presente tra le autorità anche il tortaPresidente della Provincia di Cosenza Graziano Di Natale, vicino anch’egli al corpo della Polizia di Stato in cui il padre ha militato per molti anni. Nella sua omelia, Mons. Nunnari ha ribadito la centralità del ruolo svolto dall’associazionismo d’armi nel contesto sociale, in particolare per la vicinanza e l’assistenza offerta a chi soffre e a chi versa in difficoltà. A conclusione della celebrazione eucaristica, il segretario economo Verrengia ha ricordato gli importanti traguardi ragiunti dall’ANPS nella Regione Calabria, dove può contare su oltre 3000 iscritti. «L’Associazione della Polizia di Stato – ha detto tra l’altro – rappresenta un punto di riferimento per le istituzioni locali e per i cittadini grazie alle molteplici attività organizzate in tutto il territorio regionale, sia nell’assistenza sociale, con i gruppi di volontariato, ma anche in ambito sportivo e nelle scuole in cui l’ANPS tiene corsi di educazione stradale e legalità». Il presidente della sezione di Cosenza, Cav. Francesco Greco, ha ringraziato i partecipanti ed il delegato del gruppo di Paola, Emilio Monaco, per aver collaborato all’ottima riuscita della iniziativa. Ringraziamenti in tal senso anche per i consiglieri dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato della sezione di Cosenza, Giuseppe Papasidero e Angelo Cosentino. La consegna degli attestati di riconoscimento alle sezioni di Catanzaro, Vibo Valentia, Lamezia Terme e Reggio Calabria, ai gruppi di volontariato di Rossano e Catanzaro-Lamezia Terme e ai gruppi sportivi di Crotone e Catanzaro, ha concluso la manifestazione.

San Mango d’Aquino, anche Oliverio all’inaugurazione del Santuario di Santa Maria della Buda

SAN MANGO D’AQUINO (CZ) – Il Presidente della Regione Calabria Mario liverio ha preso parte, su invito del Sindaco di San Mango d’Aquini, Leopoldo Chieffallo, all’inaugurazione del Santuario della “Madonna della Buda”, dopo la demolizione per ben due volte della chiesetta, costruita, secondo fonti storiche, intorno al 1650. Alla cerimonia, celebrata dal vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora, hanno preso parte anche il Prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, e il Presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, insieme a numerosi rappresentanti delle istituzioni civili e religiose.

Nel corso del suo intervento, Oliverio ha parlato dell’importanza che rivestono gli svincoli autostradali Santa Maria della Buda inaugurazionequale quello di San Mango d’Aquino, un «crocevia importante di collegamento con l’intero territorio circostante. La proposta che abbiamo presentato al Ministero delle Infrastrutture, che prevede la valorizzazione dei nostri svincoli autostradali da Laino a Reggio Calabria e che è finalizzata ad evitare che l’autostrada sia solo una infrastruttura di transito veloce della nostra regione e si offra, invece, come opportunità di crescita e di sviluppo dei nostri territori, presto diventerà realtà». In particolare, per quanto riguarda il Comune di San Mango, la proposta prevede «la realizzazione, attraverso la sistemazione dello svincolo autostradale, del collegamento con la S.S. 18 e la viabilità del Tirreno cosentino. Attraverso quest’opera strategica, il tratto finale della Valle del Savuto, su cui insistono comuni importanti come Amantea, Cleto, Aiello e Serra D’Aiello sulla sponda destra e Nocera, Martirano e altri su quella sinistra, sarà servita da una infrastruttura che già in parte è realizzata e che consentirà non solo di rompere l’isolamento di numerose comunità, ma creerà un collegamento veloce con la costa tirrenica e rappresenterà, perciò, una possibile alternativa all’autostrada in eventuali momenti critici causati da frane, incidenti e interruzioni autostradali. In buona sostanza, la realizzazione di quest’opera consentirà anche la messa in sicurezza complessiva del traffico autostradale».

In quest’ottica, e riprendendo passi dell’omelia di mons. Cantafora, Oliverio ha insistito sulla necessità di una lavoro sinergico tra Chiesa e istituzioni: «Recuperare una dimensione etica – ha concluso il Presidente della Giunta regionale – è la condizione necessaria per recuperare fiducia nel futuro».

 

 

Giubileo dei Giornalisti della Calabria al Santuario di Paola

PAOLA (CS) – Un Giubileo pensato e rivolto esclusivamente ai giornalisti: accade in Calabria, dove domenica 24 gennaio il Santuario regionale di San Francesco di Paola ospiterà, appunto, il Giubileo dei giornalisti della Calabria. Un’iniziativa promossa dalla Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale calabra, presieduta dal vescovo-giornalista mons. Luigi Renzo, in collaborazione con  la sezione regionale “Natuzza Evolo” dell’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana (che nell’occasione celebra la Giornata regionale dei giornalisti cattolici), l’Ordine, il Sindacato Giornalisti della Calabria e la sezione regionale della Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici.
Nel suggestivo santuario intitolato al santo patrono dei calabresi, i giornalisti si ritroveranno per una solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Luigi Renzo, alla presenza dei vescovi e dei sacerdoti giornalisti calabresi, e per un incontro che vedrà gli interventi di don Giovanni Scarpino, direttore dell’Ufficio regionale delle comunicazioni sociali, don Enzo Gabrieli, delegato della Fisc per la Calabria, Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Fnsi e presidente dell’Ucsi Calabria, e Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria.
Al termine del dibattito e della santa Messa, i giornalisti potranno vivere insieme l’emozione del passaggio dalla Porta Santa del Santuario, seguendo l’invito di Papa Francesco, che ha esortato i fedeli di ogni angolo del mondo a vivere il Giubileo varcando la “porta della misericordia” che è anche quella della propria chiesa.
L’Ucsi Calabria, prima regione italiana per numero di iscritti, prosegue così con fervore e nuovi stimoli il suo cammino, grazie anche alla preziosa e costante collaborazione ricevuta in questi anni dai suoi ben sette vescovi giornalisti: oltre a Renzo, gli arcivescovi Santo Marcianò (Ordinario militare in Italia ordinato da Papa Francesco), Salvatore Nunnari (emerito di Cosenza-Bisignano), Giuseppe Fiorini Morosini (Reggio Calabria-Bova), Vittorio Mondello (emerito di Reggio Calabria-Bova), Antonio Staglianò (vescovo di Noto) e Giancarlo Bregantini (arcivescovo di Campobasso).

Intervista a Giulietto Chiesa su crisi, futuro, media, Alternativa e Grillo

Giulietto Chiesa ha partecipato al convegno su crisi e politiche europee che si è tenuto a Pentone(Cz), presso il salone del Santuario di Termine. Lo abbiamo sentito su crisi, futur, media, Alternativa e Grillo.

Crisi e scenari futuri: solidarietà o guerra

Fatti e interpretazioni

Media e manipolazione

Grillo e Alternativa

 

 

 

A cura di Rita Paonessa

FOCUS/Crisi, politiche europee, futuro: un convegno a Pentone (Cz). Giulietto Chiesa ha chiuso la serata

PENTONE (CZ) – Crisi, politiche europee, debito e speculazione, futuro: se ne è parlato a ‘Famiglie in crisi: quale futuro per l’Italia?’. Il convegno si è tenuto a Pentone, in provincia di Catanzaro, presso il salone del santuario di Termine. Giulietto Chiesa [intervista] ha chiuso la serata. Prima di lui sono intervenuti Alberto Scerbo (docente Magna Graecia già direttore Osservatorio Giuridico Conferenza Episcopale Calabra), Vincenzo Falcone (docente universitario già segretario generale Comitato delle Regioni UE) e Sergio Basile (direttore ‘QuiEuropa’ – Osservatorio nazionale Politiche Europee). Dopo i saluti del sindaco di Pentone, Raffaele Mirenzi, ha introdotto il convegno Don Gaetano Rocca, rettore del Santuario e direttore diocesano Ufficio Pastorale del Lavoro e Problemi sociali. L’incontro è stato organizzato dal Santuario Madonna di Termine, in collaborazione con l’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro (Dipartimento di Filosofia del diritto), QuiEuropa (www.quieuropa.it) e Comune di Pentone.

«Ce ne torniamo a casa arricchiti, ma ci avete dato troppe nozioni», interviene un uomo dal pubblico a fine serata. In effetti, i relatori hanno dato informazioni e dati, anche tecnici, di cui non si sente parlare spesso: sulle prime, orientarsi è difficile. Ma il sasso è stato lanciato. Per Don Gaetano Rocca non sono importanti tanto le risposte quanto le domande. Il rettore del santuario, nell’introduzione, ha fatto ricorso alla metafora, diffusa, della malattia e della cura: «la malattia è evidente e conclamata – ha detto – la terapia per risolverla è avvolta da una nebulosa che spazia tra ideologia e particolare formazione culturale». Tra gli altri, ha citato Ford: «È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina».

L’elemento comune alle relazioni sembra essere stato il fattore tempo. E’ necessario agire in fretta. E’ necessario guardare al lungo termine per intravvedere gli esiti – catastrofici – della crisi attuale e trovare le relative soluzioni. E’ necessario pure guardare al passato. Per tentare di capire come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo, individuare le responsabilità, renderci conto di chi siamo e di chi possiamo essere. Dopo gli interventi dei relatori, i presenti hanno posto domande e condiviso riflessioni: il confronto è continuato.

 

Cambiamenti veloci e politica lenta, il caso Calabria – Mutamenti economici veloci, politica lenta nel rispondere: è il gap messo in luce da Vincenzo Falcone. Quanto all’Europa, per il professore, «la coscienza europea non si ottiene dall’oggi al domani e, anche se il percorso è ancora lungo, il processo è irreversibile». Falcone si è soffermato sulla Calabria, «la regione dove nulla si trasforma – ha detto – lo dico perché a causa di una classe dirigente che non sa guardare oltre il breve periodo ed è carente circa la conoscenza dei processi, cioè noi abbiamo una classe politica ignorante, che non conosce la storia della Calabria». Il professore ha snocciolato alcuni dati: accesso al credito inesistente, 70mila miliardi di vecchie lire messe a disposizione della Calabria, impatto degli interventi comunitari uguale a zero.

Politica, economia, Europa – Alberto Scerbo ha fatto il punto sull’Europa: una parola – secondo lui – dietro cui ci si nasconde («Si dice ‘ce lo ha ordinato l’Europa’, ma non so quante cose ci ha realmente ordinato l’Europa»). Per il docente, l’Europa politica non c’è: «un problema molto difficile è la sovranità degli Stati: perché si possa parlare di un organismo sovranazionale, è necessario che gli Stati facciano un’azione di abdicazione alla propria sovranità, ma questa abdicazione non c’è stata». D’altra parte, Scerbo ha sottolineato la prevaricazione dell’elemento economico: «l’economia è diventata il problema essenziale, muove la politica: politica e diritto sono arretrati e hanno messo davanti a sé l’elemento economico, usato per giustificare le scelte della politica e del diritto».

Debito e risposte europee (Fiscal Compact e Fondo salva Stati) – Sergio Basile ha analizzato debito pubblico e risvolti delle risposte europee. «In Italia il debito pubblico scoppia negli anni ’80 – ha spiegato – in trenta anni passa dal 60% al 125 %». Ha proseguito: «in parte è dovuto alla cattiva gestione politica, ma questo è vero solo al 10%, lo dicono i dati». Il direttore di QuiEuropa ha fatto, quindi, riferimento alla privatizzazione della Banca d’Italia (1992, Governo Amato), agli 80 miliardi di interessi passivi pagati ogni anno alle banche, alle agenzie di rating e ai loro “consigli” manipolati seguiti come diktat, ai 45 miliardi d’euro l’anno che dovremmo pagare per venti anni secondo il Fiscal Compact, ai meccanismi inquietanti del Fondo salva Stati. Fattori che hanno giocato e giocano un ruolo rilevante nel debito pubblico. «La mia non è una teoria complottista, sono dati pubblici, si trovano su internet», ha precisato Sergio Basile.

Crisi, pianeta e guerra – Giulietto Chiesa ha ampliato la prospettiva al pianeta e agli scenari futuri. Il giornalista ha spiegato che le risorse del pianeta (petrolio incluso) sono limitate, ma viviamo in un sistema – quello capitalistico – orientato a uno sviluppo illimitato. «Ma in un sistema finito di risorse, uno sviluppo infinito è impossibile». D’altra parte, paesi fino a ieri sfruttati – Cina, Brasile, America Latina, India, i cosiddetti BRICS – crescono velocemente. «Non siamo più al centro del mondo – ha detto – dovremo fare i conti con la necessità di diminuire i consumi. Per il presidente di Alternativa, proseguire con questo ritmo significa andare dritti verso la guerra perché «si dovrà andare a prendere le risorse dove ci sono». Perciò «non possiamo più crescere», è la conclusione di Giulietto Chiesa, in controtendenza rispetto al leitmotiv di questi tempi. Il giornalista ha fatto anche riferimento all’infinita produzione di denaro e a rifinanziamento delle banche fallite.

 

Rita Paonessa

VESCOVO DI LOCRI: “POLSI NON E’ NDRANGHETA MA FEDE SEMPLICE E VERA”

Giuseppe-Fiorini-MorosiniREGGIO CALABRIA – Il vescovo Giuseppe Fiorini Morosini, della diocesi di Locri – Gerace, ha registrato un video messaggio per i fedeli con cui vuole far dimenticare l’abbinamento fra Polsi e la criminalità:
“Contribuite tutti a ridare al santuario di Polsi questa dignità di luogo di fede, contribuite a dimenticare e far dimenticare questo abbinamento tra Polsi e ‘ndrangheta. Non c’è, non è dignitoso anche se sono successi degli episodi. Se la ‘ndrangheta può avere un secolo di storia, la fede di Polsi ha centinaia di anni. Noi a questa storia di fede dobbiamo guardare, questa storia di fede dobbiamo esaltare. Polsi non è ‘ndrangheta, Polsi è fede semplice e vera”

Un video dei carabinieri del 2009 ha indicato il Santuario di Polsi come luogo in cui si tenevano i summit dei capi cosca della ‘ndrangheta.
I prossimi 1 e 2 settembre si celebrerà la festa della Madonna e il 14 la festa della Croce.

“Non discuto che ci siano riunioni in zona ma il Santuario non è quel luogo”, continua mons. Morosini che racconta ” mi è capitato di accogliere pellegrini che chiedevano quale fosse il locale all’interno del Santuario dove si svolgevano le riunioni di ‘ndrangheta”.
Il video dei carabinieri, in realtà, mostra come luogo della riunione la stele nel piazzale esterno al Santuario, mai all’interno del luogo sacro.