Tutti gli articoli di r.paonessa

FOCUS/Crisi, politiche europee, futuro: un convegno a Pentone (Cz). Giulietto Chiesa ha chiuso la serata

PENTONE (CZ) – Crisi, politiche europee, debito e speculazione, futuro: se ne è parlato a ‘Famiglie in crisi: quale futuro per l’Italia?’. Il convegno si è tenuto a Pentone, in provincia di Catanzaro, presso il salone del santuario di Termine. Giulietto Chiesa [intervista] ha chiuso la serata. Prima di lui sono intervenuti Alberto Scerbo (docente Magna Graecia già direttore Osservatorio Giuridico Conferenza Episcopale Calabra), Vincenzo Falcone (docente universitario già segretario generale Comitato delle Regioni UE) e Sergio Basile (direttore ‘QuiEuropa’ – Osservatorio nazionale Politiche Europee). Dopo i saluti del sindaco di Pentone, Raffaele Mirenzi, ha introdotto il convegno Don Gaetano Rocca, rettore del Santuario e direttore diocesano Ufficio Pastorale del Lavoro e Problemi sociali. L’incontro è stato organizzato dal Santuario Madonna di Termine, in collaborazione con l’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro (Dipartimento di Filosofia del diritto), QuiEuropa (www.quieuropa.it) e Comune di Pentone.

«Ce ne torniamo a casa arricchiti, ma ci avete dato troppe nozioni», interviene un uomo dal pubblico a fine serata. In effetti, i relatori hanno dato informazioni e dati, anche tecnici, di cui non si sente parlare spesso: sulle prime, orientarsi è difficile. Ma il sasso è stato lanciato. Per Don Gaetano Rocca non sono importanti tanto le risposte quanto le domande. Il rettore del santuario, nell’introduzione, ha fatto ricorso alla metafora, diffusa, della malattia e della cura: «la malattia è evidente e conclamata – ha detto – la terapia per risolverla è avvolta da una nebulosa che spazia tra ideologia e particolare formazione culturale». Tra gli altri, ha citato Ford: «È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina».

L’elemento comune alle relazioni sembra essere stato il fattore tempo. E’ necessario agire in fretta. E’ necessario guardare al lungo termine per intravvedere gli esiti – catastrofici – della crisi attuale e trovare le relative soluzioni. E’ necessario pure guardare al passato. Per tentare di capire come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo, individuare le responsabilità, renderci conto di chi siamo e di chi possiamo essere. Dopo gli interventi dei relatori, i presenti hanno posto domande e condiviso riflessioni: il confronto è continuato.

 

Cambiamenti veloci e politica lenta, il caso Calabria – Mutamenti economici veloci, politica lenta nel rispondere: è il gap messo in luce da Vincenzo Falcone. Quanto all’Europa, per il professore, «la coscienza europea non si ottiene dall’oggi al domani e, anche se il percorso è ancora lungo, il processo è irreversibile». Falcone si è soffermato sulla Calabria, «la regione dove nulla si trasforma – ha detto – lo dico perché a causa di una classe dirigente che non sa guardare oltre il breve periodo ed è carente circa la conoscenza dei processi, cioè noi abbiamo una classe politica ignorante, che non conosce la storia della Calabria». Il professore ha snocciolato alcuni dati: accesso al credito inesistente, 70mila miliardi di vecchie lire messe a disposizione della Calabria, impatto degli interventi comunitari uguale a zero.

Politica, economia, Europa – Alberto Scerbo ha fatto il punto sull’Europa: una parola – secondo lui – dietro cui ci si nasconde («Si dice ‘ce lo ha ordinato l’Europa’, ma non so quante cose ci ha realmente ordinato l’Europa»). Per il docente, l’Europa politica non c’è: «un problema molto difficile è la sovranità degli Stati: perché si possa parlare di un organismo sovranazionale, è necessario che gli Stati facciano un’azione di abdicazione alla propria sovranità, ma questa abdicazione non c’è stata». D’altra parte, Scerbo ha sottolineato la prevaricazione dell’elemento economico: «l’economia è diventata il problema essenziale, muove la politica: politica e diritto sono arretrati e hanno messo davanti a sé l’elemento economico, usato per giustificare le scelte della politica e del diritto».

Debito e risposte europee (Fiscal Compact e Fondo salva Stati) – Sergio Basile ha analizzato debito pubblico e risvolti delle risposte europee. «In Italia il debito pubblico scoppia negli anni ’80 – ha spiegato – in trenta anni passa dal 60% al 125 %». Ha proseguito: «in parte è dovuto alla cattiva gestione politica, ma questo è vero solo al 10%, lo dicono i dati». Il direttore di QuiEuropa ha fatto, quindi, riferimento alla privatizzazione della Banca d’Italia (1992, Governo Amato), agli 80 miliardi di interessi passivi pagati ogni anno alle banche, alle agenzie di rating e ai loro “consigli” manipolati seguiti come diktat, ai 45 miliardi d’euro l’anno che dovremmo pagare per venti anni secondo il Fiscal Compact, ai meccanismi inquietanti del Fondo salva Stati. Fattori che hanno giocato e giocano un ruolo rilevante nel debito pubblico. «La mia non è una teoria complottista, sono dati pubblici, si trovano su internet», ha precisato Sergio Basile.

Crisi, pianeta e guerra – Giulietto Chiesa ha ampliato la prospettiva al pianeta e agli scenari futuri. Il giornalista ha spiegato che le risorse del pianeta (petrolio incluso) sono limitate, ma viviamo in un sistema – quello capitalistico – orientato a uno sviluppo illimitato. «Ma in un sistema finito di risorse, uno sviluppo infinito è impossibile». D’altra parte, paesi fino a ieri sfruttati – Cina, Brasile, America Latina, India, i cosiddetti BRICS – crescono velocemente. «Non siamo più al centro del mondo – ha detto – dovremo fare i conti con la necessità di diminuire i consumi. Per il presidente di Alternativa, proseguire con questo ritmo significa andare dritti verso la guerra perché «si dovrà andare a prendere le risorse dove ci sono». Perciò «non possiamo più crescere», è la conclusione di Giulietto Chiesa, in controtendenza rispetto al leitmotiv di questi tempi. Il giornalista ha fatto anche riferimento all’infinita produzione di denaro e a rifinanziamento delle banche fallite.

 

Rita Paonessa

Fossato (Cz), in ricordo di Benedetto Antonio Calogero la raccolta di fondi per i malati di fibrosi cistica

FOSSATO SERRALTA (CZ) – «Quando manca il sorriso/sorridi sempre/a colui che lo pretende/ e vedrai che la vita aiuterà/a colui il quale /il sorriso sempre porgerà/ E quando un giorno/ la tua vita finirà/ Il tuo sorriso /Nella memoria di tutti rimarrà». La poesia è ‘Il sorriso’, la raccolta è ‘Pezzi di una vita normale’. Parole di pietra scritte da Benedetto Antonio Calogero. L’uomo è stato ricordato dalla sua comunità (Fossato Serralta) e da quelle vicine. Le sue parole attraversano una vita. Una «vita normale» la definisce. L’amore e il lavoro. La bestia (la malattia) e il coraggio di affrontarla. L’alba e il tramonto. L’avvicendarsi della stagioni e l’orgoglio di essere originario di Fossato. La tristezza e l’ottimismo. La consapevolezza e la voglia di non mollare. «I volti della vita», di «una parola corta/ Che racchiude/ un’esistenza contorta/brutta o bella che sia/è un dono prezioso/che non si può/buttare via». Le rime impongono di fermarsi e riflettere su come viviamo, su quello che non siamo capaci di apprezzare, sul tempo che (non) dedichiamo a ciò che conta.

Nel primo anniversario della scomparsa, è stata celebrata la Santa Messa. Nella giornata, inoltre, sono stati venduti la raccolta ‘Pezzi di una vita normale’ e i ciclamini (la stessa pianta venduta qualche settimana fa dai volontari della ‘Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica – onlus’). Il ricavato sarà interamente devoluto per la cura e l’assistenza delle persone affette dalla fibrosi cistica, la malattia più diffusa nel mondo occidentale. Ogni settimana quattro neonati nascono con un gene mutato che condizionerà tutti i loro giorni. Ogni settimana una persona muore a causa di questa malattia. Una persone su venticinque circa ne è portatore sano, il più delle volte non lo sa: informarsi e prevenire diventa particolarmente importante.

 

Rita Paonessa

Mobilitazione europea contro l’austerità, la Calabria si fa sentire

COSENZA –  «A cosa servono queste manifestazioni? Tutto resta come prima», una liceale motiva così la mancata adesione alla mobilitazione. Nel frattempo, in Piazza XI Settembre, un signore  molto avanti negli anni srotola la bandiera. «Perché è qui?». «Per scioperare! Per scioperare!». Studenti, docenti, cittadini e qualche rappresentante dei sindacati di base protestano. Contro l’austerità, per il lavoro e la solidarietà. Come in tutta Italia e in 23 dei 27 paesi europei. La Calabria ha aderito alla giornata europea dell’azione e della solidarietà convocata dalla Ces (Confederazione Europea dei Sindacati). Nella città bruzia, sotto la sigla ‘Occupamu Cusenza’, collettivi studenteschi e universitari e movimenti come il ‘Coordinamento calabrese acqua pubblica’ e il Coordinamento calabrese scuola pubblica, hanno manifestato in piazza. La Cgil ha indetto uno sciopero generale di quattro ore. Secondo il sindacato, oltre il 50% dei lavoratori ha aderito.

Non tutti partecipano alle iniziative. Un docente Unical si è chiesto che cosa avrebbe sottratto agli studenti non facendo una lezione che non avrebbe più potuto recuperare. Alla fine ha deciso di entrare in aula perché in questo modo avrebbe fatto la sua parte nella comunità, garantendo la formazione degli studenti. «Gli studenti sono già penalizzati, non ho voluto sottrargli tempo- ha commentato – questa è una forma di protesta analoga allo sciopero di cui condivido le motivazioni». La piazza è stata il modo eclatante per chiedere attenzione ai governi e offrire solidarietà ai paesi più colpiti dall’austerity. Ma non basta per reclamare – oltre alla quadra dei conti – il buon vivere. O almeno: il vivere.

Il corteo è partito da Piazza Fera per raggiungere Piazza XI Settembre. Qui, l’assemblea pubblica: ragazzi e adulti si avvicendano al megafono. Sulle scalinate gli studenti ascoltano e commentano. Nella piazza i lavoratori. Si raccontano la precarietà quotidiana. Due studentesse del Liceo Classico di Rende spiegano che la partecipazione alla protesta si aggiunge alle attività delle scorse settimane: «abbiamo occupato, abbiamo fatto incontri e ci siamo resi conto che una lezione alternativa ci dà di più rispetto alla lezione canonica».

Nello stesso momento, gli autobus circolano come ogni giorno. E come ogni giorno, gli studenti se ne servono per raggiungere l’Università. Sul ponte si alternano passi lenti e passi affrettati. In molti non sanno della giornata di mobilitazione europea. «Non siamo stati informati». Qualcuno ne è a conoscenza, ma non partecipa: le lezioni o altri impegni personali. «La solita scusa per non entrare a scuola», commenta una ragazza. In una scuola della città, la protesta è nota: un manifesto, con tanto di slogan in lingue diverse, campeggia sul cancello. In parecchi sono dentro. Chi perché ha fatto troppe assenze, chi «per studiare», chi perché tanto non cambia niente. Chi perché «siamo a Cosenza: chi sente la nostra voce?».

Rita Paonessa

A.T., 17 anni: una vita spezzata_Lettera aperta al Presidente della Repubblica

A.T. Diciassette anni. Un’uscita con gli scout nel Lodigiano, in bicicletta. Arriva un SUV: la travolge. Sono passati due anni dal 5 dicembre 2010 quando, a Lamezia Terme, otto ciclisti persero la vita. Ma la strada, le automobili, uccidono ancora: 268 ciclisti e 620 pedoni dall’inizio dell’anno. #salvaiciclisti ha indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica, inviata anche al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dei Trasporti, al Ministro dell’Interno e ai Sindaci.

 

 

Egregio Presidente,

un’ennesima vittima della strada è comparsa come trafiletto nelle notizie di questa domenica vacua e agitata prevalentemente dai risultati delle partite di calcio.

A. T., ragazza di soli 17 anni, è morta perché un SUV l’ha travolta. Questo SUV andava talmente veloce che ha impiegato 300 metri prima di fermarsi e finire in un campo.

Sono sicura che potrà documentarsi e approfondire le dinamiche dell’incidente, e conoscere i particolari del caso per poter avere un’opinione in merito a questa tragedia.

Ma al di là delle informazioni sull’accaduto, quello che mi spinge a scriverle questa lettera è porle con forza una domanda: lei pensa che sia davvero un ”incidente”? Essere travolti da un SUV mentre si percorre un’infrastruttura pubblica come una strada provinciale (o una qualunque altra infrastruttura per la pubblica viabilità), è davvero una fatalità ineluttabile? Permettere a chi ha il veicolo più potente di lanciarlo alla velocità desiderata, è davvero qualcosa di incontrovertibile? Avere la liceità di guidare un mezzo così potente con atteggiamento lieve e distratto, e in questo caso criminale data la velocità, è davvero inevitabile?

Sicuramente lei mi risponderà di no, e che la legge italiana non prevede tutto ciò, e che ci sono le strutture e le autorità competenti per evitare questi “incidenti”. E allora le rinnovo la domanda: perché accadono? Quanti degli incidenti che ogni anno vengono registrati sarebbero evitabili? Quanti sono veramente “incidenti” dovuti a cause imprevedibili che ricadono al di fuori della pianificazione ingegneristica delle strade che dovrebbe assicurare l’incolumità di tutti gli utenti?

La verità è che questi non sono “incidenti”. La verità è che le strade sono progettate per assicurare l’incolumità di una sola categoria di utenti: gli automobilisti. La verità è che le regole del Codice della Strada non vengono rispettate e fatte osservare, né su strade urbane né su strade extraurbane. La verità è che la categorie di utenti leggeri della strada, ossia ciclisti e pedoni, non viene contemplata nella pianificazione per la sicurezza stradale e nello sforzo di progettazione e applicazione di sistemi di sicurezza avanzati. La verità è che la folle corsa impostaci dalla motorizzazione non contempla il rispetto per la vita.

I pedoni ed i ciclisti in quanto utenti stradali non esistono per lo Stato italiano.

In Italia quasi ogni giorno muore un ciclista, ogni giorno due pedoni vengono falciati, spesso proprio sulle strisce pedonali.

Ad oggi il numero è di 268 ciclisti e 620 pedoni uccisi dall’inizio dell’anno. Dietro ognuno di questi numeri c’è una vita, una storia, degli affetti.

Per ridurre questi numeri impressionanti esistono le leggi, esistono gli studi, esistono best practice di successo messe in atto da altri Paesi, esiste la tecnologia.

Non intervenire è una volontà politica. Non porre fine a tutto ciò vuol dire essere complici di chi ha in spregio la vita altrui.

Esigiamo una urgente azione da parte sua e del Governo, e da parte degli enti locali responsabili della gestione delle infrastrutture della viabilità.

Valeria Pulieri – Roma

per #salvaiciclisti

 

http://www.salvaiciclisti.it/blog/2012/11/12/la-vita-spezzata-di-a-17-anni-e-la-complicita-dello-stato/

CICLISMO/ In … Giro con Pozzovivo: dal 16 al 18 a Serra San Bruno, anteprima della corsa rosa

BROGNATURO (VV) – Pensieri e parole per un bilancio 2012 coi fiocchi proiettato su un 2013 ricco di premesse entusiasmanti in terra transalpina: questi gli ingredienti di un weekend calabrese da gourmet per Domenico Pozzovivo a Brognaturo, due passi da Serra San Bruno, sede d’arrivo della tappa piu’ lunga del prossimo Giro d’Italia (244 km.). Da venerdi’ 16 a domenica 18 novembre, il neoleader dell’Ag2r-La Mondiale sara’ la guest star dell’hotel Lacina (www.hotellacina.it), moderna struttura di qualita’ adagiata su un paesaggio incontaminato, desiderosa di aprirsi nell’immediato al cicloturismo contando sulla tranquillita’ di percorsi misti che dalla mezza montagna dell’incantevole Parco Naturale delle Serre scendono sul bellissimo litorale Pensieri e parole per un bilancio 2012 coi fiocchi proiettato su un 2013 ricco di premesse entusiasmanti in terra transalpina: questi gli ingredienti di un weekend calabrese da gourmet per Domenico Pozzovivo a Brognaturo, due passi da Serra San Bruno, sede d’arrivo della tappa piu’ lunga del prossimo Giro d’Italia (244 km.).

Da venerdi’ 16 a domenica 18 novembre, il neoleader dell’Ag2r-La Mondiale sara’ la guest star dell’hotel Lacina (www.hotellacina.it), moderna struttura di qualita’ adagiata su un paesaggio incontaminato, desiderosa di aprirsi nell’immediato al cicloturismo contando sulla tranquillita’ di percorsi misti che dalla mezza montagna dell’incantevole Parco Naturale delle Serre scendono sul bellissimo litorale tirrenico.

Organizzato in sinergia con l’Asd Amici del Ciclo di Serra San Bruno, localita’ nobilitata da una certosa quasi millenaria visitata lo scorso anno da Papa Ratzinger, l’evento gode del patrocinio della Regione Calabria.

Il dottor Pozzovivo, brillante economista vincitore quest’anno del Giro del Trentino e poi rivelazione della corsa rosa grazie al colpo gobbo di Lago Laceno e a un solido ottavo posto in classifica finale, incontrera’ per la cena del venerdi’ all’hotel Lacina il comitato di tappa realizzatore della frazione del Giro del prossimo 7 maggio.

A seguire un sabato suddiviso in due moduli per far conoscere ai giovani il suo messaggio di uomo vincente armonizzatosi con puntiglio tra studi e sport: in mattinata visita alle scuole medie della zona prima della conferenza nella sala convegni del ”Lacina”- inizio h 16,30 – coi babycorridori calabresi: un momento aperto alla stampa, dove con l’ausilio di un biomeccanico e di un tramautologo esperto, saranno forniti altresi’ elementi per una corretta preparazione.

Gran finale domenica dalle 9,30 con Domenico faro della pedalata aperta a tutti sui 50 chilometri conclusivi della Policastro-Serra San Bruno con finale in circuito cittadino: un varo gioioso con un testimonial di spessore indiscusso per sviluppare sei mesi di intenso coinvolgimento in rosa a ogni livello.

 

Il programma completo

Ciclamatoricalabria.com_La pagina dell’evento

Rebus trasporti: oggi l’incontro con Scopelliti. FdC ancora ferme

CATANZARO – «L’autista ha confermato: domani gli autobus non partono». Ad avere la conferma Letizia Torcivia, una mamma di Pentone (Cz). La donna, insieme a Rosanna Rizzuto, da almeno tre anni si è attivata perché la puntualità e la presenza della coincidenza che dovrebbe portare i figli da Pentone (località Termine) a Taverna fosse garantita. «Almeno prima, anche se in ritardo, l’autobus c’era – racconta – ora invece nemmeno parte». I ragazzi di Pentone, nei giorni scorsi, hanno vissuto lo stesso disagio di altri studenti e lavoratori di Calabria: sono rimasti a piedi causa stop delle corse Ferrovie della Calabria. L’azienda, in difficoltà da mesi, non ha i soldi per il gasolio, i lavoratori da tre mesi non percepiscono lo stipendio. L’incertezza grava anche sulla corsa Catanzaro – Cosenza. Marta avrebbe dovuto raggiungere la città bruzia. «Deve arrivare a Cosenza?  – le hanno risposto al box informazioni – dipende dall’incontro di lunedì: se ci danno i soldi per le tre mensilità arretrate e il gasolio, partiamo. Altrimenti no». C’è, dunque, attesa per l’incontro tra il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, gli assessori competenti e le organizzazioni sindacali. I cittadini ora aspettano le risposte. Nel frattempo, i sindaci del Reventino – altra zona del catanzarese – hanno costituito un Coordinamento per affrontare la questione.

 

Rita Paonessa

r.paonessa@ottoetrenta.it

Centrale a biomasse di Sorbo San Basile, la protesta di chi non ci sta

TAVERNA (CZ) –  Era maggio, era il 2011. Il comitato ‘no alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile’ cominciava ad organizzare la protesta. Ieri, a Taverna, ha chiamato a raccolta associazioni e cittadini. Perché la centrale a biomasse si è materializzata: sul BURC (Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) del 15 ottobre 2012 è stato pubblicato il decreto che autorizza la ANZ – Power a costruire una centrale a biomasse a Sorbo San Basile, in provincia di Catanzaro. Località Piano di Moggio. A due passi dall’aria più pulita d’Europa, quella della Sila. Amministratori locali tra i progettisti. Potenza complessiva di 4,3 MW. Migliaia di tonnellate di legname da bruciare: più di quello presente sul territorio, ci spiegano alcuni esponenti del comitato. «Coinvolgeremo tutti i soggetti sensibili – hanno dichiarato – per produrre, entro il 14 dicembre, il ricorso al TAR e, se necessario, al Consiglio di Stato». Alla manifestazione è stato presente anche Salvatore Scalzo. Il consigliere del Comune di Catanzaro in quota PD si è impegnato a portare il caso in consiglio.

Quest’ estate il Ministero dell’Ambiente aveva dato parere negativo alla costruzione della centrale per vincoli dovuti a coltivazioni di prodotti con marchio Dop e Pat (Prodotti Agricoli Tradizionali). Nei giorni scorsi sono scattati gli avvisi di garanzia per presunte irregolarità nella pratica presentata per ottenere le autorizzazioni necessarie. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Catanzaro.

Il comitato ‘no alla centrale a biomasse’ è contrario alla costruzione dell’impianto per i danni alla salute. Un esponente chiarisce un aspetto della normativa sulle biomasse e sulla classificazione dei rifiuti rispetto a cosa è possibile bruciare. «Spulciando la legge – spiega – si parla di imballaggi e rifiuti da imballaggio, legno, carta, cartone, vestiti (anche sintetici, quindi pure nylon e plastica), pannolini,assorbenti, altri prodotti tessili, oli e grassi animali commestibili, rifiuti biodegradabili – perché lo riscrivono?». Ma c’è chi dice sì alla centrale: per i posti di lavoro (qualche unità) e perché di rischi per la salute non ce ne sarebbero.

 

 

 

Rita Paonessa

r.paonessa@ottoetrenta.it

Vigili del Fuoco/ Campagna antincendi boschiva, CONAPO chiede incontro per mancati pagamenti

IL CONAPO sindacato autonomo de Vigili del Fuoco, segreteria Regionale, ha chiesto anche quest’anno, un incontro con il Presidente della Regione Calabria Dott. Scopelliti e il Sottosegretario della Protezione Civile della Calabria Dott. Torchia per chiedere chiarimenti sui mancati pagamenti della campagna antincendi boschiva 2011 e 2012.

Per il secondo anno consecutivo abbiamo voluto chiedere un incontro con il Governatore della Calabria – spiega in una nota, per la segreteria regionale, Massimo Conforti – per cercare di capire i reali motivi per i quali ancora il personale Vigili del Fuoco non ha ricevuto le spettanze delle campagne AIB 2011 e 2012 ma soprattutto, non sappiamo quando sarà possibile garantire quanto dovuto ai lavoratori.

Questo assurdo “mutismo” ci ha portati, chiaramente dopo aver posto i nostri quesiti senza ottenerne attendibile risposta ai diversi livelli gerarchici provinciali e regionali della nostra istituzione, a richiedere un incontro al Governatore della Regione Calabria e al Sottosegretario della Protezione Civile ai quali, se quest’anno saremo più “fortunati” dello scorso visto che non abbiamo avuto nessun cenno di ricevuta comunicazione, dovessimo ottenere udienza, cercheremo di spiegare l’importanza di una campagna boschiva basata su una attenta quanto necessaria programmazione nel rispetto dei lavoratori che ogni anno vengono impegnati per affrontare l’emergenza degli incendi che interessano la nostra regione, aggravata dalla esigua disponibilità economica messa a disposizione quest’anno, esattamente la metà di quello 2011, e per poter così dare, alla popolazione tutta, una risposta di soccorso efficiente.

Abbiamo ritenuto doveroso da parte nostra come sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, dopo aver intrapreso diverse strade per dare risposte chiare e definitive a tutela dei diritti di tutti i lavoratori dell’intera Regione, cercare la risoluzione delle elencate problematiche chiedendo un incontro ai vertici istituzionali Regionali ma pur essendo sicuri che questa Amministrazione Regionale vuole essere vicina ai problemi dei lavoratori, qualora anche questo estremo tentativo non dovesse trovare la giusta risposta inviteremo tutti i lavoratori in piazza per rappresentare alla popolazione i nostri disagi che rischiano di compromettere gravemente la sicurezza di tutti.

Quota cento: ‘Ntoni festeggiato a Pentone (Cz)

PENTONE (CZ) – Sulla torta muri a secco di pan di spagna e una carriola di cioccolato: simboli dei lavori di una vita: cento anni. Li compie Antonio Tarantino. Per la sua comunità, quella di Pentone (Cz), un giorno da festeggiare. Una carovana di tutte le età raggiunge la casa del centenario dove la sua famiglia ha preparato la festa. Sulle teste la bandiera italiana e quella canadese. Il rione si anima. Nello spiazzo davanti casa tutti si riuniscono intorno a ‘Ntoni. La Banda del paese suona per lui. Il presidente della Pro Loco, Vitaliano Marino, gli consegna una targa e una composizione floreale. Intorno i bambini si rincorrono. I più grandi si avvicendano accanto ad Antonio, chi per fargli gli auguri, chi per scattare una foto, chi per abbracciarlo.

Antonio Tarantino è conosciuto da tutti come ‘Ntoni. Quello che i muri costruiti pietra si pietra, per delimitare i terrazzi nelle campagne, non crollano. ’Ntoni ha fatto parte delle braccia italiane che attraversarono l’oceano. Canada, Toronto. Anni lontano dal paese natio per lavorare nell’edilizia. «Il suo capo diceva sempre che gli avrebbe fatto costruire un martello d’oro, tanto lavorava», ricorda la figlia. Il fotografo fa un autoscatto. «Mi ha cresciuto». Sorride. «Mia madre andava a lavorare – aggiunge –  e Ntoni badava a me». Si corre sul filo dei ricordi. Dove ‘Ntoni è immerso. Sono in molti a richiamare alla mente i momenti in cui si sedeva accanto al camino e raccontava. Cento anni. Più di una vita.

 

 

[nggallery id=8]

 

Rita Paonessa

 

Primavere arabe, presentazione del libro di Enrico Campofreda_INTERVISTA AUDIO

A Roma viene presentato ‘Diario di una primavera incompiuta’, l’ultimo libro di Enrico Campofreda. Ottoetrenta propone un intervista fatta al giornalista lo scorso agosto in occasione de ‘I popoli che resistono’, la due giorni sulle resistenze contemporanee tenutasi a Pentone, in provincia di Catanzaro, ed organizzata dal Centro di Documentazione sulla Palestina (ubicato nello stesso paese).

 

«Campofreda, che nel chiamare “diario” il suo lavoro finisce per farsi un torto, ha invece lavorato molto proprio su questo tema. Si è cioè sforzato, oltre la pura cronaca appunto diaristica, di fornire al lettore una chiave di lettura. Chiave di lettura che passa inevitabilmente da capitali vicine a lontane dal Cairo: Washington naturalmente, Israele per forza di cose, i Paesi europei e naturalmente gli attori abilmente dissimulati che vivono nel Golfo e i cui formidabili mezzi, a cominciare da Al-Jazeera, hanno pilotato, se non la primavera, l’interpretazione che ne è stata data. È accaduto poi in Libia, accade in queste ore in Siria. Se sfugge questo nesso, se le “primavere” incompiute vengono lette come un puro fatto nazionale, il senso più vasto di quanto accaduto e accadrà – e che sarà oggetto delle riflessioni degli storici – rischierebbe di sfuggirci, relegato nell’apparato degli effetti collaterali quando, in molti casi, la presenza esterna è stata motore, vuoi del cambiamento, vuoi della reazione. Una preoccupazione – il disvelamento del quadro internazionale – che mi sembra una delle chiavi di lettura – e dei pregi fondamentali – del lavoro di Campofreda.»
Dalla prefazione di Emanuele Giordana

 

Intervista_1

Intervista_2

 

a cura di Rita Paonessa

r.paonessa@ottoetrenta.it