Tutti gli articoli di Redazione

Locri, arrestato un custode giudiziario

Tribunale di LocriLOCRI – Un custode giudiziario di 53 anni è stato arrestato da personale della squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Bovalino. Al termine delle indagini, coordinate dalla Procura di Locri, sarebbero state riscontrate reiterate richieste di denaro da parte dell’uomo nei confronti di un privato cittadino al fine di agevolare la trattazione di un procedimento.

Cosenza, due arresti dei carabinieri per estorsione

carabinieri di giornoCOSENZA – I carabinieri della stazione di Cosenza hanno tratto in arresto in flagranza di reato due pregiudicati, Antonio Russo di 33 anni e Giuseppe Caputi, detto “o gallinaru” di 57 anni. L’accusa contestata è quella di reato in concorso ai danni di alcuni venditori ambulanti. secondo quanto si è appreso, i militari dell’Arma hanno colto i due mentre erano intenti ad estorcere denaro ai danni di venditori ambulanti extracomunitari che stazionavano nella zona di Piazza Amendola, nel capoluogo bruzio, durante il tradizionale mercatino del venerdì.

Scalea, estorsione ai danni di una cooperativa. Ai domiciliari un pregiudicato di 55 anni.

Carabinieri ScaleaSCALEA (CS) – Saverio Valente, 55 anni, è stato tratto in arresto dai carabinieri della compagnia di Scalea in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare agli arresti domiciliari emessa su richiesta della DDA di Catanzaro. L’uomo è accusato di estorsione ai danni di una cooperativa sociale operante sul territorio scaleota. Valente in passato era stato già condannato quale membro di un’associazione criminale dedita alle estorsioni ai danni di imprenditori locali operante nell’alto Tirreno cosentino, capeggiata prima dai fratelli Pietro e Franco Valente, arrestati con la nota operazione Plinius per associazione mafiosa nell’anno 2013, e successivamente dal terzo fratello Carmelo Valente, arrestato durante l’operazione Plinius 2 per i medesimi reati. La vicenda oggetto della misura restrittiva riguarda una cooperativa che nel maggio 2015 aveva ottenuto l’assegnazione di un terreno comunale sito in località Pantano, da destinare ad orto sociale. Nell’ottobre scorso alcuni membri di questa cooperativa sono stati ripetutamente avvicinati da Saverio Valente il quale preventivamente ha tentato di intimorirli con esplicite minacce finalizzate a farli desistere dal progetto sociale, successivamente lo stesso Valente ha allontanato dal fondo anche operai del consorzio di bonifica Valle Lao, intervenuti per preparare il terreno alla coltivazione. Alla luce della volontà della cooperativa di non desistere dal progetto avviato, l’arrestato ha più volte minacciato il presidente, costringendolo a formalizzare un atto di rinuncia presso il Comune di Scalea. L’attività investigativa dei militari dell’Arma ha permesso di ricostruire tutte le fasi dell’evento criminoso oggetto di indagine, raccogliendo elementi sufficienti per l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare a carico del Valente, dando così la possibilità alla cooperativa di poter proseguire nel progetto avviato. Saverio Valente è stato tradotto in stato di arresto presso il proprio domicilio a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Graziano prossimo alla decadenza, ma l’esponente di Forza Italia ha pronto il piano B: candidarsi a sindaco di Rossano

Rossano una vedutaCATANZARO – Volge al termine l’esperienza di Giuseppe Graziano tra i banchi di Palazzo Campanella. A breve infatti, la Corte d’Appello di Catanzaro pronuncerà la propria sentenza in merito al ricorso presentato da Gianluca Gallo, primo dei non eletti della lista Casa delle Libertà per la circoscrizione di Cosenza. A meno di clamorosi stravolgimenti, i giudici dovrebbero confermare il dispositivo di primo grado: Graziano non ha rispettato i termini e i tempi per mettersi in aspettativa dalle sue funzioni esercitate nel Corpo Forestale dello Stato e per questo, era ineleggibile. E mentre Gallo scalda i motori per tornare ad occupare l’ambito scranno in Consiglio Regionale, Graziano ha già pronto un piano B. Non è un mistero che dietro la decadenza del sindaco di Rossano Giuseppe Antoniotti, ci sia la longa manus proprio di Graziano; il coordinatore provinciale di Forza Italia avrebbe convinto alcuni consiglieri comunali della città bizantina, fino a ieri strenui sostenitori del primo cittadino in carica, a sottoscrivere le dimissioni insieme ai membri dell’opposizione. L’obiettivo: sottrarre ad Antoniotti, che coltivava ambizioni di ricandidatura, la macchina amministrativa negli ultimi mesi di un mandato che era comunque destinato a terminare con le elezioni della prossima primavera. L’addio di Antoniotti ha il sapore di un passaggio di consegne per quanto concerne la leadership azzurra a Rossano e, più in generale, lungo la fascia jonica cosentina. Dal predominio di Giuseppe Caputo, che aveva anche piazzato il figlio Guglielmo nell’esecutivo guidato da Antoniotti, si passa all’asse Graziano-Rapani. Ernesto Rapani è infatti il candidato a sindaco in pectore del centrodestra, anche se la prossima decadenza di Giuseppe Graziano da consigliere regionale, potrebbe modificare i programmi.

Giuseppe Graziano
Giuseppe Graziano

Non è escluso infatti che l’ex comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato decida di tornare subito in pista e di candidarsi in prima persona alla carica di sindaco di Rossano. Intanto Antoniotti, dopo che questa mattina le dimissioni di 13 consiglieri su 24 sono state formalizzate davanti ad un notaio, ha rilasciato una dichiarazione al vetriolo attraverso il suo profilo facebook, che qui riportiamo integralmente.

“Care amiche e cari amici, come sempre vi scrivo con il cuore e senza peli sulla lingua. Ho letto le centinaia di attestati di stima, di vicinanza e sincero affetto che in queste ore mi avete espresso, sia in privato che pubblicamente. Ed è proprio vero, come diceva qualcuno, che probabilmente il 17 Novembre 2015 passerà alla storia della Città come la giornata dell’infamia. Nella quale 13 cittadini, rappresentanti del popolo, hanno sottoscritto un patto notarile per sfiduciare il Sindaco. Un atto, questo, che non può non prestarsi a riflessioni e

Giuseppe Antoniotti
Giuseppe Antoniotti

considerazioni. Innanzitutto, per chiarire i perché di questa scelta, di questa decisione. Perché sfiduciare un Sindaco dal notaio rinunciando al confronto politico pubblico, in Consiglio comunale, durante il quale si sarebbero potute dare a tutti i rossanesi ampie e motivate giustificazioni del gesto? Perché, ancora, sfiduciare un Sindaco a pochi mesi dalle elezioni e per di più all’indomani che lo stesso aveva annunciato la sua intenzione di volersi ricandidare? Questo dopo 4 anni e mezzo di governo della Città e dei problemi del territorio ampiamente condiviso con la maggioranza e la squadra amministrativa, durante i quali, nel limite democratico dei ruoli e delle linee di mandato, ognuno è stato libero di promuovere le proprie idee. Ognuno, nessuno escluso. E tutti sono stati co-protagonisti dei risultati, sia di quelli raggiunti sia di quelli che ancora dobbiamo raggiungere. E non mi riferisco a tutti quei problemi di fronte ai quali un Sindaco o un qualsiasi amministratore locale non avrebbe potuto far nulla se non trasmettere e far capire la sua indignazione. Lo ripeto con vanto: abbiamo governato con il cuore questa Città ed oggi questa sfiducia rimane incomprensibile, prima di tutto all’opinione pubblica. Ma non mi intimorisce. Anzi, mi da ancora più coraggio e “fiducia” di andare avanti e percorrere la strada intrapresa nel 2011. Sono consapevole dell’impegno che ho messo a disposizione della mia Città e sicuramente non mi tiro indietro. La mia forza sono i cittadini rossanesi, che conoscono la mia storia politica e personale. Andrò avanti, con il supporto della mia gente. Torno a casa a testa alta sicuro di aver servito la Città di Rossano, la Città del Codex, con tutto me stesso e senza mai risparmiarmi”. Adesso a Rossano arriverà un commissario prefettizio, probabilmente sarà nelle condizioni di insediarsi già lunedì prossimo.

Cosenza, rubano cavi elettrici nel centro storico. I Bocs restano al buio

Cosenza, il centro storico
Cosenza, il centro storico

COSENZA – I carabinieri della stazione di Cosenza centro storico hanno tratto in arresto due persone di 24 e 18 anni, delle quali non sono state rese note le generalità, residenti nella città vecchia, per furto di cavi elettrici. I due giovani, con precedenti specifici, sono stati colti in flagranza di reato nei pressi del quartiere della Massa, vicino Piazza Spirito Santo. I militari dell’Arma li hanno bloccati mentre tentavano la fuga. Gli arrestati erano in possesso di attrezzi idonei al taglio dei cavi. Secondo quanto si è appreso, il tentativo messo in atto dai due giovani ha causato un blackout elettrico nell’area di Via Bendicenti, lasciando al buio anche i 27 Bocs, le residenze degli artisti che l’Amministrazione di Palazzo dei Bruzi ha ubicato nell’area del “lungo fiume”.

Mendicino, crolla l’intonaco in un’aula durante la lezione. Chiuso un intero piano per precauzione

Un'aula scolastica
Un’aula scolastica

MENDICINO (CS) – E’ crollato parte del soffitto di un’aula scolastica a Mendicino, comune alle porte del capoluogo bruzio. L’intonaco è venuto giù all’improvviso, con un boato, ma per fortuna e solo per una casualità, non ha investito nessuno dei ragazzi che in quel momento stavano facendo lezione. Il cedimento ha interessato all’incirca un paio di metri quadrati. L’episodio si è verificato nel plesso del centro storico, in un’aula della scuola media. I calcinacci hanno soltanto sfiorato l’insegnante che ha riportato una leggera contusione per la quale si è comunque rivolta al personale sanitario dell’Annunziata di Cosenza. Sul posto i vigili del fuoco di Cosenza per l’accertamento delle cause. Secondo quanto si è appreso, all’origine dell’evento ci sarebbe un difetto della posa in opera dell’intonaco che non sarebbe stato correttamente ancorato. Solo un’ipotesi per il momento. A suffragarla potrebbero essere gli ulteriori accertamenti programmati per le prossime ore. Per questo, la dirigente scolastica e l’ufficio tecnico del comune di Mendicino hanno concordato di chiudere l’intero piano superiore dell’edificio a titolo precauzionale, almeno fino a quando non saranno individuati i motivi del cedimento. Sei le classi interessate. Gli alunni sono stati dirottati in altre aule, tra le quali alcune di quelle che ospitano i laboratori.

Indennità agricola fittizia, truffa all’Inps scoperta dalla Guardia di Finanza

Auto della guardia di finanza in centro a TrentoCASTROVILLARI – Oltre 10 anni di giornate lavorative fittizie, dichiarando all’Inps di aver impiegato 53 operai a tempo determinato. E’ quanto scoperto dalle Fiamme Gialle di Sibari al termine di una indagine delegata dalla procura della Repubblica di Castrovillari. Rilevante l’ammontare della truffa scoperta dai baschi verdi: tra indennità agricole illegittimamente erogate e contributi Inps dovuti e non versati è stata perpetrata attraverso la simulazione di falsi rapporti di lavoro, l’assunzione di operai agricoli a tempo determinato per circa 3.800 di giornate lavorative fittizie, oltre 10 anni. L’imprenditore agricolo aveva infatti provveduto a predisporre, fraudolentemente, tutti i documenti necessari per legittimare l’impiego della manodopera, dichiarando falsamente all’Inps di aver impiegato gli operai a tempo determinato, incassando l’erogazione delle indennità previste per tale tipologia di lavoratori agricoli. Gli ulteriori accertamenti dei finanzieri hanno consentito di appurare che l’azienda agricola ha omesso di versare nelle casse dello Stato anche i relativi contributi previdenziali Inps.

Cosenza, scacco matto al clan Perna. Diciannove provvedimenti di fermo

carabinieri-3COSENZA – Diciannove provvedimenti di fermo emessi nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Perna sono stati eseguiti dai carabinieri di Cosenza nel corso di un’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Secondo l’accusa, il clan dei Perna sarebbe a capo di un ampio traffico di sostanze stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire l’area urbana cosentina e gli altri comuni ad essa limitrofi. Tra i fermati spicca il nome di Marco Perna, di 41 anni, figlio del capo della cosca Franco, attualmente detenuto in regime di 41 bis. Dalle indagini è emerso il ruolo di leader che era stato assunto nel gruppo criminale da Marco Perna, che aveva di fatto assunto la guida della cosca dopo l’arresto del padre e che poteva contare anche sulla disponibilità di un deposito di armi, scoperto dai militari dell’Arma. All’interno di tale deposito, ubicato a Cosenza nel quartiere di Serraspiga, erano custoditi, tra l’altro, anche due revolver di grosso calibro. Per imporre il loro potere sul territorio, gli uomini della cosca, secondo quanto riferito dai carabinieri, si avvalevano di modalità tipicamente mafiose, specificamente contestate nel provvedimento di cattura. Secondo quanto si è appreso, l’attività di monitoraggio e controllo dei principali indagati da parte dei carabinieri ha riguardato un periodo di circa un anno, a partire dal mese di settembre del 2014. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni e condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza in collaborazione con i militari della compagnia.

Tragico incidente stradale. Muore uno studente diciottenne

Matteo BaroneBELVEDERE MARITTIMO (CS) – Sotto shock la comunità di Belvedere Marittimo per la tragica morte di un giovane diciottenne. Si tratta di Matteo Barone, giovane alunno della quinta classe dell’Istituto superiore Pizzini-Pisani di Paola. Il ragazzo ha perso la vita nella serata, poco dopo le 19, in un terribile incidente stradale. Secondo quanto si è appreso, Barone era a bordo di una motocicletta quando, per cause in corso di accertamento, si è violentemente scontrato contro un’autovettura nei pressi del bivio per sant’Agata d’Esaro. Sul posto sono intervenuti i carabinieri ed il personale del 118, ma all’arrivo dei sanitari, lo studente era già deceduto.

 

Esenzioni ticket sanitario senza averne diritto. 200 mila euro di sanzioni

guardia di finanza Milano genericaCOSENZA – Duecentomila euro di sanzioni sono state elevate dalla Guardia di Finanza in Calabria, nei confronti di persone che avevano ottenuto illegalmente l’esenzione totale o parziale del ticket sanitario. Le fiamme gialle hanno compiuto una serie di controlli in tutta la regione incrociando le banche dati sui redditi dei nuclei familiari. Sono state individuate 260 persone che avevano dichiarato redditi inferiori a quelli percepire per avere l’esenzione dal ticket.